Il Tar respinge ricorso contro linee tranviarie: “Atti regolari”

Spread the love

Palermo –  Il Tar ha dato ragione al Comune di Palermo. I giudici della prima sezione (presidente Calogero Ferlisi) hanno respinto il ricorso contro il progetto di fattibilità delle nuove linee tramviarie della città stabilendo che la procedura è corretta e tutti gli atti presentati dagli uffici comunali sono regolari. “L’inammissibilità del ricorso – scrivono i giudici – è inoltre legata alla mancata impugnazione di precedenti atti con i quali, di fatto, erano già state prese le decisioni oggi impugnate”.

“La sentenza del TAR – dichiara il sindaco Leoluca Orlando – sancisce definitivamente la correttezza del percorso attivato dall’amministrazione comunale, cancellando le informazioni distorte, circolate in questi anni, tese a delegittimare una scelta strategica per il futuro della città”.

Secondo Giusto Catania, assessore alla mobilità del Comune di Palermo, “un nuovo ostacolo è stato superato brillantemente, grazie al lavoro dei nostri uffici e dell’avvocatura comunale. Così il completamento del sistema tranviario della città si avvia verso la definizione delle procedure. Esprimiamo soddisfazione per una sentenza che rende più vicino il raggiungimento di un obiettivo storico per Palermo. Voglio inoltre ricordare che le procedure relative avanzano regolarmente. L’obiettivo è mandare in gara il tutto prima della fine dell’estate”.

Qui la sentenza integrale:

 

Post correlati

17 Thoughts to “Il Tar respinge ricorso contro linee tranviarie: “Atti regolari””

  1. Dahfu

    Ottima notizia. Avanti tutta

  2. Normanno

    I cinque reali problemi di Palermo in ordine di importanza:
    1) Mancanza di una classe imprenditoriale locale e scarsa capacità di attrarre capitali di investimento
    2) Immagine deteriorata molto dal passato e poco dal presente come se la fotografia di Palermo non riuscisse ad aggiornarsi o si ha il desiderio di non aggiornarla dal sacco di Palermo, da Buscetta,dalle stragi del 92 viviamo solo di tragici ricordi almeno per la maggior parte di gente che scrive e parla di Palermo in televisione.Questo limita l’afflusso di turisti e di nuovi capitali.
    3)Tempi biblici per terminare un’opera pubblica dal passante al tram a qualunque cosa
    4) Servizi di pulizia e trasporti non ancora adeguati e inciviltà di molti palermitani
    5) Quel che resta (fortunatamente molto poco rispetto a prima ) della mafia a Palermo

  3. Normanno

    Per quanto riguarda l’articolo bisogna fare riferimento al punto 3)tempi biblici per compiere un ‘opera pubblica.
    Ma è possibile che per avere il tram prima bisogna fare una gara internazionale (corretto), ma poi il progetto deve essere visto da qualcuno del comune per eventuali osservazioni,poi da qualcuno della regione per eventuali ulteriori osservazioni poi dal barbone sotto i portici nel caso avesse qualcosa da obiettare, poi qualcuno ricorre al Tar perchè politicamente non è d’accordo con l’idea del tram e si perde altro tempo, finalmente si riesce dopo anni a mettere tutto a gara per fare il lavoro , ma sono Assolutamente sicuro che il fornitore arrivato secondo nella gara ricorrerà al Tar e si perderanno altri mesi o forse altri anni.
    Perche non facciamo che se uno perde la causa al Tar paga una mega penale cosi si ricorre al Tar solo quando si è assolutamente sicuri di vincere e si fa lavorare gli altri senza perdere decenni interi e farci penare questo benedettissimo TRAM?

    1. punteruolorosso

      il barbone sotto ai portici ha molto più senso della realtà di questi politici del kaiser

  4. belfagor

    L’assessore Giusto Catania è ottimista “L’obiettivo è mandare in gara il tutto prima della fine dell’estate”: ma le difficoltà sono notevoli
    Basta conoscere la storia delle prime 3-4 linee tranviarie per comprendere che la strada è ancora ardua.
    Nel 2000 la Banca europea degli investimenti, stanziò 88milioni di euro per un progetto, presentato dal Comune ( giunta Orlando), che prevedeva la costruzione di tre linee tranviarie: una sull’asse via Leonardo da Vinci, una sull’asse corso Calatafimi e una sull’asse corso dei Mille.
    Il progetto originario però presentava molte criticità, tanto che Il 13 agosto del 2001 venne rivisto e parzialmente bloccato dall’allora commissario straordinario del Comune di Palermo, Guglielmo Serio a causa di un’osservazione del GENIO CIVILE che prescriveva di individuare delle aree di sosta per le auto nelle prossimità della linea tranviaria( cosa che stranamente non era stato previsto).
    Per l’asse di Via Leonardo da Vinci, non c’erano problemi, per quella di Corso dei Mille i problemi erano molti ma, con qualche “ modifica”, si riuscì a “superarle” ( si fa per dire)) , mentre per Corso Calatafimi, a causa delle ridotte dimensioni della carreggiata il progetto fu bocciato e sostituito con un altro.
    Nel maggio del 2002 il Comune di Palermo ( giunta Cammarata) approvò definitivamente il progetto modificato con nuove linee tranviarie.
    Per il completamento dei lavori vennero preventivati quarantaquattro mesi per la linea 1, quarantotto mesi per la linea 2 e cinquantadue mesi per la linea 3. Ma chiaramente tali previsioni furono ampiamente superate.
    Infatti solo nel 2015 furono inaugurate le 3-4 linee tranviarie.
    Cioè ci sono voluti “solo” ….. 13 anni per completare 3-4 linee.

    P.S. Nel dopoguerra i tram, che esisteva ed erano pure un mezzo ecologico, vennero dismessi perché avevano costi di gestione elevati.
    Quando nel 2000 si fece tale scelta sarebbe stato utile conoscere un pò di storia.
    Nella storia travagliata del tram a Palermo ci sono tutti i problemi di cui ancor oggi noi discutiamo.
    Il tram arrivava a Monreale alla fine nell’ottocento e nel 1911 si istituì una linea tranviaria per Mondello.
    Chiediamoci perché furono soppresse.

    1. Normanno

      Io vorrei solo capire perchè i tram girano in tutta Europa mentre noi ancora siamo rimasti agli autobus e alle macchine,ma in tutta europa i tram viaggiano in perdita?
      Faccio solo due esempi Zurigo e Tel aviv,ma qualcuno pensa davvero che gli svizzeri e gli ebrei abbiano mai fatto qualcosa in perdita rimettendoci soldi?
      In particolare Tel aviv che ha il nostro clima, che ha una spiaggia vicino alla città come Palermo dovrebbe essere un esempio da seguire per la mobilità.
      Allego copia notizia tram a Tel aviv:
      Le début des travaux pour la construction du tram de Tel Aviv est prévu pour l’été 2015, à deux points centraux de la ville, des répercussions importantes sur le traffic étant à prévoir.

      Selon des sources du Ministère des transports et de la société de transport public NTA, les travaux débuteront en juillet au coin des rues Yehuda HaLevi et Allenby, et en août au pont Maariv, qui sera détruit, et sur la rue Carlebach.

      L’inauguration de la ligne rouge du tram, qui reliera Bat Yam et Petah Tikva, est prévue pour 2021; mais les expériences du passé font peser un doute quant au fait que les travaux seront terminés à temps.

    2. Orazio

      Sono stati soppressi anche seguito di valutazioni politicamente orientate da un potentato, facente capo agli Agnelli, a cui è stato consentito non solo e non tanto di invadere l’Italia di auto ma soprattutto di inculcare l’idea che il trasporto pubblico serva a spostare i poveri. Poi, dagli anni ’80 in poi, quando si è iniziato a misurare tutto con il metro miope del ritorno economico ma come se i costi sociali non fossero costi, il trasporto pubblico su ferro è stato smantellato in tante parti d’Italia.

      1. Irexia

        Stesso motivo per cui abbiamo un’estesa rete autostradale e l’autostrada del sole è stata costruita in tempi brevissimi per l’epoca, mentre i treni al sud si rarefanno e, nonostante si raffini gran parte del petrolio italiano (altri costi non economici), la benzina costa di pù.

  5. Normanno

    in realtà la domanda è la seguente:E’ il tram che è in perdita o è l’AMAT che fa diventare in perdita qualsiasi servizio dal car sharing al bike sharing al tram? Certo se il tram deve essere la prosecuzione della gestione del 101 dove viaggiavano 100 persone (prima del covid) imbottite come sardine se non c’era il controllore o 10 persone comodamente sedute se mancava allora il tram sarà in perdita.
    Se all’Amat non gliene frega se le persone pagano o non pagano il biglietto perchè tanto è pubblica e paga pantalone allora il tram sarà sicuramente in perdita! I nostri Tram (il sogno si avvererà mai?)saranno tram del 2020 senza catenaria e a un passo dall’avere la tecnologia per procedere senza conduttore, quindi la figura che non potrà mancare all’interno sarà il controllore dei biglietti (magari una guardia giurata molto robusta ed esperta di arti marziali piuttosto che il classico autista del tram) .A milano circolano tram che in confronto ai nostri sono preistoria non storia eppure non mi risulta che l’azienda milanese che li gestisce sia in perdita.Pensiamo a privatizzare l’Amat o almeno la parte che riguarda bike sharing,car sharing e tram e facciamo circolare al più presto i TRAM a Palermo!!

    1. peppe2994

      Purtroppo c’è sempre questo fraintendimento. Il concetto di perdita è molto, molto relativo e nel caso dell’AMAT del tutto inappropriato.
      Tutti i costi sostenuti per il trasporto pubblico locale si pagano con la fiscalità generale dello stato, demandata alle regioni. Il trasporto pubblico è un servizio per la collettività ed il biglietto a bordo è solo una goccia nel mare del bilancio. È in perdita per definizione. La regione taglia sugli stanziamenti, ritarda i pagamenti concordati tanto da non poter pagare neanche gli stipendi (capita giusto a caso che gli stipendi di Marzo verranno pagati il 15 Aprile).

      Detto ciò, la perdita non esiste. Quanti soldi stanziare dipende dalle regioni, e qui si apre un argomento ancora più grande che riguarda il far quadrare i conti regionali, quindi in un modo o nell’altro si va avanti, l’unica certezza è che non è colpa dell’AMAT, spesso neanche del comune. Questo è un punto fermo del TPL che continua puntualmente ad essere ignorato e sottovalutato.

      1. peppe2994

        Preciso, giusto per avere un termine di paragone, i fondi per il tpl a Palermo dagli anni 90 ad oggi sono stati sostanzialmente dimezzati, di conseguenza si è dimezzato il servizio.
        Molto semplice, e possiamo fare lo stesso discorso per il contratto di servizio ferroviario.
        Così forse è più chiaro perché non si può andare in perdita. Qualora dovessero venire meno i fondi ci si adegua al ribasso. Qui giustamente ci si può chiedere come mai allora i bilanci sono sempre in passivo: perché la velocità con cui cambiano i fondi stanziati ed effettivamente ricevuti è più veloce del piano industriale programmato.

        1. Normanno

          Pur accettando molto di quello che hai scritto sei sicuro che l’Amat sia gestito con criteri di efficienza privatistici?Che non abbia proprio niente da farsi perdonare?Inoltre visto che sei molto informato me lo spieghi perchè il servizio bike sharing e car sharing che in altre città è gestito anche dai privati a Palermo va in perdita?Non credo che i privati siano finanziati dalla regione;non sarebbe meglio affidare almeno il servizio bike sharing a società come LIME o come HELBIZ che altrove forniscono il servizio di bike sharing con pedalata assistita e che a Palermo hanno già 400 monopattini e che quindi sono presenti già nella realtà magari per fare un abbonamento congiunto biciletta assistita – monopattino sharing?

          1. peppe2994

            Sul mancato affidamento di quei servizi all’esterno, si tratta di una scelta politica. Una scelta stupida ed assurda, come tante decisioni che sono state prese da un’amministrazione preistorica.
            Sul discorso efficienza, sì io personalmente ne sono sicuro. Come accennavo, l’AMAT non ha i soldi per nulla, neanche per i pezzi di ricambio, ed infatti arrivano sempre nuovi bus grazie ai fondi nazionali ed europei non certo per finanziamenti comunali o regionali.
            Prima di parlare di efficienza e quindi sprechi, occorre avere dei soldi da sprecare. Su questo i sindacati ad esempio sono attenti, proprio perché non ci sono soldi neanche per gli stipendi. Un privato non potrebbe mai prendere in gestione il servizio per come vanno le cose in termini di erogazione dei finanziamenti.

          2. Irexia

            Non sapevo che i servizi bike/car-sharing a Palemo fossero in perdita. A Milano con il car sharing puoi lasciare la macchina ovunque all’interno del perimetro cittadino coperto dal servizio, e non solo nei posteggi ad hoc, come mi sembra sia qua negli stalli “ioguido” Inoltre, il servizio di bike comunale è ancora con le stazioni ma quelli privati sono “free floating” cioè prendi e lasci la bici dove sei, senza cercare dove “attaccarla”. Entrambe queste misure sono sicuramente incentivanti, sebbene per le bicilette si stia trasformando in un parcheggio selvaggio sui marciapiedi…
            Però ritengo che in una città come Milano sia ovvio che i servizi di sharing siano più utilizzati: la città è molto vissuta dai non autoctoni, studenti, spesso anche stranieri, che certo non portano con sè biciclette o automobili, mentre a Palermo ogni famiglia ha una macchina e anche gli studenti di fuori (città) si portano la loro auto per tornare nel weekend al loro paese di origine.

          3. Normanno

            In realtà a Palermo il bike sharing è in perdita perchè le biciclette sono non assistite e pesanti di un modello obsoleto ,vanno lasciate in appositi posti e non sono controllate via satellite per cui non si possono lasciare ovunque come come con Lime,l’app non funziona bene.Palermo è ideale per bike sharing e monopattini sharing per il suo clima unico,perche è su una conca piana senza doslivelli e perche in attesa del tram il servizion pubblico è inadeguato per cui tre ottimi motivi per essere leader in questo servizio

  6. Irexia

    I servizi pubblici di trasporto vengono ripagati, affinchè si raggiunga almeno la parità di bilancio, visto che il pubblico, al contrario del privato, non mira al profitto, ma ha come obiettivo prestare un servizio, in parte dal pagamento dei biglietti e in parte dei contributi regionali. E’ noto poi, che da quando in Regione ci sono presidenti che, guarda caso, provengono dal catanese e sono di colore politico opposto al sindaco della città, non vengono erogati i contributi dovuti.
    Regione, faccio notare, che non è stata capace di conseguire il biglietto unico tram/bus/passante ferroviario.
    Il controllo del pagamento dei biglietti non viene prestato dai “normali autisti” ma dai controllori in squadre generalmente da 3 (non vedo la correlazione con l’ipotesi di mezzi senza guidatore, che per altro trovo difficile se non impossibile per quelli di superficie). Di questi, non tutti sono pubblici ufficiali, cioè non tutti sono dotati di una qualità in più che conferisce loro maggiori poteri e maggiori garanzie da aggressioni etc…
    Report da Milano: in 6 anni che frequento i mezzi meneghini avrò assistito a controlli sul tram/autobus circa 4 volte e non ho assistito mai ad un’aggressione; gli evasori ci sono anche là, studenti soprattutto, che appena sentono odore di controllo prendono il cellulare e mandano il messaggino al numero con cui si può fare il biglietto singolo (ma non lo inviano finchè il controllore è a mezzo metro da loro).
    Caso interessante: una volta non sono saliti controllori in divisa, riconoscibili e generatori di un fuggi fuggi alla sola vista, ma agenti del Comune, immagino vigili urbani, in borghese: in jeans e scarpe da tennis mi hanno mostrato un tesserino con lo scudo crociato, simbolo comunale, e hanno chiesto il biglietto. A Palermo non ho mai assistito a ciò.
    L’esperienza dei controllori nerboruti, come invochi tu, di una società privata, è stata già fatta dal Comune: sui bus per Mondello, con il risultato che i trasgressori hanno preso altri mezzi per raggiungere la stessa meta, perché che si sappia, più sono qualificati i soggetti, più costano…
    Se un’azienda privata vincesse l’appalto per prestare il servizio di trasporto pubblico (ma lo stesso vale per quello che ipoteticamente potrebbe vincere il servizio di smaltimento dei rifiuti) avrebbe più convenienza economica a prestare il servizio dove meno costa e più rende, cioè nelle tratte dove meno c’è evasione: e il resto della città?
    Perché un ente pubblico serve tutti indistamente, il privato smette quando non conviene più.

    L’errore imperdonabile nella raccolta delle sostanze economiche per mantenere il servizio, che non può che essere pubblico, lo vedo non solo nell’assoluta mancanza di lotta all’evasione, ci vorrebbero controllori tutti pubblici ufficiali in multiple squadre, in modo da essere 6/8 su mezzi lunghi come i 101, ma anche in un’assenza di qualsiasi campagna di promozione degli abbonamenti.
    Sempre a Milano: (partendo dalla premessa che là il biglietto con banda magnetica c’è da tempo immemore) ci sono le tessere differenti per prezzo per i minori di anni 30, per gli anziani (valide negli orari off peak), per il resto del’utenza. Si potrebbe andare nelle scuole (sic!) ad inizio anno per promuovere gli abbonamenti per gli studenti validi su tutte le tratte (quando andavo al liceo io, erano solo per 4 tratte + 101, 102 e 107, ridicolo!) in modo da disincentivare l’utilizzo del mezzo privato a 2 o 4 ruote e per abituare all’utilizzo del mezzo pubblico!
    Se proprio bisogna rapportarsi al privato si impari che “la pubblicità è l’anima del commercio!”

    1. punteruolorosso

      dici bene: il biglietto unico integrato è solo giornaliero. se fai uno spostamento o due al giorno non conviene. parlavano di fidelizzazione, ma così la gente scappa. in tutti i paesi del mondo passi dal tram al bus al treno senza dover fare un biglietto per ogni mezzo.

Lascia un commento