Car Sharing 2010: report e analisi dei dati

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In data 30 dicembre 2010 l’AMAT ha presentato il report sul Car Sharing a Palermo con alcuni dati e commenti. I tre dati principali forniti riguardano le 26194 ore di utilizzo,  4544 corse  e 182138 km  percorsi nell’arco di un anno. Effettuiamo quindi una rapida analisi dei dati forniti spalmandoli sui 365 giorni dell’anno:

26194 ore di utilizzo auto = 71,8 ore al giorno in media
4544 corse = 12,5 corse al giorno in media
182138 km effettuati = 499 km al giorno in media

Facciamo questo calcolo giornaliero per comprendere meglio il fenomeno del car sharing a Palermo. I 499 km al giorno distribuiti nella media di 12,5 corse al giorno danno 40,1 km a corsa, che possono essere anche il risultato di 20  km per 2 corse al giorno.

Il car sharing conta oggi 40 autovetture, e avendo 12,5 corse al giorno in media (4544 : 365 giorni), significa che restano ferme 27 auto su 40 al giorno, cioè un utilizzo del 30% delle auto del parco totale, dato confermato dal responsabile del car sharing che lo attesta nella conferenza stampa come utilizzo medio giornaliero.

Naturalmente i costi di gestione sono per 40 auto e non solo per le 12,5 utilizzate. Anche se fossero utilizzate il doppio, cioè 25 auto su 40 disponibili, 15 ferme rappresentano sempre dei costi di gestione, manutenzione, assicurazione.

Ci sono inoltre delle considerazioni da fare per effettuare un’analisi sulla reale redditività del servizio che necessitano di ulteriori dati (che auspichiamo di ricevere), attualmente insufficienti:

  • quante corse fa ogni abbonato alla settimana e al giorno e quanti km mediamente percorre per corsa
  • una tabella riepilogativa dell’uso dell’auto da parte degli utenti per categorie omogenee di uso dell’auto (dipendenti di aziende, privati cittadini che hanno esigenze diverse).
  • Qual è il totale dei costi di gestione del 2010 e quanto è il totale delle entrate del servizio nel 2010, cioè costo abbonamento + costo a ora + costo a km percorso? Questi due dati servono per fare il confronto reale e capire i margini di guadagno del servizio. I finanziamenti pubblici per lo start up del car sharing servono per l’avviamento del servizio, cioè per i primi 2-3 anni. Quando finiranno i soldi pubblici con i quali l’AMAT per ora copre i costi di gestione del car sharing, come si manterrà economicamente da solo il servizio con i soli fondi propri dell’Azienda ? (i finanziamenti pubblici per il secondo anno consistono di 260 mila euro)

I  27.000 euro di utili dichiarati da AMAT vengono considerati oggi con i costi di gestione coperti da fondi pubblici per lo start up del servizio, e non esclusivamente con fondi propri dell’Azienda.

Questo dato non permette di calcolare la reale redditività del servizio. Cioè, se un azienda privata volesse avviare un servizio di car sharing senza contributi pubblici, dovrebbe ovviamente confrontare le entrate con i costi di gestione e ciò permetterebbe di verificare la reale redditività. Ovvero, se il contributo pubblico viene utilizzato da tutte le altre città italiane che erogano il servizio di car sharing allora possiamo considerare realistico senza dubbio l’utile di 27.000 del 2010 dell’AMAT; in caso contrario, è doveroso chiedersi se il servizio andrebbe comunque avanti una volta superata la fase di finanziamento pubblico.

AUTO ELETTRICHE IN PROGRAMMA DA AGGIUNGERE AL CAR SHARING
Con ulteriori fondi ministeriali, come riportato  nello stesso comunicato, verrà avviata la costruzione di pensiline fotovoltaiche per auto elettriche da aggiungere a quelle esistenti del car sharing, come anche sarà realizzato un sistema di bike sharing.
L’esperienza delle auto elettriche l’abbiamo vissuta già 10 anni fa con le circa 90 Fiat Seicento elettriche che il comune di Palermo, una volta acquistate a decine di milioni di lire, ha svenduto all’asta a 100 euro ciascuna dopo essersi accorti che la tecnologia delle auto a batteria non era ancora matura. Sembra invece, dal comunicato stampa, che oggi  la tecnologia delle auto elettriche sia matura e che quindi non sia più così impensabile un loro acquisto. Rimaniamo quindi nella speranza che questo nuovo esperimento porti più fortuna.
Non si può comunque fare a meno di sollevare un dubbio: se ad oggi solo il 30% del parco auto totale del car sharing viene utilizzato giornalmente, ha un senso economico acquistare ancora altre auto, in questo caso elettriche, da aggiungere alle 40 esistenti ? Il Responsabile del car sharing afferma che il servizio, per essere pienamente a regime, secondo statistiche nazionali (delle quali richiediamo le fonti), necessiterà di almeno 60 unità nel parco auto.

Considerazioni:

il Car Sharing ha molte potenzialità intrinseche: l’assoluta mancanza di pagamento bollo/assicurazione/carburante oltre che il vantaggio del parcheggio in zona blu e l’utilizzo delle corsie preferenziali.

Eppure il servizio non ha ancora fatto il boom, segno che da qualche parte si deve intervenire. Come scritto nell’analisi, acquistare nuove vetture al momento non sembrerebbe una soluzione ovvia. Forse potrebbe essere opportuno diffonderlo maggiormente tra l’utenza, con una maggiore comunicazione capillare.

Ci auguriamo che il servizio abbia un ampio successo, così da poter contribuire ad una migliore mobilità cittadina. Contestualmente auspichiamo di poter contribuire alla risoluzione dei problemi del servizio affrontando l’argomento in maniera analitica, così come fatto in questo post .

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18 Thoughts to “Car Sharing 2010: report e analisi dei dati”

  1. The.Byfolk

    Due i punti chave:

    L’informazione sull’esistenza e sul funzionamento del servizio deve essere nettamente comunicata ai potenziali fruitori; se si ha interesse a far decollare un servizio bisogna saperlo vendere.

    I punti di sharing attuali non coprono efficacemente le periferie che trarrebbero maggiori vantaggi da corse più lunghe.

    Maggiore informazione e maggiori punti di sharing nel tempo daranno sicuramente risultati migliori, anche grazie al passaparola di chi si ritiene soddisfatto.

  2. Generalmente in sicilia, purtroppo, queste cose non servono a dare un reale servizio, ma come detto per il caso delle 600 a rivendere le automobili a prezzi stracciati agli amici. In questo caso meno persone sanno e meglio è.

  3. pinco

    Salve, quando ho saputo del Car sharing ho pensato ” bello ora posso anche togliermi la macchina ed usare queste!!” Delusione: dove sono? Al parcheggio della Stazione Notarbartolo sono solo 4 … e le altre postazioni? Ne vedo una proprio sotto il mio ufficio a Piazza Marina con 2 macchine, ma dopo poco per la transenna a causa del Grande Vecchio Ficus sono già sparite…. Come poter utilizzare queste macchine se non ci sono più postazioni in giro per la città e non c’è adeguata pubblicità?Mahhh, misteri di Palermo.

  4. @pinco

    Io ho fatto proprio così. Non ho auto e usco il carsharing. Per vicinanza uso lo stallo di p.zza Principe di Camporeale, dove recentemente staziona solo una vettura. L’ho sempre trovata tranne due volte e non ho mai avuto problemi. Il servizio funziona bene, a parte qualche pecca: per esempio i posteggi non vengono controllati dalla municipale e spesso sono occupati da auto private. Una sola volta, in p.zz a Valdesi, ho vito una pattuglia della municipale che mi hanno detto che non erano disponibili mezzi per la rimozione. Non so se mi spiego. Per il resto ripeto, funziona bene

  5. Metropolitano

    Io di solito vado a piedi, ma per le grandi distanze oltre 3-4 km preferisco im ezzi pubblici o l’automobile.
    Oggi alla Fiera di Natale in Notarbartolo ho ritirato un opuscolo che spiega come gira il car sharing a Palermo, prima ancora di avviare il pc e leggere il vostro ultimo articolo.
    Spero vivamente che il servizio sia sfruttato di più nel 2011, rispetto all’anno precedente.

  6. A mio avviso c’è pochissima percezione dell’esistenza del servizio in città. Prova ne sono anche le pochissime email che abbiamo ricevuto sull’argomento. Quasi nessuno ha mai sollevato la questione.

  7. Ocram78

    Salve a tutti,

    Io sono un ex cittadino palermitano che vive all’estero da alcuni anni.
    Nella mia citta’, Amsterdam, esiste un sistema di car sharing al quale sono abbonato.
    Vorrei condividere con voi la mia esperienza.

    Perche’ ho scelto il car sharing e non ho comprato un’auto?

    1. tasse altissime per la cirocalazione dentro e fuori la citta’
    2. costo dei posteggi proibitivi ovunque, periferie comprese; dai 2 euro l’ora ai 5 euro ogni mezz’ora in centro.
    3. tempi di attesa epocali per avere assegnato il parcheggio sotto casa con costi annuali da capogiro.
    4. ottimi mezzi pubblici che non mi fanno sentire la mancanza dell’auto.

    Come funziona ?

    Ci sono una multidutine di auto sparse per la citta’ in maniera capillare, che senso ha avere 3 o 4 parcheggi in cui concentrare tutto il parco auto? E’ molto piu’ costoso da mantenere e non utile per i consumatori che sono costretti ad arrivare in un punto specifico per predere la loro auto.
    I parcheggi sono normalissimi posti auto per strada, evidenziati dalle strisce gialle e divieto di parcheggio per le altre auto.

    L’abbonamento e’ annuale, che si puo’ disdire in qualsiasi momento, con sconti per chi ha un abbonamento ai mezzi pubblici.
    Basta compilare un form online, inviarlo con i documenti richiesta via fax o email ed entro una settimana si riceve la tessera magnetica per aprire l’auto.

    Ci sono 3 tipi di abbonamento a seconda delle necessita’.
    Un costo fisso mensile da 5 a 15 euro a seconda dell’abbonamento.
    Un costo variabile che dipende da quanto tempo usi l’auto e quanti km percorri.

    L’auto si prenota online fino ad un minuto prima all’orario in cui serve.
    Il portale ti da una mappa con l’auto disponibile piu’ vicina a te, la prenoti ed e’ fatta!

    Conclusioni:

    Personalmente ritengo che in citta’ come Palermo bisognerebbe usare il pugno duro e adottare decisioni impopolari.
    Per esempio tassando le auto in modo inversamente proporzionale all’uso, meno la usi piu’ paghi e viceversa.
    Disincentivare l’uso in citta’ in maniera brutale aumentado il costo dei parcheggi e le ZTL.
    Se non hai come arrivare in auto dove ti interessa perche’ poi non ci sono parcheggi…di certo cercherai vie alternative.

    Ovviamente i nostri politici sempre alla ricerca del consenso a breve termine non si accoleranno mai scelte del genere. Perche’ fare qualcosa di buono a lungo termine col rischio di non essere riconfermati alle prossime elezioni??
    E non mi si venga a dire che dalle mie parti e’ diverso, che c’e’ la cultura della bici o che Amsterdam e’ piu’ piccola di Palermo.
    La cultura della bici e’ frutto di una politica a lungo termine e le citta’ sono piu’ o meno delle stesse dimensioni.

    Volere e’ potere, ma dipende da tutti noi e da chi ci amministra.

    Buona fortuna!

  8. Ocram78

    P.S.
    per chi volesse approfondire, questo e’ il sito: http://www.greenwheels.nl

  9. Fulippo1

    @ Ocram78 : Tutto quello che dici è giusto e logico per una giusta struttura di trasporti cittadini, ma purtroppo fin quando a Palermo non si avranno trasporti pubblici (i qualsiasi genere) degni di essere chiamati tali, credo che nessuno preferisca lasciare l’auto a casa, per avere una giornata d’inferno a causa delle inadempienze del sistema trasporti.

    Comunque il sistema car sharing mi pare una buona cosa, anche se non ne conosco tutt’ora quasi nulla, come credo il 98% dei cittadini, a causa della brutta disinformazione o addirittura mancanza totale di informazione, ed inoltre sarebbe un ottimo inizio per abituare i cittadini e soluzioni alternative.

  10. federico

    Sono un utente del car sharing fin dalla sua reintroduzione nel 2009, debbo dire però, che dopo un’iniziale entusiasmo sono stato costretto a usarlo sempre meno per la sistematica difficoltà di riportare l’auto allo stallo di partenza, in quanto gli stessi sono sempre occupati da macchine estranee al servizio nell’assoluta indifferenza della polizia municipale. Non si capisce, tra l’altro, perché gli ausiliari dell’amat non possono procedere a segnalare questa infrazione ai vigili urbani come già avviene per il divieto nelle zone blu. Avevo anche intenzione di disfarmi completamente dell’auto, ma non l’ho ancora fatto, perché ritengo che la continuità del servizio – come da Voi riportato – è del tutto inaffidabile.

  11. Giusy

    condivido The.byfolk occorre aumentare gli autoparchi sino alle periferie. Sono tutti in centro, chi abita in periferia come fa a raggiungere l’autoparco? Con i mezzi pubblici? E se al ritorno si sfora la mezzanotte? Autobus non circolano piu`. Dei residenti in centro solo chi deve andare in periferia o fuori citta` spesso puo` essere interessato al servizio, altrimenti basta usare il mezzo pubblico o andare a piedi. Anche il bike sharing sara` un fallimento se il servizio non si estendera` alle periferie.

  12. massimo-lg

    Tutto il succo dell’articolo sta in un dato:
    4544 corse all’anno = 13 corse al giorno in media.
    Se le auto disponibili sono 40, le 13 corse al giorno significano 13 auto che si muovono al giorno.
    30% di utilizzo al giorno.

    La politica di comprare altri veicoli ecologici, malgrado oggi l’uso di quelli del car sharing si attesta mediamente su 13 al giorno su 40 disponibili, rientra nella cultura degli amministratori locali che pensano che non debbono farsi scappare un finanziamento pubblico disponibile. Giustissimo non farsi scappare un finanziamento pubblico per fornire servizi di mobilità nuovi, ma prima di acquistare altri veicoli con soldi pubblici, sarebbe buona norma “gestionale”, quella di capire, attraverso un monitoraggio capillare, se è giusto ora il momento di comprare o se, considerato l’uso parziale delle auto del car sharing oggi, 13 su 40, sarebbe il caso di acquistarle quando gli utenti del servizio fanno lievitare la richiesta, e nel frattempo invece concentrarsi a lavorare sulla elasticità e modularità del servizio per renderlo più appetibile ad un vasto pubblico (uso dell’auto in sola andata, dimensionare abbonamenti su misura dei diversi tipi di utenza, punti premio per chi utilizza giornalmente il servizio da scontare sul prezzo dell’abbonamento, eccetera) e lavorare sulla penetrazione della comunicazione del servizio in tutti i target sociali dai 18 ai 70 anni attraverso mirate campagne di marketing anche a basso costo con le risorse professionali interne all’Azienda, senza esternare costi. A costo zero potrebbero viaggiare diversi messaggi pubblicitari sulla personalizzazione del servizio di car sharing proprio sulle fiancate di centinaia di mezzi pubblici AMAT ogni giorno, come messaggi pubblicitari audio all’interno dei bus in corsa!
    Un acquisto di ulteriori autovetture, anche se ecologiche, con l’attuale andamento della richiesta degli utenti potrebbe portare ad un non utilizzo costante, e per le auto elettriche significa inevitabilmente morte delle batterie in brevissimo tempo, il che si traduce in costi di ripristino considerevoli, a danno degli utili aziendali. Considerazioni che debbono essere fatte per evitare rischi economici nella gestione di queste nuove auto, senza tralasciare i dettagli e i requisiti tecnologici delle vetture elettriche. Oggi è vero che la tecnologia delle batterie e della gestione dell’energia erogata è cambiata rispetto a 10 anni fa, ma anche oggi se tieni ferma un auto elettrica 5 giorni su 7, dopo alcuni mesi devi cambiare le batterie che immagino non costeranno 50 euro come quelle di una qualunque utilitaria a benzina.
    Una domanda mi viene spontanea: con l’attuale uso delle auto del servizio, cioè 13 su 40 disponibili, se il management del car sharing dovesse acquistare le auto elettriche come investimento proprio dell’Azienda senza finanziamenti pubblici disponibili, sarebbe disposto a farlo comunque questo investimento, oppure perchè si tratta di fondi pubblici, allora si fa la richiesta tanto non ci rimette soldi di tasca propria nessuno nel caso dovesse non dovesse aumentare la percentuale di utilizzo giornaliera delle auto ????

    Pregevole l’idea dell’AMAT di avviare un servizio di bike sharing. Complimenti.
    Sarebbe meraviglioso se l’AMAT dotasse ogni parcheggio di car sharing anche di biciclette da potere prendere in punto e lasciare in un altro punto della città per 18 ore su 24 a tariffe paragonabili alla corsa nel bus pubblico. Oggi gli utenti della bici sono tanti se confrontati a 10 anni fa a Palermo, e quindi integrare i due servizi negli stessi parcheggi potrebbe rappresentare un vantaggio per ambedue i mezzi di spostamento.
    La partita della mobilità si gioca sull’intermodalità e integrazione dei vari servizi di spostamento legata alla giusta comunicazione. Bisogna saper offrire questa intermodalità e integrazione, comunicandolo adeguatamente, e i cittadini potranno cambiare antiche abitudini con più facilità. Lavorare con la giusta comunicazione dei servizi che vanno nascendo. Realizzare un parcheggio e non integrarlo nel sistema del trasporto pubblico e non pubblicizzarlo adeguatamente (come è avvenuto a Palermo negli ultimi anni) equivale a non averlo affatto quel parcheggio in città. La comunicazione è indispensabile per il successo di un servizio e sembra che questa amministrazione cittadina non lo abbia ancora compreso.

  13. @massimo-lg

    ti quoto in tutto. Il car sharing è un servizio senz’altro lodevole, il punto è capire se Palermo sia pronta a questo servizio. Il fatto che AMAT finora non abbia investito in pubblicità è sicuramente una pecca. Di certo non penso saranno le ulteriori auto acquistate a far andare a pieno regime questo servizio: se già non riesci a fare circolare tutte le auto che hai per ora a disposizione, come speri che acquistandone di più il servizio possa andare meglio? I fondi pubblici devono essere spesi secondo me razionalmente, e a seguito di studi approfonditi sulle reali esigenze. Al momento sicuramente la mancanza di comunicazione ha fatto sì che il car sharing sia quasi del tutto sconosciuto in città. Bisogna puntare sulla comunicazione e soprattutto sulle tariffe, invogliando i clienti a utilizzare le auto acquistate palesandone i netti vantaggi rispetto ai veicoli privati. C’è anche da dire che AMAT, durante la conferenza, ha ammesso che dopo le ore 18:00 c’è uno scarsissimo utilizzo delle auto, quindi per questo nuovo anno cercheranno di puntare sulle fasce giovani, incentivando il car sharing all’utilizzo serale

  14. Giusy

    blackmorpheus riportando dati Amat “Dopo le ore 18 c’è uno scarsissimo utilizzo delle auto…si vuole puntare sulle fasce giovani”.
    Bisogna capire perchè dopo le 18.00 non si utilizza più il servizio.
    Chi abita in periferia (parlo della zona a monte della Circonvallazione) deve recarsi al parcheggio più vicino con i bus (se si reca con mezzi propri non ha alcun senso il car sharing). Non può nemmeno farlo in bici perchè le strade non lo consentono! Con i bus arrivo al parcheggio, prendo l’auto, sbrigo le faccende, riporto l’auto al parcheggio e devo tornare a casa col bus!!
    Ora arrivo al problema della fascia oraria. Se ritiro l’auto dopo le 18.00, la utilizzo per 2 ore (sono le 20:00) e devo rientrare a casa in bus, la cosa diventa problematica! Molti bus rientrano in rimessa proprio in quella fascia oraria e restano solo quelli della fascia notturna! Posso aspettare anche più di 30 min il mio bus… A quel punto si preferisce usare il mezzo proprio.
    Pensate se il servizio dovesse essere usato il sabato sera da un ragazzo che abita in periferia! Come torna a casa dopo la mezzanotte? Le ultime corse in partenza verso le periferie sono alle 23.30. Potete consultare gli orari sul sito amat. E non dite di usare il notturno! La N1 e la N2 sono uno spreco totale!
    Occorre che tutti i servizi Amat cooperino con sinergia tra di loro! O si cambiano gli orari di rientro delle vetture, oppure, più semplicemente, si creano parcheggi in periferia!

  15. Comunque, un grosso limite attuale è quello di non poter lasciare l’auto in uno stallo diverso da quello in cui si è prelevata.

  16. The.Byfolk

    Scusate la mia pigrizia ma non credo di sbagliare se penso che NESSUNO userebbe il servizio in combinaaione col bus. IO NON LO FAREI!

    Se scelgo il car sharing è perchè:
    a)non voglio usare il BUS
    b)posso accettare di fare 1 km a piedi

    Mi abbonerei volentieri se avessi l’auto a 1 km ed eviterei l’acquisto di una seconda autovettura.

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