Ci sono immagini che rimarranno per sempre nella tua mente.
A distanza di 8 anni ripercorriamo le tappe da quella notte che per alcuni abitati di Vicolo Bernava e Via Serpotta segnò l’abbandono definitivo delle loro case.
Era una notte di Giugno, a turbare la quiete quella sera fu qualcosa che in pochi si sarebbero aspettati.
Il terreno in Vicolo Bernava senza alcun preavviso era sprofondato di 17mm. Tanto é bastato per compromettere definitivamente la stabilità degli edifici sovrastanti la galleria in costruzione.
Una galleria che la SiS stava realizzando senza grossi intoppi e che avrebbe collegato le due fermate di Lolli e Giustizia/Imera.
Immediatamente la SiS sospese lo scavo e nei giorni a seguire mise in sicurezza gli edifici in superficie. Poche settimane dopo iniziarono dei lavori di consolidamento del terreno tramite jet-grouting, una tecnica che consiste nell’iniettare del calcestruzzo ad alta pressione nel sottosuolo.
Sembrava che la tecnica fosse risolutiva, ma l’8 Giugno 2014 non appena gli scavi vennero ripresi ci fu un nuovo cedimento.
Voci dal cantiere raccontarono di un fiume d’acqua e fango che allagò velocemente l’intera galleria con operai costretti a fuggire di corsa verso il cantiere Lolli. L’immagina lascia poco spazio all’immaginazione
Quella sera chi abita in zona la ricorda bene, per cercare di tamponare il problema per l’intera notte ci fu un via-vai di betoniere dal vicino cantiere Lolli. Tramite dei pozzi appositamente realizzati venne versata nel terreno una quantità di calcestruzzo indefinita.
La tempestività della SiS permise di non compromettere ulteriormente l’instabilità della zona e grazie a quello sforzo venne ristabilito l’equilibrio (precario) del terreno circostante vicolo Bernava.
Venne definitivamente interrotto lo scavo della galleria, ma i cedimenti superficiali non si arrestarono mai più, riuscirono solo a ridurli al minimo.
Infatti dopo lo studio del Prof Barla, durante l’esposizione presso un convegno organizzato dal CIFI emerse che la stabilità degli edifici soprastanti Vicolo Bernava era definitivamente compromessa e cinque palazzine andavano abbattute.
Non è stato mai chiarito perché 48 metri hanno causato così tanti danni.
Tre le ipotesi che negli anni sono state avanzate:
1) errore di lettura dei sondaggi
2) numero non sufficiente di sondaggi
3) errore progettuale
Qualcuno ha sbagliato, ma a farne le spese saranno solo i residenti di Vicolo Bernava.
Ma torniamo ai giorni nostri. Redatto il progetto definitivo, ottenute tutte le autorizzazioni, espropriate le palazzine a Febbraio 2020 viene aggiudicato il bando di gara per la demolizione delle 5 palazzine.
Sembrava tutto pronto, ma é sopraggiunto un nuovo imprevisto, il Covid19.
Mesi di attesa, ma finalmente ci siamo. I lavori sono ufficialmente iniziati.
Il cantiere in corso prevederà SOLO l’abbattimento delle palazzine. Nei prossimi mesi RFI pubblicherà un secondo bando di gara per il completamento della galleria. Probabilmente l’area verde prevista da progetto sarà realizzata, ma solo dopo la fine di tutti i lavori, considerato che le aree vuote lasciate delle palazzine abbattute saranno utilizzate come aree di cantiere.
Ma cosa procederanno i lavori?
Le operazioni di demolizione saranno portate avanti con molta cautela.
Si procederà con un processo inverso a quello della costruzione, garantendo così che ad ogni sottrazione l’organismo residuo sia stabile.
Gli interventi pregressi di messa in sicurezza garantiscono questa condizione, gli edifici contigui a quelli da demolire saranno integrati con specifici interventi, anche mirati alla gestione della loro sicurezza nelle fasi transitorie.
In particolare, durante il montaggio del ponteggio si demoliranno manualmente tutte le strutture (balconi, ecc.) aggettanti rispetto al filo delle pareti perimetrali.
Si procederà poi alla progressiva demolizione dall’alto verso il basso degli elementi strutturali, inducendo quindi uno scarico tensionale sulla struttura e quindi incrementando le sue riserve di resistenza.
E’ prevista una demolizione selettiva e distruttiva, con interventi preliminari di tipo manuale per quel che riguarda la rimozione di elementi non strutturali di copertura, procedendo con:
- eliminazione di tutti i carichi permanenti rimovibili;
- frazionamento degli elementi strutturali;
- pilotaggio e orientamento della caduta degli elementi strutturali.
L’intervento prevede le seguenti fasi lavorative:
- Approntamento area cantiere
- Realizzazione ponteggio
- Interventi di messa in sicurezza
- Demolizioni balconi
- Puntellatura dei solai
- Rimozione della struttura in ferro del vano ascensore e demolizione del vano scala
- Rimozione delle tegole e delle capriate
- Demolizione solaio e muratura dall’alto verso il basso
- Carico del demolito e conferimento in discarica
- Smontaggio del ponteggio
Nel frattempo la campagna di sondaggi geomorfologici sta andando avanti e servirà per la fase di realizzazione della galleria.
Lo si può notare dalle presenza in cantiere dei due macchinari per i sondaggi
Vogliamo ricordare che attraverso il completamento di questa galleria l’intera tratta A del passante ferroviario di Palermo risulterà a doppio binario e si dovrà aspetterare la fine di questi lavori per mettere in esercizio la fermata Giustizia/Imera strutturalmente pronta da anni e il secondo binario della stazione Lolli, anch’esso pronto da anni.
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finalmente un po’ di luce in fondo al tunnel; comunque c’è dire che problemi alle fondamenta dei palazzi della zona, c’erano già tra fine anni 80 e i primi anni 90, e ancora non si parlava di passante ferroviario; ricordo che tramite un’agenzia immobiliare, visionai un appartamento di Via Ten. Ingrao, all’angolo con via Cutelli, e la prima cosa che notai, furono dei vetrini posizionati su alcune fratture sui muri portanti del palazzo, la signora che vi abitava mi disse che erano li da alcuni mesi e qualcuno nel frattempo si era rotto e sostituito
Quella di vicolo Bernava potrebbe diventare una opportunità se si investisse in una fermata che sarebbe davvero vicina al Tribunale e a c.so Finocchiaro Aprile.
Tante famiglie hanno vissuto la tragedia di perdere la loro casa…..e ancora oggi non so se sono state almeno adeguatamente risarcite ( credo di no….)….
Il beneficio del passante (che in teoria doveva essere tutto a doppio binario da dicembre 2012 )….al momento non esiste…….rare corse ,comuni limitrofi mal collegati (una corsa ogni ora)…stazioni vere cattedrali nel deserto……….collegamenti autobus dalle varie stazioni al centro della fermata corrispondente (Sferracavallo, Cardillo, Mondello) NON SI VOGLIONO ATTUARE….
Valeva la pena che accadesse questa tragedia per eventuali benefici del passante che FORSE si avranno fra decenni ?…………………
Ecco, credi di no. In tutto questo tempo ogni tanto nei giornali se n’è parlato. Io sapevo che tutti i risarcimenti sono stati erogati e buona parte dei ritardi sono stati dovuti ai contenziosi che si sono trascinati fino all’accordo tra le parti e le cause in tribunale.
Penso che quelle famiglie che ormai avranno già da diversi anni una nuova casa, si sentiranno come Weezie, la moglie di George Jefferson, se leggono questo articolo. I “Jefferson’s” è una sitcom 70/80 che fanno sul canale Spike 49 del digitale terrestre a mezzogiorno e quando ero ragazzino la vedevo con i miei genitori come prima visione ai tempi in cui c’erano ancora televisori in b/n e l’analogico; in un episodio Louise va a visitare la sua vecchia casa dove abitava con sua madre al Queens che sta per essere abbattuta e di cui lei ha avuto notizie dell’abbattimento solo ventiquattro ore prima.
Nel mondo reale tuttavia queste persone che vivevano in quegli edifici in fase di abbattimento non hanno il permesso di entrarci per darne loro l’estremo saluto.
L’abbattimento è giustificato per ovvie ragioni anche se secondo me si potevano evitare quei danni che ne hanno causato i cedimenti di 17mm; la fase due prevede appunto gli scavi di quei 58 metri di galleria con un nuovo appalto perché solo gli ingegneri ed operai esperti possono fare opere simili.
Per via della mia non trascurabile ignoranza in merito alle questioni di edilizia civile, sono molto perplesso su quel che verrà. La demolizione è chiara e semplice, ma il fatto che non ci siano più i palazzi sopra non significa che la situazione nel sottosuolo sia cambiata. Realizzare una galleria laddove c’è una falda comporta una sua deviazione. Questa cosa può causare problemi agli edifici circostanti no ? Potrebbe causare anche problemi di infiltrazioni future nella galleria ? Non sarebbe più prudente procedere non il metodo cut&cover in modo da creare prima un bypass per l’acqua e poi la galleria sopra ?
Che qualcuno abbia sbagliato potrebbe non essere vero in senso assoluto. Non è né il primo, né sarà l’ultimo cantiere in cui si verifica un imprevisto geologico. La cosa che comunque mi lascia più sorpreso è che esattamente in quel punto si sapeva da sempre ci sarebbero stati problemi. Mi riferisco alle catacombe di Porta d’Ossuna, a suo tempo compromesse per lo scavo della galleria esistente, perché non si conosceva la loro esistenza ed estensione. Durante i lavori per riportarle alla luce ci si dovette fermare per le infiltrazioni.
In virtù di questo fatto non sarebbe stato molto più prudente a priori rivedere completamente l metodologia di scavo ?
di solito, quando si fanno lavori del genere, si fanno saggi chiedono pareri a geologi esperti, l’hanno fatto??? non l’hanno fatto???e se i geologi avessero dato parere negativo e loro se ne sono fregati lo stesso ed hanno continuato lo stesso con gli scavi?? la risposta è solo una: LA VERITA’ NON LA SAPREMO MAI!!!! e loro continuano a fare quello che vogliono….
A volte si cerca il complotto anche dove non c’è.
I carotaggi sono stati eseguiti eccome, l’hanno detto, ci sono i progetti e sono stati visti, solo che non si fanno ogni metro. Ed infatti il problema è molto localizzato, non si estende in lunghezza, è un’eccezione. La vicenda vicolo Bernava ha appassionato gli ingegneri civili di tutta Italia, per anni.
A volte è solo sfortuna.
Ci siamo. La situazione si sta sbloccando. Era cio che volevamo sapere.
E si…..chi sa quanti anni devono passare ancora…….e chi sa quanti altri problemi verranno fuori…..
Per ora non pensiamoci; dopo questi lavori si potrà continuare a scavare il tunnel di quel pochissimo che è rimasto.
RFI di certo non abbandonerà il completamento dell’opera.
Certo. Non pensiamoci! E soprattutto continuiamo a non imparare mai dagli errori precedenti fatti per risparmiare e per fare sempre le cose alla cazzo di cane alla palemmitana.
Se poi dovranno procedere i lavori con qualche variazione tanto a pagarne le cosenguenze saranno gli abitanti dei palazzi circostanti. Vicolo Bernava e strade circostanti punto e a capo.
I palermitani non hanno niente da imparare, nel senso che sono boriosi e sedicenti della loro “cultura” (qualunque essa sia) a scapito del loro senso civico e del loro ragionamento; vedi per esempio quei cretini noti che abbassano i pollici senza motivo o solo per odio sociale, poveretti. O vedi il caso delle istituzioni che danno troppa retta a quei cretini a cui non va bene niente di ciò che si fa e di cui si parla e fanno capricci per far cambiare i piani per mandare avanti un progetto. Cosa mi dici a me ? Dai.
Danni e conseguenze di valutazioni troppo superficiali. Speriamo possa risolversi questo nodo spinoso.
In quella zona l’acqua è padrona del sottosuolo.