Lettera aperta ai palermitani

Spread the love

Riportiamo la lettera di un nostro concittadino, emigrato a Londra, contenente alcune riflessioni sugli stili di vita e l’inciviltà a Palermo. Voi che ne pensate?

Cari concittadini,

Seguo con entusiamo e intensa curiosità mista a speranza questo sito. Sono nato e cresciuto a Palermo, ma da 26 anni faccio solo delle sporadiche apparizioni. Adesso vivo a Londra da 13 anni.
Lasciamo stare la mia storia. Vorrei esprimere qui alcune impressioni su questo sito e sui vizi e le virtù di Palermo e dei palermitani.
Innanzitutto premetto che sono un maniaco di trasporti e, nel mezzo degli anni 80, quando vivevo in via Ernesto Basile e andavo a scuola al Linguistico in via Malaspina, prendevo spesso il treno dalla stazione centrale fingendo che fosse una metro per la stazione notarbartolo. Ho sognato un sistema efficiente e moderno di trasporti da quando sono nato. E ho sognato una metro per Palermo.

palermo

Detto ciò, vorrei descrivere alcune impressioni che da lontano mi colpiscono.
Ho letto diversi articoli sul sito che riguardano l’abusivismo diffuso in ogni sua forma nella nostra incantavole città. Non avete idea di quanto mi diano fastidio i parcheggiatori abusivi e il pizzo che bisogna pagare per non subire un attacco a beni e persone in pieno stile mafioso. Uno schifo. Allo stesso tempo mi domando che altre possibilità lavorative abbiano queste persone. Non solo lavorative ma anche cognitive. Stiamo parlando di un substrato culturale che ha una parte predominante e radicata nella nostra città. Una classe ignorante e lontana dai club di Mondello e della borghesia palermitana. Una classe che parla a stento l’italiano, vissuta in un ghetto fatto di canzoni napoletane e scippi, madri spesso giovani e padri nelle patrie galere.
Il panormosauro di cui si parla spesso, lo vedo ogni volta che vado a Palermo, ma non riesco ad identificarlo con la classe dei subalterni. In questi, vedo una cultura lontana anni luce dalla mia, una vita di stenti, sofferenze e una carenza totale di cultura di base, oltre che di un’adeguata educazione familiare. Il panormosauro l’ho visto in pelliccia, con la Audi, professionista, altolocato, differenziato da questa massa impotente e ignorante, ma allo stesso modo, fiero del suo parcheggio in tripla fila, della sua munnizza indifferenziata e arbitrariamente abbandonata, fiero delle cacche del barboncino o dell’alano per il godimento del malcapitato pedone. Alla fine, questa lotta che si traveste di lotta di classe, ovvero la borghesia di via Libertà e viale Strasburgo contro la Guadagna e lo ZEN, è puramente una lotta intestina.

Lo stesso germe che affigge il panormosauro di bassa levatura colpisce il professionista col superattico e villino a Mondello, il panellaro di Ballarò e il dentista che passa i fine settimana a Parigi o Londra.
A questo punto mi dico: di chi è Palermo? Personalmente, trovo l’abusivo col capannone dei panettoni o della frutta, molto piu’ onesto e verace del Borghese figlio di papa di turno che disprezza le classi meno abbienti e parcheggia in tripla fila, pur avendo visto Stoccolma e Basilea, pur avendo amicizie con gente civile e, scusate il razzismo, “continentale”. Sinceramente il sogno di avere un IKEA a Palermo dovrebbe essere l’ultimo della lista. Questa continua ossessione di noi palermitani di somigliare al resto del mondo non è nella nostra cultura. E io ne sono orgoglioso, in qualche modo. Il rifiuto della colonizzazione capitalistica tout court è il nostro pregio migliore. Qui a Londra le strade sono tutte uguali, e lo stesso nel resto del Regno Unito. Le stesse catene di negozi, le stesse face (di culo), gli stessi atteggiamenti. Palermo almeno offre questa estrema dicotomia fra aspiranti occidentali e popolino arabeggiante. Odio il vandalismo, l’abusivismo e la mafia ma non possiamo da un giorno all’altro escludere la vera natura di Palermo, che risiede molto di piu’ nel cuore di un popolano con catenazza d’oro, lapa e Nino D’Angelo a palla, che nella testa putrefatta della borghesia elitaria (che parcheggia in terza fila e si assicura che i figli vadano al Gonzaga, nella sezione A con tanto di soggiorno all’estero per civilizzarsi…e continuare a parcheggiare in terza fila e disseminare cacche di cane).

A questo punto, mi riferisco ai lettori borghesi e istruiti come me. Si, perché alla fine sappiamo che da questo sito è esclusa la melma del Panormosauro. Tutti vogliamo una Palermo migliore, piu’ simile a Colonia che a Casablanca, ma, sinceramente, cari amici con lauree e diplomi e itinerari di viaggio oltralpe e oltreoceano, siete pronto ad essere i primi ad imbarcarvi in questa avventura senza cacche di cane e parcheggi in doppia fila? Siete disposti a lasciare la vostra auto o motorino e utilizzare ESCLUSIVAMENTE i mezzi pubblici? Siete disposti a rinunciare ai vostri privilegi da borghesi tipo “conosco il primario” per un’operazione, o “lavoro alla Regione” tramite zio o cugino? Bene, quando sarete pronti, sarà il momento di capire la nostra complicate città, amalgamarci col popolino, educarlo alla civiltà ma soprattutto capirlo negli aberranti abusivismi di cui, in molti casi, noi siamo i veri creatori. Lasciate entrare lo zio Tano nella civiltà e vedrete che avrà qualcosa da insegnarci. E basta sognare l’IKEA o il supermercatofighissimo. Guardiamo la vera civiltà. Nei paesi civili, il centro commerciale è indice di provincialità. Godiamoci i nostril mercati storici, facciamo la spesa a Ballarò che sta morendo, e abbracciamo uno sviluppo nostro, della nostra cultura verso il future, non una banale imitazione di quello che si fa altrove. Abbiamo tutti gli strumenti per essere migliori, che aspettiamo?
Fra’

Post correlati

13 Thoughts to “Lettera aperta ai palermitani”

  1. Pietro Bolenares

    Magari occorrerebbe capire come si sia formata, per poi progressivamente “imporsi” quella sottocultura di massa che mette in relazione i “mondi” apparentemente separati della “plebe selvatica” e della “borghesia istruita” (colta è altra cosa); magari scopriremmo che è proprio la loro “contaminazione” che ha determinato quel trasversale, informe e ben poco dignitoso (in massima parte) “humus sociale” che ha reso Palermo quella che è: lercia, maleducata, violenta (e, sostanzialmente, senza speranza e irredimibile).

    Quanto poi ai “migliori” che scrivono (scriviamo!) su queste pagine – mi sia consentita la “ragionata provocazione” – siamo proprio certi che anche fra essi non ci possa essere qualcuno che, seppure in misura minore, sia “contaminato” dal “virus” della “panormosauritudine”? E cioè che di tanto in tanto (e magari dicendo a sé stesso: “giuste le regole, ma … senza esagerare!”): lascia la macchina in doppia fila con le luci di emergenza attivate, butta la spazzatura fuori dagli orari consentiti, si fa “riservare” il posto auto dal posteggiatore “amico”… Gesti, a mio avviso, che anche quando sporadici fanno la differenza fra chi ha senso civico e chi no e che marcano la differenza fra le città incivili e quelle civili?

  2. lorenzo80

    Sono d’accordo con Pietro Bolenares, ad esclusione di alcune zone altamente circoscritte, a Palermo non si possono fare delle distinzioni nette tra la “plebe” e i “borghesi”, ci sono tantissime vie di mezzo, che sono quelle più numerose e su cui in effetti bisognerebbe lavorare di più. Parlo di quelli che si lamentano tanto, però non fanno nulla per migliorare la situazione perché tanto “non c’è niente da fare”, quelli che magari non camminano col SUV, però una macchina ce l’hanno e continuano a lasciarla sempre in doppia fila per “un minuto”, a prenderla anche per fare 1000 metri, di quelli che un minimo di educazione l’hanno ricevuta, al punto da capire che certe cose non si devono fare ma le fanno perché “lo fanno tutti”. Su questi bisogna puntare, perché sono comunque più recettivi, non sono allo stato animale come altri che non avrebbero nemmeno i mezzi mentali per capire e, soprattutto, sono tanti. Educando questi, a quel punto, anche i più elementari barbari, ignoranti e buzzurri palermitani forse, almeno d’istinto, comincerebbero ad adattarsi perché subirebbero una sorta di “esclusione sociale” che ancestralmente funziona anche sugli animali stessi. Perché i suddetti barbari qualunque imposizione di regola civile la vedono come un sopruso e, in fondo, forse in modo meno colpevole per via dell’assoluta e totale assenza di educazione, cultura civile, ma anche contatti umani con persone più evolute, dato che spesso questa gente vive rintanata nel loro ghetto. Lo avete mai visto uno dello zen fare amicizia con il ragazzotto della “palermo civile”? Ovviamente no, peccato perché avrebbe molto da imparare…

  3. guarino1

    La sintesi del pensiero dell’autore è chiara: il “popolino” palermitano è ignorante e ha una mentalità retrograda, ma quasi quasi sono giustificati nel loro essere panormosauri proprio perché “massa impotente e ignorante”, mentre i figli dei quartieri Strasburgo e Libertà, sono loro i veri panormosauri, ma dai toni dell’articolo non si direbbe che il problema risieda nel loro “possedere una pelliccia, con la Audi, professionista, altolocato, figli al Gonzaga, con attico e villino a Mondello”, quasi come fosse colpa loro godere di tali fortune. Stiamo ancora parlando di borghesia e proletariato???
    Io non credo che i “borghesi” (rido) non abbiano colpe, ma trovo assurdo che una “borghesiola” (rido ancora) come quella palermitana possa riuscire a sobbarcarsi il compito di “civilizzare il popolino”.

    Il problema di Palermo è, in effetti, la mentalità palermitana, per quanto sfaccettata, quartiere per quartiere, che è per molti versi sbagliata: ma dire che “l’abusivo col capannone dei panettoni o della frutta” sia “molto più onesto e verace del Borghese figlio di papa di turno che parcheggia in doppia fila”, questa è una bestemmia! non si può giudicare onesto (o più onesto) qualcosa che è a prescindere illegale, qualsiasi cosa essa sia!

    Discorso a parte per il delirio maniacale per l’odio verso i mezzi privati e i vari IKEA: se le istituzioni non garantiscono una valida alternativa al mezzo privato, come possono i cittadini martirizzarsi ogni giorno per il “bene civico” vedendo che tutta la buona volontà è vana? se le istituzioni permettono di aprire un centro commerciale quando la realtà economico-urbanistica della città ne potrebbe soffrire, o non preserva i mercati storici a vantaggio dei grandi supermercati, che colpa possono avere i cittadini?
    E in ogni caso: “Nei paesi civili, il centro commerciale è indice di provincialità”… ma che cosa si sta dicendo???
    “Abbiamo tutti gli strumenti per essere migliori, che aspettiamo?” prima di diventare la migliore, Palermo deve diventare una città normale! Un po’ di senso della realtà…

    Qui non c’è un articolo costruttivo, questo articolo è intriso di pregiudizio nei confronti di tutte le categorie sociali della Nostra città, eccetto quella di provenienza dell’autore (il quale, tra l’altro, non vive neanche più a Palermo: facile parlare dal tube!).

  4. A mio parere il discorso e’ molto complesso.
    Premetto che anche io sono emigrato, anche io torno sporadicamente in citta’, anche io ho segnalato in questo blog delle scenette poco edificanti di persone, cosiddette perbene, che lasciavano il sacchetto della spazzatura sul marciapiede. Accaduto in Via Emilia, vicino a dove abitavo.

    Dunque, il palermitano e’ sostanzialmente educato e rispettoso delle regole, anzi, direi che e’ il migliore a rispettarle. Quando si trova all’estero, e non e’ un luogo comune, si comporta in modo impeccabile e addirittura diviene talvolta un modello da imitare.
    Siamo sicuri quindi che non sia il contesto a creare certe creature, ossia il panormosauro?
    E siamo sicuri che non sia un contesto sudicio, sporco, PRIVO DI CONTROLLO, DOVE TUTTI FANNO TUTTO QUELLO CHE VOGLIONO, dove a cominciare dalla classe dirigente esiste un bell’atteggiamento mafioso e prevaricatore, a creare il cosiddetto panormosauro?
    Parlando per esempi, trovandomi a milano, mentre ero in fila un Milanese dop mi ha scavalcato. Ho chiesto, io palermitano, davanti a tutti se questo suo comportamento dovesse ritenersi civile ed educato. Silenzio. Tuttavia era chiaro che il contesto di confusione generava una situazione tale in cui solo se ti fai le tue regole riesci a pagare.
    Ricordo cio’ che mi ha raccontato Andrea, blackmorpheus, la storia di un vigile, di un cantiere e del caos, in mezzo al quale e’ facile non rispettare le regole.

    Pensate ad una stanza, illuminata e silenziosa, oltre che ordinata, con tanta gente attorno a voi. E poi pensate di urlare parolacce li’ dentro: vi sentono tutti, vi vedono tutti.
    Pensate allo stesso contesto, ma cambiate ordine con disordine, silenzio con baccano e ripetete le stesse parolacce. Chi vi avra’ sentito?
    Nessuno.

    Il punto e’ questo signori. C’e’ a chi conviene tenere tutto cosi’. C’e’ chi non vuole pulizia e ordine. Perche’ se no chi sporca sarebbe visto, perche’ se no il criminale si vedrebbe subito.
    E non per banalizzare, ma il discorso ricade sempre sul politico, sulla feccia che ci ritroviamo, su un ex presidente della regione che aveva una casa abusiva (perche’ lui si ed io no???).

  5. Calò

    Io non ho capito sinceramente il senso dell’articolo, a parte che i centri commerciali fanno schifo. Qual’è il punto del discorso?

  6. pikacciu

    Anche io non ho capito il senso di questa lettera. Ci sono scritte cose corrette come quelle che dipingono gli ignoranti cafoni ed i borghesi cafoni ma non capisco questa accusa nei confronti dei centri commerciali e di IKEA preso a simbolo di una conolizzazione capitalistica che l’autore della missiva non condivide. Ma la sua idea è solo sua. Io pur avendo studiato getto la carta nel cassonetto dei rifiuti o in assenza la metto in tasca e spero che in giro la gente impari a fare lo stesso, forse mai ma perché devo privarmi di acquistare a prezzi più convenienti in un centro commerciale o poter scegliere di acquistare la frutta a ballarò anche se mi viene davvero fuori mano. Concordo con chi diceva che i mezzi pubblici per poterli utilizzare devono prima essere efficienti; e mi chiedo se sia il caso di costruire un tram quando la città sprofonda nella sua stessa immondizia…forse concentrare l’attenzione su autobus tele controllati e sempre puliti, o su imprese che trasformino l’immondizia in materiale riciclabile sia una scelta più saggia, ma i panorami sauri sono quei vecchi che governano questa città e che più di fottersi lo stipendio per adesso non fanno. Viva Palermo e viva Santa Rosalia…un sindaco quando non lo sa fare dovrebbe dimettersi e lasciare spazio ai giovani “capaci”. Per il resto quella lettera è piena di sconforto; l’autore sembra voler dire che non c’è alcuna speranza e siamo destinati a lasciare che le cose rimangano così per sempre…io spero che le cose lentamente migliorino invece ma ognuno deve fare la sua parte. Magari fra 3 o 4 generazioni Palermo sarà una città migliore perché ci saranno palermitani migliori, certo concordo con l’autore che per adesso siamo messi davvero male in fatto di educazione e cultura…ad maiora!

  7. lumilit

    Vedo che si parla sempre dei “politici” responsabili di ogni male; ma questi “politici” vengono da Marte oppure vengono eletti da noi?

  8. guarino1

    @lumilit: cosa vuol dire? Se la “qualità” media di coloro che si candida è bassa cosa c’entra il cittadino?

  9. Calò

    E invece lumilit ha perfettamente ragione. La classe dirigente di un paese non scende da Marte. La classe politica è composta da persone che fanno parte della nostra società.

  10. fraco

    Cari tutti,

    grazie per aver letto la mia lettera e accetto con ammirazione molte delle critiche che avete espresso. Sinceramente non so a chi rispondere prima e non voglio annoiarvi. Ok, lo ammetto, è ovvio che la mia posizione politica rispetto all’invasione di McDonald e IKEA è di parte. Mea culpa. Ma credetemi, la posizione e il sentimento del palermitano isolato dal resto del “mondo civile” la conosco benissimo. Probabilmente a 17 anni, quando ancora vivevo a Palermo sognavo un McDonald o un Virgin Megastore o quantaltro ci avvicinasse alla “normalità” europea. Adesso, a causa della distanza, e me ne scuso, penso che sarebbe meglio favorire l’economia e la cultura locali, piuttosto che farsi abbracciare da questa appartenenza consumistica che ci fa sognare di essere europei. Siamo sinceri, ma quanti mobilifici ci sono a Palermo? Piu’ che in qualsiasi altra città io abbia vissuto (7 in 5 nazioni). E si, la mia casa a Londra è tutta IKEA dato che è la soluzione piu’ economica e l’unica che mi posso permettere. Ma Mc Donald? Palermo è la quinta città del mondo, come sapete, per la qualità del cibo da strada. Non aggiungo altro.

    Rispetto alla “lotta di classe”,credetemi, non pago il pizzo per i parcheggi e non mi piacciono le imposizioni mafiose di ogni tipo. Ma secondo me, bisogna guardare molto piu’ in alto per vedere soprusi e abusi mafiosi di un livello ben piu’ elevato (stipendi regionali, mafioserie negli ospedali, politici, corruzioni di tutti i tipi e livelli), e non credo che il “popolano” influenzi l’atteggiamento del potente. Credo piuttosto che sia il contrario. Sinceramente, e scusatemi per la pesantezza di quello che sto per scrivere, un po’ me ne frego dello Zio Tano che ruba la luce ai lampioni per vendere angurie e panettoni e camparci 5 figli. Tralaltro via Ernesto Basile dove ho vissuto per 9 anni, nel suo orrore, non credo possa essere deturpata da una decorazione natalizia, e, da quei marciapiedi non ci passa proprio nessuno. Il che non vuol dire che sarebbe tanto bello se Zio Tano facesse il tutto legalmente, con autorizzazioni, tasse, limiti di invasione dello spazio. Ma sinceramente, soffro di piu’ nel vedere grandi progetti accantonati (metro, lentezza del passante e dell’anello) e ritardati per furti di alto livello e ritardi burocratici. Ogni volta che torno, non capisco come il traffico caotico in strade prive di segnaletica orizzontale (mai visto altrove in Europa), le doppie file, i parcheggi a lisca di pterodattilo ovvero un quadro di Picasso, non siano giornalmente perseguiti dalle autorità ma ampiamente tollerati. Ritardi di autobus immotivati e non riportati alle autorità che dovrebbero sanzionare pesantemente i respondabili di un trasporto publico su cui non si puo’ contare. Credo che in questa rubrica, tutti condividiamo l’idea di una Palermo civile e pulita, funzionale. Ma ho la sensazione che lo stigghiolaro abusivo non sia il problema e anzi, rende la nostra città diversa, mista, africana se volete, ma negli aspetti piu’ belli. Il nostro patrimonio culturale, i mercati, il dialetto, la storia, ci mostrano una direzione verso cui andare, che non esclude ne’ metropolitane ne’ grandi progetti. Chi pensa che Palermo possa diventare Strasburgo, sogna, o forse ha un incubo. La funzionalita’ non si scontra necessariamente con la spontaneita’ di alcuni mercati o con l’arte di arrangiarsi per cui siamo secondi solo ai napoletani. Scusatemi, ma continuo a sognare una citta’ civile, funzionale, pulita, con una metro pazzesca, e, all’uscita un bel panellaro (abusivo o no), non un McDonald. E possibilmente, scritte in Siciliano, ove necessario. Non sono un patriota o un campanilista, ma la morte della lingua siciliana mi deprime e la rinuncia totale alla nostra cultura storica di resistenza all’invasore (arabi per 300 anni, e non siamo diventati musulmani, etc), che ci ha fatto mescolare a mille culture come a Strasburgo se lo sognano, non mi pare una cosa negativa. Volevo solo dire che de””Europa” dovremmo ammirare il buono e prendere quello che ci serve per trasformare Palermo e i Palermitani in un posto civile con gente civile, non un clone di una qualunque citta’ satellite. E credetemi, nessuno in una metropoli con un minimo di dignita’ va al centro commerciale, basta pensare a Parigi, Londra, New York, e persino Roma. Magari ci vanno a Bergamo e a Friburgo, ma certamente non nelle grandi citta’. Se non ci credete, fatevi un bel giro su internet. Un giro lungo, mi raccomando. Un sincero saluto a tutti e grazie per darmi aggiornamenti e notizie sulla mia citta’ dove purtroppo non posso recarmi spesso. E buon natale:)

    Francesco

  11. traveller

    @francesco scusami la curiosità,ma che lavoro fai? Dato che hai cambiato così tante città.

  12. fraco

    @traveller ho studiato a Bologna per 7 anni, ho fatto un anno di Erasmus in Olanda(Utrecht), poi mi sono spostato a Roma per scrivere la tesi (biblioteche etc) per 3 anni, da li sono andato a Stoccarda a lavorare nel Import-Export (Tedesco/Francese/Inglese/Italiano). Da Stoccarda mi sono trasferito per un anno a Boston, USA per insegnare italiano. Da Boston sono venuto a Londra, dove ho insegnato italiano per 7 anni e da 5 lavoro in amministrazione all’universita’.

  13. Michele79

    lo ammetto anche io di tanto in tanto ho attacchi da sindrome da panormosauro specialmente quando sono obbligato a prendere l’auto, parcheggi pittoreschi e doppia fila per toccata e fuga sono i miei peccati principali, palermo è lo specchio della politica e dell’italia in genere voglio citare claudio bisio in Benvenuto presidente…
    “si deve dimmettere piu nessuno …..
    O forse tu, tu che punti il dito e dici “i politici sono ladri!”.
    E poi magari evadi le tasse, parcheggi in doppia fila, paghi in nero convinto di risparmiare un po’.
    Tu che non fai il politico ma ti piacerebbe farlo, per poter aiutare i parenti, arraffare qualche cosa anche tu.
    Tu che riesci a fare la tac perchè conosci il primario.
    Tu che timbri il cartellino e t’imboschi.
    Tu che magari sei anche onesto, ma se vedi un tuo amico che fa qualcosa che non va fai finta di niente.
    Tu non ti puoi dimettere perchè non sei presidente di niente, dovresti dimettere la tua furbizia, sennò i prossimi saranno peggio di questi (parlamentari)!
    Perchè questi qua sono figli nostri, il paese dove le regole non le rispetta più nessuno.
    Diciamo che i disonesti sono sempre gli altri…ma gli altri chi?

Lascia un commento