C’era una volta la “Vucciria”

Il mercato della Vucciria  è, o forse dovremmo dire era, il più grande e più famoso mercato “storico” di Palermo.

Si  trova nel cuore dell’antico “quartiere della Loggia”, tra Piazza Caracciolo e Piazza del Garraffello , in un quadrilatero compreso tra le attuali Via Roma, Piazza San Domenico, Via Cala e il Cassaro.

La sua denominazione trae origine dal termine francese “bucherie”, che notoriamente contraddistingueva  il luogo di macellazione e vendita delle carni. In parole povere era il mercato dove si trovavano i “ carnezzieri” o i “chianchieri” cioè i venditori di carne.

Per secoli il mercato della Vucciria è stato uno dei centri più vitali delle attività commerciali palermitane. Anticamente era chiamata “Loggia dei Catalani” perché si trovavano le botteghe dei mercanti Catalani. Ma, si trovavano anche  mercanti Amalfitani, genovesi,  pisani,  e veneziani, presenti a Palermo fin dall’epoca medievale.

Come si può capire tale quartiere era il cuore pulsante del commercio di Palermo e  un florido centro di affari, ricco di merci straniere, rare e pregiate, esposte nei banchi delle “logge” all’occhio dei numerosi compratori.

Il mercato è ricordato soprattutto grazie a un dipinto di Renato Guttuso, da molti considerato il suo capolavoro.  Il turista che viene a Palermo e vuole visitare il luogo che ha ispirato il grande pittore, probabilmente sospetterà che Guttuso si è inventato tutto.  Chi pensa di trovare un mercato pieno di vita, grida, di confusione, di colori e di odori, sbaglia. La realtà à ben diversa da quella del quadro.  La desolazione e il degrado delle strade e ben lontana da quella  vitale confusione del quadro.

La realtà è triste ed è  molto lontana dal  realismo crudo e sanguigno dell’opera , con  il  pesce spada  sezionato, le carni esposte, il pesce che sembra appena pescato  e la frutta e la verdura,  ben sistemata sulle bancarelle . Ma forse il grande artista aveva intuito ciò che sarebbe successo dopo alcuni anni. Infatti i volti dei clienti e dei commercianti sono tristi e poco definiti. In loro c’è la consapevolezza della fine imminente.

Ormai i venditori non attirano i clienti con le loro caratteristiche  grida, perché di clienti  c’è ne sono pochi. Le bancarelle  che un tempo  affollavano le strade del mercato ormai sono quasi scomparse. Ormai il  grande “mercato della Vucciria” si è ridotto a tre pescherie, due banchi di frutta e verdura e tre bancarelle di oggetti e vestiti usati. Altro che “vucciria”.

Entrando nel cuore della Vucciria la mattina,  non si incontra anima viva. Il silenzio regna laddove in passato colori e grida dei commercianti stordivano il passante. Il quartiere è quasi deserto, in alcuni vicoli il silenzio è  “assordante”.

La notte però , come per un incanto , le strade si riempiono. Al calar del sole intorno alla fontana appena restaurata del Garraffello, compaiono centinaia di sedie e di tavolini. Si apre la  grande discoteca a cielo aperto, regolarmente abusiva, come i tanti ambulanti che vendono cibo e bevande  e …droga  ai giovani palermitani che  bevono, si ubriacano  e ascoltano musica ,a tutto volume, fra i palazzi storici , spesso, pericolanti, della Piazza.

La stampa e i nostri amministratori la chiamano “movida” ma francamente vedere tanti giovani ubriachi che, orinano o vomitano, non è il massimo del divertimento.

Francamente non sappiamo di chi sia la colpa, ma certamente dal 1974, anno in cui Renato Guttuso dipinse il suo quadro, il mercato della Vucciria si è  rapidamente degradato.

Oggi piazza Caracciolo è desolatamente quasi  vuota. La mitica trattoria “Shiangai” che con la sua terrazza e le sue tende rosse, dominava dall’alto  il mercato ,quando ancora le “balate della Vucciria” non si asciugavano mai, ha chiuso da oltre un decennio  . La Trattoria resta però immortalata  in molti film d’epoca – soprattutto a trama mafiosa – degli anni ’70 ed ’80.
Resta ancora ben visibile la  sua insegna spettrale, quasi a voler ricordare un tempo ormai passato .

P.S . Una vecchia leggenda palermitana sosteneva che Palermo non sarebbe mai scomparsa finché “ i balati ra Vucciria ‘ saranno bagnati “.

Purtroppo oggi le balate della “vucciria” sono da tempo asciutte.

 

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5 Thoughts to “C’era una volta la “Vucciria””

  1. punteruolorosso

    ecco un video artistico che consiglierei a tutti di vedere. rende l’idea di come sia cambiato il mercato. il video “people of vucciria è del 2007. dopo dieci anni le cose stanno ancora peggio.

    https://www.youtube.com/watch?v=CQk620JcvAg

  2. punteruolorosso

    sono anch’io sconcertato da questo declino.
    si può tornare all’antico mercato?
    comincio a dubitarne. tempo addietro su questo sito lanciai l’idea di utilizzare degli incentivi per l’apertura delle botteghe. pensavo che facendo un’eccezione alle regole della concorrenza si potesse riattivare il mercato, dando una somma una tantum ad aspiranti bottegai o a vecchi venditori che desiderassero ritornare. oggi l’apertura dei tanti pub ha cancellato qualsiasi prospettiva in tal senso. la “rinascita” sarà dunque nel segno dello sballo notturno.
    cosa fare di questo spazio?
    avrei proposto di riportare la fontana del genio lì dov’era, come in questa immagine:

    https://it.wikipedia.org/wiki/Genio_del_Garraffo#/media/File:Fontana_del_Garraffo_XIXsec.jpg

    oggi si trova a piazza marina.

  3. belfagor

    Vucciria: ecco il recupero di piazza Caracciolo
    LIVESICILIA 8/08/2017
    Buone notizie per commercianti e residenti della Vucciria, lo storico quartiere nel cuore del centro storico di Palermo. Dopo le tante richieste e segnalazioni da parte dei commercianti, dei neoeletti consiglieri di circoscrizione capitanati da Massimo Castiglia il nuovo presidente, piazza Caracciolo è stata ripulita, sono stati rimossi i cassonetti e decorata con piante. Nelle settimane scorse erano stati proprio i cassonetti installati nel centro della storica piazza a far scattare l’ira dei commercianti: “Non li svuotano da mesi, rendono la piazza sporca e maleodorante”.
    “Stamattina invece la piazza è rinata – dice il consigliere Salvatore Imperiale uno dei promotori dell’iniziativa – i commercianti si sono impegnati a gestire le piante, a vigilare sulla piazza. Parallelamente la Rap si occuperà della raccolta rifiuti delle botteghe con un sistema che si avvicina molto al porta a porta, rendendo così inutile l’istallazione di cassonetti che deturpano il quartiere”.

    P.S. Come vedete la nostra “amministrazione” è corsa ai ripari “Piazza Caracciolo è stata “ripulita”, Sono stati rimossi i cassonetti e decorata con piante…… i commercianti si sono impegnati a gestire le piante, a vigilare sulla piazza. Francamente non credo che spostando i cassonetti e mettendo …quattro vasi si risolve il problema. Però per il consigliere Imperiale la ….piazza è rinata. A Palermo basta mettere quattro vasi che si risolvono tutti i problemi.

    1. punteruolorosso

      cosa significa “raccolta (…) molto vicina al porta a porta”? perché allora non fare direttamente quest’ultimo?
      eppure quattro vasi sono molto meglio di quei cassonetti. è un bel passo avanti dal punto di vista del decoro e del rispetto dell’ambiente, perché i suddetti cassonetti non sono stati spostati altrove, ma del tutto rimossi come già avvenuto nelle zone in cui si fa la differenziata. zone in cui il problema dei cassonetti ricolmi e delle discariche è soltanto un ricordo. queste zone sono purtroppo ancora poche, e chi non vi ricade è vittima dell’inciviltà. dicono di voler spingere per la settima vasca a bellolampo, ma bisogna spingere anche sulla differenziata. la priorità la darei a mercati storici e borgate marinare.
      sulla piazza hanno restaurato l’edificio a torretta che si vede dagli scalini di via roma. non capisco perché ancora gli alloggi non vengano assegnati o venduti. è molto triste vedere edifici vuoti. ce n’è di altri alla vucciria, i cui restauri si sono fermati o la cui assegnazione o vendita non va avanti. poi ci sono gli edifici pronti a crollare e quelli murati. aspettiamo notizie da piazza garraffello, dove un po’ di tempo fa si erano fatti aventi dei privati vogliosi di restauri. finora si è visto solo un cartello su palazzo lo mazzarino.
      stessa cosa a piazza fonderia, vicino alla palazzina blu. cartello che annuncia lavori, ma di questi nessuna traccia.

  4. Dahfu

    Non sono un sociologo però vorrei dire che i quartieri storici come la componente umana che li anima sono soggetti a profonde trasformazioni nel corso degli anni. Panta Rei. Quello che è stata la Vucciria lo sanno tutti coloro che abbiano almeno 35 anni sulle spalle. Il dibattito mi parrebbe più interessante se incentrato sui programmi futuri di sviluppo di questo storico mandamento (Tribunali) e, lato sensu, di tutto il centro storico. Basta aprire pub e ristoranti per dare linfa vitale ad un quartiere? Credo che le botteghe degli artigiani dovrebbero trovare naturale collocazione in queste aree. Non certo per vendere inutile oggettistica made in china ma al contrario per dare la reale possibilità ai nostri artigiani ( e ancora ve ne sono) di crescere tramandando la loro arte a tanti giovani che hanno voglia di lavorare (sono certo che ce ne siano tanti). Il progetto per il centro storico dei prossimo trentennio a mio avviso potrebbe decollare se solo si iniziasse ad attirare le piccole attività incentivandole mediante riduzione dei costi ed incrementando i trasporti pubblici nella zona. Penso a navette ecologiche che percorrano il perimetro del centro storico ad alta frequenza. Le pedonalizzazioni integrali del Cassaro e di via Maquesa (sono contrario alla pedonalizzazione di via Roma) sono la base imprescindibile di questa crescita. Gli investimenti poi possono crescere se si incentivano i grandi gruppi economici (consentendo ad esempio di aprire attività commerciali superiori a 200 mq). Come sempre sono ottimista e spero che tra dieci anni molti dei giovani oggi andati all’estero possano ritornare per mettere a frutto le loro esperienze.

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