Verrà istituito, all’interno dell’area recintata dell’ex centro stampa, un deposito biciclette, gestito da personale AMAT, che permetterà a tutti gli sportivi che si recheranno allo stadio in bicicletta, di potere depositare e custodire il proprio mezzo in sicurezza a fronte di un corrispettivo di € 2,00 per tutto il periodo della partita, mentre nel caso di biciclette del servizio di bike sharing il servizio sarebbe gratuito.
Un servizio sicuramente interessante e che promuove la mobilita dolce e sostenibile.
Chiaramente la convenzione prevede che AMAT metterà a disposizione della Palermo FC la struttura di via Cassarà, ma credo che questo aspetto sia poco rilevante.
Al momento non sappiamo quando la convenzione diventerà operativa, ma speriamo di darvi buone notizie a stretto giro
La foto di copertina è puramente indicativa
Lodevole iniziativa che va nella giusta direzione anche se bisogna anche dire che le partite in casa del Palermo sono mediamente due al mese e che purtroppo tra covid e squadra in serie c i tifosi che si recano allo stadio non sono moltissimi.
Fondamentale sarebbe estendere il servizio bike sharing ed e-bike-sharing ai privati in modo capillare con le stesse modalità seguite per i monopattini elettrici con almeno due o tre società private in concorrenza.
Questo darebbe un’ulteriore importante svolta alla mobilità green.
Viviamo in una città in cui è estate sei mesi (maggio-ottobre) e che si sviluppa in una conca quindi in piano (o in lieve pendenza) quindi ideale per la mobilità dolce manca la cultura cioè l’abitudine a non prendere moto e auto
hanno avuto i monopattini elettrici sfruttando anche il fatto e a prendere monopattini e biciclette elettriche,ma bisogna con piacere rilevare che si stanno facendo passi da gigante in questo senso e che molti palermitani sono pronti al cambiamento
… hanno già cambiato… e poi sai le facce quando li sorpassi in bici, loro in coda chilometrica e tu sfili. senza manco sudare… fanno il confronto e quelli che possono scelgono.
Ci sono le code chilometriche a palermo?
Questa mi suona nuova..
Personalmente è proprio il dover lasciare la mia bici incustodita su un marciapiede, a impedirmi di usarla per le faccende quotidiane! Dovermi caricare sulle spalle la catena o il blocco, dovermi preoccupare di trovare un ferro ad “U” rovesciata cui legarla, preoccuparmi del fatto che sì, avrò anche legato il telaio, ma la ruota anteriore e la sella sono facili ad essere smontati e portati via, mi impedisce di sceglierla come mezzo ordinario, e smart, per i miei spostamneti in città.
Auspico la creazione di posteggi coperti dove lasciare la bici in una postazione individuata accessibile solo con il ticket rilasciato al momento del posteggio, così come mi auguro che sui luoghi di lavoro (uffici, banche, ospedali, scuole…) si individuino spazi appositi per lasciare la bici in tutta sicurezza; così se ne incentiverebbe tantissimo l’uso.
Oltre ai parcheggi una rete capillare di postazioni e-bikke sharing o semplicemente bike-sharing gestito da privati (come gestiscono i monopattini) con biciclette non osolete ed eventualmente con pedalata assistita non risolverebbe il tuo e il problema delle maggior parte delle persone che non prendono la bicicletta?
Oltre, certo! Una cosa non esclude l’altra!
Ti faccio un esempio: qualche anno fa era una bellissima domenica milanese primaverile, tutti si sono recati in darsena con il bike sharing: caos, non c’erano più stalli liberi (non c’era ancora il free floating, quindi non potendo chiudere la tratta, l’avranno dovuta lasciare aperta con conseguente tariffazione) ed era impossibile camminare sul marciapiedi. E’ intervenuto il camion dell’ATM che gestisce il servizio per il Comune: ha tolto le bici per ripartirle negli altri stalli cittadini rimasti praticamente vuoti. Immagina che tutti quelli che poi dovevano tornare al luogo di partenza, sempre con la bici condivisa, non se la sono ritrovata; ma questo potrebbe accadere anche a Palermo: tutti a Mondello, o, il sabato sera, tutti in centro! Insomma in tutte le occasioni che comportano grande afflusso di gente. Oppure, io potrei anche vivere in una zona dove le stazioni, seppure capillari, non ci sono; o ancora: se vado al lavoro in bici ed esco al pomeriggio non voglio correre il rischio di non trovarla, voglio tornare a casa.
Mi ripeto: una soluzione non esclude l’altra, è la somma e la varietà di valide soluzioni che dà il benessere.
P.S. Per quanto riguarda i monopattini: alcuni Comuni hanno pensato di tracciare sui maricapiedi delle zone (dei mega rettangoloni, intendo) dove potere lasciare questi mezzi per i quali non occorre la stazione, penso possa essere una buona idea contro il posteggio selvaggio (all’Addaura ne ho visto uno lasciato nel curvone prima del Roosevelt, molto pericolo, direi, no?)