Dalle prime ore di questa mattina, personale della RAP, Coime e aliquote di militari del 4° Reggimento Genio della Brigata “Aosta” sono tempestivamente intervenute su richiesta del Prefetto di Palermo per ripristinare la viabilità in una delle principali arterie stradali della città, dopo lo straordinario evento alluvionale che ha colpito il capoluogo siciliano mercoledì scorso.
Squadre specializzate dell’Esercito sono all’opera con mezzi movimento terra presso i cavalcavia di via Lazio e via Michelangelo, che tagliano ortogonalmente via Regione Siciliana, sotto i quali si sono formati allagamenti che hanno coinvolto centinaia di automezzi rimasti completamente sommersi dalle abbondanti precipitazioni meteoriche.
I mezzi dell’Esercito (3 minipale, 1 terna ruotata e 4 Iveco SMH per il caricamento inerti) dovranno rimuovere migliaia di metri cubi di fango che si sono depositati all’interno dei tunnel stradali e le tonnellate di materiali trascinati dalla furia dell’acqua sull’intero letto stradale.
Il ritorno alla normalità è previsto dalle autorità comunali entro il fine settimana.
L’Esercito Italiano è stato impiegato più volte, negli ultimi anni, in attività di soccorso alle popolazioni colpite da eventi naturali. Il concorso fornito, dal sisma in Abruzzo alle emergenze maltempo in tutta Italia, dall’esondazione di corsi d’acqua in Toscana alle frane causate dal dissesto idrogeologico in Calabria e Sicilia, si è rivelato determinante sia nelle fasi iniziali sia nel successivo processo di normalizzazione e assistenza.
Questi risultati sono stati conseguiti grazie alle risorse umane e alle capacità di intervento della Forza Armata, ma anche sulla base dei piani esistenti e delle intese con la Protezione Civile e con le altre strutture operative per la gestione delle emergenze.
Queste predisposizioni sono state oggetto, negli anni, di un naturale processo evolutivo, che si è sviluppato nel tempo sulla base delle esperienze maturate e dell’evolversi degli organismi, militari e non, interessati a questa specifica funzione.
Ottimo, ma stendiamo un velo pietoso sulla Protezione Civile Comunale, a malincuore.
Io lo stenderei sulla situazione pulizia strade e tombini! Se non ci fosse stata tutta la sporcizia, le foglie e gli aghi di pino ad intasare tutto la metà dell’acqua sarebbe andava più velocemente.
Io lo stenderei sulla situazione pulizia strade e tombini! Se non ci fosse stata tutta la sporcizia, le foglie e gli aghi di pino ad intasare tutto la metà dell’acqua sarebbe andava più velocemente. Molte Strade con l’emergenza covi sono state eliminate dal piano pulizia ordinaria della RAP. Via Ausonia ad esempio è un cesso a cielo aperto come molte altre strade limitrofe e non immagino la situazione in altre strade periferiche.
Dobbiamo fare delle distinzioni. Palermo è interamente circondata da montagne. Quando piove abbondantemente ci sono diverse zone della città che si allagano per il discorso tombini otturati, o perché l’impianto fognario manca del tutto. Niente di nuovo. Quando ci sono piogge estreme Palermo non deve raccogliere solo l’acqua che cade in città, ma tutta quella che scende dalle montagne, il risultano a valle non è una pioggia forte, ma una inondazione di acqua, fango e detriti vari. C’è una differenza sostanziale. Quei due sottopassi in viale Regione Siciliana diventano quindi delle vasche di raccolta. Questa situazione ha a che vedere molto poco con i tombini. È successo tante volte che si sono allagati i medesimi tratti il giorno dopo che tutti i tombini da monte a valle sono stati puliti completamente. All’altezza di viale Michelangelo sono state realizzati anche i tombini nuovi a prova d’intasamento per ridurre il rischio, intervento che per quanto detto e prevedibile si è rivelato del tutto inutile. Stando così le cose non ci sono soluzioni né semplici né tantomeno economiche. O si realizzano degli impianti di sollevamento enormi ad hoc, oppure va interrata la strada, in modo che l’acqua possa defluire naturalmente verso mare, ma in questo secondo caso, non si risolverebbe il problema, piuttosto si sposterebbe solo più a valle, con un livello d’acqua sì più basso, ma molto più diffuso.
È un problema complesso, ma questo non è certo motivo di giustificazione. Le inadempienze comunali in fatto di fognature sono gravissime e conclamate in tanti punti della città, e non è mai stato eseguito un solo intervento.
Come dice l’articolo hanno dovuto……”rimuovere migliaia di metri cubi di fango”. Ma quanto grande dovrebbe essere la rete fognaria affinchè non accada piu questo danno spaventoso? Forse andrebbero sostituite le strade di via Roccazzo e via L. da Vinci con dei canaloni che attraversano tutta la citta fino al mare, cosi avremmo risolto buona parte del problema.
E, nonostante tutto, viale Regione Siciliana, soprattutto le laterali, con i loro marciapiedi, continuano ad essere invase dalle erbacce e dalle radici, che portano terra su terra e che, non solo ricoprono i guardrail, ma molte di esse sono diventate alberi e felci … c’è l’incuria più totale! .. …
caro Danyel perche scrivere questa fame news?
la strada e
https://www.viagginews.com/2020/07/16/bomba-dacqua-palermo-dispersi-corpi-vittime/