Passante Ferroviario | Licenziamenti sospesi: i lavori riprendono regolarmente

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Licenziamenti congelati, almeno per il momento, e lavori che devono subito ripartire a pieno regime. Il destino del passante ferroviario di Palermo, opera che vale oltre un miliardo di euro, rimane in bilico.


Il vertice prefettizio andato di scena mercoledì 2 novembre, infatti, non ha prodotto grandi risultati se non quello di rinviare, almeno per il momento, gli annunciati licenziamenti.

In Prefettura da un lato sedeva la Sis, consorzio iberico-piemontese che chiede almeno altri 100 milioni di euro per costi imprevisti, e dall’altro Rfi che non vuole saperne. Un braccio di ferro arrivato addirittura in Tribunale: la Sis ha infatti già attivato l’accertamento tecnico preventivo, una procedura che prevede che il giudice nomini un tecnico che dovrà compiere una valutazione sullo stato dei fatti. Insomma, ormai la strada del contenzioso sembra intrapresa.

Ma l’accertamento non ha certo tempi brevi. Per questo le due parti, dopo una iniziale freddezza, sono arrivate a una tregua armata: Rfi ha già inviato una diffida per costringere la Sis a riprendere i lavori, che scadrà il 14 novembre; il che significa che nel frattempo la Sis dovrà continuare a lavorare garantendo livelli occupazionali e ritmi adeguati.
Rfi non è disposta a pagare altri soldi, ma se il Tribunale dovesse riconoscere le ragioni di Sis non potrebbe fare altrimenti: una prospettiva che le Ferrovie giudicano meno pericolosa del blocco totale del cantiere. Ecco che quindi le due parti potrebbero venirsi incontro, evitando la rottura totale e riprendendo il dialogo, ma per farlo Rfi pretende che entro il 14 novembre i lavori riprendano a pieno ritmo.

Tra i duellanti, a svolgere il ruolo del pompiere ci ha pensato il Comune con il sindaco Orlando e il vice Arcuri che, oltre a ringraziare il Prefetto per il vertice (“segno di attenzione e conferma della importanza strategica dell’opera per la vivibilità della città”), hanno sottolineato che “ulteriori ritardi e, ancor di più, un’eventuale sospensione dei lavori rappresenterebbero un danno incalcolabile per la città, per la sua immagine e per la mobilità complessiva e la vivibilità delle aree interessate dai cantieri”.
Palazzo delle Aquile ha chiesto a Rfi e Sis “un ulteriore approfondimento perché questi scenari siano scongiurati e si prosegua nell’esecuzione dei lavori” e Orlando ha inoltre espresso “l’importanza di mantenere livelli occupazionali adeguati alle necessità dei lavori da realizzare, anche considerando l’alta professionalizzazione già acquisita dal personale impiegato”. Al termine dell’incontro, Orlando e Arcuri hanno anche incontrato una delegazione delle rappresentanze sindacali.

Si è svolta giovedì 3 Novembre una riunione per il problema di Vicolo Bernava tra Rete ferroviaria italiana (committente dell’opera), l’assessore regionale ai Trasporti e quello all’Ambiente. Una riunione necessaria visto che al momento l’ultima parola dovrebbe darla proprio la Regione che aveva chiesto alcuni chiarimenti riguardo al pieno di smaltimento del materiale di risulta dopo lo scavo e gli abbattimenti degli edifici.
Lo scorso aprile il Consiglio comunale diede il via libera alla proposta di variante: abbattimento di cinque palazzine e realizzazione al loro posto di uno spazio a verde a intervento concluso.
La variante approvata, alla fine del percorso, doveva ottenere una sorta di visto conclusivo da parte della Regione. In realtà, trattandosi di un’opera sovracomunale, il parere del consiglio non era vincolante e la Regione avrebbe potuto procedere tranquillamente nominando un commissario. Nonostante ciò, Sala delle Lapidi ha comunque discusso e approvato la misura.
A seguito dell’incontro le ferrovie hanno dichiarato: «L’esito della riunione è stato molto positivo. Dalla Regione ci hanno garantito che entro questo mese (Novembre) rilasceranno il nullaosta per le demolizioni. Forse finalmente si intravede una luce in fondo al tunnel»

Articolo tratto da LiveSicilia, Gds e LaSicilia

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