Palermo Capitale Italiana della Cultura, ma la cultura gode di ottima salute? Che sia la spinta a far meglio, e con maggior concretezza, così che questo titolo non rimanga solo un fregio, ma possa costituirsi merito di qui al 2018.
Questa riflessione arriva a mente fredda, sia perché ci sembrava giusto prima gioire tutti insieme della nomina a Capitale Italiana della Cultura, sia perché non vogliamo che adesso l’argomento passi di moda e venga accantonato come un risultato prematuro.
Dopo i fallimenti di Palermo Capitale Europea della Cultura 2019 e Palermo Capitale Europea dello Sport, arriva finalmente la soddisfazione di un riconoscimento per la nostra città.
Che sia dovuto alla qualità del progetto o al “peso politico” dell’amministrazione Orlando sul piano nazionale, il punto è che adesso bisognerà rimboccarsi le maniche.
In che stato è la cultura a Palermo oggi? Sicuramente non gode di ottima salute.
Viviamo in una città che produce alcune tra le menti più eccelse d’Italia, forse proprio perché costrette a districarsi in un contesto che non concede loro opportunità, obbligando i giovani a reinventarsi continuamente, imparando, cercando, rafforzando la creatività nella speranza di trovare uno sbocco.
Le stesse menti sono poi gettate come carta straccia dopo aver subito ogni genere di umiliazione da questo sistema aberrante che prima li forma, e il giorno dopo li costringe a fare le valigie e partire per altre mete.
Nel 2015 più di 13 mila giovani menti hanno lasciato Palermo: un fenomeno migratorio che ormai ha raggiunto le proporzioni di un esodo biblico.
Da un’analisi “lucida” sarebbe opportuno prendere questa nomina come uno spunto a far meglio, un’occasione per meritare veramente il titolo di Capitale Italiana della Cultura in una città che sinora la cultura l’ha annientata, come ha annientato tutte le persone che tentavano di supportarla.
Palermo è una città in fermento in qualsiasi settore: dal teatro alla musica, dal cinema all’arte e alla letteratura, etc.
Viviamo in una città che ha sete di cultura.
Sembra quasi che più la città sprofondi in basso, più i talenti vengano fuori in cerca di spazio vitale, coltivando spontaneamente le proprie realtà in antitesi col degrado, l’abbandono e l’ignoranza dilagante.
Un grido disperato, un’ultima resistenza che prova a trarre il massimo da un contesto in cui il minimo è all’ordine del giorno.
Spesso la politica ha provato ad appropriarsi dei meriti di queste realtà, cavalcando ipocritamente le stesse dopo averle ostacolate (o nel migliore dei casi, mai supportate).
Le stesse realtà hanno invece bisogno di un sostegno reale da parte di chi amministra, e della cittadinanza tutta.
Sono realtà che affondano nella burocrazia, nelle difficoltà economiche, e che vedono il vuoto attorno quando si tratta di individuare spazi dove poter operare, creare, proliferare.
I Cantieri Culturali alla Zisa sono solo uno dei tanti fallimenti della cultura a Palermo. Un potenziale sfruttato allo 0.1%, che potrebbe invece ospitare iniziative culturali di ogni tipo, che potrebbe costituirsi luogo di aggregazione per tutti gli artisti, scrittori, attori e musicisti di questa città, risultando altresì appetibile anche al di fuori del contesto locale.
A tutto questo, si va ad aggiungere il paradosso di una sottocultura “ignorante” che monopolizza qualsiasi tipo di iniziativa, di luogo, di finanziamento, tagliando fuori chiunque non appartenga a certe logiche clientelari ed a determinati circoli.
Il cancro di una visione “radical-chic” che snobba tutte quelle piccole realtà che quotidianamente con la cultura si sporcano le mani, e che invece risultano molto più autentiche di tutti quei nomi altisonanti che possono solo fregiarsene e agghindarsi di autocompiacimento, senza rendersi conto di essere afflitti da una limitatezza provinciale disarmante che è in perfetta antitesi con il concetto di cultura stesso.
Speriamo che il tempo di questi giochetti sia quindi finito, e che da oggi possa iniziare una nuova parentesi positiva per la nostra città.
Speriamo che Capitale Italiana della Cultura non significhi solo far piovere soldi su realtà ultra-consolidate come il Teatro Massimo – ad esempio – ma che vada a supportare tutte le realtà di cui sopra, che poi sono quelle che hanno bisogno della maggiore spinta.
La cultura di Palermo sono le persone che ne fanno parte: non dimentichiamoci di questo, o sprofonderemo nuovamente nella retorica politica senza che nulla cambi.
La cultura non è una bandiera da sventolare all’occorrenza, non è un prodotto usa e getta, è il pilastro fondamentale su cui poggia la rinascita di questa città.
Auguri a tutto noi, e speriamo che sia la volta buona.
In questi giorni mi sono chiesto anche io la stessa cosa: Palermo sarà all’altezza di questo titolo? Io penso di no … ma sarò felice di ricredermi … Palermo deve puntare sui giovani, sulle sue “maestranze” …e sembra che le adesioni ai diversi progetti legati a “Palermo capitale della cultura” siano arrivate ad oltre seicento … ma poi, nei fatti, cosa succederà? Sono convinto nulla di concreto … mi auguro di sbagliarmi e spero, come tu dici, non si tratti solo di versare soldi su “grandi realtà” come il Teatro Massimo o realizzare una serie di concerti allo Spasimo o visite guidate a Palazzo dei Normanni (per quanto anche queste siano importanti) .. bisogna investire e creare lavoro attraverso la cultura … solo così Palermo potrà cambiare ed essere al tempo stesso”Capitale dei giovani” e “Capitale della cultura” …. staremo a vedere!
Ultimamente si stanno facendo tante cose in ambito cultura. Per quanto mi riguarda Palermo merita il titolo in pieno.
Partendo dai cantieri culturali della Zisa, gli eventi ci sono stati, ed anche tanti. Giusto per ripassare:
http://www.palermotoday.it/eventi/location/cantieri-culturali-alla-zisa/
ed è notizia di oggi che tre padiglioni verranno affidati a Legambiente:
http://livesicilia.it/2017/02/13/orlando-e-le-clientele-culturali-altri-soldi-pubblici-a-legambiente_826283/
Poi, nel 2018 c’è la Biennale di arte contemporanea Manifesta. Già pronti 3,5 milioni di euro ed altri seguiranno.
La Biennale è un evento importantissimo (ospitato in precedenza di recente, per capirne il calibro, a San Pietroburgo e Zurigo).
Le attività si sono moltiplicate. E’stato un crescendo sotto l’amministrazione Orlando.
Nell’articolo si parla di lavoro, ma è sbagliato parlarne in questa sede. Cultura è una cosa, lavoro un’altra. Purtroppo il numero di industrie nel nostro territorio è zero. Di alta specializzazione sotto zero. Ovvio che giovani e meno giovani con una formazione specialistica debbano andare via, ma questo con la cultura non c’entra.
Bravo peppe2994. La pensiamo allo stesso modo. Aggiungo che sempre nel 2018 sarà terminato l’attuale restauro di Palazzo Butera, acquistato da Massimo e Francesca Valsecchi, noti collezionisti e filantropi. Hanno infatti deciso di donare il loro ricco patrimonio di pezzi d’arte contemporanea e classica alla città di Palermo, dopo che a Milano, su cui era inizialmente caduta la loro scelta, hanno incontrato mille difficoltà. Come ha spiegato lo stesso Valsecchi in un sacco di interviste, ha scelto Palermo perchè «Palermo mi ha accolto a braccia aperte, collaboriamo fianco a fianco con il Comune e nel 2018 a Palazzo Butera ospiteremo anche “Manifesta12”, biennale dell’arte contemporanea riconosciuta a livello internazionale dopo quelle di Venezia e Zurigo», ma anche perchè «città simbolo di integrazione tra culture, proprio il concetto espresso dalla mia collezione d’arte». A Milano si stanno mangiando le mani, con tanto di accuse reciproche che gli amministratori cittadini e quelli regionali si rivolgono vicendevolmente, perchè la futura Galleria di Palazzo Butera sarà di primo livello. In più sono già presi accordo col Fitzwilliam Museum di Cambridge e l’Ashmolean Museum di Oxford. Dopo Milano, la ricca collezione dei Valsecchi stava per finire al Getty Museum di Los Angeles. Poi, anche grazie alla mediazione di Stefano Boeri, la scelta è infine caduta su Palermo.
Per quanto riguarda i Cantieri Culturali alla Zisa, tengo a marcare un punto: Palermo, qualche anno fa, ha ottenuto di essere una delle 5 sedi italiane della Scuola Nazionale di Cinema, assieme a Roma, Milano, Torino e L’Aquila. La sede di Palermo, presso i Cantieri, è strutturata in un corso di alta specializzazione in documentario storico artistico e docu-fiction. È l’unica scuola d’Italia ad offrire la possibilità di studiare la regia del documentario. Per quanto i Cantieri Culturali possano essere utilizzati di più e meglio, non parlerei di fallimento o comunque non minimizzerei allo 0.1% le cose inequivocabilmente positive.
*In più sono già stati presi accordi …
…..io riconosco che Cammarata e tutto il centro destra qualcosina per la cultura l’abbiano fatta, basti pensare alla scuola Nazionale di Cinema, che tu giustamente citi…. ma rimango dell’idea che avrebbero potuto fare di più…. in quanto ad Orlando avrebbe dovuto fare molto…. molto… molto, molto di più…. o.k, è vero, è venuto Valsecchi… ma è un privato e con Orlando non c’entra assolutamente nulla… ovviamente, dopo aver comprato il palazzo Butera, ha cercato di dialogare con l’attuale sindaco… e se ci fosse stato un sindaco diverso avrebbe dialogato con un’altro sindaco….
Non confondiamo le spese per la cultura con le “regalie pre elettorali” alle associazioni amiche. Leggendo l’articolo si comprende che tale finanziamento alla Lega Ambiente e al Centro Pio La Torre, proprio per la genericità dei progetti, sembra rientrare tra la seconda categoria. Infatti che significa “Il progetto si propone di gestire in maniera auto-sostenibile tre padiglioni dei Cantieri Culturali alla Zisa, chiamati fino adesso Spazio Marceau, di proprietà del Comune di Palermo, ai fini della valorizzazione e della piena fruizione “. Oppure firmare ” un protocollo dì’intesa per la legalità”. Chiariamo, tutti i partiti e tutti gli amministratori pubblici, prima della elezioni fanno queste operazioni. La “famigerata Tabella H” è piena di associazioni che esistono solo solo per ricevere i finanziamenti della Regione, ma non per questo possiamo dire che la Regione “investe in cultura”.
Per quanto sia certamente auspicabile che la ricchezza e il livello di occupazione possano crescere, e di conseguenza si riesca ad arginare anche il fenomeno migratorio, ritengo che il titolo di “Capitale italiana della Cultura” prescinda da questi fattori. Eviterei di mescolare le cose. È vero che anche la cultura crea occupazione, ma penso pure che comunque incida molto di più lo spirito imprenditoriale, ed è questo semmai che in Sicilia scarseggia, di certo non la cultura in sé, in cui invece l’Isola ha sempre primeggiato e sempre lo farà. Nonostante le criticità sul piano brurocratico e organizzativo ci siano, la cultura in Sicilia è così potente che comunque ha sempre trovato e sempre troverà le sue strade. Palermo è stata proclamata all’unanimità “Capitale italiana della Cultura 2018”, non “Capitale italiana dell’occupazione e del benessere economico”. Come spiegato da Dario Franceschini hanno pesato il ruolo di Palermo in quanto città di frontiera, in particolare in rapporto agli attuali ed epocali fenomeni migratori («Città gloriosa» -ha detto- «L’unica a potersi considerare, al di là di qualsiasi altro titolo- la Capitale del Mediterraneo»), e il fatto che proprio nel 2018 Palermo ospiterà anche, per diversi mesi, Manifesta 12, la più importante biennale itinerante d’arte contemporanea del mondo.
Sono sicuro che il 2018 sarà un anno molto intenso per Palermo, e la città saprà vincere la sfida.
una breve replica a chi sostiene che cultura e lavoro non c’entrino niente: non facciamo lo stesso errore del caro ministro che sosteneva che “con la cultura non si mangia”. Questo è esattamente il punto di vista che porta alla morte della cultura stessa. Gli altri paesi investono tutto sulla cultura, perché la cultura è futuro. C’è gente che investe tutta la propria formazione sulla cultura…e a che serve se poi non può sostentarsi economicamente? Finché non si capirà che la cultura deve far girare l’economia, allora la stessa cultura sarà sempre la prima ad essere messa da parte. La cultura è fatta di persone, e se le persone che se ne occupano non possono campare…allora addio.
Bravo, la penso esattamente come te .. soprattutto in una città dalla storia millenaria come la nostra, che ha un patrimonio artistico e storico immenso e che potrebbe competere con altre grandi capitali del mondo .. cultura e lavoro sono strettamene collegate .. la prima soprattutto può diventare volano per la seconda .. ma Franceschini ha detto appunto che ha pesato il ruolo di Palermo in quanto città di frontiera, in rapporto agli attuali fenomeni migratori di massa … quindi tu pensi potrà cambiare qualcosa concretamente, a parte Manifesta?
Pongo una domanda. Come può la cultura far girare l’economia?
Ti faccio qualche esempio: il piccolo comune di SanRemo in una settimana di musica, guadagna probabilmente più di quanto guadagni nel resto dell’anno…. Venezia, durante il festival del cinema riempe tutti gli alberghi… e lo stesso avviene durante la biennale…. che è un evento che hanno stabilmente, non una tantum come Manifesta…
Ma ti faccio un esempio ancora migliore: Firenze, con i mille eventi culturali relazionati al suo meraviglioso patrimonio artistico (parlo di mostre di quadri, visite con guide turistiche ai monumenti etc…) con la cultura ci campa, alla grande, ogni singolo giorno dell’anno…
P.S ….non scordiamo che Arte e Cultura spesso camminano insieme…
Perché Palermo che fa con il turismo scusa?
Tu hai fatto esempi turistici, che fanno guadagnare lo stato e l’indotto.
Il lavoro è altro, ed è legato all’imprenditoria.
Il problema è proprio questo: Palermo sfrutta in maniera PESSIMA le sue potenzialità turistiche…
In teoria Palermo potrebbe attrarre sia turisti interessati alla natura, sia turisti interessati alla storia e all’arte… in pratica le bellezze naturali di questa città sono mal gestite (e penso al “parco” della Favorita, a gran parte della costa, e alle riserve naturali di capo gallo e sferracavallo), mentre, in quanto al turismo legato all’arte, sappiamo tutti in che condizioni si trovano moltissime vie del centro storico e tanti monumenti, che in certi casi cadono a pezzi, o vengono poco sfruttati da un punto di vista turistico…
A mio avviso, in pochi anni, con una gestione migliore di questa città, il turismo potrebbe moltiplicarsi per dieci… e questo significherebbe RICCHEZZA!!!
Andrea, sono d’accordo. Cultura e occupazione sono legate implicazionalmente. Tuttavia la cultura in primis serve ad accrescere il volume della coscienza. È questo il suo primario valore strumentale, e non è “tanto per dire”. Da questo punto di vista è la cosa più utile del mondo. È vero pure che, comunque, conosco persone ignoranti che, percorrendo altre strade e vivendo le proprio esperienze, hanno comunque raggiunto un ottimo volume di “sapienza”, e di contro persone “colte” la cui cultura si presenta invece come una mera, inutile, addizionalità nozionistica. Comunque la cultura resta la strada maestra per crescere, diventare migliori e far progredire la società. Trovo alquanto significativo che proprio a Palermo troviamo un suggerimento di questo tipo sul frontone di uno dei principali “luoghi di cultura”: «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire».
In secondo luogo, la cultura, se incanalata in modo funzionale anche rispetto ad altro, riesce pure a vivacizzare in modo significativo l’economia. Tuttavia credo che per determinare poderosi cambiamenti sul piano della ricchezza e del benessere collettivo, resti comunque imprescindibile lo spirito d’impresa. Emblematico è il caso della ricca Catalogna che ha puntato sia sulla cultura che sull’imprenditorialità.
Chi ha detto «con la cultura non si mangia», ha sparato una cavolata; ma, a mio avviso, pensare che l’attenzione alla cultura sia sufficiente a determinare livelli occupazionali più alti ed aumentare in modo sostanziale il benessere economico, è un’illusione, bellissima per carità, ma comunque un abbaglio.
Sono dunque convinto del fatto che non si debba far pendere il piatto della bilancia né rispetto una, la cultura, né rispetto l’altra, l’imprenditorialità. Ci sono Paesi con una “cultura” forte, definita, su cui hanno impostato buona parte della propria economia: Tunisia, Egitto, Thailandia, Perù, Messico, Cambogia etc…etc… ma non si può dire che siano paesi ricchi. Di contro ci sono invece zone estremamente industrializzate, come per esempio la Lombardia, che puntando tutto su un solo fronte e trascurando altre cose, nel tempo si sono un po’ “snaturate”, hanno perso il loro fascino e oggi non si capisce più cosa siano e che “carattere” abbiano al di là del fattore economico.
La cultura è indispensabile, ma per migliorare davvero l’economia lo spirito d’impresa lo è altrettanto. Penso che il nocciolo duro dei problemi della Sicilia stia in questo.
Ad ogni modo condivido al 100% quanto scritto in questo articolo ed anche io mi auguro che presto Palermo possa iniziare a guadagnarsi il titolo di capitale della cultura….
Purtroppo al giorno d’oggi, se qualche siciliano ha sogni legati al cinema (come regista, o come attore, o come scenografo etc), prima o poi si trasferisce a Roma…
Se qualche siciliano ha sogni legati al teatro, spesso e volentieri si trasferisce a Milano, o a Roma, o a Bologna o a Torino….
Se qualche siciliano ha sogni legati alla moda o alla televisione, si trasferisce a Milano…
Se qualche siciliano ha sogni legati alle arti figurative (scultura o pittura), magari sogna di trasferirsi a Milano…. o meglio a Berlino, o a Parigi, a New York, Londra…etc… ….città in cui ci sono migliaia di gallerie, migliaia di ricconi mecenati, e i più grandi musei del mondo!
Ovviamente condivido il punto di vista di chi pensa che imprenditorialità e cultura non siano in contrapposizione tra di loro, ma dobbiamo ammettere che siamo sottosviluppati in entrambi i settori…. e in ogni caso non scordiamoci che al giorno d’oggi l’industria che genera maggiori profitti al mondo è quella cinematografica, che è un tipo di industria strettamente legata alla cultura…. infatti l’industria cinematografica ha superato l’industria delle armi già da parecchio tempo….
Buona giornata a tutti!!!
invito tutti a non pensare alla cultura come un concetto ristretto all’arte, l’architettura e al patrimonio storico. La cultura a Palermo è caratterizzata da tantissime sfumature assolutamente ignorate. A Palermo abbiamo tantissimi artigiani, musicisti, attori, pittori, videomaker, fotografi…tutta gente preparata, validissima, che non ha alcuno sbocco al momento. La VERA cultura si incentiva dando prima di tutto opportunità a queste realtà. Laddove la cultura conta qualcosa, si vede la differenza. Guardate a città come Londra, Berlino, Barcellona, Melbourne…. la cultura è sì cibo per la mente, ma come ogni altro settore, se non foraggiato muore. Se non esistono spazi creativi, non esiste una burocrazia snella e opportunità economiche per chi fa cultura in questa città…se non si esce dalle solite raccomandazioni, non abbiamo dove andare
Friz c’è rimasto male dopo aver letto i tuoi inappuntabili sottotitoli (il concetto era arduo senza sottotitoli), ha capito una parte soltanto ma si è adeguato.per spirito di appartenenza. Sono fatti così… :). Ma che gli parli di artigiani, etc etc, il loro must è Sanremo 🙂 anzi che non hanno tirato fuori la metro, ma un colpo di Cammarata gli è scappato però 🙂 all’orfanello del dentato sorridente…
Orazio è sempre un piacere poterti fare notare che come al solito non hai capito qualche commento, perchè secondo me Andrea Baio non si stava riferendo a me… E lo sai perchè penso che Andrea Baio non si riferisse a me quando ha scritto i “sottotitoli” (come li chiami tu)???
Perchè condivido al 100″ quello che ha scritto nell’ultimo commento…. Orazio, prima di interpretare il pensiero altrui, è meglio che conti fino a 100… ma fino a 1000 è meglio… così siamo più sicuri…
In quanto a Cammarata ti assicuro che non sono un suo orfanello, infatti non l’ho mai votato, io PURTROPPO alle ultime elezioni ho votato per il tuo eroe (Orlando)…. ma dato che ho quella cosa che ha te manca, e cioè l’onestà intellettuale, riconosco che Cammarata, malgrado abbia fatto diversi errori, in definitiva si è rivelato un sindaco molto migliore di Orlando… e tra l’altro Cammarata si è fatto pure finanziare quel tram che tu (e non certamente io) tanto ami….
P.S Ma voglio dire ancora due parole riguardo alla cultura….. in certi casi sarebbe bastato copiare le città più “ricche” e più “grandi” di Palermo, e penso a San Vito Lo Capo, che con il suo CousCousFest credo che possa insegnare qualcosina al tuo Orlando su come si possa sfruttare da un punto di vista economico la cultura enogastronomica….
P.S2 ….generalmente non guardo SanRemo, ma riconosco che è un’evento culturale che può produrre ricchezza….era un esempio, tutto qua…. ad ogni modo non tutte le canzoni di San Remo sono da buttare, alcune sono interessanti…. ma capisco che tu seguirai San Remo solo il giorno in cui Orlando presenterà una canzone…. Saresti in prima fila, vero???
Aridatesce er puzzone ah ah ah 😀
Comunque Friz parliamoci chiaro…senza la MAL è inutile parlare di cultura 😉
…mi fa piacere Phrantsvotsa che tu e Orazio parlate spesso con me…. o di me… evidentemente sono sempre nei vostri pensieri e di conseguenza presumo che stiamo diventando amici… bello saperlo perchè ogni nuovo amico è un tesoro…
….ad ogni modo non occorre più parlare di cultura perchè abbiamo un sindaco che per 16 anni ha detto che a Palermo occorreva un cambiamento culturale… ma ovviamente dopo 16 anni dovremmo già stare a buon punto…. e non parliamo neanche più di Mal, please…. se Orlando, che ha promosso il cambiamento culturale, sostiene che il tram sia meglio della Metro evidentemente è così… non occorre parlarne più…. se Orlando ha detto che non conviene investire nella metro, allora significa che è giusto così…..
Voglio ripeterlo ancora una volta:
NO MAL NO CULTURA!! 😉