Più volte abbiamo sollecitato l’amministrazione comunale e quella regionale a fare il minimo indispensabile, ancor prima di ambire a prestigiosi obiettivi come l’Unesco, la candidatura a capitale europea della cultura o dello sport…eppure al giorno d’oggi la situazione continua non solo ad essere drammatica, ma giace sotto uno strato di indifferenza totale. Ciò nonostante, al momento di proclami e riflettori, la politica è sempre in prima fila, additando con sdegno i disfattisti e i pessimisti che scoraggiano il sentimento di “riscatto” di questa città; da questa gente ci piacerebbe sapere: i risultati si ottengono coi fatti o con le chiacchiere? Pubblichiamo questa interessante riflessione inviataci da Irexia.
Il turismo secondo Palermo
Quando gli amici vengono a trovarmi a Palermo non perdo occasione per fare girare loro la città. Questa volta (si trattava di fine aprile) avevo deciso di fare una passeggiata alla Kalsa.
Prima tappa: la chiesa della catena. In cima alla scala troviamo un tavolinetto con due ragazze che ci fanno pagare il biglietto di 4€, tuttavia scorgo su un foglio un elenco di monumenti che, se già visitati, fanno scalare il costo del tagliando d’ingresso a 1,50€; tra questi il duomo di Monreale, la Zisa, s. Maria dell’ammiraglio, la palazzina cinese, lo Steri, s. Giovanni degli eremiti… Le mie amiche hanno fatto un solo commento: “Se lo avessimo saputo avremmo conservato il biglietto!” Perché no, nessuno aveva loro avvisato di questa opportunità, che ci fosse, quindi, una specie di circuito che consentiva loro di avere questo sconto!
Dopo avere ammirato la chiesa e avere letto sul foglio plastificato consegnatoci dalle ragazze all’ingresso, le note architettoniche del monumento, ci dirigiamo allo Steri. Forte dell’esperienza fatta poco prima, dico da quale monumento veniamo, ed ecco che il biglietto da 8€ scala a 5 per la visita del palazzo e delle prigioni, stavolta con la guida che in italiano, in francese e in inglese fornisce la adeguate informazioni; ma ancora una volta nessun cartello all’ingresso avvisava dell’opportunità dello sconto!
Prendiamo la strada per il palazzo Abatellis. Tanto per cominciare si nota la comune latitanza di ogni segnalazione per i turisti: il cartello che ti dice come proseguire per il museo di cui sto parlando è a piazza Marina, ma in modo da poterlo vedere soltanto se si viene dalla direzione opposta rispetto a palazzo Steri e noi, che uscivamo proprio da là, non lo potevamo leggere. Arrivati al museo, nell’ingresso si trovano almeno un decina di persone che chiacchierano, addirittura uno si appoggia a un sarcofago in marmo di età romana o altomedievale come se fosse al bancone del bar a prendersi il caffè: chi erano tutte queste persone? I custodi dei tesori del museo! A destra dell’ingresso c’è una stanza (va da sé che è la biglietteria, perché non c’è indicazione!), entriamo quindi in una stanzetta squallida e buia, con la luce al neon biancastra e due donne dietro una scrivania: facciamo i biglietti e io dico loro che sono residente a Palermo, pronta ad esibire la carta d’identità, ma con la gentilezza di un tir contromano, mi dicono che non conta nulla la mia residenza; insisto, è dal 2010 che è così, ma loro mi dicono che dalla settimana scorsa la convenzione è finita e mi invitano a leggere nella bacheca alle mie spalle, tra le tante carte, il provvedimento della Regione che ha interrotto il beneficio di cui volevo usufruire. Di cosa sto parlando? Facciamo un attimo un salto indietro. Il giorno prima mi ero ovviamente studiata tutto il percorso che avremmo fatto e avevo visitato anche il sito istituzionale della “galleria interdisciplinare regionale della Sicilia” per accertarmi degli orari di apertura e del giorno di chiusura. Alla pagina dei biglietti c’era, e c’è tuttora questa notizia, di cui io ero totalmente all’oscuro, ecco la foto:
Io non lo sapevo e voi?
Ma entriamo nel museo, senza che nessuno ci controlli il biglietto, d’altronde uscivamo dalla critpo-biglietteria! Prima sala: occorre munirsi di un foglio A4 plastificato nella propria lingua (solo italiano e inglese, eh!) e leggere cosa stessimo ammirando, aguzzando la vista per potere decifrare le targhette, piccole e ingiallite dal tempo, accanto ai pezzi museali. Seconda sala: Trionfo della morte! Imponente! Ma bisogna comunque cercare il foglio illustrativo; e quando non c’è? Niente, si guarda e si passa avanti! Come nella terza sala: ceramiche spagnole, di cui è mancata ogni descrizione. Nella quarta sala si trova il busto di Eleonora d’Aragona (il suo profilo è servito per fare i pilastrini di ceramica colorata del foro italico): capolavoro! Qua le uniche descrizioni rimaste erano quelle in inglese, ma noi ce la caviamo lo stesso. Seguono molte altre sale, in cui a volte mancava il foglietto con le descrizioni, a volte nella cartella si trovava quello della sala precedente lasciato distrattamente da un altro turista. Al secondo piano ci sono trittici lignei, enormi croci e il sistema di lettura delle opere è lo stesso! Ma eccoci alla sorpresa, la sala dove si trovano 4 dipinti di Antonello da Messina tra cui la famosissima Annunciata! La sorpresa dove sta? Che per questa sala e queste opere non c’è nemmeno lo squallidissimo foglietto plastificato a farci da guida! Nulla! Anzi, addirittura manca la targa che identifica il ritratto con la donna dal velo azzurro come la più famosa opera dell’artista! L’opera è posta davanti la finestra “collocata di sbieco rispetto alla vicina finestra e i pannelli mobili con i tre Santi Dottori della Chiesa per “far risaltare la luce tutta italiana, dolce e diffusa che le avvolge”” [dal sito], peccato che il vetro posto a sua sicurezza rifletta la luce!!! La parete dietro è vuota, poteva essere usata per descrivere le opere, parlare dell’artista…Nulla!
La sala seguente offre lo spettacolo del Trionfo della morte dall’alto, ritenuto dallo stesso Scarpa il miglior modo di fruirlo, data la grandezza dell’affresco, ma le descrizioni sono rimaste sul fogliettino plastificato nella seconda sala, al piano di sotto…!
Terzo piano: opere rinascimentali e dei periodi successivi, tra cui un quadro di Pietro Novelli che rappresenta la Cena in Emmaus di Caravaggio, ma dopo il secondo piano anche i foglietti illustrativi non esistevano più…
Io non credo di avere viaggiato tanto, soltanto un po’ e solo in Europa, eppure ho trovato che molte sono le cose da ripensare:
- Al turista non viene detto nulla su palazzo Abatellis;
- L’allestimento di Carlo Scarpa, risalente al biennio ’53-’54 andrebbe parzialmente rivisto, quanto meno rimodernato, i fogli plastificati sono indecenti;
- Totale assenza di audioguide in più lingue;
- Totale assenza, anche davanti le opere di maggior pregio, di panche, senza schienale, per potere ammirare con calma i capolavori che si hanno difronte;
- Non esiste un bookshop (andate sul sito: c’è la voce e la pagina candidamente ammette che il servizio non è attivo!), la mia amica era rimasta incantata dall’Annunziata, ma non ha potuto prendere un poster, una calamita, una matita, una cartolina…
- Neanche a parlarne di una caffetteria! E vi assicuro che il museo è immenso! Tanto che i miei ospiti sono rimasti sbalorditi dal numero di opere tutte concentrate in un unico museo, soprattutto poiché non si trattava degli Uffizi o dei musei vaticani… e Palermo non è, ahimè, un polo turistico del calibro di Milano, Venezia o Roma… Ci saremmo volentieri seduti a sorseggiare qualcosa e mangiare un cannolo o una fetta di torta…
Il museo è regionale, quindi non di competenza del Sindaco di Palermo, eppure il primo cittadino potrebbe pretendere che un polo culturale della città come questo, venga gestito meglio e in maniera da accogliere i turisti e non cacciarli via! Non voglio e non posso credere che non si possa aprire un dialogo con l’Assessore regionale al turismo! Il museo per 3 opere è rinomato: Trionfo della morte, busto di Eleonora e Annunciata, eppure non hanno alcun rilievo così come sono collocate.
Inoltre anche per quanto riguarda la città, grandi e gravi sono le pecche: cartellonistica assente, infopoint chiusi (i casotti blu, quello di piazza Marina per esempio…), allestimento informativo ridicolo, assenza di circuiti turistici (sacro, arabo-normanno, liberty, museale), assenza di biglietti cumulativi o tourist-card che contemplino anche l’uso dei mezzi pubblici (a Parigi si chiama Paris-visite), i turisti che sbarcano con le crociere e hanno poco tempo per girare, sono allo sbando…
Per dovere di cronaca il tour è continuato verso lo Spasimo dove ha sede la fondazione Brass group: nessun biglietto, nessuna indicazione, nessun percorso per andare sul bastione e godere del giardino che sembrava abbandonato; e infine a s. Francesco, dove la piazza, pedonale, includeva al suo interno almeno 6 automobili posteggiate per lato…
Siamo alla fine di giugno e a breve torneranno gli ispettori dell’Unesco per verificare che Palermo possa rientrare nell’elenco dei siti protetti assieme a Cefalù e Monreale (già ammesse) per il suo patrimonio arabo-normanno, è doverosa una domanda su questo argomento: ma Palermo e la Sicilia in che modo intendono proporsi come meta turistica?
Squallore e desolazione.
Del resto siamo quelli che utilizziamo i musei per piazzare gli ex detenuti..mentre nel resto del mondo i custodi di un museo sono persone preparate, competenti e in DIVISA!!
E’ inaccettabile vedere il degrado di certi custodi avanzi di galera, malvestiti, con barbe incolte e sigaretta in bocca “i menzu latu”, oppure donne agghiaccianti eccessivamente truccate e con tacchi a spillo, e perennemente al telefono al grido di PRAAANTOO GGIOOOIAAAAA!!!!
Per non parlare delle lingue parlate da certi soggetti…..in genere ausetano…al massimo palermitano generico.
A volte riconosco la buona volontà di alcuni….sopratutto quelle macchiette che cercano di dire parole in inglese.
Insomma…..per una città d’arte come Palermo (perchè Palermo E’ una città d’arte), per una città che ha nel turismo la sola speranza di sopravvivenza….davvero una situazione al di fuori di ogni logica
Il degrado di questa situazione è
Sotto gli occhi di tutti…di quella parte del mondo che ahimè sceglie Palermo come meta, paga e pretende com’è giusto che sia!
Io ho avuto la fortuna di poter viaggiare molto, ed è inutile che ci prendiamo in giro.
Siamo anni luce lontani dall’organizzazione di qualunque altra città non solo europea, ma anche italiana. Forse anni luce è troppo poco.
In una città normale un monumento è indicato OVUNQUE, non si deve cercare. Ci si arriva in modo naturale pur non conoscendo minimamente la città.
Ci sono iscrizioni chiare ovunque, c’è il bookshop, c’è la possibilità di acquistare audioguide, c’è personale competente in divisa.
Ricordate quell’articolo sui “beni culturali che fanno acqua da tutte le parti?”
Irexia ha trovato riscontro pratico su quanto sia ridicolo tutto il sistema.
Non esiste coordinazione tra chi emette ordinanze e chi deve aggiornare i siti internet, non c’è volontà di migliorare il servizio offerto neanche a parlarne vagamente. Stanno quasi tutti seduti negli uffici con l’aria condizionata ad aspettare lo stipendio.
Nessuno si è mai curato di come le cose dovrebbero cambiare, eppure i nostri burocrati viaggiano tanto ed ogni giorno mi chiedo come facciano a non vergognarsi di come gestiscano le cose da noi. Fossi io che ne dovrei rispondere preferirei sprofondare dieci metri sotto terra.
Mi ha fatto riflettere tanto “la gentilezza di un tir contromano”.
Sappiate che i custodi dei musei, quelli competenti con tanto di diploma turistico, conoscenza delle lingue e professionalità richiesta
sono in costante calo. L’ultimo concorso risale al 1992. Adesso cominciano ad andare tutti in pensione e tutto va in malora.
Forse il perchè lo sapete già.
Tutti i nuovi lavoratori assunti sono i PIP e le ex dipendenti Spatafora.
Massimo rispetto al livello personale per queste persone, ma va da se che a causa del lavoro precedente che svolgevano, non conoscono le lingue straniere, non hanno le conoscenze adeguate per effettuare un lavoro a contatto con il pubblico…
Ed ora gli errori si pagano cari. I professionisti vanno in pensione (o quantomeno essendo rimasti in pochi effettuano per lo più il turno notturno) e tutto torna in mano ad incompetenti (perchè nessuno gli ha mai dato istruzioni sul lavoro che devono svolgere).
Catania, Siracusa, Ragusa sono avanti anni luce rispetto a Palermo. Andare in Sicilia orientale è come visitare un’altra regione. Siracusa poi, Ortigia in particolare, è veramente un fiore all’occhiello, anche se ancora tanto può essere fatto. A Palermo non c’è progettazione, il centro storico è allo sbando, la grande ristrutturazione, COME VOLEVASI DIMOSTRARE, è stata solo una speculazione immobiliare, prova ne è che nessuna isola pedonale è stata realizzata (quelle esistenti non sono isole pedonali, se sostenente il contrario è ovvio che avete viaggiato poco, anche solo per andare dall’altro lato dell’Isola). Il centro storico di Palermo potrebbe essere veramente un gioiellino, basterebbe volerlo…
@Andrea
E’ quello che stavo per scrivere. Oserei dire che quella parte della nostra isola detiene ancora i sapori, i colori, le tradizioni, la cultura, l’ospitalita’, il decoro e le bellezze paesagistiche che ormai dalle nostre parti (e non solo) si sono completamente perse.
Organizzativamente parlando, siamo in un altro pianeta.
Sottolineerei un’altra volta la totale assenza di biglietti cumulativi o tourist-card, ormai esistono in quasi tutte le città d’Europa.
Essendo studente in lingue ho molti amici stranieri che vengono a trovarmi e, per visitare le più importanti attrazioni, si spende più di quello che si pagherebbe a Londra, Parigi o Amsterdam (città visitate con la city card) ora esistono questi “pseudo circuiti” ma vi siete fatti un conto, quanto bisogna spendere per visitare Palazzo dei Normanni, Castello della Zisa, Galleria d’Arte moderna, San giovanni degli eremiti, La cuba etc etc? Io, da studente, ho speso fin troppo, figuriamoci i turisti dai 25/26 anni in su.
E’ tanto difficile creare una carta dei musei/chiese per il turista? (che contempli anche l’uso dei mezzi pubblici, come ha ben detto @Irexia)
Comunque, per quanto riguarda i fogli illustrativi A4 plastificati, sono presenti in numerosi musei d’Europa, recentemente li ho visti anche al museo Ca Rezzonico di Venezia e non li ho trovati “squallidi”, ovviamente non erano solo in inglese e italiano ma anche in francese e tedesco (Palermo è strapiena di turisti francesi e tedeschi) chi voleva poteva anche noleggiare le audio-guide ma anche queste hanno un prezzo.
Credo che Palermo sia davvero purtroppo una isola infelice, come scriveva qualcuno ci sono posti in Sicilia dove le cose funzionano molto meglio, Ortigia su tutte, ma non solo …
A Palermo invece si deve davvero fare tantissimo lavoro.
Non ci si accorge di cosa si dispone e come invece il nostro patrimonio è del tutto sottovalutato.
Fare una card che consenta ai turisti e non solo di poter entrare nei vari musei e non solo e utilizzare i mezzi pubblici sarebbe la prima cosa da fare, ma a questo deve seguire una politica di valorizzazione del nostro patrimonio architettonico ed artistico che manca del tutto.
Ha ragione chi scrive che questi posti non possono essere lasciati nelle mai di ex galeotti, che non hanno la più pallida idea di quello che fanno ma questo è lo specchio della città e dell’amore che essa ha di se.
Ci sarebbe tantissimo da fare, ci sarebbero tantissimi posti di lavoro che potrebbero crearsi se tutti questi luoghi unici fossero “sfruttati”a dovere.
Con il merchandising si possono creare tante occasioni di lavoro, con luoghi di ristoro che ti consentano di scoprire la città anche da angoli insoliti. Un esempio è la terrazza della Rinascente, ma sembra che Palermo sia cieca a tutto questo.
Il modo di procedere del recupero del centro storico è stato fatto senza una reale regia, ma solo affidandosi all’iniziativa privata che ha come unico scopo quello di mercificare le operazioni.
Non si può pretendere che il centro storico si rinnovi, se poi il comune non ha alcuna idea per rendere il centro degno del termine … Invece cosa si vede?
Solo operazioni immobiliari, scollegate l’una dall’altra senza nessuna di questa che sia pensata per rendere servizi , spazi alla città … E’ davvero triste, ma credo che Palermo ha davvero dei seri limiti a livello culturale, e in grande parte abitata da egoismi che ne fanno uno città poco vivibile
Mi ricollego al discorso di cirasadesigner sul centro storico.
Condivido in pieno il discorso sul progetto in se, che non ho mai visto. Anzi, ho avuto sempre l’impressione di qualcosa di frammentato e poco programmatico, aleatorio e non definito perche’ affidato all’iniziativa di molteplici privati.
Un progetto organico, che prevedesse inserimenti di verde, aree pedonali, strutture di parcheggio, wifi coverage diffusa, pannelli informativi, aree di ristorazione e di toiletta pubblica, un progetto vero insomma, integrato e serio non si e’ mai visto. Non esiste un percorso tra i musei, non esistono trasporti integrati e alcuna progettualita’ circa offerte artistiche. Con i crocieristi, con le strutture alberghiere non esiste un piano di collaborazione, non si organizzano mostre, concerti, non si restaura e non si abbatte cio’ che si puo’. E’ tutto disorganizzato e aleatorio.
Un progetto serio non e’ mai stato presentato. Il restauro fine a se stesso e’ importante, ma andrebbe innestato in un progetto piu’ ampio, dai risvolti commerciali, artistici e culturali , multimediali e anche tecnologici, in genere di grande impatto.
Ma se ci affidiamo sempre ai soliti inetti e incapaci, i soliti ciarlatani, cosa ci aspettiamo??
PS: come Irexia, spesso mi e’ capitato di ricevere ospiti o che amici miei si trovassero a Palermo per i fatti loro. Ho dovuto preparare io i percorsi su google maps (che ci vuole a fare un portale serio????)
https://www.palermotoday.it/cronaca/biglietto-unico-destinazione-palermo-quattro-monumenti-video.html
Incredibilmente alla data astrale del 13 luglio 2024 l’università di Palermo elabora un biglietto cumulativo, una guida pop e accattivante per i turisti che sbarcano dalle crociere e hanno poco tempo per vedere la città.
Ne avevo parlato io, che sono una semplice cittadina, ben 10 anni fa raccogliendo le idee che la mia esperienza di viaggiatrice aveva notato.
Mi verrebbe da dire “meglio tardi che mai” e invece penso solo che a gestire la res pubblica ci sia gente terribilmente vecchia, disinteressata quando non addirittura incapace…