Lo scorso 11 Gennaio 2018, un gruppo di ciclisti urbani ha percorso le vie del centro alla ricerca di una soluzione ciclabile. I ciclisti erano: l’Assessore alla Mobilità Iolanda Riolo, l’ Ing. Domenico Caminiti con un suo collaboratore, l’Arch. Silvana Chirco, funzionario dell’ufficio traffico, l’Arch. Chiara Minì, presidente di Fiab Palermo Ciclabile, l’Arch. Antonino Daniele Panzarella, vicepresidente Fiab, Antony Passalacqua, vicepresidente di Mobilita Palermo, Giovanni Guarneri, presidente di Ciclabili Siciliane.
A Dicembre 2017 infatti, L’Assessore Riolo ha voluto la creazione di un tavolo tecnico permanente con il fine di risolvere in maniera pratica e puntuale le necessità e le problematiche che si evidenziano nella mobilità ciclabile a Palermo, concertando direttamente con i portatori di interesse le soluzioni pratiche alle urgenze sulla mobilità a Palermo.
Uno dei punti chiave da risolvere è l’eliminazione definitiva della corsia ciclabile posta in via Maqueda, che ricordiamo essere attiva solo dalle 7 alle 10 del mattino, in condizione di carrabilità.
In previsione di una totale pedonalizzazione della strada, urge la cancellazione di una pista che in questi mesi ha creato solo dissapori e continue divergenze tra pedoni e ciclisti. Ma non si escludono neppure interventi/soluzioni su via Roma con la realizzazione di una pista ciclabile bidirezionale, valutando gli attuali flussi di traffico e la presenza di due corsie preferenziali per bus.
Senza inserire una condizione di promiscuità con la corsia dell’autobus, FIAB Palermo ha proposto la ricerca di una “terza via”, ovvero una linea percorribile posta tra via Maqueda e via Roma che possa essere una strada preferenziale ad uso ciclabile.
In sella alle nostre bici ed alle BiciPa Bikesharing, abbiamo materialmente percorso il tracciato proposto per verificarne la fattibilità e le necessarie modifiche, inserimenti di segnaletica ed inversioni di sensi di marcia.
La Ciclabilità a Palermo è possibile e necessita di essere semplificata e normata. E dall’incontro di stamattina, sembra che tutti i presenti abbiano apprezzato il percorso per la praticità e la perfetta predisposizione ad essere proposto anche come percorso cicloturistico.
E lo ammettiamo: ci siamo ritrovati ad alzare il naso continuamente per godere di ciò che Palermo ci regala in ogni angolo remoto e ci siamo anche divertiti!!!
Rimanete sintonizzati dato che si preannunciano novità, incrociamo le dita!
Foto: D. Panzarella, 14/01/2018
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Qual è il percorso proposto? E per la ridicola pista su via Libertà è stato detto niente?
Giusto soddisfare la mia curiosità di “ciclista urbano”, quale sarebbe questo tracciato proposto come “terza via”?
Mi sono posto la stessa domanda quando ho letto della ““terza via”, ovvero una linea percorribile posta tra via Maqueda e via Roma che possa essere una strada preferenziale ad uso ciclabile.”.
Mi sono venute in mente le traversine fra Maqueda e Roma. Forse intendono, che so, Via Napoli? Via Spinuzza? Via Bari? Via Calderai? Perché queste sono le linee percorribili fra Via Maqueda e Via Roma.
Esattamente. A me l’idea di un percorso tortuoso affascina, sempre che l’intenzione sia quella di renderlo veramente ciclabile, ovvero non limitandosi a corsie striminzite costellate di buche e delimitate da cordoli facilmente superabili dal palermitano medio SUV-munito.
In effetti l’espressione “posta tra via maqueda e via roma” lascia pensare ad una via alternativa, ma non esiste una parallela tra le due vie, quindi o si tratta di un uso promiscuo di entrambe le vie (un circuito che vada in un senso in una strada e in senso opposto nell’altra) oppure un’alternativa completa (Es. una pista ciclabile che partendo da via Garibaldi, prosegua poi lungo via Paternostro, Vucciria, Piazza San Domenico, Via Gagini e così via).
Ad ogni modo, immagino che ne sapremo di più nei prossimi giorni!
La soluzione per via Maqueda è l’abolizione dell’attuale pista ciclabile, ma consentendo ai ciclisti di percorrere l’area pedonale in sella alle proprie bici, a due condizioni ben precise, velocità limite di 10km/h (e comunque mai tale da creare pericolo) e precedenza, SEMPRE, ai pedoni!
e i ciclisti come la controllano la loro velocità se le bici non hanno il tachimetro???
i ciclisti non possono essere multati per eccesso di velocità perché nelle bici non è previsto l’obbligo di montare dei misuratori di velocità, obbligo che c’è sui mezzi a motore….
Ok, quindi cosa suggerismi?
di rispettare il codice della strada.
Allora imponiamo una soluzione semplice semplice. Divieto assoluto per le bici di passare da via Maqueda.
ma delle piste ciclabili serie come si fanno nel resto d’europa ? di pista ciclabile quella di via maqueda aveva solo il nome per il resto il nulla.
Diciamo che nel resto d’Europa i centri delle città sono tutti pedonali ed i problemi delle piste ciclabili non sussistono. Le piste sono semi-centrali, periferiche, extra-urbane.
Quanto a via Maqueda basta spesso un po’ di buon senso ed evitare la pretesa di correre in bici. Ma sinceramente da nessuna parte al mondo esiste una pista dentro l’isola pedonale.
Per esempio a Berlino vige un’ordinanza che impone ai ciclisti di passare a piedi con bici al lato nelle zone pedonali.
prima di sperimentare altre piste ciclabili non sarebbe meglio manutenzionare quelle esistenti oltre che raccordarle tra loro evitando la pessima idea di proporle sui marciapiedi? ho notato che su via notabartolo altezza ponte ferroviario esiste il cartello sul marciapiede (ma non tracciato ed evidenziato) di pista ciclabile e pedonabile ma all’altezza di via giordano finisce nel nulla; così come via libertà ecc.;
vanno fatte entrambe le cose. le piste ciclabili vengono fatte sul marciapiede quando questo è largo a sufficienza. questa soluzione permette di evitare sportellate, cordoli scassati e spazzatura lungo il percorso. in via dante la pista fa schifo. l’idea di estender questo modello a tutta la città non mi piace. secondo me il marciapiede andrebbe allargato e trasformato in pista ciclabile a sinistra del filare dei ligustri, e abolita la sosta su tutta la strada. tutte le piste, come dici tu, vanno collegate e uniformate, nel senso che devono sembrare tutte simili ed essere accessibili (senza dissuasori). i percorsi al momento sono continuamente interrotti da ingressi del porto, pompe di benzina, ecc. queste non sono piste ciclabili, ma soldi buttati per ammattonare pezzetti di merciapiedi.
quanto a via maqueda, va bene percorrerla a bassa velocità.
spiegateci il percorso alternativo.
“una linea percorribile posta tra via Maqueda e via Roma che possa essere una strada preferenziale ad uso ciclabile” : in poche parole verrà utilizzata la TBM Marisol. Non vedo altra possibilità.