In tutte le più grandi città del mondo, il riammodernamento o la riqualificazione delle infrastrutture, è spesso l’occasione per ripensare l’intero tessuto urbano. Ciò avviene quando le nuove opere determinano l’abbandono all’utilizzo infrastrutturale di vaste aree, che vanno necessariamente reinserite, in maniera armoniosa, all’interno del tessuto urbano circostante. In tal senso Seul come Madrid, Amburgo come Boston e tante altre città al mondo, hanno sperimentato positivamente alcuni ponderosi interventi di riutilizzo di aree dimesse, con conseguente recupero e riqualificazione di territorio urbano, oggi destinato a servizi per i cittadini.
Basti solo pensare, ad esempio, al progetto “Big Dig” di Boston, dove è stata “interrata” un’autostrada urbana, l’interstate 93, per 5,6 km in pieno centro cittadino, creando spazi in superficie che hanno consentito di dotare la città americana di una lunga sequenza di aree verdi perfettamente integrate nel tessuto urbano.
Nella nostra Palermo, la realizzazione del passante ferroviario, vale a dire il raddoppio con interramento della linea ferroviaria che collega la Stazione centrale con l’aeroporto Falcone-Borsellino e la provincia di Trapani, attraversando in lungo la città, rappresenta a pieno titolo una di queste occasioni. La nuova destinazione urbanistica delle aree che si libereranno in superficie, prima occupate dalla linea ferroviaria e dalle stazioni, può dare vita ad una riqualificazione di più ampio respiro: un’occasione per dotare il tessuto urbano circostante di quei servizi a tutt’oggi mancanti. Ci si aspetterebbe quindi che il progetto in fase di attuazione prevedesse qualcosa del genere, avendo l’Amministrazione pubblica colto l’occasione per dotare aree importanti della nostra città non solo di una nuova e più efficiente infrastruttura di trasporto, ma anche di ambiti urbani degni del XXI secolo.
Purtroppo non è così: la Delibera di Consiglio Comunale (n° 524 del 05/08/2010) che approva la variante con la quale si prevede l’interramento della linea, ha rimandato tutto ad un “accordo di programma” da stipulare tra comune a RFI. Vale a dire: intanto approviamo l’opera “nuda e cruda”, al resto poi ci pensiamo. Un buon modo di operare, se si vuole accelerare la realizzazione di un’infrastruttura pubblica che abbiamo aspettato tanto. Pessimo modo, se è vero, come è vero, che a distanza di tanti anni non esiste traccia di questo “accordo di programma”! E poco importa se nella stessa delibera si legge che tutto questo doveva avvenire “prima dell’inizio dei lavori”!
Vale la pena rammentare che il previsto “accordo di programma” è un documento tecnico-amministrativo niente affatto semplice,che prima della sua effettiva attuazione deve passare attraverso tavoli congiunti, condivisione degli organi di tutela, approvazione dei responsabili tecnici e degli Enti coinvolti, finanziamento ed appalto: quanto basta per prevedere, molto facilmente, dopo l’apertura all’esercizio del passante, il totale abbandono, per molti anni, delle aree ex ferroviarie in cui attualmente risiede il cantiere.
Nella speranza che chi di dovere, segnatamente il Comune, si dia finalmente una mossa, è giusto aprire una riflessione complessiva sull’opportunità di riqualificazione urbana che il Passante rappresenta. Opportunità da non perdere, se è vero, com’è vero, che lo sviluppo della nostra città, soprattutto nei decenni del boom edilizio, non ha realizzato esattamente i canoni urbanistici della città ideale, seguendo più spesso i criteri della speculazione edilizia. Ciò ha comportato l’attuale diffusa carenza di servizi, di aree ad uso pubblico e di verde attrezzato associata all’eccessiva densità abitativa. La presenza di assi viari di dimensioni insufficienti e configurati in maniera inefficace rispetto ai principali flussi di traffico completa il quadro complessivo, a cui non sfuggono le aree attraversate dal passante. In tal senso, è particolarmente significativa la condizione dei quartieri residenziali di Resuttana e San Lorenzo, maggiormente interessati dall’operazione di “interramento” della linea ferroviaria.
Proprio dagli assi viari si può partire per comprendere quanto possa essere importante il riuso dell’ex sedime ferroviario per allocarvi un nuovo asse stradale, ipotesi invero prevista dalla citata Delibera 524/10 del Consiglio comunale. In tal senso è possibile realizzare una nuova arteria che, in prolungamento con viale delle Alpi, realizzi fino a via Tranchina un asse di penetrazione urbana che va ad affiancarsi all’asse Strasburgo-Empedocle Restivo-Sciuti-Terrasanta, da una parte, ed alla Circonvallazione dall’altra, come sintetizzato nell’immagine.
Un nuovo asse viario (in rosso) che, per gli spazi ricavati, può essere tranquillamente configurato a due carreggiate e che completa la maglia principale della zona nord: esso consentirebbe una valida alternativa agli assi sopra citati che, come sappiamo, soffrono di una costante condizione di intasamento nelle ore di punta. Gli assi trasversali (via Tranchina, Francia e De Gasperi) possono garantire i necessari travasi di flussi di traffico da e verso la nuova arteria.
Lungo questo nuovo asse viario ed il sottostante passante ferroviario, troviamo alcune aree degne di una “rivisitazione” nell’ambito di questa nuova dotazione infrastrutturale, evidenziate in planimetria.
Il caso più “macroscopico” è quello più a settentrione e riguarda l’area industriale realizzata attorno al vecchio scalo di S. Lorenzo Colli. Area che, a parte qualche rara eccezione, sostanzialmente non esiste più, tanto da rendere ormai superflui i tanti raccordi ferroviari una volta attivi. Il caso della Keller è clamoroso: dove una volta risiedeva una florida fabbrica di rotabili ferroviari, oggi ci sono soltanto capannoni abbandonati che ricoprono un’area di ben 30 ettari. Accanto a questi, altre aree del tutto inutilizzate, attualmente ricettacolo di rifiuti e degrado di ogni tipo; il tutto nel bel centro di un quartiere residenziale tra i più pregiati della città. Solo in parte la vecchia zona industriale ha dato luogo a riutilizzi di tipo commerciale (Auchan, Brico center) o amministrativo (Assessorati regionali). In adiacenza ad essa, troviamo anche enormi insediamenti militari (caserma Bichelli) che forse sarebbe il caso di delocalizzare, magari verso aree più periferiche se non del tutto esterne alla città, liberando territorio prezioso.
L’immagine, in tal senso, è significativa: siamo sicuri che non si può ripensare tutto questo comprensorio, che sarà servito da un sistema di trasporto ad alta capacità, in chiave più funzionale alla vivibilità ed allo sviluppo della città? Mancano forse le idee per pensare a strutture di servizio attualmente inesistenti che, come è successo in tantissime città del mondo, possono rilanciare lo sviluppo economico e sociale della città, nonché la sua immagine nel mondo? Parlo non solo dei “soliti” centri congressi, ma anche di aree a verde, centri espositive, uffici, oltre a viabilità (anche ciclabile) e parcheggi; in grado, peraltro, di ricucire due realtà per anni separate dalla “cortina” ferroviaria , come sono state il comprensorio di viale Strasburgo e quello di via Ugo La Malfa.
Analoghe riflessioni, in dimensioni nemmeno tanto ridotte, offre l’osservazione dell’area intorno alla fermata Francia, con l’enorme parcheggio realizzato per i mondiali ’90 e sempre abbandonato, oltre all’area della ex Dagnino ed a superfici verdi attualmente irraggiungibili e, quindi, impossibili da fruire per gli abitanti della zona.
Anche l’area circostante la fermata Belgio-De Gasperi può essere l’occasione per sfruttare alcuni spazi fino ad oggi pressochè inutilizzabili: in particolare, quelli compresi tra lo svincolo Belgio della Circonvallazione e la via Monti Iblei. Territorio urbano prezioso, reso irraggiungibile dalla particolare condizione dello svincolo, realizzato in sopraelevazione rispetto al “piano di campagna”, fra alti muri di contenimento, proprio per la presenza della ferrovia da scavalcare. Oggi che la ferrovia non c’è più, si può accedere agevolmente a quest’area, in grado di dare ossigeno, con parchi e giardini, ad una zona densissimamente edificata.
Chissà se all’interno dell’Amministrazione comunale qualcuno abbia mai pensato a questa enorme occasione per cambiare il volto della città, almeno nella sua parte settentrionale, oggetto, incredibilmente, di minori attenzioni rispetto ad altre gravitanti sul passante. Si pensi alle aree della ex stazione Lolli, sulle quali, almeno, sono stati elaborati interessanti progetti di riutilizzo.
D’altronde, se ancora non si è messo mano al famoso “accordo di programma”, figuriamoci quando si perverrà alla consapevolezza di questa grande opportunità di rilancio della nostra città, senza la quale l’intero progetto del passante, che tanti disagi ha causato e sta causando in fase di esecuzione, resterà una enorme occasione perduta. In tal senso non può consolare qualche previsione all’interno del nuovo Piano Regolatore Generale, attualmente in fase di redazione, dal momento che certi interventi necessitano di una pianificazione di dettaglio. Sarebbe opportuno, almeno, metter mano ad un Piano di Riqualificazione Urbana da redigere ai sensi della Legge 179/92, onde poter coinvolgere tutti i soggetti, pubblici e privati, interessati.
Sull’argomento è importante che tutti i soggetti a cui sta a cuore la nostra città facciano sentire la loro voce. Perché ritengo sia giusto che, finalmente, la nostra città esca dalla visione provinciale e limitativa che ha sempre avuto di sè stessa, raggiungendo la consapevolezza del proprio “status” di grande città europea, degna delle attenzioni che tale ruolo comporta.
L’intervento di cui si parla nell’articolo potrebbe essere il più importante per dare ‘respiro’ a una grande fetta della città. Purtroppo nello schema di massima del PRG, recentemente approvato dal C.C., non ho trovato indicazioni in merito, e neanche nelle opere previste nel Patto per Palermo. Capisco che è necessario un accordo con i proprietari delle aree (RFI). Credo che sia opportuno sollecitare il consiglio comunale.
…questa è un’altra fondamentale questione da sottoporre al Sindaco nella prossima intervista…
Ricordo qualche anno fa, passai da questa autostrada Intestates 93, che citi nell’articolo e lo stupore di scoprire come si potesse facilmente attraversare il centro di Boston, l’autostrada passa esattamente sotto il quartiere degli affari di Boston e sbuca su quel ponte che la connette con l’altra parte della baia, questo tunnel, insieme a quello realizzato per raggiungere l’aeroporto Logan, e lo spostamento del tunnel della metro 1 di Boston , ci dimostrano che nulla è impossibile.
Anche questo progetto ha avuto dei detrattori negli USA, per i costi elevatissimi, si parla di 15 miliardi di dollari in totale, ma il risultato ha ridato linfa al mercato immobiliare della più bella città americana, secondo me.
Quelli che erano quartieri stretti tra grattacieli e il porto, soffocati da una arteria sopraelevata in acciaio vecchio ed arrugginito…. è diventato uno dei parchi più belli della città, facendo incrementare i prezzi immobiliari della zona di 10 volte.
Come dice l’autore dell’articolo, con il passante si è persa un occasione di riassetto urbano, o almeno spero, si potrebbe cominciare a discuterne.
Le aree che citi, sono davvero interessantissime e mi farebbero pensare ad una trasformazione delle funzioni che attualmente hanno smesso di avere.
La caserma dell’esercito, insieme ai vecchi capannoni della Keller, potrebbero diventare un polo servizi di eccezionale valore, facilmente raggiungibili dal passante che lo interseca.
Si potrebbe provare a fare la stessa operazione che hanno fatto a Milano nelle ex fabbriche della Falck, diventato un polo di ricerca, residenziale e universitario.
La vecchia fabbrica Dagnino, potrebbe diventare il polo verde attrezzato di quella cittadella studentesca che si penso tanti anni fa di costruire al posto del parcheggio Francia, Una sorta di campus scolastico che concentrava una serie di licei, classico scientifico ed artistico. Si potrebbe realizzare questa infrastruttura e dotarla di attrezzature sportive che servirebbero al quartiere che ci gravita attorno. Io non dimenticherei anche di citare quello che potrebbe diventare un vero asse rigenerante della città, ovvero il Polo Notarbartolo che a questi poli si andrebbe a legare in maniera indissolubile.
In attesa che si muova qualcosa, non mi resta che guardare da lontano gli sviluppi…
https://www.google.be/search?q=big+dig+boston&client=safari&rls=en&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwiI08Df_pbQAhUD2xoKHXgsDPYQ_AUICCgB&biw=1152&bih=585#imgdii=qKS9KowE96ZvLM%3A%3BqKS9KowE96ZvLM%3A%3Big_yp4bXbb6SwM%3A&imgrc=qKS9KowE96ZvLM%3A
Siete andati a prendere Boston, (intervento peraltro bellissimo che ho avuto il piacere di vistare, ma che ha avuto tempi di costruzione biblici…) e vi siete dimenticati un esempio molto più vicino come Torino, forse anche migliore come paragone perché mentre il parco lineare di Boston interessa solo una zona della città, la Spina Centrale ha interessato diverse zone attraverso tutta Torino (un po’ come potrebbe succedere a Palermo). Senza contare che Torino è anche un esempio che progetti così si possono fare ANCHE in Italia. Bisogna volerlo.
…..guardo il “caso” Boston ed ho la dimostrazione di quello che ho sempre pensato….semplicemente mettendo una strada sotto terra una zona può RADICALMENTE cambiare faccia…. ma ovviamente a Boston ancora prima di mettere sotto terra la strada in questione già sapevano cosa avrebbero fatto e già di certo si erano procurati i soldi per realizzare la loro VISIONE…. al contrario guardo il “caso” Palermo è vediamo una situazione totalmente diversa…. ….non hanno GRANDI PROGETTI per quelle zone….. niente soldi e poche idee su come procurarseli…. Speriamo che il vento cambi….. perchè?
Ovvio: perchè le zone in questione potrebbero garantire nuove strade per diminuire il traffico… o magari potrebbero anche essere previsti parcheggi gratuiti, cosa non da poco in una città in cui è molto difficile parcheggiare…. o magari nuovi spazi verdi, cosa essenziale in certe zone della città…. o magari in alcune di quelle zone si potrebbero vedere nascere campetti di basket di quartiere…. un pò come in certe periferie di Boston…. o magari, ancora meglio, potrebbero essere luoghi dove fare arte all’aperto…. e mi viene in mente la Fiumara D’arte……
Insomma le possibilità sarebbero infinite, purtroppo è mancata una certa attenzione da parte della politica…. ma non vorrei che ora, SOTTO ELEZIONI, IMPROVVISAMENTE piovessero dal cielo fantomatici progetti per prendere in giro per l’ennesima volta gli elettori di turno…. Mi auguro, che almeno questa volta, ogni candidato sindaco si impegni seriamente a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale…. SIAMO STANCHI DI ESSERE PRESI IN GIRO!!! Troppo fumo e poco arrosto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
P.S ….Complimenti per l’articolo!!!!
mi permetto di dire due cose riguardo l’ex Dagnino, e la Caserma Bichelli, la prima è attualmente sede del Comitato della Croce Rossa di Palermo e dal 2013 ha cambiato destinazione d’uso da area industriale a civile, e nn credo sia facile espropriarla almeno fino al 2018 quando l’ente statale CRI nn ci sarà più e l’area verrà “girata” alla nuova associazione di promozione sociale della CRoce Rossa Italiana; per quanto riguarda la Bichelli negli anni 2000 il Ministero della Difesa a speso un bel pò di danaro per costruire i nuovi capannoni a nord dell’area ovvero compresa tra via della ferrovia e via Strasburgo alta, semmai potrebbero concedere l’area più a sud limitrofa all’ex area della Stazione S. Lorenzo dove ci sono due enormi capannoni in disuso e in abbandono, per l’ex area Keller daccordissimo perchè e ricettacolo di tossicodipendenti, nonchè di topi e piccioni… è cmq l’area più grande di tutto il quartiere in di+
….in una città normale sarebbero temi per concorsi internazionale di architettura…
L’articolo è da esaminare in quattro punti A) la piccola circonvallazione interna sarebbe utile se fossero realizzate delle opere accessorie quali: il ponte che colleghi la via imera con piazza indipendenza e il ponte sul fiume oreto in corrispondenza di piazza guadagna; B) alcuni tratti stradali di collegamento tra il viale strasburgo (viale non ancora definito) e via la malfa hanno solo bisogno di essere ultimati, in quanto già predisposti; C) i parcheggi da realizzare a coronamento delle stazioni ferroviarie sono indispensabili, la loro realizzazione in sotterranea con parco attrezzato sovrastante sarebbe la soluzione ottimale; D) le aree ex industriali, vanno riqualificate nella direzione delle aree attrezzate ludico sportive al coperto e non, in ambiente tipo parco, mentre le attuali caserme, a fronte della riduzione del personale militare e della delocalizzazione di alcune operazioni alle strutture civili, potrebbero dar luogo allo spostamento di strutture come VV.FF. e protezione civile al loro posto, assicurando una riattivazione delle strutture e un miglior uso, specie se consideriamo la loro vicinanza ai grandi assi viari (Borzacchelli stazione ai colli e 11° O.R.E. stazione notarbartolo).
Guardando più da vicino questa porzione di città che dallo svincolo Belgio, arriva fino alla stazione di San Lorenzo, passando per la fermata Francia, si nota davvero, quante occasioni si potrebbero sfruttare per rifare il look alla città, lato Nord.
La presenza di importanti infrastrutture come il Passante, l’Autostrada A29 che dallo svincolo Belgio inizia verso il trapanese, l’asse commerciale che si è sviluppato lungo la vecchia circonvallazione, odierna Via Ugo La Malfa, si potrebbe ridisegnare il tutto rendendolo funzionale e sopratutto attrattivo per vari investimenti.
Colgo l’idea della caserma dei pompieri, considerando assurdo che la stessa non sia ancora stata delocalizzata dal centro, e considerando che la parte nord della città non sia servita da questo servizio… Se non ricordo male, ci sta una caserma a Brancaccio che in qualche maniera garantisce il servizio per la parte sud di Palermo.
Pubblico questa immagine, per farvi vedere cosa hanno fatto a Charleroi, una città di poco più di 200.000 abitanti che diventano il doppio nella agglomerazione urbana…
http://www.lesoir.be/1104783/article/actualite/regions/hainaut/2016-01-27/charleroi-pas-voirie-express-pour-pompiers
Si potrebbe pensare qualcosa di simile nelle aree dismesse presenti in questa zona, Ex Dagnino per cominciare, e poi puntare sui servizi come dicevo nel precedente post, sopratutto cercando di sfruttare tutte quelle strutture militari, che non hanno più nessuna ragione di esistere, sopratutto dentro la città.
Per finire, una curiosità, ma quell’immobile di almeno 7/8 piani che sta accanto Papino… È ancora in stato di abbandono? Quante funzioni potrebbe assolvere se fosse ben sfruttato, penso ad uffici regionali, penso a servizi comunali… penso ad un hotel che potrebbe servire una zona della città sprovvista di questo genere di servizi, facilmente raggiungibile dall’aeroporto…