Palermo – Sembra cominciare a entrare nel vivo il dibattito locale politico circa la mobilità post Covid-19. Ne abbiamo giusto dibattuto un paio di giorni in un’intervista con Matteo Dondè sui possibili scenari che si presenteranno nelle nostre città come conseguenza delle nuove norme sul distanziamento, negli spostamenti quotidiani e quali strategie adottare. Tanti sono gli spunti e le idee da attuare anche nel breve termine.
E proprio ieri pomeriggio durante una riunione del consiglio comunale svoltasi in teleconferenza, si è dibattuto su un paio di ordini del giorno proposti dalla Commissione Urbanistica. Odg scaturiti dopo l’audizione di un’associazione Fiab tenutasi la stessa mattina in Commissione Urbanistica e incentrati sulla mobilità dolce. E riportiamo qui di seguito copia di entrambi gli atti discussi.
Ottimi i propositi e fa sempre piacere che la politica ne discuta e prenda provvedimenti verso questi temi. I due odg sono passati entrambi, fra favorevoli, astenuti e qualche malumore. Qui il video.
Ci sembra però doverosa qualche precisazione da fare circa le proposte indicate nel secondo odg.
Si parla di ufficio biciclette, ma è alquanto strano che in commissione nessuno abbia fatto presente che tale organo esiste già. Dal Piano della Mobilità Dolce: “L’Ufficio Biciclette del Comune di Palermo è stato creato già a partire dal 2010, quale parte integrante dell’Ufficio oggi denominato Ufficio del Piano Tecnico del Traffico – U.O. Gruppo Mobilità.”
E qui vi riportiamo un nostro articolo dove oltre a illustrare le funzioni dell’ufficio biciclette, abbiamo lamentato la non funzionalità. Badate bene alla data…
Le domande che ci poniamo: anziché dibattere e dedicare tempo a un qualcosa che già esiste, perché non farlo invece funzionare o mettere personale apposito che ne assicuri le piene funzionalità?
E inoltre, coerentemente con questi propositi sarebbe più opportuno approvare la Consulta delle Biciclette ferma da due anni all’ordine del giorno in Consiglio Comunale e in attesa di prelievo e approvazione. Un organo pienamente partecipativo il cui documento aveva già fatto tutti i passaggi (con esito positivo) necessari fra Commissioni e Ragioneria e approdata infine in Consiglio.
Insomma, entriamo nel merito di cose concrete.
Infine circa la proposta di ampliamento del periodo gratuito del bike sharing attualmente pari alla prima mezz’ora di utilizzo, vi invitiamo a fare una pedalata di 30′. E’ un invito rivolto a chi non è utente abituale della bicicletta: senza dover correre, a un’andatura normale e verificate la distanza percorsa in questo arco di tempo.
Trenta minuti possono essere un tempo relativamente breve ma scoprirete cosa sono realmente le distanze da un mezzo alternativo alla vostra auto. Perché la bicicletta è da considerarsi un mezzo di trasporto a tutti gli effetti, non solo rivolto allo svago.
Ad ogni modo non sarà sufficiente il solo incentivare l’utilizzo del bike sharing se non accompagnato da interventi di moderazione del traffico.
Per farvi un banale esempio, non c’è alcuna correlazione fra il voler incentivare l’uso delle biciclette e l’abrogazione della ztl diurna. Sono due cose completamente opposte.
Ho sempre pensato che la scuola, fin dai primi livelli, dovrebbe essere il luogo dove infondere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto anche per raggiungere giornalmente la scuola, come fanno gia in altre nazioni come la Danimarca e al contempo insegnare il codice della strada come altre materie indispensabili per la formazione dell’individuo.
Sbadatelli…
Personalmente trovo che il primo ostacolo all’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto sia l’incertezza di trovarla là dove l’hai lasciata e nelle stesse condizioni: legare il telaio ad un palo (credo che il codice della strada non contempli questa possibilità) non garantisce affatto di trovare ancora la sella o una ruota, se non la bicicletta stessa…
Per incentivarne l’utilizzo allora trovo che sarebbe opportuno che i parcheggi pubblici custoditi o quelli degli uffici, anche privati, o ancora i cortili interni con accesso esclusivo del solo personale, prevedessero appositi stalli per le biciclette.
Ad Amsterdam come nel sud dell’Inghilterra ho visto, rispettivamente davanti e dentro le stazioni ferroviarie, grandi e organizzati parcheggi per la “due ruote a pedali”; guardando in Italia, l’Emilia Romagna è all’avanguardia (per un esempio vedasi la stazione dei treni di Bologna con una velostazione che contempla anche un’officina).
Insomma mi sembra di poter dire che l’Ufficio biciclette ha già tanti spunti da approfondire 😉
Come ho scritto in precedenza ciò che prima del virus era un vantaggio adesso diventa un limite e un problema;la metropolitana è uno dei veicoli privilegiati per la diffusione del virus,il fatto che a Palermo e in generale in sicilia ci siano solo autobus e qualche tram ci pone in condizione di enorme vantaggio rispetto al nord.
Il piano di sicurezza per i trasporti a Palermo è molto semplice : 1) Provvedimento principale :mettere il controllore (tipo anni 60 quando il biglietto si faceva a bordo) su TUTTE le linee degli autobus , del tram e del passante ferroviario e già questo risolve quasi del tutto il problema.A palermo, per mia esperienza personale ,esiste un’enorme differenza numerica sul 101 di passeggeri nell’ora di punta con o senza il controllore presente 2) Incentivare l’utilizzo delle biciclette e monopattini anche in bikesharing con adeguata campagna pubblicitaria e abbassando le tariffe 3) Incentivare il più antico mezzo di trasporto conosciuto cioè la camminata a piedi che fa anche molto bene alla salute e non costa niente.