Vi avevamo annunciato l’inizio dei lavori per la nuova pavimentazione alla stazione centrale.
I lavori sembrano andare spediti, dato che la data di consegna è fissata per il 17/02/2020.
Manca da completare la parte che va dalla biglietteria (la parte iniziale) fino all’uscita per piazza Cupani o binario 10.
Per la pavimentazione hanno utilizzato una marmo lucido, che si rispecchia bene con l’ambiente circostante.
Dopo tanti anni di lavori al rilento la nostra amata Stazione Centrale sta rientrando negli standard italiani, certo mancano altri dettagli per completarla… Di seguito un collage di foto.
sembra scivolosissimo
Effettivamente l’altro giorno passavo da li, il pavimento era leggermente bagnato e mi è sembrato abbastanza pericoloso. speriamo che nessuno si faccia male.
Anche io ho pensato lo stesso, anche se spero vivamente che sia solo un effetto visivo: posizionare una pavimentazione fortemente sdrucciolevole in una struttura pubblica aperta al pubblico sarebbe un esempio di sperpero di denaro pubblico
Se pur lentamente i lavori alla stazione centrale di Palermo proseguono.
@Mobilita, un tempo esisteva un progetto per una copertura parziale dell’area commerciale nella zona treni questa copertura oltre la proteggere la zona commerciale (progetto fallito miseramente) avrebbe dovuto proteggere anche i passeggeri in transito verso altri binari.
Si sa nulla se verrà realizzato ?
Molto bello esteticamente, spero sia anche funzionale e che bagnato non abbia l’attrito di una lastra di ghiaccio (cioè quasi 0).
La normalità … che ancora a Palermo mancava … tanto per cambiare!
Ma e’ mai possibile che nessuno dica BELLO!, ma che popolo di criticoni mai nulla che vada bene, ce ne fosse uno di commento positivo! Questa e’ Palermo! Tutti ingegneri tecnici con esperienza di vita , fatta da dietro casa senza nemmeno muovere il sedere dalla sedia, mamma mia che marroni!
Sono d’accordo… ma molti di noi guardano ad altre inconformità molto più serie.
Ennio, questo marmo è molto bello, nessuno lo nega, ma un pavimento di una stazione dei treni deve essere sicuro per chi, correndo per prendere un treno, anche con una valigia al seguito, e magari con l’ombrello gocciolante accanto, non scivoli e non si fracassi per terra. Se malauguratamente invece, dovesse essere pericoloso, esporrebbe l’ente proprietario della struttura a numerosi risarcimenti ex art. 2043 del c.c. fino a far reputare giusto un rifacimento o una copertura che rendesse il pavimento stesso più sicuro (coprendo la bellezza del marmo installato).
Io voglio, come te, infrastrutture funzionali e valide per la mia città, e non credo affatto che il bello sia nemico dell’utile, quindi mi auguro che quel marmo sia solo lucido alla vista e non anche scivoloso
Questa si che è normalità.
bellissima pavimentazione!!!! ma spendere tutti sti soldi perché???????? per una stazione declassata a semplice servizio regionale (quando funzionano) tranne due intercity al giorno
Guarda che ci son dieci treni tra IC e ICN. Otto relazioni Roma a/r e Due Milano (senza contare i treni straordinari quali DanubExpress o Unitalsi Palermo-Lourdes) più quelli da/per SR. Prima negli anni novanta ce n’erano almeno il triplo perché non esisteva lo spoil sistem di Mauro Moretti che dal 2007 li ha ridotti drasticamente.
chiedo venia se guasto la festa… premetto che è molto meglio de bullonato di plastica di prima e non entro in merito sul tema scivolosità, che è assolutamente pertinente visto che a noi tecnici del settore privato, per locali pubblici, viene imposto l’uso di pavimentazioni con indice “almeno R12”, ma… io ci sono passato l’altro giorno e dopo un sussulto positivo iniziale, ho avuto il sospetto, viste le fughe enormi e la lucidatura estremamente ondulata (che sarebbe segno di una scarsissima qualità della fornitura), che si trattasse di gres porcellanato effetto marmo, tra l’altro di scarsissima qualità…
Ripeto, è comunque meglio di prima, ma mi chiedo: quanto abbiamo pagato, per cosa esattamente? Esiste un modo di saperlo?
Repubblica del 5 ottobre ha pubblicato la notizia “Stazione centrale, si cambia: via ai lavori da 30 milioni. Tornerà la tettoia smontata durante il fascismo”.
La tettoria in ferro e vetro, tipica delle stazioni dell’epoca, era stata smontata nel ’41 per la famigerata iniziativa “ferro alla patria”. Sembrerebbe ora che il progetto prevede di ricostruirla.
Non sono riuscito a trovare il rendering del progetto: qualcuno ne ha notizia?
@vicchio, ottima notizia. la stazione non sarà, dunque, soppressa. si parlava di arretrarla a maredolce.
alta velocità a parte, bisogna capire che il passante è la vera infrastruttura chiave del trasporto pubblico in città. poi ci vorrebbe la metro leggera, che aggiungerebbe utenza alla stazione. e ancora, la linea di tram che scende da corso tukory e si collega a quella per roccella passando dalla stazione.
Non per cosa, ma servirebbero anche le linee tranviarie per collegare la parte ovest della città. C’è tutta la settima circoscrizione che è praticamente tagliata dal passante (considerate le ubicazioni della fermata di Tommaso Natale) e collegata esclusivamente con i bus di cui è meglio non discutere. Quelle linee tranviarie (E e G, per essere precisi) servono come il pane. E non solo per andare a Mondello in estate a farsi il bagno.
@ff, certamente servono anche quelle. più ce n’è, meglio è. ma già un incremento della frequenza del passante a un treno ogni 10 minuti per tutte le stazioni potrebbe risolvere un bel po’ di problemi. si potrebbe scendere a tommaso natale e di lì prendere una navetta per mondello.
L’aumento della frequenza lo do per scontato, a meno che non siano dei completi idioti. Il bus andrebbe bene solo se la stazione ferroviaria diventasse fermata dell’autobus e con orari coordinati, il problema comunque resterebbe. Non parlo della MAL perché sappiamo entrambi (e nessuno lo specifica mai) che si parlerebbe solo del lotto Oreto-Notarbartolo.
@ff, dici bene, con degli orari coordinati e il biglietto unico integrato sulla singola corsa (non c’è ancora) si riescono a fare molte cose. sarei a favore della reintroduzione del filobus a palermo. magari una tratta tommaso natale-mondello che viaggi in corsia preferenziale e con poche fermate. tram: ci vogliono sia la linea per mondello che per sferracavallo migliorerebbero l’aspetto di quelle borgate rendendo conveniente la pedonalizzazione. metro leggera: sì da oreto a notarbartolo, ma sarebbe ancora più importante farle attraversare lo zen per arrivare a mondello. toglierebbe dall’isolamento quel quartiere satellite, integrandolo con la grande mobilità cittadina. al momento, solo bus.
Certo che sarebbe importante, purtroppo manca onestà intellettuale e si parla impropriamente di MAL Oreto-Mondello quando questa è solo sulla carta. Lo ZEN rinasce già dalla riqualificazione operata dalla realizzazione della linea E2, se fatta bene senza disinvestire proprio su questo tipo di interventi.
Carta aveva parlato di pubblicazione dei bandi entro il 31 Dicembre 2023 (articolo del GdS, prima del caso “Scimone” se ricordi) e sto aspettando, per quanto dubiti venga rispettata tale scadenza. Qua va a finire come con i parcheggi di Marzo.
@vicchio
https://palermo.gds.it/articoli/economia/2023/10/09/ecco-come-sara-la-nuova-stazione-centrale-di-palermo-inizio-lavori-nel-2024-d76c71a6-de27-4654-b11a-64408bc74141/1
Grazie per il link.
Non si comprende molto, ma è interessante che non si proceda, come è d’uso comune, al “restauro architettonico”.
Ciò che manca agli architetti è la capacità di intervenire sullo storico per creare qualcosa di nuovo. A Palermo (ma non è un problema locale) l’unico intervento realmente innovativo è la nuova pretura; in tutti gli altri casi si “ricostruisce”, magari con qualche intersecazione di novità (vedi Quartiere Quaroni), creando di fatto un “falso”…anticamente non si operava così, ed è per questo che l’Italia è ricca di monumenti!
Certo, sembra un intervento “industriale”, ma potrebbe essere interessante (tipo Alexanderplatz).
Ora gli interventi infrastrutturali sono due: il porto e la stazione! Facciamo la gara a vedere se resteranno rendering 😉
Pardon, ho sbagliato il termine: volevo dire “restauro archeologico”
@vicchio, d’accordo con te sui restauri quasi mai innovativi. del resto, nel tentativo spesso maldestro di restituire il monumento o il palazzo alle sue origini, si cancella quella patina di antico di cui philippe daverio lamentava la perdita. paradossalmente, l’identità di un monumento sta più nella sua corrosione e nella forma che gli ha dato il tempo che nella sua forma architettonica originaria. spesso non c’è niente di più mortifero e libresco di una facciata imbiancata, e spesso su questo sito ho sentito lamentele sui panni stesi o sui fili della luce o del tram. niente di più sciocco, a mio parere. l’anima popolare di certi quartieri è parte della nostra identità, ed è quello che ci distingue da tante boriose città del nord.
solo l’innovazione, la contaminazione e la reinvenzione ci proiettano verso il futuro. la musealizzazione e cristallizzazione del passato no.
un tentativo di innovazione è stato fatto a ballarò, con la nuova tettoia. bel disegno dell’architetto lecardane, esecuzione pessima e non rispettosa del disegno, risultato disgustoso.