Il porto di Palermo inizia la sua rivoluzione. Ben 22 silos ospitati sul molo Piave saranno demoliti insieme ad un piccolo fabbricato ad essi adiacente per aumentare la potenzialità dello stesso.
L’importo dei lavori è di 925.185,73 euro. I lavori, assegnati all’impresa crotonese Mosmode.
Si tratta di una demolizione realizzata con martelli penumatici.
I vecchi silos realizzati in calcestruzzo avevano la funzione di conservazione e riconsegna di granaglie in genere. Il deposito, esteso 6.400 mq, poteva contenere fino a 27mila tonnellate di cereali.
I lavori avranno una durata di 80 giorni dalla data del verbale di consegna dei lavori.
Foto di Salvatore M
molto bene. cerchiamo di abbattere anche tutti gli edifici inutili che nascondono la vista sul mare, fra cui la recinzione del porto.
Dalle interviste rilasciate sembra che il nuovo presidente ci tenga molto. Una volta ristrutturata la stazione marittima biglietteria GNV, deposito bagagli, bar ed ormeggiatori passeranno lì e si potranno abbattere gli edifici lato via Crispi e 250 metri di ringhiere. In teoria è previsto un giardino.
“abbattiamo” anche l’orripilante parco della salute e la sua ridicola ringhiera bianca…
il lungomare merita un continuum stilistico sulla falsariga della cala.
d’accordo sulla ringhiera bianca da rimuovere, ma il parco della salute è un grande esempio di iniziativa privata che si fa bene pubblico. vi scandalizzate per la ringhiera bianca e non per il traffico e la pericolosità del lungomare, per gli infiniti cantieri nell’area attigua al parco della salute, per la spianata di asfalto di fronte alla villa al mare, oggi adibita a parcheggio per pullman. non vi frega niente del posteggio selvaggio, della gente che non si ferma neanche di fronte a un semaforo. il problema è il parco della salute. e mi raccomando non togliamo spazio alle macchine.
scusa punteruolorosso…ma il tuo commento è del tutto fuoriluogo.
chi ha detto che a me non frega nulla dei problemi che hai elencato? Il cantiere accanto è un altro scandalo, sono d’accordo…così come un parco inadeguato, oltre per il linguaggio da parco di periferia….anche perchè il lungomare andrebbe visto come un continuum e l’area del “parco” della salute, così come quella del depuratore, in una visione progettuale seria, anndrebbero visti come parte di un unico progetto, con il medesimo linguaggio architettonico …non quello dei pezzettini recintati ognuno con il suo stile ( modello roseto di viale campania.. o forse a te piace il roseto…) inoltre, la gente che non si ferma al semaforo, cosa c’entra con architettura e urbanistica e/o decoro urbano?
Mi spieghi poi perchè mai dovrebbe piacermi un campetto di calcetto in erba sintetica ubicato sul lungomare? o le altre attrezzature che “arricchiscono” questo spazio…che potrebbe funzionare in un area di risulta..non in un lungomare che dovrebbe avere, ripeto, un unico linguaggio.
Quest’argomento è molto dibattuto.
Io ad esempio trovo ridicolo questo accanimento patologico per 7500 mq quando ce ne sono altri 85.000 completamente liberi e fruibili.
Peraltro hanno realizzato una cosa utile. Non la usi tu, non la uso io, la usano altri.
Capisco le perplessità per la ringhiera, ma è inutile prenderci in giro, senza quella ringhiera il parco non ci sarebbe più oggi, sarebbe stato distrutto.
non è accanimento patologico.
forse viaggi poco…una cosa del genere sarebbe incompatibile in citta’ civili dove ogni cm quadrato è sottoposto a cura progettuale. Pensi che, ad esempio a Barcellona, un’opera del genere sarebbe stata progettata in questo modo? Un’opera pubblica DEVE essere oltre che utile, anche bella. Lì assistiamo ad una accozzaglia di attrezzature sportive messe a caso circondate da una recinzione orripilante, che delimita il nulla..
Palermo è ingabbiata dalle recinzioni. Abbiamo ingabbiato il mare (addaura), i parchi ( parco uditore…”roseto”)
ma, in fondo, al foro italico si tratta di pochi mq….chissenefrega…
giusto pretendere che tutte le recinzioni vengano abbattute. i diversi stili non mi dànno fastidio, quello che mi dà fastidio sono le macchine che ammorbano il passaggio dalla città al mare. al momento abbiamo 15 chilometri di lungomare lasciati al totale degrado. penso che un unico stile possa essere un po’ troppo uniformante. cosa potrebbe uniformare allora il lungomare? la fruibilità, il contatto con la città, una linea tram continua.
lo stile può variare come in tutte le città del mondo. liberariamo il castello a mare dal molo trapezoidale, riportando l’acqua a lambire i bastioni anche sul lato della cala. riprendiamo gli scavi del castello a mare, abbattiamo il mercato ortofrutticolo. pretendiamo queste cose che avvicinano il mare alla città. l’uniformità dev’essere l’idea della continuità fra la città e il mare. non lo stile architettonico, ma l’accessibilità che dev’essere per tutti e ovunque.
Ciao Punteruolorosso… sarebbe bello per quella zona levare dalla costa le macchine e non mettere il tram, ma rendere tutto pedonale… ma quello che dice SE68 è ugualmente giusto… bisognerebbe tentare di rendere più bella la città, cosa che non viene più fatta da tanto tempo, in maniera sistematica ormai da diversi anni si punta al minimo sindacale… sarebbe una buona cosa levare cancelli e barriere…. e Palermo ne è piena…
…..ma ritornando all’idea di mettere sotto terra la strada che passa per la Cala e il Foro Italico sarebbe una cosa grandiosa… ma tieni presente che se faranno il tram in superficie molto difficilmente andranno poi a smantellare in futuro la linea tram per fare in seguito l’interramento della strada….èerchè a quel punto dovrebbero anche interrompere l’eventuale servizio tram per parecchio tempo…. se faranno il tram in superficie lungo il Foro Italico e la Cala, purtroppo l’interramento che sogniamo ce lo potremo scordare… sarà anche peggio di ora…. tram, autobus, macchine e bici tutti insieme… pure peggio di adesso…
friz, in realtà perfino il tram in superficie è di là da venire. mi sembra che la priorità sia stata data alle altre linee, non a quella costiera che consentirebbe di trasformare il foro italico in un boulevard di fine ottocento.
Quasi un milione di euro per un’opera di distruzione (no comment). Mi domando come mai non sono stati più utilizzati almeno in parte.
Oltre al costo dell’abbattimento dei silos, siamo sicuri che siano composti solamente di cemento-calcestruzzo? Avevo sentito in passato (ma ovviamente non ho certezze) che i silos sono composti da cemento misto ad AMIANTO, quindi tecnicamente la procedura di smantimento non dovrebbe essere quella che stanno operando attualmente. Spero vivamente che non sia così, altrimenti ci sarebbero danni per la salute di tante persone senza saperlo. Di conseguenza, mi chiedo, anche se hanno effettuato i giusti rilievi prima di far partire i lavori.
A me già suscita un po di inquietudine l’opera di abbattimento, figuriamoci poi se questi silos sono fatti con l’amianto, silos dei quali mi domando come mai non sono stati più riutilizzati almeno una parte invece di distruggerli tutti quanti. Non oso nemmeno pensarci, altrimenti meglio non passare più li per le polveri d’amianto che svolazzano nell’aria in zona portuale.
sono o erano brutti. niente a che vedere con le ciminiere o l’archeologia industriale. a catania ci hanno fatto i murales, ma per palermo serve un lungomare libero da muri, edifici e cemento. quello che manca a palermo è uno sguardo verso il mare dalla città. tutto ciò che si frappone, amcchine incluse, va abbattuto. ci vogliono soluzioni radicali e impopolari. il bene pubblico è anche visivo e olfattivo (inquinamento). è come aggiungere una pennellata di blu a un quadro un po’ grigio.
mi mancheranno i vecchi silos. dal traghetto per napoli erano una delle prime cose a sparire da un insieme che abbracciava tutto il golfo. poi si vedeva solo un curvone di luci, e poi niente.
sull’amianto non ho certezze, ma prima di diffondere allarmismi sarebbe il caso di informarsi andando di persona con una mascherina. la cultura del sospetto, l’idea che in tutto ci sia una truffa o qualcosa che non va, distolgono l’attenzione dai problemi reali. a palermo c’è un problema di amianto gigantesco. e non per colpa dei silos. cerchiamo di capire i problemi veri.
Io non spenderei certo ingenti somme di denaro per un’opera di distruzione a meno che sia necessaria in termini di sicurezza o per far spazio ad altre opere importanti. Io proporrei una bella mozione di sfiducia al sindaco che lo sa fare tanto per farlo.
I silos non servono più per le mutate condizioni del mercato. La demolizione non è comunque fine a se stessa, ma si prevede la riqualificazione del molo con terminal crociere.
L’amianto in passato era ovunque, ed è assolutamente ragionevole pensare che vi sia in piccola percentuale anche nei silos. Di fatto i lavori di demolizione si stanno svolgendo con l’isolamento totale dell’intero molo, inoltre vengono costantemente bagnati durante la demolizione neutralizzando tutte le polveri.