SCANDALO ALL’ AMAP: MA GLI INDAGATI NON SI DIMETTONO
Come riportato da REPUBBLICA ,il servizio Ambiente e depurazione dell’Amap è stato commissariato.
Il giudice per le indagini preliminari Piergiorgio Morosini ha parzialmente accolto la richiesta della procura e ha commissariando soltanto il settore depurazione dell’azienda.
Pesante l’accusa: due anni di mancata manutenzione e risparmio nei costi di gestione che avrebbero provocato un grosso danno ambientale.
L’Amap è indagata come persona giuridica assieme a Maria Prestigiacomo (ex presidente e attuale assessore del Comune di Palermo alle Opere pubbliche), Alessandro Di Martino (attuale amministratore unico di Amap) e alcuni dirigenti di AMAP
L’inchiesta avrebbe portando alla luce gravi responsabilità sull’ inquinamento del mare del golfo di Palermo e di Castellamare a causa di criticità nella depurazione e nel trattamento dei fanghi.
Questi, anziché essere smaltiti in appositi impianti, secondo quanto riferito, sono finiti spesso in mare.
Rispetto al depuratore di Acqua dei Corsari di Palermo, per esempio, i magistrati hanno riferito che invece di una produzione di circa 44 mila tonnellate di fanghi stimata in condizioni di normale funzionamento, dal 2015 al 2017 l’impianto ha prodotto una quantità notevolmente inferiore , scesa ulteriormente ,nel 2018, a sole 28 tonnellate.
Il resto, secondo quanto riferito dai magistrati, sarebbe stato scaricato in mare.
Nell’impianto sono stati conferiti anche il percolato proveniente dalla discarica di Bellolampo.
Secondo quanto dichiarato dai magistrati , si presume che anche questo pergolato, altamente inquinante, sia finito in mare insieme fanghi.
Secondo l’accusa l’AMAP ha risparmiato oltre 7 milioni di euro l’anno
A settembre 2020 la Commissione parlamentare sull’ ecomafie aveva effettuato un sopralluogo al depuratore di Balestrate riscontrando numerose criticità, nonostante l’impianto risultasse formalmente in regola.
Tali criticità erano state evidenziate dalla Commissione in una apposita relazione depositata il giorno successivo presso la Procura di Palermo.
Il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli, in quell’ occasione dichiarò:
“L’inchiesta della Commissione sulla depurazione delle acque reflue in Sicilia sta portando alla luce situazioni davvero surreali. Il depuratore di Acqua dei corsari a Palermo è un esempio eclatante: in mare non avrebbe scaricato solo fanghi, ma anche il percolato di Bellolampo. E, altra assurdità, l’impianto pretendeva di depurare il percolato della discarica e rimandare poi nel sito i propri fanghi con una procedura di emergenza”
L’assessora Prestigiacomo, nonostante le gravi accuse , non si è dimessa ma ha rimesso semplicemente la delega ai servizi idrici.
In una nota il sindaco Orlando dichiara:
“Esprimo grande apprezzamento per la sensibilità istituzionale della scelta dell’assessore Maria Prestigiacomo che ha scelto di rimettere la delega ai Servizi idrici pur in assenza di qualsivoglia obbligo di legge e confidando nel chiarimento della sua posizione nel giudizio che risulta promosso nei confronti della Azienda Amap”.
Mentre il sindaco difende l’assessora Prestigiacomo, il consigliere comunale Ugo Forello dichiara :
“Il commissariamento conferma la fondatezza delle gravissime accuse nei confronti dei vertici dell’Amap. Sono emerse molteplici e schiaccianti prove.
Uno degli indagati è l’attuale assessore Maria Prestigiacomo, ex presidente Amap, era competente per i rapporti con la stessa società.
Il Sindaco revochi l’assessore indagato immediatamente o depositeremo una mozione di sfiducia in Consiglio”.
La consigliera comunale Giulia Argiroffi pone alcune domande :
«Dove è finito il 95% del fango?
Dove sono finiti percolato e colaticcio di Bellolampo?
Dove sono finiti i 7 milioni di euro risparmiati?»
Chissà se il sindaco Orlando e l’assessora Prestigiacomo risponderanno .
Il sindaco Orlando e i vertici dell’ AMAP erano stati convocati in commissione Ambiente all’ARS per chiarire e spiegare le criticità legate al depuratore di Acqua dei Corsari, ma …..non si presenteranno.
Ufficialmente giustificano questo grave comportamento con “”impegni istituzionali precedentemente assunti”.
Nella realtà i vertici dell’ AMAP hanno chiesto di rinviare tale seduta in commissione ad una data successiva al 23 luglio, quando è fissata l’udienza in Tribunale relativa all’impugnativa da parte dell’AMAP del provvedimento di nomina del commissario al servizio depurazione.
I deputati regionali Trizzino e Siragusa hanno commentato tale comportamento :
“Volevamo solo qualche dato in più, oltre ai quelli di cui siamo in possesso. Ci sarebbe piaciuto, ad esempio, sapere dalla viva voce dei vertici Amap se e da quanto tempo non veniva effettuata la depurazione e quanti utenti sono collegati all’impianto sotto accusa”.
Il problema è proprio questo.
“Il comportamento dell’Amap non ci sembra per nulla esemplare. Come si legge chiaramente nel sito, l’ex municipalizzata chiede al cittadino di produrre domanda di esenzione dalla tariffa fognatura e depurazione se questi risiede in zone non servite dalla rete fognaria o servite dalla rete fognaria non collegata ad un impianto di depurazione. Ora ci chiediamo: quanti sono i cittadini in grado di sapere se la rete a cui sono allacciati è collegata al depuratore?
Non sarebbe molto più corretto se fosse l’Amap ad esonerare in partenza gli abitanti nelle zone non collegate al depuratore o collegate a un depuratore non funzionante? Anche questo avremmo voluto chiedere”.
A Palermo, sostengono Trizzino e Siragusa:
“Sembra ormai ampiamente acclarato che la depurazione, pagata nella bolletta dell’acqua, non veniva effettuata”.
P.S. Perché l’ AMAP e i Comune non comunicano quali sono le zone della città “non servite dalla rete fognaria o servite dalla rete fognaria non collegata ad un impianto di depurazione’?
Perché l ‘AMAP non esonerare in partenza gli abitanti nelle zone non collegate al depuratore o collegate a un depuratore non funzionante?
Perché non vengono rimborsati tantissimi cittadini che pagano la depurazione in bolletta non usufruendo del servizio ?