Palermo – A Bellolampo parte l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB).
Sono stati trattati i primi carichi di rifiuti provenienti dalle zone residenziali della città. Rispettate le date previste di avvio dell’impianto annunciate in conferenza stampa dal presidente della Rap Sergio Marino. “Tutto è proceduto secondo programma – spiega Marino – sulla linea di selezione e vagliatura dell’impianto sono arrivati i primi rifiuti indifferenziati; questa settimana verranno calibrate tutte le apparecchiature per la verifica e la messa a punto delle stesse .
Mercoledì saranno inviati i rifiuti provenienti dall’area del porta a porta.
Durante l’avvio – informa il presidente – erano presenti anche i tecnici delle ditte che hanno istallato le varie apparecchiature dell’impianto per il necessario supporto”.
I primi mezzi hanno scaricato intorno alle 8.30 nell’area di conferimento al chiuso dell’impianto dove si è proceduto ad una prima selezione manuale di rifiuti non processabili; una pala successivamente ha proseguito dopo la prima cernita dei rifiuti al caricamento degli stessi nella “Tramoggia di alimentazione”, presente il cosiddetto rompisacchi. Ed ecco l’avvio al tamburo rotante per la separazione della sostanza secca più leggera (sopravaglio ) dall’organico – umido (sottovaglio).A completare il processo industriale anche delle elettrocalamite che separano i metalli presenti.
In dettaglio alcune notizie in più sull’impianto:
L’impianto per il trattamento meccanico biologico (TMB) dei rifiuti urbani, ubicato all’interno della piattaforma impiantistica di Bellolampo, a confine con la VI Vasca della discarica, si articola in due sezioni: una linea di trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani indifferenziati ed una linea di produzione di ammendante compostato misto a partire dalla frazione umida della raccolta differenziata e dalla frazione verde. Benché le due linee siano ospitate all’interno dello stesso edificio, sono fisicamente e funzionalmente indipendenti l’una dall’altra.
Il processo di funzionamento dell’impianto di trattamento e selezione dei rifiuti indifferenziati comprende una fase di biostabilizzazione della frazione organica proveniente dalla selezione meccanica. Inoltre è prevista una sezione per la valorizzazione della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata (FORD), con produzione di compost di qualità. L’impianto nel suo complesso è quindi la somma di due linee di trattamento, una per i rifiuti indifferenziati e l’altra per la FORD.Il ciclo tecnologico per il trattamento rifiuti urbani indifferenziati (RU) prevede quindi un trattamento meccanico biologico articolato nelle seguenti sezioni: pretrattamento con apertura sacchi e stadio di vagliatura,trattamento biologico differenziato per la frazione organica (sottovaglio),maturazione del sottovaglio per la produzione di frazione organica biostabilizzata (FOS), selezione della frazione secca.
Dal trattamento del rifiuto indifferenziato si produrrà nella configurazione a regime:
Frazione organica di sottovaglio biostabilizzata (FOS) da utilizzare per lavori di ricoprimento o per interventi di recupero ambientale o da conferire in discarica; Materiali ferrosi:la frazione ferrosa recuperata sarà avviata al riutilizzo in fonderie di seconda fusione; Metalli non ferrosi: da avviare alla filiera del recupero.
Frazione secca da conferire in discarica o (nella configurazione finale) per la produzione di CSS caratterizzato da un tenore di sostanza organica inferiore al 10% e caratterizzato da un elevato potere calorifico.
Lo scenario “ordinario” di dimensionamento dell’impianto prevede, invece, un conferimento di RU indifferenziati pari a circa 750 t/g (262.500 t/anno).La sezione di valorizzazione della frazione organica prevede di trattare tale frazione proveniente dalla raccolta differenziata (FORD) in un processo di compostaggio aerobico per la produzione di un ammendante compostato di qualità. Tale sezione è stata dimensionata per garantire il trattamento di una potenzialità annua di FORD pari a circa 21.000 t/anno, unitamente a 9.000 t/anno di strutturante (ramaglie).
Quindi in linea teorica, adesso circa 250.000 tonnellate l’anno di rifiuti urbani di un certo tipo, saranno risparmiati alle vasche della discarica e sopratutto potranno essere “rivenduti” come materiale riciclato ma di qualità e già convertito. ho capito bene?
OTTIMISSIMO finalmente una struttura degna di una città metropolitana.
Sono previsti contratti di servizio con i comuni dell’area metropolitana, dell’areale nel raggio di 30 km. circa? Lo stesso sistema di contratto e previsto possa essere fatto con la Regione Siciliana per le sramature in foresta e per le industri di trasformazione alimentare?
Per materiale non ferroso si intende ovviamente plastica e vetro giusto? questi materiali saranno a loro volta separati e riciclati?
Se ho letto bene parla di “metalli” non ferrosi. quindi alluminio, rame,…
Sembra una cosa da città moderna ed organizzata per cui ottimo.
Purtroppo non ho la minima idea di cosa comporti un impianto del genere in termini di disinquinamento e/o produzione di materiali utili. Qualcuno gentilmente saprebbe spiegarlo?
Che ne sappia io che non sono un ingegnere ambientale, gli impianti TBM vengono utilizzati nel trattamento dei rifiuti indifferenziati dove già esiste la differenziata (Metallo, Vetro, Carta e Umido).
Il principio è quello di recuperare dall’indifferenziato tutto ciò che può essere avviato al riciclo (Carta, Metalli e plastica) ed al processo di compostaggio ( frazione umida).
Quindi, in effetti, dovrebbe ridurre sensibilmente la frazione che finisce in discarica, dato che a Palermo la differenziata non copre tutta la città e, anche dove la copre, nell’indifferenziato ci finisce di tutto.
Ovviamente non sostituisce il processo di differenziazione fatto a monte dall’utente, che è e rimane fondamentale. Ma sicuramente aiuta ad alleggerire la pressione sulla discarica. Tutto questo in teoria.
dice che faraone vuole regalare al PD e alla sicilia due inceneritori. si può sapere se palermo è coinvolta?
sembra che non si voglia capire che la soluzione sono i rifiuti zero. gli inceneritori al contrario importano munnizza da tutte le parti per poter funzionare a regime. e non è vero che non inquinano. leggi idiote li hanno equiparati a impianti di energia rinnovabile.
Se mantengono l’impianto del piano Cuffaro, li faranno a Bellolampo e Casteltermini. Due siti “geniali”, al di là dell’idiozia stessa del concetto di incenerimento.
In pratica come fai a separare i rifiuti?
Ok per i metalli pesanti, ma non c’è modo di separare plastica e vetro. Sono queste le mie perplessità.
le tecniche di separazione meccanica dei rifiuti esistono da 100 anni solo che comportano investimenti nettamente superiori di buttare tutto in un fosso come se finito x fare nella nostra inefficentissima Italia, di inceneritori ce ne dovrebbe essere almeno uno a provincia, cosi ognuno si brucia la sua munnizza, piccoli e ormai molto efficenti hanno livelli di inquinameto bassissimi, bisogna avere fiducia nelle nuove tecnologie e nn in assurde politiche retoriche pseudo-ambintaliste.
@peppe: sempre per grandi linee, provo a risponderti.
Il processo si articola in due fasi principali.
La prima è la separazione della parte organica che ha un alto potenziale di fermentabilità (per intenderci, quella che in discarica produce percolato), da quella più grossolana che non fermenta (carta, cartone, involucri plastici, pellicole plastica, metalli).
Successivamente, la parte grossolana viene “filtrata” attraverso nastri trasportatori magnetici per separare i i metalli, separatori ad aria per selezionare carta, cartone e involucri plastici e con sistemi ottici per separare ulterioriormente i materiali plastici che rendono di più in termini di riciclaggio (il PET, ad esempio). Questo è lo schema base, poi ogni impianto integra tecnologie specifiche a discrezione del gestore. Considera pure che molti TMB sono concepiti unicamente per produrre combustibile derivato dai rifiuti (tipo le “ecoballe” della Campania). Bisognerebbe chiedere a RAP le specifiche tecniche di questo nuovo impianto per capirne di più.
Alla fine, la frazione residua è veramente infinitesimale rispetto al volume originario del sacco indifferenziato.
Buongiorno, scusatemi l’intromissione ma cercavo un’informazione…. Tempo fa, all’incirca 15 anni fa, striscia la notizia fece un servizio su un bellissimo impianto di raccolta rifiuti che era capace di differenziare l’immondizia autonomamente (bastava portargli il sacchetto indifferenziato e ci pensavano loro attraverso svariati meccanismi), il tutto era costato parecchi miliardi delle vecchie lire provenienti da fondi europei… La lamentela si riferiva al fatto che, anziché aprire l’impianto e farlo lavorare, venivano spesi ulteriori miliardi per spedire la ns spazzatura in germania…. tanto premesso, che fine ha fatto questo impianto? Qualcuno ha notizie? Ringrazio anticipatamente.