Nel pomeriggio del 16 gennaio, il Consiglio di Amministrazione di AMAT ha approvato il nuovo Piano Industriale per i prossimi tre anni, introducendo un provvedimento che ha già scatenato molte polemiche: l’aumento del prezzo del biglietto.
A partire dai prossimi mesi, infatti, il costo salirà da 1,40 euro a 1,60 euro, un incremento di 20 centesimi che pesa sulle tasche dei cittadini, già messi a dura prova dalla crisi economica.
Un rincaro senza contropartite
Ciò che indigna maggiormente è che l’aumento del costo del biglietto non è accompagnato da alcuna concreta miglioria del servizio.
Gli utenti continueranno a confrontarsi con autobus spesso in ritardo, mezzi sovraffollati e corse cancellate senza preavviso.
Nonostante l’azienda abbia beneficiato di un aumento di circa 4,3 milioni di euro nei finanziamenti, il servizio offerto resta invariato, se non addirittura peggiorato in alcune aree.
L’azienda giustifica l’incremento tariffario con la necessità di garantire la sostenibilità economica, ma lascia intendere che tutto potrebbe cambiare se la Regione aumentasse il contributo chilometrico annuale in base ai parametri ISTAT.
Tuttavia, questa incertezza non fa altro che alimentare la percezione di una gestione poco chiara e poco attenta alle esigenze dei cittadini.
Un sistema di parcheggi più caro e meno accessibile
Oltre al rincaro del biglietto, il Piano Industriale prevede una riorganizzazione delle zone blu, con nuove fasce orarie e aumenti delle tariffe, soprattutto in aree strategiche come Mondello, dove il costo del parcheggio estivo raggiungerà 1,50 euro l’ora.
Viene inoltre eliminata la fascia gratuita tra le 14 e le 16, con un servizio no-stop dalle 8 alle 20.
In alcune zone, la tariffa giornaliera potrebbe arrivare fino a 2 euro l’ora.
Questi provvedimenti sembrano scoraggiare ulteriormente l’uso dei mezzi pubblici, a favore del trasporto privato.
Tagli e dismissioni: bike sharing, car sharing e altri servizi
Non solo rincari, ma anche ridimensionamenti: AMAT ha deciso di cedere i servizi considerati in perdita, come il bike sharing, il car sharing e la rimozione dei veicoli in sosta vietata.
Queste scelte compromettono ulteriormente l’offerta complessiva, privando i cittadini di opzioni di mobilità sostenibile e alternative al trasporto privato.
Futuro incerto: il tram e la riorganizzazione
Nel Piano Industriale, gran parte delle speranze sembra riposta nel completamento delle linee del tram, con lavori previsti fino al 2027.
Tuttavia, anche in questo caso non si intravedono benefici immediati per gli utenti.
L’ampliamento delle linee tranviarie comporterà la soppressione di alcune linee bus che si andavano a sovrapporre alle nuove linee tram.
Lavoratori in agitazione, utenti delusi
Mentre il Piano passa ora nelle mani della Giunta Comunale e, successivamente, del Consiglio Comunale, i lavoratori AMAT restano in stato di agitazione, pronti a nuovi scioperi fino a quando non verrà discusso il rinnovo del contratto di servizio.
Questa situazione rischia di peggiorare ulteriormente le già precarie condizioni del trasporto pubblico.
Un aumento che suona come una beffa
L’aumento del biglietto a fronte di un servizio che non offre alcuna miglioria rappresenta una vera e propria beffa per i cittadini di Palermo. Tutto ciò a valle di alcune vicende lasciate in sospeso nonostante le continue promesse, o episodi che lasciano di stucco.
Le pensiline alle fermate che ancora stentano a decollare (o ad accendersi), nonostante il primo impegno risalga ad oltre un anno fa.
I bus elettrici che continuano a stare fermi in un deposito, causa installazione pensiline di ricarica non ancora portata a termine.
Manca ancora ad oggi il biglietto ordinario integrato con Trenitalia. Ricordiamo che esiste il biglietto giornaliero ed anche gli abbonamenti, ma oggi il fruitore saltuario è costretto a spendere 2 euro per biglietto sul Passante Ferroviario e 1,40 per interscambiare con un mezzo in superficie (tram o bus).
Tanta gente rimasta a terra la notte di Capodanno, nonostante il piano straordinario per raggiungere il concerto di piazza Castelnuovo ma preparato appena 3gg prima.
Non si parla di navette notturne per i luoghi della movida e neppure di collegamenti che riteniamo essenziali quali ad esempio la navetta fra la stazione di Sferracavallo e l’omonima borgata, o il collegamento estivo fra la stazione di Tommaso Natale e Mondello.
Manca ancora personale all’esercizio e in officina, e nonostante i 20 autosnodati destinati alla linea 101 (con meno di 6 anni di età) non tutti riescono a uscire la mattina causa guasti e manutenzione ordinaria.
Le graduatorie continuano a essere bloccate, nonostante la carenza di autisti diverrà ancora più critica quest’anno quando saranno in arrivo oltre 60 nuovi bus.
La domanda che tutti si pongono è: fino a quando i cittadini dovranno pagare di più per un servizio che non risponde alle loro esigenze?