Pedalare in via Roma, fra promesse e pericoli

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Palermo – Un’incognita dove il pericolo sta dietro l’angolo. Fra tombini dissestati, buche e avvallamenti, via Roma non si può certo definire una strada sicura per chi ogni giorno sceglie di andare in bici. Non è certo la scoperta dell’acqua calda dato che le condizioni della strada sono ben note agli occhi di tutti. Ma non solo ciclisti, dato che sono anche esposti ai pericoli i motociclisti ma anche i pedoni che devono attraversare la strada.

Ma la mobilità sostenibile va sostenuta, non certo con le promesse dato che ad oggi l’Amministrazione Comunale si è limitata solo ad annunciare nuovi percorsi ciclabili, zone 30 e i famosi 30 vigili urbani salvifici. Ma non ci sono fondi nè per rifare il manto stradale nè per una nuova ciclabile. Così come il presunto rinnovo della Consulta della Bicicletta, il cui atto sembra essere bloccato nell’ottava corsia di Ponte Corleone.

Salvo poi stare indifferenti di fronte al transito di motocalessini stracolmi di gente, carrozze trainate a cavallo, e mezzi per lo scarico merci che transitano oramai a qualunque orario. Come anche i volontari delle associazioni di Carabinieri e Polizia che transitano lungo via Maqueda e via V. Emanuele, ma che si limitano a far scendere la gente dalla bicicletta. Quando si fanno notare auto che circolano indisturbate lungo il Cassaro o furgoni contromano, allargano le braccia.

Può la prima città più trafficata in Italia permettersi tutto ciò?

In una recente visita a New York lo scorso Aprile, il sindaco La Galla ha dichiarato “Vengano messe a frutto le esperienze della città nel campo della rigenerazione urbana, della mobilità sostenibile e delle politiche educative”

Non resta che augurarvi buona visione traendo le vostre legittime riflessioni e conclusioni, sapendo che ogni giorno lungo via Roma si rischia.

Grazie al Comitato per una Mobilità Sostenibile in Centro, Critical Mass Palermo e ad alcuni componenti della fu Consulta della Bicicletta Palermo.

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2 Thoughts to “Pedalare in via Roma, fra promesse e pericoli”

  1. vicchio65

    Ma quanto la fate lunga😂😂
    Si fa una bella striscia bianca come fatto a Mondello, che divide auto da pedoni 😬
    E se non siete contenti, come su Mondello e prima ancora Maqueda, si può ripensare e ripensare e ripensare l’ordinanza 😅😅

    C’è un proverbio che dice “chiù lunga è a pinsata”….😉

  2. BELFAGOR

    Il sindaco è intervenuto sulla critica situazione di via Roma, terza strada più pericolosa della città con ben 62 incidenti e 58 feriti, accusando un comitato e il vice presidente della prima circoscrizione di essere “comitati auto referenziali che sciorinando idee e i progetti “
    Il sindaco inoltre ha parlato di alcune iniziative che “stiamo validando con la motorizzazione civile”
    Tra queste rientrano un piano semafori e “la creazione di una pista ciclabile “ ma sulla quale non ci sono ancora tempi certi.
    “Abbiamo bisogno di studiare – ha detto il sindaco – lavorare, istruire le pratiche e svolgere complesse e burocratiche adempienze. Ci vuole una logica di sistema”.
    In parole povere, è tutto in alto mare.
    Una volta tanto forse il sindaco non ha tutti i torti.
    Appare evidente che via Roma è una strada fondamentale per la viabilità cittadina.
    Secondo il suo progettista, , ing. Gianrusso, via Roma doveva essere “perfettamente dritta come una lama di coltello”, e doveva collegare la città nuova con la stazione ferroviaria (inaugurata nel 1886) e il porto.
    Chi l’ha progettata perciò aveva in mente di creare un asse di servizi e di transito verso le zone settentrionali della città.
    Che la sua funzione fosse questa lo dimostra il fatto che via Marchese di Villabianca, il prolungamento naturale di via Roma, era chiamata anche “via Roma nuova”.
    Via Roma perciò non è mai stata solo una strada celebrativa e residenziale , ma soprattutto commerciale e di transito.
    Prima di distruggere definitivamente via Roma forse dovremmo domandarci cosa vogliamo che diventi tale strada e rivolgerci a un urbanista di fama internazionale , invece di continuare a proporre soluzioni affrettate e ideologiche.

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