Riqualificazione della Bandita cosa prevede il progetto?

Riqualificazione ecosostenibile del lungomare della Bandita
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Come abbiamo visto recentemente sono stati approvati i progetti riguardanti la costa sud il cui iter procede in collaborazione tra il Comune e il Commisario ZES (zona economica speciale) Sicilia Occidentale Carlo Amenta.

Entriamo nello specifico parlando dell’intervento denominato “Riqualificazione ecosostenibile del lungomare della Bandita”, finanziato con fondi PNRR insieme al progetto attiguo “Riqualificazione del porto della Bandita ed aree portuali” compreso nell’ambito dello stesso Piano Urbano Integrato della Città Metropolitana di Palermo.

Il Porto della Bandita, realizzato negli anni ’70 , su un preesistente approdo naturale per pescatori, negli anni ha subito un progressivo insabbiamento a causa della degradazione dei materiali provenienti dall’ex discarica di Acqua dei Corsari.

Possiamo leggere nella relazione generale cosa prevede l’intervento , esso in corso di esecuzione potrà subire modifiche.

Si prevede:

  • Il dragaggio del porto;
  • La sistemazione a piazza dell’area compresa tra via Messina Marine e il bacino portuale;
  • La sistemazione del percorso carrabile di accesso al porto e del piazzale di sosta e movimentazione autoveicoli;
  • La realizzazione di due parcheggi in prossimità del porto;
  • La realizzazione di un percorso ciclopedonale interno alla fascia costiera.

Finalità dell’intervento è quella di migliorare il porto e le aree portuali tramite:

  • Ampliamento del bacino portuale con integrazioni funzioni diportistiche turistico pescherecce e attività sportive e ricreative per la collettività
  • Riduzione impatto paesaggistico attraverso realizzazioni di giardini ed aree a verde
Progetto in pianta

Bacino portuale

Prevede i seguenti interventi:

  • la realizzazione del molo di sopraflutto a protezione dell’invaso dalle mareggiate provenienti dalle direzioni
    prevalenti;
  • Il recupero/ridefinizione del molo di sottoflutto esistente;
  • La regolarizzazione delle banchine lato terra;
  • La realizzazione di un corpo servizi e di un locale officina;
  • La realizzazione banchine galleggianti
Bacino portuale

Avrà uno specchio acqueo di mq 9.600 e (nell’ipotesi di prevista in progetto) potrà accogliere n.72 posti barca di m 7×2,50 e n.18 posti barca di m 13×5. Si prevede di realizzare il molo di sopraflutto con cassoni prefabbricati di cemento armato, a basso indice di emissione di CO2, da collocare sul fondale e da riempire con il materiale proveniente dalla dismissioni e dal dragaggio effettuati nell’ambito dell’intervento. A protezione dell’elemento si prevede di realizzare una scogliera sommersa con massi di idonea dimensione.

I corpi servizi, sormontati da una tettoia di mq 830, comprendono fabbricati destinati a:

  • servizi igienici, lavanderia e docce, di mq 80;
  • guardiania/informazioni, di mq 13;
  • punto ristoro, di mq 140.

Il progetto prevede anche la realizzazione di un’officina di mq 300.

Pianta e prospetto dei corpi servizi del porto e renderirg

Nel bacino destinato ai servizi per la collettività, complessivamente di mq 11.890 si prevede la realizzazione di:

  • una piscina galleggiante di ml 50 x 21, con profondità regolamentare,
  • un copro servizi di mq 155 con docce spogliatoi e wc;
  • un punto ristoro di mq 165;
  • superfici per solarium;
  • un’area ombreggiata con tettoia di mq 830.
Planimetria dell’area per servizi alla collettività

Interventi per il ripopolamento degli habitat marini.
Oltre le scogliere sommerse, realizzate con pietrame naturale di idonea dimensione, poste a protezione dei moli e delle
opere di consolidamento del fronte a mare, si prevede la collocazione, in prossimità dell’area di intervento, di “reef-ball”,
finalizzate ad incentivare il ripopolamento dei fondali.

Infine si prevede di realizzare un giardino a mare come elemento di protezione dello specchio acqueo del porto e
di mitigazione dell’impatto paesaggistico dell’infrastruttura portuale.

Giardino a mare

L’intervento comprende il ripristino ambientale e sistemazione a giardino di parte dell’attiguo litorale costiero.
Per la realizzazione dell’area a verde si prevede:

  • La pulizia dell’area;
  • L’estirpazione della vegetazione infestante;
  • La rimodulazione del suolo da attuare in modo da garantire la sua integrale fruibilità;
  • La messa a dimora di alberature della macchia mediterranea
Giardino a mare – Sezione

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7 Thoughts to “Riqualificazione della Bandita cosa prevede il progetto?”

  1. vicchio65

    Questo progetto è leggermente diverso da quello presente sul sito del Comune, ma poca roba (la forma dell’uncino a protezione del porto).
    Non capisco cosa è quella vasca verde che si vede a sinistra del porto: una vasca tipo Molo Trapeziodale? Una zona balneabile? Vedo che è isolata dal mare…
    Non vedo l’allargamento di via Messina Marine: è stato accantonato?

  2. punteruolorosso

    @vicchio, l’allargamento di via messina marine solo in quel punto non servirebbe. o l’allarghi tutta, o niente. del resto, una strada a quattro corsie è molto meno attraversabile di una a due corsie. secondo me va messa in tunnel e collegata alle autostrade a nord e a sud.

  3. Audace

    Anch’io credo che via Messina Marine non abbia bisogno di essere allargata ma piuttosto abbia bisogno di essere liberata dal traffico.
    Sarebbe possibile con interventi di riqualificazione importanti, tra i quali il tunnel, e un piano di recupero della costa che non si limiti ad interventi spot, seppur belli ed interessanti, come quello di cui riporta l’articolo.

  4. vicchio65

    La domanda non era sulla opportunità o meno di allargare via Messina Marine, ne abbiamo già parlato a lungo.
    Dato che ricordo che si parlava di allargamento della strada https://www.palermotoday.it/cronaca/parco-mare-sperone-costa-sud-approvazione-progetto-consiglio.html#:~:text=Anche%20via%20Messina%20Marine%2C%20una,create%20anche%20delle%20aree%20pedonali.
    non capisco perchè in questo tratto non sia previsto.

  5. BELFAGOR

    RECUPERO COSTA SUD : TUTTO E’ FERMO E SI RISCHIA DI PERDERE I FINANZIAMENTI.
    “Il progetto palermitano più ambizioso e importante di tutto il Piano nazionale di ripresa e resilienza, un progetto che da solo vale più di 60 milioni, è ancora arenato tra un ufficio e un altro.
    A poco più di due anni dalla scadenza finale non è stata ancora pubblicata una sola gara per i lavori per nessuno degli interventi, rallentati da una selva infinita di passaggi burocratici.”
    Tale allarme è stato lanciato da “REPUBBLICA” del 5 aprile.
    “L’ultima previsione per l’inizio dei lavori era giugno 2024. Di sicuro la tagliola per il completamento dei cantieri e la trasformazione della costa sud è giugno 2026. Ma nel vecchio litorale dei palermitani non si è ancora mossa una pietra, mentre il tempo passa inesorabile e il rischio di perdere i fondi del Pnrr aumenta sempre di più. “
    Tutta colpa di una burocrazia comunale e regionale lenta è inconcludente ma anche delle scelte cervellotiche del governo centrale che ha deciso di centralizzare in un’unica struttura romana le Zes (Zone economiche speciali), smantellando di fatto quelle locali, compresa la Zes palermitana, presieduta dal commissario Carlo Amenta, che quindi non sarà stazione appaltante per la costa sud.
    E così mentre in quasi tutta Italia i lavori del Pnrr procedono celermente a Palermo ….è tutto fermo.
    Nel novembre scorso il sindaco Lagalla aveva inserito i progetti per la costa sud nella fascia gialla, cioè tra gli interventi con alcuni rischi e ritardi sui tempi, ma non compromessi.
    Purtroppo era troppo ottimista.
    Per il parco a mare dello Sperone si attende ancora che la Regione emetta un decreto per dare il via libera alla variante urbanistica approvata in Consiglio comunale.
    Per recuperare il lungomare della Bandita si attende da tempo una pronuncia del dipartimento Acque e Rifiuti della Regione, ma conoscendo “ l’ efficienza” di tale dipartimento c’ è poco da stare tranquilli ( basta ricordare che gran parte delle dighe siciliani attendono da decenni il collaudo).
    Ma ancora più indietro è l’iter per la foce del fiume Oreto. Il Comune ha affidato a un professionista esterno indagini che serviranno per ottenere il Provvedimento autorizzativo unico regionale (Paur), ma a quanto sembra …… tutto tace.
    COMPLIMENTI !!!!!

  6. Anonimo

    O questa città si dota adesso di infrastrutture serie, e il recupero del litorale sud ne è forse l’aspetto più emblematico, o rimarrà, per i prossimi decenni, prigioniera di se stessa, una realtà degradata peggiore di molte città di seconda fascia nordafricane e da cui è solo possibile fuggire.
    Ricordo che, secondo i dati demografici ISTAT Palermo perde 6000 abitanti l’anno ogni anno da parecchi anni. L’emorragia di popolazione è solo l’effetto più macroscopico del dissennato, a volte dogmatico, disamore per questa città mostrato da ogni cittadino a partire dalla sua classe dirigente, che ha subordinato i propri interessi individuali, o corporativi, a quelli generali.
    Se non vogliamo tra venti anni una Palermo spopolata come in una realtà distopica post apocalittica con meno abitanti che nel 1861 sarà bene iniziare a darsi una regolata.

  7. Audace

    @Anonimo
    Volevi sicuramente dire “ha subordinato gli interessi generali a quelli individuali”. Concordo.
    Ma c’è di più e lo riporta anche @BELFAGOR nel suo precedente intervento:
    La scelta di accorpare in un unica struttura governativa le competenze che potrebbero invece essere delegate agli organi locali nasconde – a mio avviso neanche tanto – da una parte la volontà del governo nazionale di accentrare ogni potere esecutivo in fatto di PNRR (cu sparti avi a megghiu parti) e dall’altra il desiderio incoffessato di aumentare il già enorme divario tra nord e sud (Padania e Terronia, dicevano qualche tempo fa).

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