Oramai possiamo affermarlo senza timore di smentita. La recente ordinanza su via Maqueda che vieta l’attività di commercio, itinerante o in forma temporanea, si sta rivelando un flop. Come del resto le precedenti ordinanze, anche quelle più datate.
A cosa serve emanare ulteriori e nuove Ordinanze se neppure si riesce a far rispettare quelle già vigenti?
Questo video è rappresentativo e ritrae un tratto di via Maqueda che abbiamo ribattezzato “il corrodio dell’inimicizia”.
La teoria della coperta corta…sposti vigili in un punto, ma scopri un’altra zona….elementare Watson!
Tavolini sparsi dappertutto con difficoltà nel transitare o ritrovarsi inevitabilmente seduti a fianco altri commensali.
Ogni tanto un controllo, giusto per dare riscontro ai titoli dei giornali locali che legittimamente riscontrano queste notevoli criticità. Per poi ritornare nell’oblio quotidiano. Pensate che saranno sufficienti delle strisce bianche per cercare di imporre ai commercianti il rispetto dei propri spazi? Figuriamoci, non venivano rispettate minimamente le strisce bianche della fu corsia ciclabile lungo via Maqueda, figuriamoci qua.
I controlli vanno eseguiti in maniera uniforme e costante nel tempo. E come riportato nell’editoriale di Marco Patrucchi su Repubblica-Palermo, “E l’indifferenza più clamorosa è quella delle istituzioni, dei cosiddetti organi preposti, e della politica che li ispira.”
E ancora attendiamo il basolato da anni…
VIA MAQUEDA : LA RIVOLUZIONE FALLITA
Queste immagini sono uno spot formidabile per chi era contrario alle pedonalizzazioni .
Non basta impedire il transito delle auto, mettere quattro piante rinsecchite e qualche dissuasore per parlare di “isola pedonale “.
Le pedonalizzazioni serie si fanno per far rinascere e rilanciare una via o una zona e non semplicemente per non far transitare le auto.
Se le auto hanno lasciato lo spazio ai tavolini e lo spazio destinato ai pedoni si è ridotto a un piccolo budello in cui i pedoni (soprattutto turisti) devono fare slalom tra sedie e tavolini, forse la “ rivoluzione”è fallita.
Quando si pedonalizza una strada ,si deve programmare e progettare il futuro di questa strada, invece a Palermo ….
Eppure qualche esempio positivo da copiare e migliorare ci sarebbe stato, per esempio via principe di Belmonte,.
Vi immaginate via Maqueda come via principe di Belmonte?
Che l’ ex assessore Catania, che ha avuto l’ indubbio merito di questa rivoluzionaria idea, non aveva però le idee molto chiare: ciò è dimostrato da alcune dichiarazione di tempo fa:
“A proposito di via Maqueda, quello degli ambulanti è un falso problema. Non è vero che sono troppi, semmai sono aumentati i pedoni e con le norme introdotte per attenuare gli effetti del Covid è aumentata l’estensione delle concessioni esterne sul suolo pubblico”
In parole povere, Giusto Catania ammette che ormai è difficile camminare in via Maqueda ma la colpa non sono gli ambulanti, spesso abusivi, o dei vari “ ristoratori”, che occupano con i loro tavoli gran parte della strada, ma …..dei pedoni( sob!!!!!) che…. sono troppi.
Cioè l’ ex assessore voleva un isola pedonale…..senza pedoni.
Non ci voleva molto a capire che la pedonalizzazione di una strada comporta sempre un maggiore afflusso di pedoni ,che devi saper gestire, e i tentativi di chi vuole occupare gli spazi lasciati liberi dalle auto.
Purtroppo anche la nuova giunta non ha le idee chiare e non ha la forza o la volontà di far rispettare le regole , riducendo drasticamente i tavoli dei vari “ristoratori”.
Ormai la potente lobby dei ristoratori influenza le scelte e le decisioni dei nostri “ amministratori”.
Si è fatto tanto per rendere via Maqueda pedonale, per farla tornare una strada di passeggio, di relax, una strada degna di una capitale europea e la si sta lasciando morire nel degrado , nello squallore e nel disordine piú totale.
COMPLIMENTI!!!!
Riaprirla al traffico veicolare, insieme a via Ruggero Settimo, via Amari, il tratto di Corso Vittorio Emanuele da porta Nuova a via Bonello, la via Bonello, e il tratto basso di Corso Vittorio Emanuele.
Le isole pedonali, devono essere ISOLE, non continenti!
Bravo , hai ragione ! Così possiamo essere più simili ai nostri fratelli africani , io direi anche di levare l’asfalto e riempiamo le strade di terra ! Almeno così ci avviciniamo ancora di più all’inciviltà .
Caro sig. Pierluigi , é mai uscito al di fuori di Palermo? Della Sicilia ? Dell’Italia ?
I Neanderthal siciliani rimasti all’ età della pietra
non riescono neanche a far rispettare il divieto di sosta in via CRISPI davanti l’accesso all’area pedonale di via Amari, piena di PULLMAN E AUTO POSTEGGIATE.
L’anarchia che regna in una via Maqueda viva e vitale non è dovuta solo ai venditori ambulanti, né ai locali di ristorazione che riducono, e parecchio, lo spazio di camminamento in una VIA PEDONALE, ma anche ai mezzi che non essendo mossi da motori termici, a scoppio per intenderci, ritengono di essere autorizzati a percorrerla avvantaggiandosi di non essere il mezzo più vulnerabile nello scontro con un’auto o un camion, ma anzi diventando quello più veloce e aggressivo nei confronti dell’inerme pedone.
Sotto, il link all’articolo che riporterrbbe la volontà dell’amministrazione comunale di interdire il passaggio a biciclette, monopattini e motorini elettrici.
https://palermo.repubblica.it/cronaca/2023/12/10/news/il_popolo_delle_due_ruote_daccordo_con_il_comune_in_via_maqueda_stop_a_bici_e_monopattini-421617400/
La notizia mi trova totalmente d’accordo: così come da pedone tendo a non occupare la pista ciclabile a fianco del marciapiede così non voglio correre il rischio di un investimento o un urto con un mezzo che a velocità cerca di scansare le persone che se li vedono sfrecciare al proprio fianco. L’idea non è nemmeno originale perché già a Padova, anni fa, vidi che in centro, vicino il Comune e il caffè Pedrocchi, c’era il divieto di percorrere la via VIII Febbraio in sella alla bicicletta che invece si doveva portare a mano, quindi a velocità di pedone.
Sottolineo una cosa: l’articolo parla di divieto alle biciclette, ai monopattini e… Ai motorini elettrici! E no! Quelli che vediamo camminare sulle strade, pedonali o no, con spesso due persone, anche minori, senza targa, a luci spente e con pedali (quando non vengono rimossi) che non vengono usati per accelerare, non sono motorini, ma BICICLETTE MODIFICATE! Se fossero motorini sarebbero sottoposti all’obbligo di targa, alla previsione di un’età minima, all’obbligo del casco, dell’assicurazione e della revisione, cose che invece una bicicletta non ha!
Possibile che le autorità non facciano nulla a riguardo, ad esempio controlli e sequestri per manomissione di un mezzo che deve camminare in sicurezza?