La giungla dei pali nei marcipiedi

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Visitando e vivendo in altre città d’Italia ho avuto modo di apprezzare come vengono gestiti i marciapiedi e la segnaletica verticale.

Facendo particolare attenzione ho notato come nelle restanti città si cerca di ottimizzare i supporti già installati piuttosto che installarne di nuovi.

L’immagine di anteprima, vuole evidenziare come tali pali vengano collocati innanzi tutto nel marciapiede, restringendo di fatto la spazio utilizzabile dai pedoni, ed inoltre in pochi mq si contano ben 5 pali.

Tre di segnaletica stradale, un quarto che non è chiaro quale sia il suo utilizzo e un quinto pubblicitario.

Ma sono davvero necessari? Potevano essere posizionati diversamente? Potevano essere ridotti?

Vi porto un esempio di un incrocio di Verona, dove i pali presenti sono quattro.

Ma questi quattro pali, non intralciano minimamente il marciapiede e sono egualmente visibili.

Perché quindi a Palermo ci si ostina a installare i pali nel mezzo del marciapiede?

Vi porto un ulteriore esempio, segnaletica verticale installata al palo semaforico.

Ecco invece uno degli incroci piú frequentati di Palermo, in pieno centro, dove si è scelto di installare un secondo palo invece di collocare la segnaletica nello stesso palo della lanterna semaforica.

Ecco l’articolo vuole essere uno spunto di riflessione, perché forse basterebbe poco per migliorare anche questi aspetti della nostra città e renderla sicuramente piú vivibile e meno impattante a chi la utilizza.

Sarebbe interessante e utile realizzare una mappa per ottimizzare i pali e fornirla all’amministrazione.

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10 Thoughts to “La giungla dei pali nei marcipiedi”

  1. FF

    Un vero e proprio odio, il mio, nei confronti di questi pali, spesso enormi, che mi obbligano a fare zigzag o a scendere dal marciapiede quando questo non ha una larghezza adeguata (soprattutto nelle strade più vecchie, largo quanto un piede quando va bene)

  2. Fabio Sposito

    Pali, buche, erbacce, radici, cacche di cani, rifiuti c’è di tutto…. la civiltà questa sconosciuta in città!

  3. FILIPPO TORQUATO

    Perfettamente d ‘accordo con lo scrittore del post.Poi se non ricordo male, le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di eliminare le barriere architettoniche, Ecco ,i numerosi pali messi spesso a scacchiera, secondo me , costituiscono barriere architettoniche. Una persona in carrozzina , talvolta non può nemmeno attraversare la strada( anche ammesso che gli scivoli siano liberi), e prima o poi un passeggino lo avremo in mano quasi tutti. Quindi, sarebbe bello se l’amministrazione comunale o quella regionale, se di sua spettanza, si occupasse anche di questo problema.

  4. Panormita

    Quanto mi piacciono i pali messi ad muzzum; inchia parono maitturana…parono!|

  5. Orazio

    Sembrerà una battuta, ma un fondo di verità credo che forse ci possa essere. Avendo girato tutta Italia e mezzo mondo, mi pare che il palermitano abbia una caratteristica quasi unica, comunque rara: quando sta fermo in un luogo pubblico, sta sempre in mezzo ai piedi, al centro e mai di lato, né si sposta per far passare gli altri. Due palermitani che si incontrano per strada e si fermano a parlare sono l’equivalente di una transenna al centro del marciapiede. 🙂

    Data cotanta “ingombranza”, può mai un palermitano pensare che i pali si possono piazzare pure di lato? 🙂

  6. Pietro

    …ma lei pensa siano i cittadini a piazzare i pali? Cosa c’entrano i cittadini con l’amministrazione? La verità è posso garantire che è così , è che i pali vengono piantati da operai senza l’aiuto di un tecnico, seguono le
    indicazioni inserite in una ordinanza… speso non sanno nemmeno perché li mettono i segnali e li mettono dove a loro fa più comodo… per non doversi affaticare troppo…

  7. Panormita

    Non dimentichiamo che gli amministratori locali sono in primis cittadini palermitani, quindi l’affermazione di Orazio, che per inciso pare maitturana pare, ha una sua validità

  8. Orazio

    Non dimentichiamo pure che chi pianta i pali, di solito, è palermitano. 🙂

    Comunque si scherza.

  9. Paragone

    Credo che il top sia in viale Strasburgo nel tratto di fronte mister panino (zangasushi) zona Metropolitan
    Fra alberi e pali bisogna fare davvero uno sforzo per rimanere sul marciapiede

    Ma invito tutti ad andare a vedere come è stato posizionato pochi mesi fa un cartello per attraversamento pedonale in viale Francia in corrispondenza di via Montecarlo

    Credo sia il più fulgido esempio mondiale di come NON si deve posizionare un cartello

  10. Irexia

    Più semplicemente credo che la squadra che deve montare un segnale esca con tutto l’occorrente: il palo e il segnale, ricevendo magari anche l’indicazione di usare i pali preesistenti, ma questo comportarebbe capacità di analisi e di scelta da parte del caposquadra che dovrebbe prendersi la responsabilità di montare il segnale facendo coesistere risparmio (un palo in meno), agibilità del marciapiede (più spazio per i pedoni) e visibilità del segnale e del cartello: sèèèèèèè!!!!!!!!!
    Il difficile utilizzo dei marciapiedi, un esempio via marchese di Villabianca è anche la combo pali selvaggi e marciapiedi pubblici dalle dimensioni ridicole: nella via che cito, lo spazio ci sarebbe eccome, tuttavia il marciapiede pubblico, in orribile e anonimo grigio cemento, è largo mezzo metro e le cassette della posta, i pali dell’illuminazione e della segnaletica non possono che essere sul marciapiede pubblico mentre ci sono 3 metri di piano di calpestìo privato in, altrettanto orribilli, mattonelle, di stile diverso per ogni condominio, con i pali bassi tipo bollard, per evitare che i motori posteggino sopra, a marcare il confine con il marciapiede pubblico. Il risultato è che camminare a Palermo risulta difficile che si abbia o meno una carrozzella, una carrozzina, le stampelle o i pacchi in mano

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