Che fine hanno fatto i 90 milioni di euro per riqualificare il centro storico?

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Era il 2 Luglio 2019 quando il comune di Palermo annunciava un programma di interventi per circa 90 milioni di euro in tre anni, da destinare a progetti materiali di “riqualificazione e sicurezza urbana” tramite il recupero di edifici e spazi pubblici di particolare interesse o di valore storico-artistico ed interventi immateriali per l’incremento ed il miglioramento dell’offerta culturale e turistica.

Siamo ormai agli inizi di Maggio e di questi interventi annunciati, non si é ancora visto nulla.

Parliamo di 39 interventi per il restauro di importanti palazzi del Centro storico (figurano fra gli altri il completamento del restauro dello Spasimo, quello dell’ex Collegio San Rocco, diversi interventi a Palazzo Riso e ancora l’ex Convento di San Basilio destinato a diventare la Casa delle culture, Palazzo Gulì, il Monastero delle suore Carmelitane e quello del Collegio della Sapienza, l’ex Convento della Gancia), ma anche di Piazza Kalsa, piazza Marina, via Divisi, via Garibaldi, piazza Rivoluzione).

Consultando il sito OpenCoesione possiamo notare come nessun interventi risulti ancora inserito.
Anche se da un’analisi veloce sembra che l’ultimo aggiornamento riguardi i dati fino a Dicembre 2019.
Continueremo a monitorare dunque il sito.

Ma la domanda rimane comunque valida: Che fine hanno fatto i 90 milioni di euro per riqualificare il centro storico?

Sono somme che ci dobbiamo ancora aspettare? Sono stati approvati i progetti? Quando partiranno i vari interventi?

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7 Thoughts to “Che fine hanno fatto i 90 milioni di euro per riqualificare il centro storico?”

  1. punteruolorosso

    e il basolato?

    1. danyel

      Bella domanda: i lavori per il basolato che dovrebbe ricoprire Corso Vittorio Emanuele e Via Maqueda? .. Anche questi caduti nel dimenticatoio?

  2. Binario

    Nei giorni scorsi son stati sbloccati i fondi risalenti agli anni 90… Speriamo di non dover attendere altri vent’anni per i nuovi fondi e per quelli stanziati da poco.

  3. friz

    Condivido quanto scritto in questo articolo ed aggiungo…. dov’è il raddoppio del Ponte Corleone? Dove sono lo svincolo di Brancaccio e il sottopasso Perpignano? Dov’è il rilancio della Favorita? E dove sono i soldi per riqualificare la costa palermitana? Perchè il parco di via Basile è ancora chiuso? Perchè il lungomare di Sferracavallo è in quelle condizioni pietose? Perchè molti marciapiedi sono distrutti? Perchè le periferie sono dimenticate? Perchè il centro storico è tanto trascurato?
    ….perchè non muovono un dito per fare la metropolitana? Perchè ovviamente è chiaro che non muovono un dito… tutto fumo e niente arrosto da parecchi anni…
    Può essere mai che il loro unico pensiero sia rivolto al tram e per il resto non facciano nulla?
    Quello che stiamo vivendo è il Medioevo di questa città?
    Penso di sì…. speriamo che prima o poi anche Palermo possa conoscere il suo Rinascimento…

  4. BELFAGOR

    IL CENTRO STORICO DI PALERMO SEMPRE PIU’ …..DA BERE
    Al centro storico di Palermo, le imprese del commercio al dettaglio (artigiani ,abbigliamento, cartolibrerie , giocattoli , ecc. ecc. ), nell’ ultimo decennio sono quasi dimezzate : infatti sono passate da 1.316 a 821.
    Di contro, sono aumentate considerevole gli B&B, le trattorie e i bar che in un decennio sono passati da 295 a 500.
    Tali dati sono contenuti nello studio “ dell’ Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici” , realizzato dal centro studi di Confcommercio .
    Molto critica la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio :
    “ Una disordinata evoluzione dell’offerta commerciale, esageratamente sbilanciata sui settori della ristorazione e dell’alloggio, rende i centri storici qualitativamente sempre meno attrattivi e meno sostenibili……. Si rischia la desertificazione commerciale perché stanno scomparendo dal centro città alcune categorie merceologiche che magari vengono dirottate nelle periferie o all’interno dei centri commerciali: l’impoverimento di un’offerta diversificata è una grave ferita per una città d’arte come Palermo che non deve perdere il suo aspetto identitario, costituito non solo da monumenti e beni artistici».
    Per la presidente di Confcommercio Palermo il caso di via Roma è emblematico : “Da anni riteniamo urgente e imprescindibile che in una asse commerciale portante come via Roma vengano soppresse le limitazioni all’apertura di nuove strutture di vendita con una superficie superiore a 200 metri quadrati, cosa peraltro prevista da recenti direttive comunitarie e nazionali in termini di liberalizzazione delle attività economiche”.
    P.S. Appare evidente che l’ assenza di una seria politica , non solo commerciale, e di una visione “ideologica” del problema , con il proliferare, come funghi, di ristoranti, trattorie, bettole , bar ecc. ecc. e la crescita di una “movida” spesso violenta , rumorosa e “alcolica” , ha profondamente cambiato, non sempre in meglio, la qualità della vita del centro storico di Palermo.
    Non basta restaurare e risanare il centro storico ma bisogna creare le condizioni affinchè la gente decida di ritornare a popolarlo .
    .

  5. FF

    Sbaglio o fu una delle prime cose che l’Ass. Carta disse di voler fare insieme a Forzinetti? Cosa impedisce loro di eliminare questo limite di superficie per le attività commerciali?

  6. vicchio65

    Questi signori (signore, pardon) di Confcommercio dovrebbero prima chiarirsi le idee su cosa vogliono fare da grandi!
    Nel 2016 non volevano la ZTL e non la vogliono neanche adesso (ad ogni scusa spuntano come funghi), i loro amici (ed iscritti votanti) erano i “grandi commercianti palermitani” defunti per colpa di internet o del fisco (necessità di fare lo scontrino, ndr) che appena avevano due lire investivano in appartamenti, che non si sono accorti che il mondo cambiava perché “a Palermo non cambia mai niente”!
    Sinceramente, non mi piange il cuore al loro ricordo!
    Vadano a vedere cosa è successo sotto il loro naso a Catania. E vadano a vedere cosa sta, a poco a poco, ri-nascendo in via Maqueda grazie alla vituperata ZTL. Se avessero avuto il CORAGGIO di scegliere non sarebbero morti.
    E poi, è morto il 40% delle imprese commerciali? Direi che è normale per i centri storici, ed infatti è normale in tutti i centri storici secondo il rapporto integrale di Confcommercio, che afferma anche che “Non ci si può spingere ad affermare che tale nuova configurazione – caratterizzata dall’incremento delle strutture private date sostanzialmente in affitto ai turisti per periodi brevi in presenza di una regolamentazione confusa – sia peggiore della precedente”. E’ la tendenza, ed un vero imprenditore deve vedere opportunità non problemi!
    Capisco che è difficile informarsi, leggere, ma il più delle volte la lettura “giornalistica” non chiarisce.
    Comunque, riporto con favore le parole di Carta che, al di là per “politichese” dice sostanzialmente di scordarsi di togliere la ZTL (una conferma necessaria!), che si va avanti con i tram (pur con i famosi “approfondimenti”), con i parcheggi (speriamo), con la legalità (ottimo).
    Dice anche che si sta trattando con i tassisti (i più odiati d’Italia secondo un recente sondaggio…) e con il limite dei 200 mq in via Roma (la Giunta l’ha mandata alla Regione che la rimanderà alla Giunta, ecc., ecc., ecc.).
    Dottoressa Di Dio: pensi a far evolvere i suoi iscritti prima di dare insegnamenti.
    A proposito: a quando le fusioni delle camere di commercio?

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