L’attivazione del primo lotto di lavori tra Fiumetorto e Ogliastrillo è avvenuta il 17 Dicembre 2017.
Amministratori delegati, ministri, sindaci, responsabili di RFI. Erano in tanti quel giorno a farsi belli davanti la stampa.
Promesse, discorsi preparati, ma della tratta Ogliastrillo Castelbuono non si è saputo più nulla.
Una tratta i cui lavori preparatori sono già iniziati nel lontano 2015 con la sistemazione di alcune opere idrauliche e che non sono più stati terminati.
Si parlava di un possibile stop dovuto ad una variante richiesta dal comune di Cefalù, poi smentita da RFI.
Di problemi legati alla TotoCostruzioni, la ditta che si è aggiudicata l’appalto da € 338.576.440,
Erano stati creati comitati, il comune di Cefalù aveva messo su un tavolo tecnico con professori universitari ed esperti per esaminare i problemi sorti, ma dopo un paio di sedute tutto è svanito.
Come se fosse successo qualcosa, come se l’opera non fosse più importante, come se qualcuno avesse detto che l’opera non si farà mai.
Ad un anno dall’inaugurazione del primo lotto e a 3 anni dall’avvio dei lavori ci chiediamo, che fine hanno fatto i lavori? Vedremo mai l’inizio degli stessi?
Inutile ricordare che proprio Cefalù avrebbe grandi benefici dall’opera con l’abolizione di passaggi a livello e grandi aree restituite alla città, grazie alla realizzazione della stazione in sotterranea.
Per non parlare del raddoppio di binario che permette di ridurre i tempi di attesi e migliorare la frequenza dei collegamenti da e verso l’aeroporto di Palermo, oltre che il capoluogo di regione.
L’opera
L’intervento prevede il raddoppio in variante di tracciato, per un’estensione di circa 12,3 km, della tratta ferroviaria Cefalù Ogliastrillo – Castelbuono, lungo la direttrice ferroviaria Palermo – Messina. Costituisce il secondo lotto costruttivo del più ampio intervento di raddoppio Fiumetorto – Castelbuono, di cui il primo lotto è prossimo alla conclusione.
Nella tratta in oggetto si prevede la realizzazione di tre gallerie, intervallate da tratti allo scoperto di estensione limitata:
• galleria Cefalù, di 6,7 km a doppia canna e a singolo binario;
• la galleria Sant’Ambrogio, di 4,3 km circa a singola canna e a
doppio binario;
• la galleria Malpertugio (0,135 km) a singola canna e a doppio binario.
I tratti allo scoperto sono siti nelle zone iniziali e terminali di allaccio alla linea attuale, nei pressi di Ogliastrillo e presso la stazione di Castelbuono, e in corrispondenza della zona del torrente Carbone e del torrente Malpertugio.
L’intervento prevede anche la realizzazione della nuova Stazione di Cefalù in sotterranea e interventi nella stazione esistente di Castelbuono.
550 mila metri cubi di calcestruzzo, 55 mila tonnellate di acciaio e una media di 330 impiegati con punte di 570, 2050 giorni lavorativi per completare l’opera, 54.625 i conci da posare per completare le gallerie.
Ho seguito questi lavori, ed al contrario di quanto si credeva inizialmente, non sono stati eseguiti soltanto lavoretti preparatori. Inizialmente hanno disboscato tutto, e questo è definibile come preparatorio, ma poi sono arrivate le ditte in subappalto ed hanno realizzato il canale di scolo per le acque meteoriche a Castelbuono, a singhiozzo ma lo hanno realizzato.
Poi hanno effettuato una messa in sicurezza ed i carotaggi esplorativi all’altezza di s. Ambrogio.
Infine tra lascia e prendi vari è partito e terminato il cantiere per la rimodulazione della morfologia nella finestra carbone.
Decine di mezzi all’opera per un anno. Anche questo lavoro è terminato.
Poi il nulla,se non la solita voce della riprogettazione per invertire il fronte di scavo in modo da impattare il meno possibile sulle procedure di estrazione dello smarino.
Si parla addirittura di un cambio netto per quanto riguarda la metodologia di scavo della galleria S. Ambrogio.
Come fu per le proteste del comitato Viale Delle Alpi per realizzare lo scavo profondo con la TBM, qui a Cefalù succede la stessa cosa o anche peggio. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.