Sembra assumere toni sempre più polemici la vicenda Uniparking che vede l’istituzione dell’ingresso e della sosta a pagamento all’interno della cittadella universitaria di viale delle Scienze.
Nei giorni scorsi, il Rettore prof. Fabrizio Micari ha indirizzato una lettera agli studenti e a tutto il personale dell’Ateneo dove ha espresso le proprie considerazioni sulla questione parcheggio, giudicando complessivamente la vicenda come un “errore di valutazione da parte della precedente Amministrazione”.
Non si è fatta attendere la replica del suo predecessore, prof. Roberto Lagalla, e di cui pubblichiamo lettera integrale
Non vedo perché il parcheggio all’interno della cittadella universitaria dovrebbe essere gratuito. Secondo me è più che corretto che si paghi, se si vuole lasciare l’auto dentro! Altrimenti che si utilizzi il parcheggio Basile o i mezzi pubblici.
1) Gli studenti pagano già le tasse, è giusto far pagare loro anche l’ingresso in auto?
2) E’ giusto far pagare i lavoratori dell’Università per accedere al proprio posto di lavoro?
3) Quali mezzi pubblici ?
Non giusto, ma giustissimo! Le tasse universitarie non c’entrano un bel niente col diritto al posteggio. Il parcheggio gratuito non è un diritto costituzionale, come molti sembrano pensare. C’è la fermata Orleans del passante accanto l’ingresso, quindi sì, i mezzi pubblici ci sono! E poi se non sbaglio c’è il parcheggio Basile, gratuito. O quello non conta perché non si può parcheggiare l’auto dentro l’aula dove si seguono le lezioni, nel più tipico stile palermitano?
Tra l’altro, fosse per me, l’accesso alle auto dentro la cittadella sarebbe vietato del tutto, altro che a pagamento!! Per cui figurati.
D’accordo con Huge : chi vuole parcheggiare PAGHI !!!
Il problema non è pagare per parcheggiare, ma il fatto di regalare soldi ad un privato, poi ci sono delle difficoltà logistiche nella gestione degli accessi e se pago non ho garanzia di trovare posto. Anzi, so già che non lo troverò.
Come la mettiamo?
Alcune note indipendenti dalla polemica e dal fatto, per me ovvio, che il parcheggio è un servizio che ha un costo e che, quindi, va pagato.
Spero che ci sarà un tempo minimo (non meno di 15′) per il quale l’utente occasionale non paga.
Quali saranno gli effetti su via Basile delle inevitabili code agli accessi?
In qualche caso le barriere potevano essere poste più all’interno nell’area dell’Università?
All’interno dell’Ateneo esistono anche aree di parcheggio non pubbliche perché poste all’interno di edifici e, mi sembra, non gestibili da parte della ditta che ha il contratto, per le inevitabili difficoltà e costi nella gestione della sicurezza e della manutenzione. Gli utilizzatori di queste aree, benché in qualche modo privilegiati, pagheranno di fatto solo l’accesso ma ridurranno il numero di abbonamenti disponibili?
A proposito di manutenzione. Le ditte che svolgono lavori ma anche quelle che fanno consegne postali in tutta l’area dovranno pagare? Quando si scaricano oggetti ingombranti la sosta all’interno dell’Area universitaria può essere molto lunga. Questo sarà un costo per l’Ateneo o solo per i Dipartimenti interessati?
A mio modesto parere, tutta la questione si poteva risolvere in un modo molto più semplice. Posto che il passato Senato Accademico ha dato tutto in gestione ai privati per scaricarsi completamente di tutti i costi di manutenzione e gestione della viabilità interna (rifacimento segnaletica e navette), avrebbe potuto facilmente “internalizzare” la regolamentazione della sosta attraverso il sistema del rilascio dei pass, contingentati per il numero di stalli effettivamente disponibili ed assegnati attraverso il metodo dell’asta “intelligente”, dietro pagamento di un corrispettivo in caso di assegnazione.
Questo sistema esiste nei migliori atenei statunitensi (per citare casi eccellenti), tanto per le stanze nei dormitori quanto per il rilascio dei pass che abilitano gli studenti a circolare e parcheggiare all’interno dell’Università.
Le regole sono semplici. Per i dipendenti ed il corpo docente, il pass è generalmente rilasciato senza particolari vincoli. Per gli studenti, si considera il criterio dell’anno di corso: più in là vai, meno probabilità hai tanto di ottenere un alloggio quanto di avere un pass.
Staremo ad aspettare il primo bilancio consuntivo dell’ATI per capire quanta ciccia ha perso l’Ateneo di Palermo.
Capisco che in un’ottica di città moderna e del terzo millennio che il pagamento per l’accesso e il posteggio alla cittadella universitaria possa essere a pagamento non è scandaloso, ma anzi, rientra nella normalità.
Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che Palermo, ancora, non è una città moderna ed è lungi dall’entrare nel terzo millennio.
A prescindere dalle polemiche riguardanti la concessione del servizio ad un’associazione di imprese private che esclusivamente ne godrà i profitti, bisogna ricordare che l’esistenza di un trasporto pubblico efficiente e capillare è presupposto e condizione indispensabile per un’operazione di questo genere.
Eppure, raggiungere la cittadella universitaria con i mezzi pubblici è agevole solo ed esclusivamente per chi si ritrova vicino ad una fermata del treno. Chi, invece, non ha questa fortuna è impossibilitato ad usare un servizio pubblico per recarsi all’Università (perlomeno, in attesa che la linea del tram venga allungata fino a Via Ernesto Basile).
Rimangono fuori dai giochi quasi tutte le periferie e pure parte del centro. Spiegatemi voi, ora, come faccia, una decisione del genere, a non suonare come una beffa per uno studente universitario di periferia, che già deve confrontarsi con un’Università scandalosamente disorganizzata e che non offre servizi a fronte di tasse che, invece, sono alte.
La concessione del servizio a terzi privati, poi, è tutta un’altra questione che quel disastro di Lagalla non riesce proprio a difendere. Chi vive la cittadella universitaria sa bene che i costi di gestione dello spazio sono sempre stati miseri (quei 400 mila euro non si capisce proprio dove finissero). I profitti sarebbero potuti entrare nelle casse dell’Università in modo tale da finanziare qualche servizio in più, qualche progetto internazionale in più o qualche borsa di studio in più. Ma no, si lascino mangiare, come sempre, i privati a spese dei poveracci.
Fa comunque piacere leggere che Micari abbia preso le distanze da questa decisione. Certo, è inutile, ma almeno ci da la soddisfazione di vedere Lagalla criticato apertamente dal suo successore.
Il parcheggio a pagamento poteva pure starmi bene se concepito bene.
Purtroppo invece siamo davanti a criticità drammatiche nella gestione.
1) L’ingresso con la barra. L’hanno già testato. Si è paralizzato TUTTO. A piazza Indipendenza più caos che durante uno sciopero. via Basile impraticabile. Tempi di accesso eterni in rapporto al numero di auto e moto che devono entrare. A Settembre ci sarà semplicemente da piangere. Non so come finirà la vicenda.
2)Chi paga non ha garanzia di trovare posto. Arrivando dopo le 9 si trova posto solo all’altezza di parcheggio Basile.
A questo dobbiamo aggiungere la totale inadeguatezza del trasporto pubblico e che l’università non ci guadagna niente.
A mio avviso gli unici parcheggi disponibili dovrebbero essere il parcheggio Basile (che comunque è di gestione comunale), quello adiacente la segreteria e quello adiacente architettura. Tutto il resto della cittadella, totalmente off-limits alle auto. L’università spenda soldi per istituire un servizio navetta gratuito che faccia regolarmente il giro dell’ateneo. E perché no, si potrebbe anche pensare a un servizio di bike sharing interno alla cittadella (quindi non gestito da AMAT). Sarebbe un modo perfetto e veloce per potersi spostare da un dipartimento all’altro. Servizio questi sì, che si potrebbe pensare gratuito per gli studenti, entro i primi 15 min (non serve certo di più per un eventuale spostamento).
Per tutti quelli che, hanno espresso nei commenti un parere favorevole riguardante la vicenda del “parcheggio a pagamento”, consiglio caldamente di andare a visionare sul web, i trascorsi dell’azienda in qualità di ente gestore.