La vicenda di Acqua dei Corsari la racconteremo più sotto, qui occorre ricordare che per porre all’attenzione della città e delle istituzioni questo incredibile esempio di trascuratezza e sperpero del pubblico denaro un numeroso gruppo di cittadini ha organizzato, nel corso di un triennio, sit in, ciclo pedalate, mobilitazioni, presidi, ottenendo come risposta l’assoluta indifferenza. Due anni fa, appena eletti, abbiamo scritto a Orlando e Crocetta, una lettera denuncia che terminava con un appello a far qualcosa. Ancora attendiamo.
Un assessore al Comune di Palermo in pendenza del ciclo delle autorizzazioni infinite, che ancora permane, aveva provato a inviare i giardinieri per operare almeno la pulizia del sito, ma senza risultato, i burocrati si opposero. Il Presidente Crocetta, di fronte a una platea riunita per commemorare il 22° anniversario dell’uccisione di Libero Grassi, si impegnò formalmente a smuovere l’incartamento pietrificato che ha provocato la perdita di alcuni milioni di euro di soldi pubblici con il saccheggio, l’abbandono di un’opera consegnata quasi sei anni fa.
Il Consiglio Comunale di Palermo a rafforzare la pressione su una burocrazia sorda a ogni sollecitazione, alcuni mesi dopo il suo insediamento (siamo nel 2012) ha deliberato di intitolare a Libero Grassi l’ex discarica bonificata e divenuta Parco.
Nella ricorrenza dell’ennesimo anniversario ci rivolgiamo all’unica autorità ancora non adita, la Procura regionale della Corte dei Conti, che può con il suo intervento scuotere questa letale inerzia e ridare ai cittadini la speranza che i propri soldi e le proprie speranze non siano state vanificate da ripicche, negligenza e incuria.
Alla Procura della Corte dei Conti della Regione Sicilia
La vicenda dell’area di Acqua dei Corsari per molti anni deposito degli sfabbricidi del sacco edilizio di Palermo, è emblematica dell’impotenza delle amministrazioni del sud di impiegare bene i fondi e consegnare le opere realizzate alla fruizione dei cittadini in tempi certi. Tre anni fa il Consiglio Comunale di Palermo ha tributato attenzione a quest’area impegnando l’Amministrazione a intestarlo a Libero Grassi.
Il progetto doveva essere finanziato dal Territorio Ambiente, ma in assenza della caratterizzazione, trattandosi di una ex discarica, la misura del finanziamento passò all’Emergenza Rifiuti ora Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione.
Nel 2005 è stata fatta la 1° caratterizzazione della ex discarica e i risultati dei sondaggi fatti dalla Sering e dall’Arpa, sono risultati congruenti.
Dopo una conferenza di servizi nel 2006 si è stabilito di iniziare i lavori urgenti di messa in sicurezza ed emergenza e sviluppare successivamente ulteriori approfondimenti della caratterizzazione del sito. I progettisti avevano suggerito di procedere alla seconda fase della caratterizzazione durante il cantiere della messa in sicurezza. Tuttavia, sia il Comune che Sviluppo Italia hanno preferito iniziare la 2° fase della caratterizzazione a cantiere concluso.
L’ultimazione dei lavori di messa in sicurezza diretti dalla Sering è avvenuta il giorno 8/11/2008; lo stato finale è stato redatto il 14/01/09, il collaudo è stato effettuato nel marzo 2009.
Intanto il commissario regionale, nella persona del Dirigente Generale del Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione ha dato mandato a INVITALIA, ente pubblico ex SVILUPPO ITALIA, di continuare l’iter della caratterizzazione. Questi a loro volta hanno affidato le indagini e le analisi al laboratorio AMBIENTE, il quale ha eseguito le indagini chimiche sui terreni e sulle acque.
Questa 2° caratterizzazione è stata supervisionata, come di norma, dall’Arpa, che ha fatto le sue analisi su una percentuale del 10% dei campioni consegnati dal laboratorio AMBIENTE. I risultati di controllo dell’Arpa sono risultati in notevole contraddizione con quelli di INVITALIA e/o AMBIENTE, molte volte con valori inferiori; in poche parole alcuni risultati sono peggiorativi da parte di INVITALIA, come quelli dei metalli che sono sovrastimati, mentre per idrocarburi e IPA vi è una sottostima.
Con i valori ottenuti, l’Arpa nell’ottobre 2011 ha dato parere negativo in quanto non è in condizione di validare i risultati vista la non congruenza fra quanto ottenuto da AMBIENTE e quanto verificato da ARPA.
In assenza di validazione dell’Arpa, INVITALIA non ha chiuso il rapporto col laboratorio AMBIENTE,
Nel giugno 2012 il Commissario Regionale, nella persona del Dirigente Generale del Dipartimento Acque e Rifiuti ha indetto una riunione a seguito della quale l’Arpa ha risposto con una lettera inviata sia al laboratorio AMBIENTE che per conoscenza all’assessorato Energia, Comm. Delegato Bonifica, Urbanistica, Provincia, ed SG1, nella quale si suggerisce di rivedere e parametrizzare i risultati suggerendo di adottare criteri diversi rispetto a quelli nazionali, per fare rivalutare al laboratorio AMBIENTE, tutti i dati.
Secondo l’autorevole parere del dott. Librici (chimico di ottimo livello), si può tranquillamente entrare nel sito per fare manutenzione e pulizia, magari usando tute e guanti nel rispetto della salute dei giardinieri, perché il Comune è il gestore e deve tutelare l’area anche se non ancora aperta al pubblico, a prescindere se è più o meno finito l’iter della caratterizzazione. Anzi, il Comune di Palermo ha l’obbligo di fare ciò in quanto è proprio un aspetto dei lavori di messa in sicurezza garantire la guardiania del sito, per evitare eventuali ulteriori inquinamenti da discariche abusive.
Sono passati quattro anni in cui i cittadini hanno sollecitato Comune e regione ad attivarsi affinchè l’opera pubblica allora da poco completata non si depauperasse tramite atti di vandalismo e assenza di manutenzione. Così non è stato e la documentazione fotografica che alleghiamo dimostra quanto il bene abbia perso di valore rispetto alla data di consegna e i costi che l’ente pubblico dovrà sopportare per riportare allo stato precedente l’area del Parco.
Dopo le segnalazioni del Comitato per la riapertura del Parco, l’Assessorato ambiente aveva diffidato Invitalia a “trasmettere entro 15 giorni il ricalcolo dei dati analitici relativi alla caratterizzazione secondo i criteri stabiliti dall’ARPA” e il 23 maggio 2013, trascorso infruttuosamente tale termine, diffidava ulteriormente Invitalia, comunicando che “qualora non dovesse essere trasmesso quanto richiesto, si procederà alla revoca del finanziamento, al recupero delle somme già erogate dallo scrivente, all’affidamento dell’incarico ad altra Società nonché alla trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei Conti ed all’Avvocatura dello Stato affinché vengano posti in essere tutti gli atti necessari per tutelare questa amministrazione”.
Infine in una lettera inviata dall’Arpa (che alleghiamo) a una parlamentare regionale che aveva chiesto chiarimenti su tale vicenda si fissano ancora altri tempi e incombenze per ripetere atti che già da tempo dovevano essere posti in essere. Tale colpevole ritardo ha di sicuro provocato un danno erariale e un grave nocumento alla possibilità di godimento da parte dei cittadini di un’area disagiata come quella dove sorge il Parco nato sull’ex discarica, e alla città di Palermo tutta.
Comitato per aprire il Parco di Acqua dei Corsari intitolato a Libero Grassi
Cittadini per Palermo più verde e pulita, Palermo Indignata.
Mobilita Palermo
lo fanno apposta. una vicenda che fa il paio con il parco cassarà e con l’area di romagnolo lasciata incompiuta e vandalizzata.
questo parco sul mare sarebbe il vero fiore all’occhiello della costa sud. orlando batti un colpo
Palermo è sul mare, ma non si capisce perché la costa nella zona urbana viene trattata malissimo
Vorremmo utilizzare questo spazio che gentilmente “Mobilita Palermo” per fare brevemente una sintesi della situazione attuale del recupero, o presunto tale” della COSTA SUD di Palermo. Dopo decenni di colpevole assenza , con gli anni ’90 finalmente nascere, o forse sarebbe meglio dire rinasce, a Palermo l’ interesse per una riqualificazione edilizia e urbanistica dellacittà . Si avvia il recupero del centro storico e la città si dota di un nuovo Piano Regolatore Generale. Vengono riqualificate aree prima abbandonate e alcuni luoghi ed edifici diventano simboli della rinascita di Palermo: la chiesa dello Spasimo, il Teatro Massimo, i cantieri culturali alla Zisa. Questa nuova fase interessa anche la costa, generando molteplici iniziative tutte tese al recupero del rapporto compromesso con i luoghi del mare:
-Il più rappresentativo degli interventi è sicuramente il recupero, avviato alla metà degli anni ’90, dell’area del Foro Italico, che per decenni aveva rappresentato la scena più famosa della mortificazione della costa palermitana. Infatti tale area aveva accolto per decenni un grande Luna Park, vari insediamenti , più o meno stabili, di Rom, e i vari Circhi che nel periodo natalizio venivano a svernare a Palermo.La realizzazione dell’attuale giardino, ha trasformato la spianata di detriti esistente fino alla fine degli anni ’80 in un luogo di grande socialità, e teatro di eventi culturali collettivi, anche se la mancanza di pulizia, manutenzione e di sorveglianza rischia di vanificare tali sforzi. La situazione attuale e perciò non ottimale e rischia di riportare il Foro Italico alla situazione di degrado precedente.
-A poche centinaia di metri dal Foro Italico è stato recuperato l’ex deposito delle locomotive dell’antico collegamento ferroviario, a scartamento ridotto, Palermo-Corleone, dismesso negli anni ’50. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un luogo divenuto negli anni protagonista delle politiche culturali della città. Tale recupero è avvenuto grazie alla creazione di un “ Museo del Mare”anche se tale struttura appare sotto utilizzata.
-Con la redazione del Piano Regolatore del Porto si è cercato di avviare una nuova stagione che, negli intenti dell’Autorità portuale, avrebbe ricucito le aree portuali con il tessuto della città. In questa riqualificazione sistematica del “waterfront” ha assunto una grande importanza sociale e simbolico il recupero del vecchio porto della CALA e la realizzazione della nuova passeggiata, oggi tra i luoghi più frequentati del fronte a mare. In questo caso possiamo parlare, nonostante qualche criticità, di un recupero ben riuscito.
-Purtroppo lo stesso non possiamo dire dei vari progetti ambiziosi di intervento sulla Costa sud, ma rimasti fino a oggi incompleti o mai attuati (con opere mai ultimate e mai inaugurate), del Comune e dalla Provincia Regionale di Palermo. A metà degli anni ’90, il Comune di Palermo avviò un progetto per la riqualificazione dell’ex discarica di Acqua dei Corsari i cui lavori si avviano dal 2002 ma i risultati sono stati nel complesso modesti e spesso non duraturi (Il caso emblematico è il cosidetto “Parco di Acqua dei Corsari”) . Il parco è costato al Comune 4 milioni di euro, i lavori sono stati regolarmente consegnati nel 2009, anno di fine dei lavori, ma l’amministrazione comunale non si è mai preoccupata di bonificare seriamente la zona per riaprirla al pubblico. Infatti ancor oggi l’inquinamento ambientale dell’area, ancora presente nonostante le diverse “operazioni di bonifica” effettuate, non hanno consentito di restituire il luogo alla collettività. La Provincia, a sua volta avvia nel 2004, la cosi detta “riqualificazione del litorale Oreto-Ficarazzi” con l’obiettivo di restituire dignità ai luoghi storici della balneazione, da troppi anni al centro di fenomeni di degrado, abbandono e abusivismo. Il progetto prevede, o forse sarebbe meglio dire prevedeva, nuove aree sistemate a verde capaci di collegare i luoghi più significativi della costa sud: Il Porticciolo e il deposito ferroviario Sant’Erasmo, il Solarium, lo Stand Florio, la Colonnella dell’Immacolata, il borgo della Bandita, , la Torre dei Corsari e la grande fabbrica di laterizi Puleo. Tale progetto partiva dalla costatazione dello stato di grave degrado che caratterizzava ( e caratterizza) questo territorio. I problemi che lo interessavano riguardavano soprattutto il litorale rovinato dallo scarico di detriti e materiali di risulta, l’inquinamento del mare, gli accampamenti e l’edilizia abusiva, la raccolta dei rifiuti, la viabilità congestionata e l’assenza di servizi per i residenti.
Per quanto riguarda il problema dei detriti questi hanno cominciato ad essere scaricati in mare a partire dalla fine della seconda guerra mondiale quando si presentò la necessità di rimuovere le macerie prodotte dai bombardamenti. Questa pratica ha stravolto completamente la morfologia della costa sud. Infatti la linea della costa è avanzata di diversi metri e il suo suolo è diventato estremamente pericoloso a causa della diversità dei vari agenti inquinanti contenuti nei materiali scaricati, molti dei quali tossici e cancerogeni. Questo fenomeno, insieme allo scarico a mare delle acque reflue provenienti dalle varie fogne, più o meno abusive, provenienti dalle varie parti della città e da alcuni paesi limitrofi, hanno determinato l’alto tasso d’inquinamento del mare di questo tratto di costa, al momento interdetto alla balneazione. L’unico depuratore esistente riceve gli scarichi di gran parte della città ma vista la scarsa manutenzione e le dimensioni ridotte non riesce a funzionare come dovrebbe provocando non solo inquinamento ma anche cattivo odore in tutta l’area. Tale situazione risulta ancora più grave se messa a confronto con il fatto che prima della guerra tale area era considerata una zona di alto pregio naturalistico e ambientale. Infatti dalla fine dell’800° si erano insediati nella zona diverse ville di nobili e di ricchi borghesi e decine di stabilimenti balneari che vantavano la salubrità delle loro acque, i cosi detti “Bagni della salute” . Inoltre in tale zona si trovavano ( e in parte si trovano) diverse strutture sanitarie , come per esempio l’Ospedale Buccheri La Ferla e il solarium”. L’abbandono e la complicità da parte delle istituzioni di questo tratto di costa ha poi favorito l’accampamento di nomadi e lo sviluppo di un forte abusivismo abitativo che hanno distrutto l’ambiente e accresciuto lo stato di degrado ambientale e sociale.
RIASSUMENDO: Di tali ambiziosi progetti di recupero, comunali e provinciali ,purtroppo si sono perse le tracce, salvo essere occasionalmente rispolverate durante le varie campagne elettorali.. Escludendo la CALA, l’ex deposito di Sant’Erasmo, recuperato interamente e attualmente utilizzato come area museale e per convegni, e parzialmente Il Foro Italico, il resto è rimasto lettera morta, per non dire di peggio.
e l’acquario? che fine ha fatto?
In definitiva si può affermare che l’area tra cala, foro italico e deposito delle locomotive ha avuto interventi importanti, ma il resto della costa sud versa in situazione disperata. WWF, Legambiente, Italia Nostra ed altre associazioni locali (anche se l’impulso dovrebbe partire dagli abitanti della zona), dovrebbero prevedere qualche iniziativa di sensibilizzazione. Potenzialmente è un’area che con piccoli interventi può migliorare, ma il Comune deve programmare su un decennio, un piano di eliminazione del degrado, per riportarla almeno all’aspetto degli anni sessanta, quando la gente ancora faceva il bagno (ci sono filmati a colori che lo testimoniano). Il tram può essere un punto di partenza per la riduzione del traffico su via Messina Marine, ma l’obiettivo deve essere di farne una Promenade des Anglais.
Ma quale Aquario, ma quale Svincolo di Brancaccio, ma quale Porticciolo di Sant’Erasmo( o in alternativa il prolungamento del prato del Foro Italico). Da quando c’è l’attuale amministrazione si avverte un aria di immobilità e di occasioni perdute. L’ attuale giunta non solo boicotta tutte le iniziative dei privati ma non investe nemmeno i soldi pubblici già stanziati, preferendo farli perdere. Non riusciamo a capire cosa c’è dietro tale politica dell’immobilismo o , ancor peggio, del boicottaggio. A quanto sembra qualcuno vuole che la costa sud rimanga degradata e in mano all’abusivismo e all’illegalità diffusa.