Sappiamo che uno dei problemi principali di palermo è la “munizza”, nonostante il fallimento dell’Amia e la creazione della Rap. La situazione non sembra essere cambiata di molto.
Una raccolta differenziata che è abbondantemente sotto gli standard italiani, siamo al 10,6% ben al di sotto del 65% fissato dalla legge. Non che le altre grandi città italiane brillino, però una città come Napoli, molto simile a Palermo ha il 21,8% di rifiuti smaltiti tramite raccolta differenziata
Ecco il motivo per cui vi abbiamo sottoposto il sondaggio “Palermo vive tra la sporcizia: di chi le maggiori colpe?”
Ricordando che tale sondaggio non ha alcun riscontro scientifico, pertanto i suoi risultati sono puramente indicativi, vi illustreremo ora quali sono i risultati
Su un 4.945 votanti, il 58%, 2.850 voti pensa che le colpe siano dei Palermitani incivili, il 29%, 1.449 voti pensa invece che le colpe siano della totale assenza di controlli e sanzioni per chi sporca, il 12 %, 618 voti reputa il servizio comunale di raccolta e pulizia carente e infine una piccolissima parte sostiene che le motivazioni siano altre (1%, 28 voti)
La maggioranza quindi addossa le colpe ai propri concittadini, mentre la restante parte addossa le colpe all’amministrazione comunale che quindi non assolve sia il compito di punire chi sporca, sia un servizio efficiente.
Sappiamo che nei prossimi mesi dovrà partire il nuovo step, di Palermo Differenzia che coinvolgerà altri 130.000 cittadini, speriamo solo di non dover creare un nuovo sondaggio chiedendovi se è meglio tornare alla classica raccolta indifferenziata
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bisogna portare la differenziata al 100%, con un programma di abolizione degli imballi e delle plastiche a monte, sostituiti dal biodegradabile. rifiuti zero.
http://it.wikipedia.org/wiki/Rifiuti_Zero
ne va della salute, altro che decoro pubblico.
bellolampo va chiusa e rinaturalizzata. vanno realizzati gli impianti per il riciclo e il biogas. no agli inceneritori.
quanto ai palermitani, purtroppo l’unica cosa da fare è aspettare una generazione di bambini educati ogni giorni al giardinaggio e all’amore per la natura. l’educazione tecnica, alle scuole medie, è una materia importantissima.
in generale si nota una coincidenza auto-rifiuti, cioè dove arrivano le auto si formano le discariche. le aree lontane da parcheggi e le strade pedonalizzate sono stranamente molto più pulite. allora per l’inciviltà cominciamo a levare le auto dalle strade, e a rendere difficile l’accesso a spiagge e montagne.
Verissimo. Però le foglie secche che per un paio di mesi hanno letteralmente sommerso i marciapiedi della parte alta di Via Brigata Verona di sicuro non sono state messe lì dai palermitani incivili.
Fermo restando che il palermitano sia incivile, che non esistono controlli, che non vengano eseguite sanzioni esemplari, ect, che è esercitata poca attenzione alla raccolta differenziata, desidero porre una domanda. E’ il caso di far conoscere, al fine di sensibilizzare maggiormate l’opinione pubblica, quali siano – a Palermo -quali siano i vari processi alle quali và sottoposta la raccolta differenziata e quali benefici la stessa può apportare ai ns. cittadini? In realtà nessuno di noi conosce quali siano gli steap alle quali va sottoposta, p.es., quel mimimo di differenziata (vetro/plastica) grazie alle campane dislocate in città. Sarebbe opportuno che il Sindaco se ne facesse carico al fine di diffondere quanto più possibile la cultura del riciclo dei rifiuti.
Sono assolutamente in linea con la maggioranza del sondaggio. È questione di cultura e di abitudini. A Bolzano non butterebbero niente per strada neanche se non avessero cestini e cassonetti a portata di mano. E le foglie secche sono l’ultimo dei problemi, anzi le foglie secche sul marciapiede in certi periodi dell’anno mi sanno di atmosfera autunnale che non mi dispiace affatto, per cui non le considero nemmeno veri e propri rifiuti.
i palermitani sono i più sudici di tutti. buttano tutto per terra quello hanno tra le mani per terra (bottiglie, bicchieri, pacchi di sigarette, etetc certe donne buttano anche i pannolini sporchi per strada), svuotano i posacenere per strada, gettano i sacchi della spazzatura fuori dai cassonetti (anche con i cassonetti vuoti), lasciano per strada materassi,lavatrici, pezzi di arredamento, vecchie tv, etcetc SONO LA VERGOGNA DEL MONDO OCCIDENTALE
refuso: buttano per terra tutto quello che hanno tra le mani
Che il palermitano sia incivile, è un dato di fatto. Qui non bisogna cercare il responsabile, perché la responsabilità è di tutti; dalla giunta comunale alla regione Sicilia, dal borghese al più semplice cittadino incapaci di rispettare l’ambiente. Ho passato qualche giorno a Palermo dopo un’assenza di circa 3 anni, ma non mi sono meravigliato della sporcizia e dell’inciviltà del palermitano, perché quello è risaputo in tutta Europa e non solo in Italia; ma quello che mi ha stupito è vedere operai in pieno esercizio con l’autocompattatore accanto ai cassonetti pieni pronti ad essere svuotati, che anziché essere normalmente raccolti venivano lasciati in loco e gli operai che mangiavano tranquillamente un panino non adempiendo al loro dovere. Perché non s’incominciano ad effettuare dei controlli e licenziare in tronco a chi ruba lo stipendio senza lavorare? Perché non si effettuano multe per chi non rispetta l’ambiente come fanno in Svizzera? Perché non si effettua una campagna di sensibilizzazione ed una educazione civica nelle scuole? Forse qualcosa s’incomincerà ad ottenere. Tolleranza zero!
@Kingdom: io non parlo di foglie secche da romantico autunno parigino sul Boulevard Saint Germain, io parlo di 30 centimetri di foglie secche che, tra l’altro, sono scivolose quando piove. E in mezzo alle foglie, naturalmente, munnizza ed escrementi vari.
La sesta vasca di Bellolampo è vicina alla saturazione e non passerà molto prima che la magistratura emetta una nuova ordinanza di chiusura (giustamente).
La differenziata viene effettuata attraverso il sistema dei consorzi, che non è il migliore dei sistemi.
Il ciclo dei rifiuti, specialmente nel Sud Italia, in quanto altamente remunerativo, è metastatizzato dalle infiltrazioni della criminalità organizzata connivente con pezzi dell’amministrazione pubblica.(l’esempio del percolato di Bellolampo fa scuola: l’Amia paga due milioni di € l’anno ad una azienda calabrese per il suo smaltimento, quando con meno di un milione si potrebbe realizzare un sistema BIOLOGICO di riprocessamento dello stesso, già sperimentato nel mondo).
La realizzazione di impianti di smaltimento e riciclo ad hoc (cioè svincolato dal sistema dei consorzi) richiede risorse economiche da impegnare “sull’unghia”, che nessuno ha.
Quindi, aldilà del fatto che i Palermitani sono degli animali, non c’è alcuna via d’uscita. O meglio, ci sarebbe con gruppi dirigenti di lunga veduta, decisionisti e sordi alle proteste inutili degli animali, che però in democrazia non possono funzionare.
Salerno è la città italiana con la più alta percentuale di rifiuti differenziati e riciclati (più del 70%). Fino a 10 anni fa affogavano nell’immondizia, poi è arrivato De Luca, un sindaco come si deve, e la situazione è cambiata non in qualche anno, ma dall’oggi al domani. Quindi manderei i nostri amministratori in Campania per studiare come il sindaco ha risolto il problema. Oltre tutto Salerno è una città con più di 150 mila abitanti, quindi non proprio piccola
A mio avviso, il sondaggio può essere interessante solo per farsi un’idea di quello che è il comune percepire, però temo che il problema dei rifiuti sia molto più complesso. Di sicuro non può essere ridotto semplicemente a “Palermitani incivili”, “Totale assenza di controlli e sanzioni per chi sporca” e “Servizio comunale di raccolta e pulizia carente”.
Il nocciolo è che in Sicilia, come anche nella maggior parte delle altre regioni italiane (molte delle quali sanno però nascondere un po’ meglio, senza creare grossi disagi), non si è mai voluto creare un sistema virtuoso.
Qualcuno saprebbe dirmi quali, quanti e dove sono i centri di riciclaggio in Sicilia? L’eventualità di crearli non è mai stata presa seriamente in considerazione, eppure industrie del genere determinerebbero benefici su diversi fronti.
Evidentemente c’è qualcuno che è interessato a continuare col sistema delle discariche, ormai sature dappertutto, perchè lì ci sono dei guadagni. Conferire in discarica costa. Più grosso è il carico di immondizia, più denaro occorre sborsare.
Coloro che attualmente guadagnano in questo settore, evidentemente sono interessati a mantenere lo status quo.
Perchè la Regione Siciliana, o anche Confindustria Sicilia, stanno con le mani in mano?!?
Perchè i cittadini si massacrano fra loro, accusandosi vicendevolmente di inciviltà?
Il punto è che andrebbe completamente rivoluzionato il sistema. È l’unico modo per risolvere una volta per tutte.
Per quanto infine riguarda i “palermitani incivili”, mi limito semplicemente a ricordare una teoria banalissima ma che fa riflettere. È stata esposta, qualche tempo fa, da un utente di Mobilita Palermo, commentando uno dei vostri articoli.
Mi permette di riproporla.
Si tratta della “Teoria delle finestre rotte”.
L’assunto è semplice: lo sporco attira lo sporco; il pulito attira il pulito. Una persona abituata a vivere in una città pulita e ben tenuta, tende ad essere civile; al contrario, chi vive in una città sporca e con troppe sacche di degrado, tende ad essere incivile, non curante del bene collettivo.
In effetti, non è difficile immaginare come chiunque si trovi a passare da Via Libertà, giusto per fare un esempio, forse ci pensa un po’ di più prima di buttare la cartaccia a terra, mentre altrove, in zone tenute peggio, non avrebbre gli stessi scrupoli.
Nel 1994 il sindaco di New York applicò questa teoria per la metropolitana della città, mantenendo il decoro delle stazioni e dei treni, e costringendo tutti a pagare il biglietto; nel giro di poco tempo, molti crimini, anche gravi, sono diminuiti e l’ambiente è diventato più vivibile.
Potrebbe essere una causa/effetto dei nostri problemi?
*Mi permetto di riproporla…
Condivido in toto quanto sottolineato nei commenti da Athon e Clipas. Aggiungo che i collaboratori ecologici non vengono controllati dai responsabili di zona e lavorano mediamente un’ora o un’ora e mezza al giorno. So per certo che dovrebbero lavorare sei (6) ore al giorno: scrivo continuamente alla Rap sia per segnalare le discariche di rifiuti ingombranti del Centro storico, sia per chiedere quanto dovrebbero lavorare i cosiddetti collaboratori. La risposta a questo quesito è stata assolutamente generica (“come da contratto”, sic!) e da due anni segnalo due blocchi di cemento in Via del Pappagallo abbandonati al margine della stretta stradella. Nonostante vengano raccolti rifiuti in legno, poltrone e altro, quelli di cemento restano lì. Giustamente si dice in uno dei succitati articoli che il problema è molto complesso: a) il Presidente della Rap è un ex dirigente della Regione in pensione che fruisce della Legge 104. b) parecchi palermitani non pagano la Tarsu, non usano internet, non leggono giornali. Se hanno rifiuti ingombranti non sanno dove buttarli e se si recassero nei centri di raccolta, come, che so, quello di Piazzale Giotto, a depositare rifiuti, l’addetto chiederebbe il nome del conferitore e la via. Voi pensate che il palermitano vastaso e analfabeta vada a mettersi sottoscopa? Chi deve accertarsi attraverso i registri anagrafici degli evasori? c) i luoghi puliti spingono in linea di massima anche il palermitano vastaso a non sporcare. Palermo è lurida, seguo attentamente da un vita la situazione dei rifiuti (e io sono anziana) e posso affermare che la mafia sottostante alla raccolta dei rifiuti, assunti compresi, non l’ha mai toccata nessuno. Occorrerebbero Dirigenti con esperienze europee per innovare e cercare di risolvere i problemi che ci attanagliano da sempre. Può un dirigente regionale seduto nella sua sinecura da sempre avere idea di un progetto improrogabile europeo? Secondo me NO. Questa amministrazione, purtroppo, come le precedenti, ha scelto uno staff consenziente più che uno staff competente.
Athon sono contenta che ti ricordi della teoria di cui parlai tempo fa!
@ Disadattata No, quando si conferiscono rifiuti ai centri di raccolta, in verità si chiamano Isole ecologiche, non chiedono l’identità nè tantomeno vogliono vedere il bollettino pagato della Tarsu. Per il resto condivido il suo pensiero cioè che i dirigenti di questa disgraziata terra (nel senso che al momento non siamo baciati dalla Grazia, ma un tmepo ritornerà!) non hanno una visione europea! Nei miei pochi viaggi per l’Europa ho visto come nei vari paesi risolvano il problema della munnizza e tutti in maniera efficiente e, soprattutto, differenziando!
@Irexia, grazie a te di averla esposta. Penso sia una teoria utile a spiegare gli automatismi di alcuni cittadini.
Il disastrato settore dei rifiuti, se rinnovato completamente, potrebbe diventare l’incipit di una nuova economia siciliana.
Trovo che il caos abbia in sé qualcosa di positivo. È infatti proprio dal caos che possono poi determinarsi cambiamenti volti al miglioramento, se c’è la volontà.
Molti vorrebbero un processo di industrializzazione della Sicilia, per favorirne l’economia. Sono relativamente d’accordo, ammesso che questa non avvenga seguendo il modello fallimentare di alcune regioni del nord che hanno finito con lo snaturarsi del tutto, guadagnando qualcosa in termini di flussi economici, di cui però non tutti i cittadini partecipano, ma perdendo tanto su altri fronti.
In Italia manca una regione che abbia il compito di riciclare i rifiuti, nell’ambito di un sistema che sia integrato, virtuoso, funzionante e del tutto rispettoso dell’ambiente. È un campo attualmente vuoto.
Per decenni il “compito” di assorbire i rifiuti d’Italia, nei meccanismi di uno squallido sistema illegale, purtroppo è stato assegnato alla Campania, con tutte le pesanti conseguenze che oggi i campani subiscono.
La classe politica siciliana, ma anche Confindustria Sicilia, dovrebbero intanto lavorare ad un progetto di rivoluzione totale del ciclo dei rifiuti nell’isola, per riciclare la propria immondizia. In un secondo momento, si potrebbe addirittura aspirare ad allargare l’impresa dotandola di un respiro nazionale. Sono convinto che ne deriverebbero benefici su tutti i fronti: ambiente, economia, occupazione, immagine.
Mi permetto di sottolineare che spostare i rifiuti da una regione all’altra potrebbe anche avere dei risvolti economici positivi, ma è insostenibile dal punto di vista ambientale, dato che avrebbe un bilancio carbonico più che positivo disperdendo i benefici del riciclaggio.
Una pianificazione esisteva, era quella degli ATO. Che ovviamente sono diventati una mangiatoia squallida.
Il problema è la classe dirigente, incapace nella migliore delle ipotesi, corrotta e connivente nella peggiore (ma anche più realistica).
@Drigo, gli ATO continuavano a conferire la maggior parte dei rifiuti, ovviamente indifferenziati, nelle discariche.
In particolare, per quanto riguarda l’ATO di Palermo e provincia, solo poca roba differenziata finiva a Termini Imerese. Da qui, dopo essere stata ulteriormente smistata, veniva trasferita nel più vicino centro di riciclaggio, ovvero in Calabria, dove (forse) avveniva il riciclo.
Una gestione assurda.
Drigo, non mi è chiaro il riferimento al bilancio carbonico. Potresti spiegare un po’ meglio? Che io sappia, sono soltanto le discariche e/o i termovalorizzatori a produrre anidrite carbonica. Il riciclaggio, al contrario, è auspicabile proprio perchè comporterebbe una generale riduzione dell’emissione di CO2.