Alla scoperta del Ponte Teste Mozze

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Oggi vi parliamo un po’ della storia del Ponte Teste Mozze, ossia quel ponte che collegava le due sponde del Fiume Oreto, ma che non è sempre stato come lo vediamo oggi…

Guardando la carta del 1849 (in basso), quindi parecchi anni prima della deviazione dell’Oreto, ci si rende conto di una cosa, che nel tratto dell’attuale piazza, il fiume passava da due canali separati, quindi non è come molti (me compreso) hanno sempre inteso la questione della deviazione, e cioè, prima il fiume passava lì, ora passa qui. Come tanti palermitani, non avendo mai approfondito la cosa, ero convinto che il fiume passasse sotto l’Ammiraglio, e che nel 1938, per non ben specificati motivi, si era spostato più a nord di appena 90 mt il suo tracciato rettificato. Almeno così credevo,
E invece l’attuale tracciato è sempre esistito (anche se oggi è rettificato), mentre una piccola deviazione passava sotto il ponte Ammiraglio. In pratica il fiume non venne deviato, ci si limitò a eliminare uno dei due letti e le varie ramificazioni visibili in pianta.
Ora secondo logica, doveva essere presente un altro ponte che superato l’Ammiraglio consentiva di superare l’altro letto dell’Oreto così da raggiungere Palermo. Si trattava proprio del vecchio Teste Mozze.
Ricapitolando, il fiume Oreto esisteva già dove lo vediamo oggi, sotto l’Ammiraglio passava una sua diramazione, i ponti erano due. Le notizie di questo ponte risalgono al 1500 (non quello che abbiamo visto sino ad oggi ovviamente) e le strutture trovate sono proprio quelle di quel ponte (o comunque dell’ultima versione, precedente quello che verrà demolito).

La posizione di sbiego dei ritrovamenti rispetto agli argini del fiume è semplicemente spiegata dal fatto che il vecchio tracciato dell’Oreto era naturalmente tortuoso, e il vecchio teste mozze si trovava a scavalcare due sponde non in perpendicolare agli attuali assi cittadini.

Del resto il suo nome lasciava sospettare qualcosa di leggermente più antico degli anni ’30 del ‘900. Teste Mozze, anche qui si mettevano su spuntoni acuminati le teste dei briganti condannati, a monito di chi entrava in città.

Ho indicato i due ponti sia nella carta che nell’immagine satellitare.
Il ponte delle Teste Mozze è indicato dalla freccia di sopra, il ponte dell’Ammiraglio da quella in basso. Nella carta del 1849 è indicato in rosso solo l’edificato, per questo motivo i ponti sono bianchi.

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10 Thoughts to “Alla scoperta del Ponte Teste Mozze”

  1. Mr.Head

    A proposito di Teste Mozze, vicino al ponte esiste un piccolo cippo funerario in onore alle anime giustiziate!
    http://4.bp.blogspot.com/-k5S8BNj3rC8/UluXOGE8XXI/AAAAAAAABsg/IxIz7pKnGGM/s1600/ex+voto+cippo.jpg

  2. Pietro Bolenares

    Mi permetto di aggiungere qualche notazione, per punti sintetici, all’ottimo articolo di MAQVEDA sulla scorta di alcune mie letture (vada, però, “a memoria” non avendo le fonti a portata di mano e sarò dunque ben lieto se qualcuna/o vorrà correggere miei – eventuali o quasi certi – errori):
    1) carte topografiche anche antecedenti a quella del 1849 (si veda sopra) registrano che già dal XVI secolo, in prossimità del Ponte dell’Ammiraglio, l’Oreto si dividesse in almeno due bracci;
    2) nella prima metà del XIX secolo (probabilmente nel 1838 allorché si sistemarono le regie trazzere siciliane) il già esistente Ponte delle Teste Mozze fu rifatto;
    3) il progressivo interramento del braccio dell’Oreto che scorreva sotto il Ponte dell’Ammiraglio avvenne più “naturalmente” che per opere vere e proprie di deviazione del corso del fiume;
    4) alcune foto di Eugène Sastre del 1860 “dimostrano” che già in quell’anno l’Oreto non scorreva più “stabilmente” sotto il Ponte dell’Ammiraglio;
    5) il garibaldino Abba nella sua opera “Da Quarto al Volturno” scrive che la battaglia (1860) del Ponte dell’Ammiraglio si svolse anche sotto le arcate del ponte (sul letto asciutto del fiume è da presumere, quindi);
    6) quanto ai precedenti punti 4 e 5 è “confermato” da alcune foto (datate 1860-1870) dei Fratelli Alinari;
    7) nel 1881 il Fiume Oreto va in piena e straripa “riempiendo” la bassura della Scaffa e provocando grandi danni alla Chiesa della Madonna del Fiume (ora la bruttissima Nostra Signora del Carmelo, nell’orrenda “sistemazione” datale attorno al 1950) e, soprattutto, all’antistante cimitero (in realtà una fosse comune) “dei Decollati”;
    8) da una fotografia di autore ignoto del 1910 e da un articolo del 1931 di Roberto Lojacono, corredato da foto, si ha chiara notizia che l’area prossima al Ponte dell’Ammiraglio fosse già “asciutta” e coltivata;
    9) sempre nel 1931 – a seguito della storica alluvione del Febbraio di quell’anno – l’Oreto “rioccupa” temporaneamente l’antico alveo sotto il Ponte dell’Ammiraglio;
    7) negli anni ’30 dello scorso secolo – probabilmente nel 1938 allorché fu portato a termine il ponte che prolungava Via Oreto (tracciata nel 1793) oltre Via Stazzone – il corso del fiume fu rettificato come ancora oggi si può vedere;
    8) sono, in ultimo, degli anni ’70 i beceri lavori di cementificazione dell’alveo del Fiume Oreto che lo hanno definitivamente reso una cloaca a cielo aperto.

  3. Complimenti per gli ulteriori dettagli!

  4. Pietro Bolenares

    Mi scuso – si veda il mio precedente intervento – per i refusi e l’incoerente numerazione dei punti elencati.

  5. castido

    Grazie per la cronistoria! 🙂
    Piccola domanda, mi ricordavo di aver letto che le teste mozze fossero dei perseguiti dell’Inquisizione, mi sbaglio?

  6. Templare

    Da questo eccezionale (per me appassionato del fiume Oreto) volume che si chiama “Dal Manzanares all’Oreto”, che mi permetto di condividere (scusandomi per la non eccelsa qualità del PDF), sembrerebbe che il Ponte delle Teste Mozze fosse stato edificato ex-novo ed aggiunto al Ponte Ammiraglio proprio nel 1838.

    Nelle prime venti pagine del volume si possono trovare molte notizie storiche correlate e delle belle mappe e proprio da una di questa, datata 1761, si vede che già allora il fiume era diviso in due rami differenti, con un’isola centrale.

    Ecco il link, fatene buon uso… https://www.dropbox.com/s/c2jtwnq7jotebu0/Dal%20Manzanares%20All%27Oreto.pdf?dl=0

  7. MAQVEDA

    Grazie mille ragazzi per le notizie dettagliate. Il fiume Oreto e i suoi ponti è una di quelle parti di Palermo a cui non ho mai prestato la dovuta attenzione, essendo sempre concentrato sul centro storico. Una delle mie mille lacune a cui dovrò rimediare.

  8. […] della nostra città. Parliamo infatti dei resti ponte delle Teste Mozze, che avevamo documentato qui; oggi grazie ai lavori della nuova tranvia e ai rilievi della Soprintendenza,  c’è la […]

  9. Nicomacos

    Ciao MAQVEDA, c’é un’immagine del ponte delle Teste in un libro di La Duca…appena tornato a Palermo sono riuscito a farne una copia, ma non riesco a postarla tra i commenti…posso mandartela?

  10. Vincenzo P.

    Credo che l’attribuzione del dipinto (Olio su tela, anonimo, prima metà del XIX sec.) che si trova nel “Dal Manzanares all’Oreto” e già in “Sergio Troisi, Vedute di Palermo e dintorni, Sellerio Editore, Palermo, 1991, fig. 33” sia errata.
    Non dovrebbe trattarsi del Ponte dell Teste quanto del Ponte di mare sulla foce dell’Oreto. Deduco ciò da un confronto con un altro dipinto dove il riscontro è palese.
    L’immagine è questa https://ninobadalamenti.files.wordpress.com/2014/12/ponte-teste-olio-su-tela-prima-metc3a0-del-xix-secolo-bis.jpg
    L’altro dipinto è questo https://www.dropbox.com/s/vdax87hejapsork/Ponte%20di%20Mare-Foce%20Oreto%20di%20C.%20Carini%20%28o%20%20Giovanbattista%20Carini%29.jpg?dl=0

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