Pubblichiamo un interessantissimo approfondimento del nostro caro amico Andrea Di Piazza – responsabile di www.pianobattaglia.it e della relativa pagina facebook – sulla tragica situazione in cui si trova la “perla delle Madonie”. Nuovo anno, nuovo inverno, ma Piano Battaglia rischia di essere tagliato fuori dagli investimenti che potrebbero garantire un giro turistico ed economico di alto rilievo, consentendo in tal modo di valorizzare un territorio appetibile sotto ogni profilo. La politica latita e continua a farlo senza lasciare spiragli di positività per il futuro, mentre un territorio dalle infinite possibilità continua a marcire lasciando dietro di sé un carico di potenziale inespresso dal sapore decisamente amaro. C’è da chiedersi se non sia il caso di togliere lo scettro del comando a certa gente per darlo in mano a cittadini volenterosi che in pochi mesi probabilmente riuscirebbero a fare quello che altri mestieranti non hanno fatto in decine e decine di anni…
A Piano Battaglia si è sciato per circa 50 anni. Sin dall’immediato dopoguerra, il sito è diventato meta di sportivi e amanti della montagna, che giungevano qui da tutta la Sicilia. La modesta altitudine (1500m) e la buona esposizione della Mufara, la montagna che domina il pianoro, hanno sempre garantito un buon innevamento per almeno quattro mesi l’anno. Quasi un record a queste latitudini.
Piano Battaglia negli anni ’40 (foto di Centropolis Castelbuono)
Tra gli anni ’70 e gli anni ’80, complici una gestione intelligente e dinamica della stazione sciistica e l’installazione di due skilift nuovi di zecca, Piano Battaglia si imposta come meta di grande richiamo per gli amanti degli sport invernali. Tanti sono stati gli appuntamenti e le manifestazioni che si sono susseguite in quegli anni.
Come non citare la Ski – Surf, combinata primaverile di gare di windsurf nel golfo di Mondello e gare di sci a Piano Battaglia, che si svolgeva durante i week-end, a testimonianza che qui in Sicilia si può veramente sciare e fare il bagno nell’arco della stessa giornata. Per non parlare poi delle numerose gare di sci da discesa, a livello regionale e nazionale, che si sono disputate su queste nevi. Nei fine settimana a cavallo tra gli anni settanta ed ottanta, le presenze a Piano Battaglia si aggiravano attorno alle 20-30mila unità, con significative ricadute economiche sull’indotto di alberghi, ristoranti, bar e attività commerciali che si erano sviluppate progressivamente nel circondario.
Negli anni novanta e fino al 2006, la stazione ha continuato ad operare con risultati discreti ma con un grado di popolarità via via sempre minore. Nel 2006 gli impianti vengono dichiarati “ferro vecchio”, desueti, inutilizzabili, fuori legge. Le attività della stazione si bloccano.
Qualche anno prima (era il 2004), il Presidente della Provincia di Palermo in carica, Francesco Musotto, in previsione del blocco forzato di operatività degli impianti, e tramite l’interesse dell’ Ass. Sammartano, affida al valtellinese Stefano Anzi il piano di restyling della stazione sciistica. Il punto di partenza di questa iniziativa è stata la firma dell’accordo tra l’amministrazione di Palazzo Comitini e l’Azienda Regionale delle Foreste che, al termine di un lunghissimo iter burocratico, ha concesso alla Provincia Regionale di Palermo la gestione degli impianti per diciannove anni.
Il progetto effettivamente sembra prendere corpo, il tapis-roulant della Marmotta, il campo scuola di Piano Battaglia, viene montato e reso funzionante nel giro di un anno. Il nuovo skilift della Mufaretta e la seggiovia della Mufara invece subiscono immediatamente uno stallo, insieme a tutta una serie di infrastrutture collegate che avrebbero fatto di Piano Battaglia un polo di sport invernali tra i più moderni e all’avanguardia del sud Italia, seppur di modeste dimensioni.
L’idea di Stefano Anzi, che lo scrivente ha accompagnato personalmente in alcuni dei suoi sopralluoghi, è brillante e semplicissima: le presenze a Piano Battaglia devono essere destagionalizzate; la seggiovia infatti darebbe la possibilità a tutti di raggiungere la cima della Mufara in qualsiasi stagione. Nel progetto era di fondamentale importanza inoltre il rifacimento del fondo delle piste, per potere sciare con il minimo innevamento e per creare dei percorsi di mountain bike aperti in assenza di neve. Grandi sogni insomma, ma a portata di mano visto che i lavori erano già inclusi nel piano triennale delle opere pubbliche e finanziati per un importo complessivo di 1 milione e 845mila euro da Palazzo Comitini. Da qui in poi la realizzazione del progetto va per lunghe, così come l’approvazione del Piano Territoriale, da cui dipende il futuro della stazione.
Nel 2007 la seggiovia di Piano Battaglia viene reinserita nel piano triennale delle opere pubbliche 2007-2009. Nel 2009 l’allora Assessore Regionale al Territorio ed Ambiente Pippo Sorbello trova una “soluzione tampone al fine di consentire la prosecuzione delle tradizionali attività sciistiche a Piano Battaglia”: firma un decreto che permette di effettuare attività di manutenzione ripristino e ristrutturazione degli impianti di risalita esistenti (compresa la costruzione della seggiovia), con il vincolo del mantenimento dei tracciati originali. In poche parole non si deve tagliare un albero. Una follia, considerando che il tracciato della seggiovia è notoriamente ben più ampio di quello di una normale sciovia.
Bisogna aspettare l’ottobre del 2012 per vedere finalmente un po’ di luce. Dopo l’interessamento e le pressioni esercitate dall’Ente Parco delle Madonie, dalle varie associazioni nate nel frattempo, tra cui bisogna citare sicuramente l’Associazione Pro Piano Battaglia e Madonie, il governo provinciale presieduto da Giovanni Avanti approva l’atto deliberativo per bandire la gara d’appalto finalizzata alla realizzazione di una nuova seggiovia e di un nuovo skilift per un importo complessivo di 4 milioni di euro, di cui 3 milioni e 50 mila euro finanziati dalla Regione, grazie a fondi comunitari, e 950 mila euro a carico dei privati che si aggiudicheranno l’appalto e che otterranno così la concessione degli impianti da un minimo di 25 a un massimo di 30 anni. Avete letto bene, quasi un milione di euro devono essere a carico dei privati. Il risultato della pubblicazione di un simile bando di gara è il vuoto più totale. Nessuno si presenta e la gara va deserta. Siamo nel marzo del 2013.
Ed arriviamo ai giorni nostri. Viene bandita una seconda gara d’appalto a fine estate 2013, l’UREGA (Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici) ad oltre tre mesi dalla presentazione delle offerte, non ha ancora assegnato l’opera per via di alcuni “intoppi” che sembra stiano rallentando l’iter: uno su tutti il ricorso di un associazione ambientalista di Messina, preoccupata dell’eventuale impatto sull’ecosistema legato alla costruzione dell’opera. Il problema però si fa serio perché il 31 dicembre 2013 è il termine ultimo stabilito per assegnare l’opera.
Gli impianti sciistici di Piano Battaglia sono sempre stati il volano economico di queste zone. Negli ultimi anni, coincidenza o no, hanno chiuso varie strutture ricettive storiche come il Rifugio Orestano e l’albergo la Montanina (entrambi a Piano Zucchi), mentre il Rifugio Marini dopo anni di chiusura è stato riaperto; resistono ancora l’Ostello della Gioventù, il Ristoro dello Scoiattolo, la Baita del Faggio e l’albergo Pomieri.
Le domeniche invernali sono dominate dai vacanzieri della domenica, orde di persone senza un minimo rispetto per la natura e per il prossimo, che utilizzano qualsiasi tipo di oggetto pur di scivolare sulla neve, spesso provocando incidenti. Gli stessi individui, incuranti della bellezza dei luoghi, abbandonano una miriade di rifiuti di ogni genere, che spesso svolazzano nei boschi o nelle zone più impervie. Per riempire il vuoto delle restanti stagioni, durante le quali Piano Battaglia perde appeal sulle grandi masse e diventa una località per pochi intimi, l’Associazione Pro Piano Battaglia e Madonie sta compiendo veri e propri miracoli, organizzando eventi e competizioni sportive. Lo sci, al momento, è soltanto un lontano ricordo. Ma chi disegnerà il futuro degli imprenditori che lavorano nel territorio? Chi si occuperà fattivamente del rilancio di una stazione sciistica che ha operato per quasi 50 anni? E soprattutto, c’è qualcuno interessato a mantenere in perpetuo stallo questi progetti?
E’ indubbio che sul ritardo nella realizzazione di progetti per quattro milioni di euro ci siano delle responsabilità, che saranno ben più gravi qualora Piano Battaglia dovesse perdere anche quest’ultimo treno.
Per ulteriori info, collegatevi alla pagina di Piano Battaglia
Tutto chiaro immobilismo siculo al 100% aspettando che a prendere iniziativa sia sempre lo stato assistenzialista ….
dico 1,5 mln di euro per avere la gestione degli impianti per 30 anni sono 50mila euro l’anno 60-70mila se consideriamo un prestito con gli interessi …..
e le strutture alberghiere presenti in loco non sono capaci di fare rete fare un consorzio per prendere in gestione il proprio futuro sono sempre più alibito …
ops!! ho sbagliato serviva solo 1 mln … non 1,5mln
Non si tratta di immobilismo al 100 % ma di essersi svegliati in ritardo.
Solo ora ed intendo da pochissimi mesi i gestori di Rifugio Marini, degli hotel della zona, ed anche alcuni ristoranti oltre che le varie associazioni premono sulla regione per una modifica delle condizioni e più in generale per mandare in porto la cosa. Solo ora tutti stanno capendo che gli impianti gli convengono quindi le solite cose a rilento.
@ michele79, in realtà il “privato” ( in realtà un consorzio di imprese) che ha presentato una busta al bando di gara c’è stato, il problema è a monte, l’UREGA non ha ritenuto opportuno aprire le buste con le offerte perché ritiene che il bando abbia qualche irregolarità.
@ Lidiadangelo
chiedo scusa avevo letto troppo velocemente mi ero soffermato solo sulla prima gara che va deserta … mentre la 2° gara è bloccata da alcuni ricorsi
È davvero un grosso peccato che un posto del genere venga completamente abbandonato dall’amministrazione siciliana e da chi siede ai vertici dell politica attuale..si parla tanto di rinnovare il sistema, di sfruttare i luoghi piu belli della nostra terra per attirare turismo ma poi non viene fatto nulla, e Piano Battaglia simbolo della natura incontaminata, perla delle madonie, che per anni ha portato turisti, escursionisti sciatori da tutta Italia, viene completamente lasciata a se stessa e senza un progetto concreto che la possa effettivamente valorizzare…bisogna che la regione si soffermi un attimo su tale problema, e che dia maggiore supporto alle persone che hanno a cuore questo luogo che giorno dopo giorno lottano affinché si faccia qualcosa, trovando i fondi per poter riattivare gli impianti e dar di nuovo vita allo splendore che prima aleggiava in queste meravigliose zone della Sicilia ..
In effetti l’idea per riuscire a destagionalizzare sfruttando anche altri tipi di sport era ottima. Si consideri anche l’attrattività del parco avventura… insomma tra montain bike, sci, trekking, arrampicate etc di turisti se ne posso attirare e non pochi.
Mi sembra comunque assurdo che:
– la regione per 1mln (considerando che il suo bilancio supera i 20mld di euro) non realizzi lo stesso l’opera;
– gli ambientalisti si sentono solo quando bisogna bloccare le opere, senza considerare appunto che un presidio di privati vuol dire anche ordine e pulizia! Mi sembra veramente estremismo!