Il vecchio con le braccia incrociate e la fila parallela

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Vengo da una “due giorni” devastante. Come se non bastasse l’assurdità di dover fare scalo a Pisa per raggiungere l’aeroporto di Alghero, tra code, imbarco, sbarco, atterra, decolla, primo volo, secondo volo, terzo volo, quarto volo, passa i controlli, misura il bagaglio, pesa il bagaglio, ritardi, buchi di 9 ore tra un volo e l’altro…ti ritrovi ad affrontare i panormosauri anche al di fuori della terra natìa.

Di che parlo? Parlo del palermitano in coda. Partiamo da Punta Raisi, diretto per Pisa. Poi Pisa-Alghero, Alghero-Pisa, e di nuovo Punta Raisi. Quattro voli, e un su e giù senza senso, per raggiungere una città che dista da Palermo meno di 500 km in linea d’aria.

La differenza la noti subito: i toscani e i sardi la coda la fanno, per Palermo la cosa è un tantino diversa.

Andata (Palermo-Pisa): Inizia l’imbarco. Si distinguono subito i fessi come me, dai furbi che sanno come gestire la cosa. Io che sono un fesso, mi metto in coda e aspetto trenta minuti in fila per guadagnarmi una posizione che mi consentirà di salire in aereo in tutta tranquillità, senza ressa e senza lotte per i posti. Il panormosauro no. Il panormosauro se la prende comoda. Il panormosauro resta seduto sino all’ultimo, e si inventa la fila parallela.

Non si conoscono bene le origini della “fila parallela”, ma fonti attendibili ne attribuiscono la nascita a quando il panormosauro decise che si rompeva i coglioni ad aspettare e mettersi in coda come tutti gli altri, e voleva starsene seduto fino alla fine così non si stancava a stare in piedi.

Come funziona la fila parallela? La fila parallela inizia circa 30 minuti dopo che quella “standard” ha preso vita. Anziché iniziare dal culo della prima, questa particolare “seconda fila” comincia quasi sempre dal vecchietto furbo con le braccia incrociate (una tattica per far percepire apparente innocuità). Questo simpatico vecchietto con le braccia incrociate non parla con nessuno, non deve farsi notare, la sua presenza è invisibile, intangibile.

Come quando da bambini giocavamo a “un, due, tre, stella!”, questo vecchietto con le braccia incrociate che prima distrattamente ricordavi fosse alle tue spalle di almeno un metro e mezzo, pian piano te lo vedi accanto…ed è lì che si gioca la partita.

Lo noti, e capisci che non avrà alcuna intenzione di andarsi a mettere in coda 20 metri più indietro. Se ne sta lì, con le braccia conserte e lo sguardo fisso e apparentemente per i fatti suoi…ma tu lo sai, sai che ti sta osservando con la coda dell’occhio. Il vecchio ti osserva: cerca di capire se intuisci qualcosa.

Guarda dall’altro lato e pian piano ti si affianca. Vuole sorpassarti. Il duello comincia.

Ti avvicini il più possibile a quello che sta davanti a te per non lasciargli margine di spazio. Lui comincia a spingere di fianco, ma dall’altro lato non c’è nessuna calca. Altri passeggeri che prima stavano seduti lo notano, e si alzano dopo di lui. Pian piano un’altra fila prende forma: uno, due, quattro, dieci persone, con i loro trolley appresso. Il vecchio sorride con l’angolo della bocca: adesso ha un esercito.

Io non mollo. Mi stringo quanto più posso, ho un vantaggio: il varco d’accesso all’imbarco è dal mio lato, non dal suo. Ma la seconda fila ormai ha preso forma, ed è lunga quasi quanto la prima.

Il vecchio capisce che non mollo, ormai è più di un metro davanti a me, e ha puntato quello che mi sta davanti. Il tizio davanti è più timido, riservato, non vuole questioni…e poi è pur sempre un vecchietto, lo lascia infilare piano piano, senza dir nulla.

Si apre il varco, le due file si mischiano come due mazzi di carte prima di una mano a poker. La prima fila la riconosci dalle facce stizzite dei fessi che si sono fatti la coda educatamente in fila per mezz’ora…mentre la seconda è composta per lo più da facce da cul…ehm, di bronzo che mantengono una posa seria, come se avessero altri pensieri per la testa, ma l’unico pensiero è passare davanti. Il vecchio se la ride dentro di sé, è riuscito a passare.

Rifletto se sia il caso di sputtanarlo davanti a tutti, ma alla fine decido di restare zitto. Non per altro, ma farglielo notare significherebbe scatenare una lite che rallenterebbe ancora di più le operazioni di imbarco, e io ne ho già le scatole piene. Non sa, l’imbecille, che dovranno farci salire sul bus prima di arrivare all’aereo, e che la sua furbata non gli porterà quindi alcun vantaggio. Così come non porterà alcun vantaggio a tutti gli idioti che gli sono venuti appresso.

Al ritorno, stesso discorso.

La fila parallela è, nel suo piccolo, una metafora della classica forma mentis del panormosauro medio: un ridicolo provinciale che passa la vita a “futtiri pi unn’essiri futtutu”: “tanto, se non lo faccio io, lo farà qualcun altro”…

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21 Thoughts to “Il vecchio con le braccia incrociate e la fila parallela”

  1. manu70

    Un po come quando, in viale regione siciliana , il furbetto di turno che utilizza la corsia d emergenza e ( raramente) “incoccia” la macchina della polizia, vuole rientrare sulle corsie di marcia e guidare attaccati all auto che ti precede per non farlo rientrare non ha prezzo!!

  2. io alle poste ho visto una cosa simile, mi ero messo in fila e stavo quasi arrivando alla cassa, alche delle signore anziane sulla 60tina mi dicono giovane ci siamo prima noi, tu non lo potevi sapere ma noi ci siamo sedute perche le gambe non ci reggevano ; …..gli dico va bene mi scusi ma ormai sono quasi arrivato, insomma alla fine mi lasciano passare c’è da dire che tra le sedie e il banco c’è la fascia che serve a direzionare la fila, avrei voluto vedere queste 3 donne in sovrappeso passare sotto il cordino

  3. Basta prendere un caffe’ al bar.
    Che si tratti del bancone, che si tratti della cassa, se non sgomiti, se resti fermo in fila, il caffe’ non lo prendi.
    E’ anarchia. Come tutto a Palermo.

    PS: la cosa meravigliosa e’ l’indifferenza dei gestori, che si tratti dell’aeroporto o che si tratit di un semplice bar.
    Il palermitano andrebbe educato. L’operatore dell’imbarco avrebbe semplicemente dovuto specificare che avrebbe servito solo una fila, e che se ne fosse formata un’altra, avrebber comunque servito la prima fila, intimando a quelli della seconda di accodarsi.
    Ma non gliene fotte niente a nessuno.

  4. lorenzo80

    Prendo l’aereo praticamente quasi ogni fine settimana. Benedico il fatto che porto con me solo uno piccolo zainetto semivuoto (che posso piazzare sotto il sedile di fronte) e quindi non ho il problema di posteggiare eventuale trolley. Ciò mi permette di entrare anche per ultimo (tra l’altro con alitalia e easyjet il posto è assegnato, perché scannarsi all’imbarco se non per la paura di dover imbarcare il bagaglio a mano? mah…) e di godermi serenamente le lotte che si verificano sempre e puntualmente, non solo il classico vecchietto ninja che vuole saltare la fila, ma anche le immancabili ragazze e signore (specialmente su easyjet) che si accorgono all’ultimo minuto che la loro borsa è un bagaglio a mano (dopo che te lo dicono quando compri il biglietto, te lo ripetono qualche giorno prima per email e c’è pure scritto sulla carta d’imbarco) e cominci a vederle che tentano disperatamente di infilare la borsa dentro un trolley già prossimo all’esplosione. Dopo qualche minuto ecco che l’ambiente si riempe di surreali trolley col “bernoccolo”! Meraviglioso.

    @Manu70: Tante volte non ho fatto passare il furbetto che descrivi tu, sono soddisfazioni!

  5. mars 76

    Ma…. io le file parallele le ho viste ovunque; se parliamo di ryanair le ho viste a Bergamo e Bologna e non solo sui voli per Palermo; ogni gate era preso d’assalto in malo modo

  6. augustedupin

    Per Luca S.: il palermitano non andrebbe educato, andrebbe “rieducato”. Nel senso maoista del termine.

  7. huge

    Più che altro io mi chiedo che senso abbia stare in coda per mezz’ora per un volo Ryanair?

    Io me ne sto seduto finché gli ultimi passaggeri non sono usciti dal gate, dopodiché, con tutta calma, senza avere dovuto lottare con panormosauri o sauri d’altre latitudini, mi alzo e raggiungo anch’io l’uscita. Con buon pace di chi se n’è stato in piedi per oltre trenta minuti per poi ritrovarsi sul bus tutti insieme. lol

  8. ruggys

    La fila parallela è, nel suo piccolo, una metafora della classica forma mentis del panormosauro medio: un ridicolo provinciale che passa la vita a “futtiri pi unn’essiri futtutu”: “tanto, se non lo faccio io, lo farà qualcun altro”…
    pura poesia, lo metterei agli ingressi di palermo sud e nord 😉

  9. ruggys

    comunque l’ultima volta che ho preso un ryanair da bergamo per palermo, vi confesso che sono stato seduto fino a 5 minuti prima dell’apertura del gate, leggendo un libro e godendomi i caproni in fila da mezz’ora!! dopodichè mi sono alzato ed ero tra gli ultimi 15 della fila (davanti ne avevo una 60ina almeno), ma ad ogni modo sono entrato poi dalla coda dell’aereo e ho subito trovato posto per me e per il mio zaino (e la gente nel frattempo litigava) ;D

  10. lorenzo80

    @huge
    Esatto. Tra l’altro nel caso del bus la cosa diventa ancora più assurda! Anzi, in questi casi non conviene salire per primi, in quanto è una coda LIFO! 😉

  11. Salve Blackmorpheus.
    Benvenuto in ció che mi accade regolarmente quando viaggio da e per la Sicilia.
    Questi voli, cono il Panormosauro, vengono giá definiti da anni come “Voli Etnici”.

    Una sola precisazione,
    la fila parallela esiste solo perché concessa.
    In genere il Panormosauro si mette in fila a partire dalla scritta “Boarding”, quando ancora é tutto chiuso e possibilmente resta inpiedi per mezz´ora.
    Vedasi tutte le signore sofferenti di varie problematiche.
    Si,
    la storia del bagaglio a mano é vera.
    Il piacere é quando guardi la Hostess e le fai buttare fuori la qualunque.
    (In genere viaggio con la sola borsa PC, l´incazzatura quando non riesco a poterla mettere da nessuna parte).

    Mi spiace per la tua esperienza,
    capisco che questo tuo post é uno sfogo.

    Siedler

  12. cirasadesigner

    Innanzitutto volevo dire che il racconto di black è esilarante, me lo sono immaginato cole il vecchietto che hai messo in foto. Poi direi che la questione delle file è davvero una particolarità italiana e siciliana nello specifico. Io viaggio da Bruxelles tutti i mesi e posso dirvi che quello che si vede a Trapani è diverso da quello che si vede a Charleroi. Li le file sono più regolamentate, all’americana con tanto di gimcana stratta che consente di stare quasi in fila indiana e se qualcuno fa il furbo, sono le stesse hostess di terra che riportano l’ordine, per questo motivo sono solo casi sporadici, ma in quel caso al siciliano tipo si aggiunge il siciliano oriundo che non è altro che un esempio da studi antropologici. Convinto di essere più furbo degli altri, abbigliato in maniera pacchiana, li riconosci subito e ne hai conferma quando all’arrivo, con l’aereo che ha appena toccato pista e sta rullando verso l’aerostazione loro sono già con cinture slacciate e alle prese con le cappelliere, malgrado i ripetuti richiami all’ordine del personale di bordo… Non so se vi è mai capitato, a me sempre. per quanto riguarda certi aeroporti, non ha alcun senso fare la fila se poi sali su un pullman, anzi prima sali tra gli ultimi scendi, se invece se in aeroporti dove il servizio navetta non esiste e sei con bagaglio a seguito devi sacrificarti a fare la fila e siccome è proprio un sacrificio..; quando vi capita fate fare queste figure di merda a chi si sente furbo, vedrete che gli altri passeggeri onesti saranno subito con voi nella lotta contro l’inciviltà… Altra variante che capita di tanto in tanto e il parcheggio dei trolley ad inizio fila e i rispettivi proprietari seduti. bene a Trapani lo permettono a Bruxelles, le ho viste caricare come bagagli anche con la gente che si lamentava… Aveste visto la faccia che hanno fatto i siculi quando si sono visti portare via i bagagli e pagare 20€ di tassa bagagli… ancora rido….

  13. drigo

    Senza dimenticare in casi in cui l’annuncio recita:” Imbarcheremo per prime le file da 18 a 30″, e i 3/4 della gente in fila va dalla 16 alla 1, e continua a stare imperterrita in coda, infastidendosi se la hostess o steward di terra li caccia via ricondandogli l’ordine di imbarco annunciato.

  14. Rogers_MuoviPa

    Io invece le ho sempre soprannominate “file a ventaglio”. Puoi essere a Londra, puoi essere a New York, ma quando nello monitor del gate d’imbarco trovi scritto PALERMO si crea sempre, e dico sempre, la “fila a ventaglio”; ovvero tante microfile a raggiera attorno l’ingresso del gate. Questa fila la si può osservare davanti una cassa di un bar, davanti l’ingresso di un locale, ect…
    Io personalemente quando qualcuno mi supera o non si mette in fila lo “cazzio” pesantemente e lo umilio, dicendo semplicemente “ti senti piu’ furbo di me?”. Le persone al 99% dei casi abbassano lo sguardo e vanno dietro, altri attendono un pirla che li faccia passare dopo, altri inveve (l’1 %) sbraita in siciliano dicendo per l’esattezza “Ma chi m****a vuoi”? la mia risposta è secca e ferma: “voglio farmi la mia fila, ho fretta”. Se per prima noi palermitani non ediuchiamo i panormosauri, questi rimarranno sempre e soltato dei randagi.

  15. KINGDOM

    ahahahah ragazzi un altro esempio classico! a chi non è capitato almeno una volta nella vita di andare allo stadio? che fila c’è per entrare ai tornelli? ahahah altro che fila parallela! si formano circa tante file quante sono le persone ahahaha. non sappiamo cosa sia l’educazione, il rispetto, l’ordine, la civiltà, la compostezza. viviamo nella terra più bella del mondo, abitata dal popolo peggiore del mondo. nessuno ha una mentalità mafiosa e retrograda come la nostra. e poi ci offendiamo quando ci dicono che siamo terroni. . .siamo davvero persone terra terra, rozze e incivili. il bello però è che quando andiamo al nord italia eccome se righiamo dritto!!!

  16. traveller

    Questi panormosauri li ritrovi anche in città europee che cercano di non fare la fila per entrare nei monumenti.

  17. lorenzo80

    Solo che nelle altre città europee vengono aspramente rimproverati.

  18. gaetano73

    in realta’ la fila parallela non e’ tipica dei palermitani…io la riscontro in tutti gli aeroporti italiani. In particolare sulla coda Priority Alitalia, dove i “pinguini” in giacca e cravatta e borsa Piquadro tentano di superarmi perche’ uno in jeans e maglietta secondo loro non puo’ essere un Freccia Alata!!!

  19. lorenzo80

    Ecco, i pinguini, altra specie molto diffusa agli imbarchi. Quelli più anzianotti li senti sbraitare tutto il tempo al cellulare, pensi “magari è un megadirigente galattico di qualche multinazionale”, poi da quello che dicono capisci che sono dei commerciali mandati in giro per l’Italia tutti i santi giorni, infatti l’unico bagaglio che hanno è proprio la borsa Piquadro. Quelli più giovani sono migliori, più discreti, quelli spesso sono stagisti di accenture o di qualche altra ditta di outsourcing, costretti in giacca e cravatta anche se non ce ne sarebbe alcun motivo…

    L’imbarco è un luogo sociale meraviglioso in effetti, un po’ come la sala d’attesa del medico curante o dell’ufficio postale.

  20. gaetano73

    si potrebbe scrivere un’enciclopedia sul comportamento in aereo/aeroporto: dall’attaccamento morboso al bagaglio che dovra’ sempre stare incollato a te (guai se non c’e’ posto in cappelliera e finisce in stiva!) alla gara a chi si alza prima all’atterraggio o a chi accende prima il cellulare!

  21. vogliadiscappare

    ma di quelli che fanno la coda al cinema e appena arrivati al loro turno sono ancora indecisi o peggio chiedono le trame o giudizi di tutti i film al povero bigliettaio ne vogliamo parlare?

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