Quale percorso ciclabile per via Libertà

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Via Libertà rimessa a nuovo. Spariti gli scandalosi dossi, che per anni sono stati oggetto di critiche:  pericolosi per i ciclisti e pedoni, e fonte di  innumerevoli danni causati ai bus Amat (soprattutto gli autosnodati), costretti al rientro in officina. Adesso un l’interrogativo: quale percorso ciclabile per questa strada?

Foto by S. Di Stefano

In passato, la stessa via era stata interessata da un percorso promiscuo pedoni/biciclette su entrambi i marciapiedi, ma con varie difficoltà immediatamente emerse: auto che ostruivano gli scivoli o edicole/alberi che rendevano tortuoso il tragitto.

La strada si presta come naturale percorso ciclabile, anche in prospettiva dell’istituzione del futuro bike-sharing da parte dell’Amministrazione Comunale.
Quale soluzione adottare?
L’utilizzo delle corsie preferenziali dei bus è senza dubbio una proposta fattibile. Corsie chiaramente protette da cordoli e l’istituzione di una Zona 30 lungo l’intero asse stradale e strade limitrofe. Ciò per salvaguardare la sicurezza di ciclisti e pedoni, migliorandone la convivenza con le auto.

Una Zona 30 inoltre riduce i consumi e l’inquinamento, ma soprattutto rende più vivibile e piacevole l’area interessata, invogliando i cittadini stessi all’utilizzo della bicicletta. Tutto ciò senza grandi investimenti infrastrutturali.

La presente proposta verrà girata all’Assessore alla Mobilità Tullio Giuffrè.

 

I lavori di rimozione dei dossi


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35 Thoughts to “Quale percorso ciclabile per via Libertà”

  1. che cacchio è una zona 30?????

  2. La ZONA 30 è un’area urbana dove il limite di velocità è pari a 30 km/h

  3. danyaj87

    più che una zona 30 proporrei i semafori ad onda verde. Devo dire che in questi giorni l’ho percorsa sia in bus che in auto, utilizzando questo sistema si evitano fastidiossimi rallentamenti; ricordiamoci che è sempre un asse viario fondamentale al momento. Il semaforo di questo tipo sarebbe da attuare solo dalla zona che porta da p.zza vittorio veneto fino a piazza castelnuovo.

  4. Faber

    una zona 30 è utopia anche in un solo quartiere di palermo, ti basterebbe vedere passare il primo stronzo con un permesso in macchina sulla corsia riservata agli autobus che sfreccia a 60 o 70 Km/h per farti realizzare che i cittadini sono davvero duri di comprendonio e carenti di civiltà e rispetto.

    Però un centro storico più verde e a zona 30, lento, sarebbe interessante, più vivibile, aggiungerei un paio di nuovi parcheggi alle porte del centro storico così da invogliare la camminata e posteggiare la macchina in un posto sicuro e potrebbe funzionare : ]

  5. matteo O.

    Io sono contrario a far camminare le bici nella corsia degli autobus. causerebbero netti rallentamenti agli stessi. (al più a Milano concedono alle moto di utilizzare quella corsia).
    secondo me ne dovrebbero avere una a parte!

  6. ciccio86

    ma se si chiudesse una delle due corsie laterali di via Libertà e la si trasformasse direttamente in una pista ciclabile degna di questo nome? Usare la corsia preferenziale vuol dire rallentare i Bus e i mezzi di soccorso. Già che gli autobus sono lenti. In via roma quando incontrano qualche carrozza con cavalli vanno a passo d’uomo per centinaia di metri, ci mancano solo i ciclisti, così il 101 impiega 3 giorni per arrivare dalla stazione allo stadio. Inoltre sulle corsie preferenziali sfrecciano a tutta velocità le scorte, vi immaginate un povero ciclista che si vede piombare da dietro un auto a sirene spiegate che corre come un forsennato quali rischi corre? Altro che zona 30!

  7. @matteo O., considera che i bus si fermano ogni 100-150mt per le proprie fermate. La bici, con un andatura più costante, sarà più rapida del bus.

  8. klone123

    Zona 30 che riduce i consumi e l’inquinamento?! Questa mi giunge nuova…

  9. xemet

    Una Zona 30 è giaà presente in quel tratto di via Libertà con tanto di cartelli (se non li hanno rimossi insieme ai dossi):

    http://goo.gl/maps/7DP0A

    Questo dimostra quanto sia inutile un simile esercizio di civiltà in una città come Palermo. Tutti infatti continuano ad andare ad una media di 80 senza preoccuparsi minimamente di ciò che gli accade intorno.

    Quale percorso ciclabile? Nessuno. Non è realizzabile a Palermo.

  10. lorenzo80

    La cosa più importante che a Palermo non vogliono capire è che una pista ciclabile a Palermo deve essere protetta fisicamente dalle invasioni barbariche. Infatti, l’unica pista che, salvo parcheggi selvaggi, è sommariamente praticabile è quella di via messina marine, ricavata dal marciapiede che è esso stesso protetto da delle inferriate. L’idea di usare le corsie preferenziali come piste ciclabili è quella immediatamente attuabile, a patto che queste piste siano protette da cordoli, per il panormosauro la striscia gialla è assolutamente insufficiente. Non penso che questo possa causare grossi rallentamenti ai bus che lì spesso si fermano a tutte le fermate e quindi hanno una velocità media molto bassa e sicuramente inferiore anche a una bici ad andatura passeggio. Inoltre, se è zona 30, allora anche i bus devono rispettarla e non c’è bisogno di essere Pantani per arrivare a 30 con una bici, specialmente in direzione Politeama che è pure in leggera discesa!

  11. Decadendo i dossi, ovviamente quei cartelli non hanno motivo di esistere, in quanto una zona 30 (quasi sempre residenziale), va accompagnata da interventi di moderazione del traffico.
    I cordoli sono un buon deterrente per diminuire la velocità. Poi possiamo anche parlare di bande rumorose o mini rotonde

  12. thesearcher

    non so se 30 km/h sia troppo lenta ma non penso sia questo il problema. Qui non si è abituati a rispettare niente pertanto 30 km/h sembra un forzatura insopportabile.
    Come dice antony977 gli autobus non sono particolarmente limitati in velocità dai ciclisti. Più che altro lo sono da comportamenti incivili e scorretti dagli automobilisti.
    Per il rispetto della corsia preferenziale, ancora una volta, basta l’installazione di una serie di telecamere per la sorveglianza di velocità e invasione corsie. Auspicherei anche nuovi cordoli. Li vedo in tante città non capisco perchè non qui…

  13. Otto Mohr

    Parlo per esperienza. Ammetto che molto spesso a Palermo quando vado in bici invado la corsia preferenziale, soprattutto in via Roma e via Libertà, trovandomi certe volte in situazioni molto pericolose con tasci autorizzati dalla loro spavalderia che mi suonano per poter passare, obbligandomi a salire sul marciapiede, o auto che sbucano all’improvviso dai vari vicoli che spuntano sulla via Roma.

    Sarei contrario a delle piste ciclabili cosi fatte in via Libertà, perchè verrebbe meno il concetto stesso di pista ciclabile, ovvero di corsia protetta che evita il traffico promiscuo delle biciclette con le automobili.
    Un’idea consisterebbe nell’abolire la corsia preferenziale direzione piazza Vittorio Veneto, istituendo una pista ciclabile a doppio senso di marcia su di essa. I bus che sono diretti verso piazza Vittorio Veneto prenderebbero dalla parallela via Marchese di Villabianca.

  14. MAQVEDA

    Anche io ammetto di aver percorso la preferenziale in via Libertà, prima e dopo l’eliminazione dei dossi, perchè assolutamente impossibile camminare tranquillamente sulla striscia gialla. Per molti palermitani, che non considerano tale corsia, sarebbe un po’ come se camminassi in mezzo alla strada.
    Ho quindi più volte sperimentato quanto proposto da Antony, e cioè pedalare insieme all’autobus, e posso dire con assoluta certezza che non è fattibile. Io sono allenato, e a meno di non correre come un folle, il bus l’hai sempre attaccato al culo, con ansia del ciclista e rabbia dell’autista e di quanti stanno sul mezzo pubblico. A volte sono stato malamente superato da mezzi dell’AST o da taxi che non hanno neanche segnalato la loro presenza o suonato il clacson prima del sorpasso. Insomma, pericolosissimo, non fattibile. Una pista ciclabile deve essere realizzata a parte, assolutamente divisa dalle auto.
    Io semplicemente mi chiedo una cosa, perchè dovrebbe essere obbligatoriamente realizzata in via Libertà? non sarebbe possibile dedicare a questo fine le immediate parallele a monte e a mare del viale stesso? così avremmo una trafficata via Libertà dedicata al trasporto pubblico come già avviene, e le più pacifiche vie Sicilia, Isonzo, di Giovanni, Pirandello, Petrarca (a monte), D’Azeglio, De Amicis e Di Marco (a mare) dedicate alle piste ciclabili. I percorsi potrebbero ricongiursi nel viale all’altezza del Giardino Inglese (quella a monte ridiscenderebbe quindi un tratto di via Notarbartolo, e ricordo che alla Stazione omonima è prevista una delle fermata bikesharing), oppure continuare in parallelo (una pista che si insinua dentro il giardino per poi uscirne all’altro capo è impossibile?).
    Sono contrario all’eccessiva concentrazione di servizi solo nelle strade principali, che quindi già si presentano affollate, e con maggiori problemi logistici da risolvere.

  15. cirasadesigner

    Rieccovi on line, anche se per pochi gg ci siete mancati.
    Venendo al discorso del post, anche qui avrei una idea, che nasce dall’osservazione del traffico veicolare di Buxelles. (ricordo che da alcuni dati risulta una delle città con più traffico in europa)
    In alcune vie centrali, hanno risolto in questa maniera; quella che è la corsia del bus e del tram, qui molto numeroso, sta al centro, tutto il resto a dx e sx della loro carreggiata….
    perché non fare lo stesso in Viale Liberta?
    Perché non prevedere una corsia riservata solo per il bus e in futuro magari un tram, in maniera che il transito dei mezzi pubblici non venga interrotto di continuo dall’immissione di veicoli dalle vie laterali. I
    n questa maniera i mezzi andrebbero spediti, non avrebbero nessun intralcio e si potrebbero realizzare delle pensiline di attesa alle fermate ogni 500 metri, anche perché un assurdo di Palermo, sta pure nel fatto che ci stanno troppe fermate per i bus cittadini. Come puo’ funzionare una linea, se basta raccogliere le firme con portiere e chiedere che si faccia una fermata a sotto casa.
    Per pensare davvero di razionalizzare e velocizzare le linee bisogna cominciare anche dalla riduzione delle fermate. Questo sistema di corsie, ce io alzerei di qualche cm rispetto l’asse stradale, potrebbe essere percorso anche dalle bici, così come avviene a Bruxelles e logicamente dai taxi e dai mezzi delle forze dell’ordine e di soccorso… E basta altrimenti ci sarà più traffico di prima. Che ne pensate?, Se questo sistema all’altezza di Piazza Politeama, diventa poi zona pedonale con solo transito di mezzi, fino alla stazione, il mitico 101 ci metterà un flash ad arrivare…

  16. xemet

    Concordo con chi dice che e’ assurdo proporre una corsia ciclabile insieme con gli autobus nella corrispondente corsia preferenziale. Ho usato per molti anni la bici come mezzo di trasporto e la uso ancora come mezzo di passeggio ed e’ impossibile convivere con un autobus nella corsia preferenziale. Rischi di morire ad ogni metro. Meglio nel centro della strada allora.

  17. Perchè si rischia di morire?
    L’autobus è costretto a fermarsi nelle rispettive fermate.
    Parliamo di autisti di un’azienda pubblica e non di pirati della strada.

  18. xemet

    Senti, tutto il rispetto per te, ma io L’HO PROVATO sulla mia pelle. Rischi di morire. Perche’ l’autobus non va alla tua velocita’ e vuole continuamente superarti senza averne lo spazio, soprattutto se ci sono cordoli. L’autobus va certamente ALMENO a 30 km/h e andare a 30 in bici non e’ uno scherzo soprattutto se non ha voglia di correre, e certo non si puo’ costringere TUTTI i ciclisti a correre. Inoltre la corsia non e’ usata solo da autobus ma anche da ambulanze, vigili del fuoco, socrte e vari altri autorizzati. Non puoi chiedere ai VVFF di stare dietro alle biciclette in una corsia preferenziale…le biciclette, SOPRATTUTTO a Palermo hanno bisogno di uno spazio totalmente delimitato e invalicabile per altri mezzi.

  19. punteruolorosso

    sono c’accordo con coloro che indicano corsie sparate e fisicamente protette per le bici. in germania le ricavano pavimentando di rosso una fetta di marciapiede, un po’ com’è stato fatto sul fronte a mare, seppur con le brutture e gli ostacoli di cui è cosparso quel percorso. in via libertà si potrebbero quindi allargare i marciapiedi per disegnarci su le piste, e la zona 30 l’avresti già, risultandone la strada più stretta. non credo alle corsie degli autobus, dove sfrecciano polizia ecc., e dove i mezzi stessi dovrebbero stare al passo con le bici. e a chi dice che le bici vanno più veloce degli autobus, ricordo che fra gli untenti delle bici ci sono anche donne, anziani e bambini.

  20. punteruolorosso

    sempre con rispetto per antony977, naturalmente

  21. Marco1984

    Palermo, soprattutto nel Centro Storico, non consente la realizzazione di piste ciclabili separate dalla sede stradale, per ovvi motivi. A mio avviso, potremmo prendere in considerazione il metodo adottato ad Amsterdam: Piste ciclabili inglobate nelle strade in cui la circolazione delle auto è limitata a residenti e mezzi di soccorso ( con bassi limiti di velocità ) e soprattutto un codice della strada che tuteli maggiormente i ciclisti penalizzando automobilisti e scooteristi in modo che questo possa anche fungere da deterrente all’uso dell’auto o della moto nelle strade con le ciclabili inglobate.
    Detto questo vorrei aggiungere due cosiderazioni sempre relative all’uso dei delle bici: 1) Noto che a Palermo, pochissimi utilizzanto l’elmetto a protezione del capo. 2) Mi capita spesso di discutere, anche animatamente, con la municipale poiché giustificati dal fatto di star effettuando servizio di viabilità parcheggiano le auto in maniera poco esemplare. Ecco, perché non dotare gli agenti che svolgono il servizio di viabilità di bici? Secondo me vi sarebbero innumerevoli vantaggi. Io ve l’ho buttata, a voi la scelta eventuale di far pervenire l’idea a chi di dovere 😉

  22. lorenzo80

    Mi avete fatto venire la curiosità con sta storia della velocità del bus! Ho appena controllato il mio ciclocomputer. Oggi 19,7 km/h di media e 40,6 Km/h di massima e io non sono assolutamente un professionista… Un bus per andare da A a B si muove a più di 20 km/h in media? Sottolineo: media. Comunque, in via libertà il marciapiede è abbastanza ampio da ospitare la pista ciclabile che, in realtà, c’è ma è ridotta così:

    http://pisteciclabilipa.altervista.org/liberta.html

    Spero sia ristrutturata e, come si diceva, protetta dalle invasioni barbariche che si vedono nelle foto.

  23. Metropolitano

    Zona 30, ma ci vogliono i controlli elettronici della velocità.

  24. Infatti la velocità commerciale dei bus Amat è inferiore ai 20 km/h.
    Per questo sono convinto che bus&bici possono “convivere” insieme.

  25. xemet

    @lorenzo80

    il problema non è la media. Il problema è l’accelerazione. Inoltre devi vedere dove li hai fatti 40 km/h, molot probabilmente in discesa, prova a fare via Libertà direzione Politeama statua che è leggermente in salita e vedi se riesci a mantenere quella velocità.

    Il bus quando è fermo alla fermata e riparte arriva a 30 km/h in 3 secondi e li mantiene fino alla fermata successiva (e secondo me li supera abbondantemente pure…). Se tu sei dietro al bus in bici che fai? Ti fermi a tutte le fermate? Probabilmente provi a superarlo (ammesso che trovi lo spazio), ma il tempo che lo superi il bus già ti raggiunge e vuole superarti a sua volta.

    Comunque, è facile rendersi conto di persona di ciò che accade, basta provare io l’ho fatto e non fa per me, meglio il marciapiedi o la strada. Provate voi e vedete come vi va.

  26. lorenzo80

    @xemet
    Sì, li ho fatto in un tratto in leggera discesa dove, spingendo un po’, riesco a sfiorare anche i 50, ma non mi interessa correre così per andare in ufficio… E comunque riesco a stare sui 20 medi. Non dico che sia cosa facile convivere coi bus, però in mancanza d’altro si potrebbe provare. Sia chiaro, il mio sogno è una città con delle piste separate e inavvicinabili alle auto, ma a Palermo è difficile, prima di tutto per la mentalità del palermitano che prende l’auto per fare pochi km anche ora che la benzina costa 2 euro. E poi perché in effetti sono poche le strade abbastanza larghe da ospitare una pista ciclabile e siccome per me la bici non è solo uno svago, ma il mio mezzo di locomozione primario, non ha molto senso che un tratto lo posso fare in pista e un altro no. C’è bisogno di qualche soluzione di compromesso.

  27. Pietro Bolenares

    Prendo spunto dall’intervento di lorenzo80 [29 agosto 2012 alle 08:42].

    L’idea di “biciclettizzare” (scusate il neologismo!) l’asse di Via della Libertà mi piace molto. E credo che le difficoltà tecniche e i costi per tale realizzazione non siano elementi insormontabili (per quanto, non scordiamolo, Cammarata & C. hanno lasciato le casse comunali pressoché vuote).

    Non sono un esperto del settore, ma da semplici ricerche da me effettuate “in rete” ho appreso che la larghezza minima di una pista ciclabile – tenendo conto anche del cosiddetto “spazio di caduta” – non deve essere inferiore, ordinariamente, a 150 centimetri se a senso unico o 250 centimetri se a doppio senso di marcia; nel caso di pista ciclabile in “sede propria” (cioè “non invadibile” da pedoni, automobili o altri mezzi di locomozione) alla larghezza vera e propria della corsia ciclabile vanno aggiunti altri altri 50 centimetri per ospitare le strutture di separazione (cordoli o – meglio, secondo me – ringhiere continue tranne che in corrispondenza, ovviamente, di incroci e/o passaggi pedonali).

    Tuttavia è possibile realizzare – purché siano ben definite/segnalate – piste ciclabili a senso unico di appena un metro di larghezza (più, s’intende, i 50 centimetri di cui sopra per le strutture di separazione, ove necessarie).

    Alla luce di quanto precede, la mia “visione” di “biciclettizzazione” di Via della Libertà, che tiene conto anche dell’allocazione degli alberi che la nobilitano, è che le piste ciclabili (a larghezza, costante, di un metro) possano essere realizzate in “sede propria” su tutto l’asse viario destinando, a tale scopo, una parte dei sufficientemente larghi marciapiedi.

    Le piste in questione troverebbero “posto” nello spazio intermedio fra i cercini o aiuole degli alberi e la parte più interna dell’asse stradale, cosicché ai pedoni rimarrebbe un considerevole ambito di utilizzo dei marciapiedi (e ciò varrebbe anche per il tratto, a tre corsie, compreso fra Via F. Turati-Piazza F. Crispi e Via Dante-Piazza A. Mordini).

    La “sede propria”, resa fortemente visibile con una colorazione marcatamente diversa da quella della circostante pavimentazione nonché da un’apprezzabile, seppur minima, sopraelevazione, andrebbe fisicamente separata con colonnine collegate da catenelle.

    Per quanto riguarda, in ultimo, il fatto/possibilità che tali piste ciclabili possano essere interrotte da ostacoli varii (pali, edicole, chioschi o stands commerciali più o meno autorizzati), anche tale aspetto non mi pare ineliminabile (in una città civile e ben amministrata, chiaramente!).

    P.S. Mi sia consentita una piccolissima “provocazione”: camminando quasi sempre a piedi, ho notato che le piste ciclabili già esistenti sono quasi del tutto inutilizzate
    (e ciò al netto della loro discontinuità e/o delle automobili parcheggiate sopra di esse).

  28. lorenzo80

    @Pietro Bolenares
    Concordo sulle tue proposte, tranne sull’ultima osservazione relativa alle piste ciclabili: non puoi escludere le auto parcheggiate, come fai a usare le piste ciclabili che abbiamo noi?

    http://pisteciclabilipa.altervista.org/foto.html

    Nemmeno vale la pena salirci, perché tanto sei sicuro che dopo qualche metro incontrerai un ostacolo e dovrai deviare, facendo più strada, più fatica (continue frenate e ripartenze) e mettendoti pure più in pericolo, infatti è molto più in pericolo una bici che fa una deviazione rispetto a una che va dritto per la sua strada.

  29. Pietro Bolenares

    @lorenzo80

    Ti ringrazio dell’attenzione. Le “difficoltà d’uso” delle piste ciclabili, mi sono, da palermitano, ben note. Ma ti posso assicurare che, ad esempio, sul tratto di esse su Via G. Galilei (meno “vittima” di altri del “parcheggio selvaggio” ) vedo transitare pochissimi ciclisti.

  30. lorenzo80

    @Pietro Bolenares
    In quale tratto di via G. Galilei? Io ci passo spesso ed è praticamente impossibile. Perdonami se insisto, ma come percorri in bici quel tratto quando la situazione è questa?

    http://pisteciclabilipa.altervista.org/galileogalilei3.html
    http://pisteciclabilipa.altervista.org/galileogalilei4.html
    http://pisteciclabilipa.altervista.org/galileogalilei1.html

    Che poi, tra l’altro, sarebbe bastato qualche paletto al bordo del marciapiede a proteggerla e a renderla praticabile.

  31. grillo79

    ho letto con piacere ottimi commenti e idee…
    come biker quotidiano ormai da un paio di anni posso dire che:
    – per i piu esperti, viaggiare su corsia del bus o su strada è la stessa cosa perchè con un po di pratica si impara a vedere arrivare il bus ben prima e quindi a lasciargli strada uscendo dalla corsia preferenziale (personalmente però – come fatto notare dai dati riportati in precedenza da altri utenti – la velocità media tenuta in bici è notevolmente superiore a quella del bus ed infatti raramente mi hanno superato…di solito sono io che li supero
    – indubbiamente per un principiante (del traffico urbano intendo) girare in bici può essere complicato i primi tempi, ma dopo un paio di settimane tutto è piu facile (ora la usa anche mia moglie dopo 15 anni di girare in auto) – per queste persone, ma anche anziani, bambini etc – è ovvio che è preferibile avere dele piste ciclabili loro dedicate
    – riguardo le caratteristiche delle piste poi, vorrei sottolineare che trovo un po riduttivo parlare SOLO di via libertà…in tutto il mondo civile (dove cioe la bici rappresenta piu del 50% degli spostamenti urbani) esistono RETI CICLABILI, non create “a muzzu” una strada oggi ed un’altra domani, ma creata secondo un ben preciso disegno e progetto che permetta di raggiungere gli standard necessari ad una corretta mobilità…

    Se non si realizza un progetto decente avremo solo spezzoni inutilizzabili di piste o corsie preferenziali che non risolverebbero per nulla il problema dell’uso urbano della bici…
    tali progetti vanno realizzati seriamente da esperti e con la volontà dell’amministrazione comunale, che ancora non si è espressa – credo – in tal senso

    Nell’attesa io continuo a pedalare in mezzo alle auto, ai bus, e quando posso sulle piste…

  32. Otto Mohr

    @antony
    La soluzione da te prospettata nell’articolo consisterebbe solo nel rendere legale ciò che oggi tutti i ciclisti fanno per viaggiare in maggiore sicurezza, ovvero invadere le corsie preferenziali. Cosi come nella soluzione, oggi c’è già la zona 30, i ciclisti camminano sulla corsia preferenziale e fino a due mesi fa c’erano pure i cordoli; cioè questa soluzione prospettata non porterebbe a nulla di nuovo, dal momento che tutto questo esiste già!
    E tutto questo è assolutamente insufficiente per poter definire pista ciclabile sicura una pista sulla corsia preferenziale. Mettendo da parte i numeri, anche se a me piace giocarci spesso, è obiettivamente pericoloso transitare oggi sulle corsie preferenziali. Possiamo sciorinare tutti i numeri che vogliamo sulla velocità media dei bus, sul numero di bus e taxi circolanti, ma sta di fatto che provandolo sulla mia pelle il tutto è davvero pericoloso. Ricordiamo, fra l’altro, che la corsia preferenziale non è una corsia dei bus, ovvero non è percorsa soltanto da bus, ma da mezzi di tutti i tipi che certamente hanno una velocità ben maggiore dei 30 Km/h!
    Per poter capire quanto appena detto, vi invito a transitare questo pomeriggio con la vostra bici per una corsia preferenziale della città protetta da cordoli: ad esempio via Roma. Vi renderete conto che viaggiare con la bici su una corsia preferenziale è davvero pericoloso!

    Riguardo alla nuova pista ciclabile in via Libertà, io rimango sulla mia idea dell’abolire la corsia preferenziale in direzione pazza Vittorio Veneto e di trasformarla in pista ciclabile. Contestualmente bisogna però proteggere tutte le corsie preferenziali di via Marchese di Villabianca con cordoli, trasferendo di li il transito degli autobus.

  33. xemet

    @ Pietro Bolenares

    “Ma ti posso assicurare che, ad esempio, sul tratto di esse su Via G. Galilei (meno “vittima” di altri del “parcheggio selvaggio” )”

    Scusa ma mia viene da ridere…io ho usato quella pista per più di due anni per andare al lavoro ed era assolutamente impraticabile. Le auto parcheggiate in senso obliquo invadevano puntualmente l’intera pista, grazie alle numerose attività commerciali c’erano spesso anche furgoni parcheggiati sopra che occupavano l’intero marciapiedi pista compresa, non parliamo degli scivoli per attraversare le traverse perchè ovviamente era come se non esistessero. Si scende in strada, dove si trova spazio, si supera la traversa, e si risale sulla pista sempre dove si torva spazio fra le auto. Una volta sulla pista era parcheggiato un TIR intero, e ho detto tutto. 1000 volte meglio camminare per strada con tutti i rischi che ne conseguono.
    Bello parlare, ma le cose bisogna provarle prima.

  34. matteo O.

    @antony
    se ci fosse una singola bici avresti ragione, ma immagina che ci siano 100 bici tra i giardini inglesi e piazza politeama….l’autobus dovrebbe praticamente andare veloce quanto una bici.

  35. punteruolorosso

    si’, urge ristrutturare le piste esistenti e farne di nuove ovunque. quelle che esistono non vengono utilizzate perché a volte sono più pericolose della strada stessa. in via crispi hanno tentato di risolvere il problema delle invasioni auto mettendo dei paletti che impediscono alle bici stesse di accedere alle piste ciclabili. risultato nessuno e’ disposto a scendere dalla bici ogni 20 secondi per farla passare dai paletti. che schifo di gente, tutta!

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