Per chi si fosse perso l’incontro organizzato dal comitato per il Bene Collettivo “Un nuovo modello per Palermo”, svoltosi il 3 dicembre 2011 preso la Sala delle Carrozze di Villa Niscemi, riproponiamo il nostro intervento “Palermo e Mobilità: una città a misura d’uomo”. Al post ho integrato le slide che per motivi tecnici, purtroppo, non è stato possibile proiettare durante l’evento.
Palermo, come si sa, è una città che subisce forti criticità sul piano della mobilità (e non solo). Nello schema qui sotto ho provato ad analizzare i principali possibili fattori a causa di ciò.
Come mostrato, abbiamo da un lato l’assenza di volontà politica: siamo stati governati per anni da amministrazioni che non hanno saputo dare risposte concrete alle esigenze di questa città, e in particolare quest’ultima amministrazione, che con un atteggiamento totalmente autoreferenziale ha decretato, tramite la totale assenza di politiche mirate, la morte di questa città sul piano della mobilità sostenibile.
Dall’altro lato, ma con ruolo interscambiabile, abbiamo l’assenza di cultura civica da parte dei concittadini palermitani. Il palermitano è stato educato male e, incentivato dall’assenza di politiche per la mobilità e controlli per il rispetto delle regole, ha sviluppato nel tempo la convinzione che tutto sia lecito, in barba a ogni codice regolamentare, etica ambientale o semplice senso della logica. Questa generale assenza di senso civico ha sì consentito a questa sub-cultura distorta di proliferare, spianando il terreno ad amministrazioni del tutto inadeguate, sorrette elettoralmente da una cittadinanza impreparata a scelte così importanti.
Infine, ma non meno importante, abbiamo l’assenza di un piano lungimirante per la mobilità. Riteniamo sia impossibile auspicare una continuità per un progetto che ormai è divenuto così prioritario per Palermo, se ogni idea, proposta o piano per la mobilità sono limitati alla durata in carica di un consiglio comunale o di un presidente AMAT (tanto per fare alcuni esempi). Ogni qual volta cambia schieramento politico ai vertici, viene resettato tutto (o quasi).
Le conseguenze di tutto questo? Beh, ovviamente alte soglie di inquinamento ambientale e acustico che influiscono negativamente sulla salute fisica e psichica dei cittadini. Notevoli perdite di tempo! Quanti di voi passano ore alla settimana in mezzo al traffico? Tutto tempo che potrebbe essere dedicato a produzioni utili o svago, che invece ci viene tolto per…niente! Ecco quindi che si manifesta anche uno degli aspetti più sottovalutati: il danno economico. Si perché il traffico è soprattutto un danno all’economia della città, che intrappola i cittadini in una morsa di rumori e inquinamento. Ma pensiamo semplicemente al costo di una macchina accesa e ferma in mezzo al traffico.
Eppure Palermo potrebbe essere diversa. Per sostenere questa tesi ho voluto apportare un parallelismo con una città che apparentemente non ha nulla in comune con la nostra, ma che dal punto di vista della ciclo-pedonalità potrebbe invece avere molto: Amsterdam.
Ho riportato questa frase di una delle voci autorevoli di CityBreath.com per evidenziare il fatto che anche Palermo è una città molto compatta, che bene si presta a uno sviluppo della rete ciclabile, intesa come strumento di trasporto alternativo e non solo limitato alle passeggiate domenicali.
Ecco alcuni dati sulla mobilità ciclabile nella città di Amsterdam.
Vorrei far notare in particolare il numero di biciclette che si contano: 600 mila. Stiamo parlando di un comune di appena 755 mila abitanti, e tra questi si contano più di 600 mila biciclette. La percentuale è da capogiro, e questo fa di Amsterdam la capitale europea della bicicletta.
Quello che è particolarmente curioso, è come la cultura della bicicletta sia profondamente radicata in questa città. La bici è al centro della vita di ogni cittadino della capitale olandese, assumendo un ruolo da protagonista non limitato esclusivamente al trasporto. A titolo esemplificativo, ho riportato alcune situazioni “curiose” in cui si sono imbattuti gli autori della guida Lonely Planet durante la stesura della guida della città di Amsterdam.
Ora, vorrei effettuare un confronto tra le due città per capire come questo processo di trasformazione possa interessare (presto, o un giorno) la nostra città.
Come si nota dal paragone tra le superfici, Palermo è ancora più compatta di Amsterdam, questo fa sì che si presti bene a spostamenti a raggio corto ben adatti alla mobilità ciclabile (l’85% dei cittadini di Amsterdam fa spostamenti in bici inferiori ai 5 km). Sono entrambe città pianeggianti, che consentono quindi ai ciclisti di muoversi senza compiere eccessivi sforzi fisici. Entrambe sono città nelle quali è praticamente impossibile ampliare le carreggiate per essere adeguate ai flussi di traffico sempre crescenti. Amsterdam, come Palermo, è una città piena di viuzze poco adatte al traffico auto, e in più possiede oltre 1500 ponti di collegamento tra le piccole isole che compongono il tessuto urbano. In un simile contesto, è inadeguato sostenere che la città possa sostenere flussi di traffico veicolare spropositati come quelli che si verificano quotidianamente a Palermo.
A nostro vantaggio troviamo un clima favorevole anche d’inverno, a differenza di quello decisamente più rigido che caratterizza la capitale dei Paesi Bassi.
Eppure Amsterdam, sembra incredibile a dirsi, ha conosciuto gli stessi problemi di Palermo.
Negli anni ’60, quando il tasso di motorizzazione cominciò a crescere, la città si trovò ad affrontare forti problemi di congestione del traffico. Inizialmente si ipotizzo di adeguare il centro alle auto, ma poi l’amministrazione si convinse ad attuare politiche di sostegno alla mobilità ciclabile. Tutto questo è stato possibile grazie alla volontà politica, e alla collaborazione di una cittadinanza sensibile a questi temi.
Fu estesa una rete ciclabile su sede propria, e furono decretati atti amministrativi volti a favorire l’uso della bicicletta a discapito di quello dell’auto.
Laddove le carreggiate erano troppo strette per costruire piste ciclabili, si fece condividere il traffico tra le biciclette e le altre vetture. Però è proprio qui che si evidenziò la forte volontà politica dell’amministrazione di Amsterdam: le auto sono tutt’oggi ammesse nelle vie dove è consentito il traffico ibrido, a patto che rispettino un rigoroso limite di 30 km/h. In caso di incidente, la colpa viene automaticamente attribuita al conducente dell’auto, salvo che riesca a dimostrare il contrario. Questo ovviamente scoraggia non solo le infrazioni, ma lo stesso utilizzo del veicolo di privato come mezzo di trasporto.
Queste politiche a favore della mobilità ciclabile ebbero ulteriori e inaspettati risvolti. Più gente per strada significava strade più sicure. Inoltre, con il lavoro, le opportunità di svago, le attività commerciali a breve distanza le una dalle altre, i cittadini di Amsterdam possono godere, grazie all’uso della bicicletta, di una comunità realmente eco-sostenibile. Infine, più gente per strada equivale a maggiori occasioni d’incontro, con ulteriori ricadute positive sulla vita sociale dei cittadini.
Quella di Amsterdam è una bella favola con lieto fine che però, come abbiamo dimostrato, può essere vissuta anche qui nella nostra città. Si, proprio Palermo, con i suoi infiniti problemi e la sua estrema invivibilità. Ma come fare?
Beh, come accennato poc’anzi, è essenziale la volontà politica. Serve un’amministrazione che sappia dialogare coi cittadini e avverta le esigenze della città. Allo stesso modo serve una comunità di cittadini in grado di saper eleggere una classe amministrativa di questa portata. Il web è sicuramente un ottimo punto di partenza, che al giorno d’oggi può fare la differenza. La circolazione di informazioni e la maggiore accessibilità garantite dal web, hanno modificato in modo radicale il nostro modo di intendere e vivere la realtà che ci circonda. I cittadini di Palermo oggi sono più consapevoli grazie soprattutto al web, e alla possibilità che viene offerta loro di auto-educarsi e scambiare opinioni discutendo di temi concreti che riguardano la propria città. Ma tutto questo non basta. Una volta spianate le basi per la consapevolezza, è necessario l’ingrediente essenziale: la partecipazione. La partecipazione è il sale della democrazia, ed è la massima espressione della civiltà di un luogo. Il cittadino che partecipa è un cittadino che si impegna in prima linea a cambiare la propria realtà, senza aspettare che si muovano gli altri prima di lui. I cambiamenti si fanno insieme, è impensabile delegare tutto a una classe dirigente. I dirigenti hanno il potere di prendere delle decisioni, ma le decisioni devono essere concordate coi cittadini…ed è dalla base che deve partire questa forte domanda di cambiamento.
Il processo è già iniziato, non pensiamo che sia qualcosa di astratto e distante. E’ già iniziato, ma ora il tempi sono maturi per sviluppare questa partecipazione.
Mobilita Palermo sta già facendo molto tramite la campagna “Che Programmi Hai?”, orientata alle amministrative del 2012. Con questa campagna non solo stiamo chiedendo ai candidati di rispondere alle domande che VOI avete fatto loro, “costringendoli” a parlare di temi concreti, e non basandoci su chiacchiere da campagna elettorale; stiamo soprattutto chiedendo loro di inserire nei programmi i punti che VOI avete deciso, chiedendo un impegno preciso a realizzare quanto stiamo chiedendo.
Stiamo inoltre portando avanti il progetto D.I.M.M.I (Decidiamo Insieme Modelli di Mobilità Innovativi), attraverso il quale vogliamo coinvolgere i cittadini di Palermo a svolgere un ruolo da protagonisti nel processo decisionale di trasformazione urbana dei prossimi anni. Abbiamo già coinvolto le scuole, l’università di Architettura di Segovia, e presto arriveranno ulteriori iniziative.
Palermo può cambiare, e i suoi cittadini hanno questo potere. Vorrei far notare come la bicicletta non sia solo un mezzo di trasporto ecologico, ma fa bene alla salute, è stato dimostrato scientificamente che all’interno delle città si arriva prima che con l’auto, e soprattutto non ha problemi di parcheggio…cosa che penso interessi un po’ tutti noi!
Un articolo bellissimo e molto interessante che mi ha fatto sognare per 10 minuti. Sarebbe meraviglioso oltre ad essere la soluzione più sensata ma come sappiamo tutti è molto difficile che avvenga tutto ciò. Io come cittadino posso solo utilizzare la bicicletta, diffondere la voce, partecipare alle manifestazioni a favore della mobilità sostenibile ecc.
Non ho ne i soldi ne il potere di costruire piste ciclabili, questo passo va fatto da chi sta sopra i cittadini e da chi non conduce una vita seduto sopra le auto blu nelle corsie preferenziali. Il sindaco deve essere un cittadino comune che vive da cittadino e che conosce i problemi della città tra cui il traffico. Ma visto che tutti quelli che salgono al potere non sono mai rimasti imbottigliati nel traffico neanche per cinque minuti il problema non se lo pongono.
Caro Tancredi, non si deve solo sognare. Sono cose fattibilissime con pochi soldi.
Come scrive l’autore del post, come dici tu, basta solo diffondere la voce, parlare, usare questo mezzo potentissimo che e’ Internet, diffondere via social networks, e alla fine tutti saranno informati. Dall’informazione nascera’ la partecipazione e da li’ la realizzazione.
Un post eccellente, che mette in evidenza gli strumenti per cambiare la citta’, la nostra vita anzitutto: dialogo, partecipazione, internet.
E che propone qualcosa di serio, concreto e vitale per noi tutti!
Complimenti!
Fattibilissime, ne sono convinto. Perchè il palermitanno, si sà, se metti il limite di velocità a 30 km/h lo rispetta, altro chè… d’altronde discendiamo anche dagli svevi no? Ma guardiamoci in faccia, volete una Palermo su modello europeo? Beh, cominciamo ad applicare i controlli su modello europeo, ma no il modello di oggi, ma quello di ieri, quando grazie alla rigidità dei controlli e delle punizioni esemplari gli “europei” hanno imparato ad avere rispetto delle regole.
@tuodeo che si debbano fare controlli è sottointeso nell’articolo quando parlo di volontà politica. Non mi sembra che tu abbia prestato molta attenzione al ragionamento. Prima di lanciarvi col solito disfattismo inutile, cercate di leggere bene quello che viene proposto
È un progetto assolutamente realizzabile, data la conformazione della città e delle condizioni climatiche. Palermo è una città assolutamente inadatta al traffico automobilistico (soprattutto nel centro storico) e questo è il motivo per cui la città è sepolta dalle auto. Ovviamente, bisogna crederci tuodeo, altrimenti quello è bello sulla carta non si realizza nella realtà: è chiaro, nell’articolo, che i controlli sono essenziali alla buona riuscita. Questo peogetto ha tenuto conto di tante cose, di problemi e soluzioni. Però, poi arriva il “palermitano” (non quello che non si ferma davanti alle striscie) che subito infrange il “sogno” (in realtà un progetto normalissimo e applicabile) con il solito “realismo” (ovvero semplice descrizione dello stato di cose) che pone enormi freni allo sviluppo della città. Se ci si rende conto del problema (e si presume, tuodeo, che te ne sia reso conto), perché fermarsu sul problema e parlarne all’infinito creditando qualunque alternativa perché “irrealizzabile? L’irrealizzabilità è solo un effetto di un atteggiamento “negativo” a priori: questo e nient’altro. Sì, vogliamo Palermo a livello europeo e magari anche con qualcosa in più.
@blackmorpheus si vede che non mi conosci, io sono tutt’altro che disfattista, piuttosto sono realista, ed il fatto che oggi in una città con dei problemi sociali così profondi si possa credere in una “volontà politica” lo trovo quantomeno assurdo, perchè se la gente continua a votare con il solo criterio della necessità non avremo mai politici capaci di trovare quella volontà di cui parli. Su chi confidi? Sulla sinistra assistenzialista? Sulla destra clienteralista? O sui nuovi volti quali spallitta e ferrandelli che vogliono aprire il parco all’uditore per “dare lavoro” a centinaia di fancazzisti quando di fancazzisti ne abbiamo già a bizzeffe? E per la cronaca… io mi muovo in bici, facendo zig zag tra pescivendoli e cumuli di immondizia, e nessuna volontà politica mi è mai venuta in soccorso.
è proprio una bella analisi! e non è neanche distante anni luce! è solo che tra Palermo e il modello Amsterdam (ma anche Barcellona) c’è un burrone chiamato amministrazione pubblica. Noi tutti riusciamo a vedere ciò che c’è di buono dall’altra parte, a pochi palmi dal naso, ma nessuno, nessun politico, che ha l’autorità e la capacità di farlo, ha mai provato a fare un ponte!
Non ci vuole molto a cambiare radicalmente una brutta abitudine, basta la volontà di cambiare da un giorno all’altro! Non mi stancherò mai di ripeterlo, è stato lo stesso col divieto di fumo nei luoghi pubblici, che è, al contrario di quanto dicevano i disfattisti, rispettato anche a Palermo i tutti i locali (uffici amministrativi a parte… grrrr!)
Bastano poche regole dette a tavolino oggi!!
– dal 1/1/12 inviare in ogni famiglia 2 buoni acquisto di biciclette (in un certo range di prezzo) al 70% di sconto valido fino a 30/5/12 (per inondare la città di bici)
– dal 1/3/12 detrazione del 3% dallo stipendio dei dipendenti pubblici domiciliati entro 5 km dal luogo di lavoro che non usano la bici per recarsi sul posto di lavoro (e si invitano confcommercio e co a far mettere la stessa regola alle proprie aziende)
– dal 1/3/12 nel centro storico si entra solo in bici, tranne i residenti che possono entrare in certe fasce orarie a max 30 km/h con appositi pass
– per i dissidenti possibilità di pagare 25€ di multa in loco o 250€ a casa (come si fa nelle metro di mezzo mondo, così la PM non ha la scusante di rovinare nessun padre di famiglia)
e contestualmente entro 1/3/12
– rastrelliere piazzate qua e là
– attivazione nuovo piano autobus
– abolizione patto PM-abusivi
collateralmente entro 1/3/12
– avviare bando per bike sharing cittadino
– redigere piano di manutenzione ordinaria piste ciclabili
– avviare bando per ampliamento piste ciclabili
Nessuno dei punti inseriti è estremamente costoso, nemmeno l’ampliamento delle piste o i buoni al 70%. Un piano che vale al massimo qualche milione di euro (nulla in confronto al miliardo del passante!) ma che può avere ripercussioni pesantissime sulla mobilità urbana!!!
Ci vuole “solo” la volontà di stabilire una data a partire dalla quale non si può più fare come fatto fino al giorno precedente!
@Alessio88 guarda che commentare non significa frenare alcunchè, io attuo già quello di cui voi state parlando. Cosa fai tu in più di me per rendere possibile questo sogno? Sono sufficienti le mie parole o quelle degli altri realisti per infrangerlo? Io voglio solo sottolineare che non sarà sufficiente mettere un cartello con scritto 30 ed un vigile sotto ogni cartello per il primo mese, dopo tornerebbe tutto come prima. E questo è realismo, non disfattismo.
tuodeo, hai ragione a Palermo praticamente realismo=disfattismo… comunque nel tuo pensiero non tieni conto che anche solo dopo un mese di novità qualche palermitano può abituarsi alla nuova prassi e rendersi conto che risparmia tempo “bull’e benzina” (cit alamia e sperandeo)
@tuodeo
C’e’ un punto importante da non sottovalutare: la partecipazione. Al momento, poca gente come te utilizza la bici (con i disagi ad essa legati – a PALERMO), e quindi il “problema” dei ciclisti non e’ molto sentito/ascoltato.
Come dice blackmorpheus nelle sue slides, abbiamo un notevole disinteresse politico circa la questione biciclette.
Porta pochi voti, non gliene frega nulla, anzi, in certi casi perderebbero pure consensi (negozianti fautori della sosta vietata su tutto).
Ma e’ la partecipazione di massa che produce interesse, che porta a sollevare problemi, ad attuare certe politiche.
Sicuramente senza partecipazione non andiamo da nessuna parte. Purtroppo la classe dirigente che governa o intende governare Palermo non ha alcun interesse al progetto di una palermo ciclabile. E quindi sarei d’accordo con te, sul realismo che porta al disfattismo.
Ma se tutti insieme uniamo le nostre esigenze e gridiamo con forza le nostre richieste, forse qualcuno ascoltera’. Ecco dove arrivano social networks e blog come questo.
Diffondiamo. Perche’ diffusione e’ partecipazione.
E cmq non dimentichiamoci che tra i candidati a Sindaco c’e’ un ragazzo del movimento 5 stelle, il quale e’ uno dei principali promotori della mobilita’ sostenibile. Una scelta, una speranza, un’alternativa forse ci sono, o si cominciano a vedere.
Il resto spetta a noi, al nostro coinvolgimento nella vita cittadina.
Io, come ho sempre fatto, continuerò a comportarmi da “cittadino europeo” come vi piace definire chi possiede un senso civico sopra la media locale. Voterò con criteri dettati dall’istinto, unico modo per sperare di azzeccare una brava persona, e nulla farò per “infrangere” questo sogno. E speriamo.
@tuodeo
ma lo hai letto l’articolo o no??? Ho parlato dell’estrema simbiosi tra una cittadinanza consapevole in grado di eleggere una classe politica che risponda a queste esigenze! Le basi per creare tutto questo stanno in primis nello sviluppo di una coscienza civica che sta pian piano prendendo forma tramite il web! Poi, una volta sensibilizzata la cittadinanza, è necessario nominare una classe dirigente in grado di sostenere un’impresa del genere…infine serve la partecipazione dei cittadini! E’ tutto scritto nella mia proposta, non capisco quindi cosa stai contestando!
Innanzitutto ricordo a tutti che palermo è una città europea solo per far parte dell’italia, quindi qui valgono le stesse regole che valgano x la svezia o amsterdam…come appunto detto da andrea è una volontà politica trasformare la teoria in realtà, scegliendo come nostri rappresentanti quelli che (come dice tancredi) non siano seduti nelle auto blu, ma che siano loro già da modello x il cittadino e a tal riguardo mi risulta che, tra i candidati sindaci intervistati da Mobilità, solo uno (Riccardo Nuti) si sia presentato in bici all’intervista e questo già vi dovrebbe dire qualcosa. Seconda cosa: molti o quantomeno i “disfattisti” sembrano aver dimenticato che l’uomo usa l’auto ad i livelli attuali di diffusione da circa 30 anni…se andate sul sito dell’ACI (http://www.aci.it/?id=54) trovate tutte le statistiche sull’uso dell’auto e vi rendete conto che…l’uomo ha costruito intere civiltà andando a piedi o a cavallo!! oggi sembra invece che senza auto non si possa neppure scendere a comprare il pane!! Be, non è così…L’uso smodato dell’auto ed il conseguente disfattismo che nasce da un solo paradigma comportamentale, la LAGNUSIA, è il motivo per cui oggi la maggior parte degli spostamenti avvengono sulle quattro ruote. Credete che in olanda la gente sia scema? o che amino il loro clima? be leggetevi le medie (http://www.strawberry-world.com/it/paesi-bassi/amsterdam/media-climatica.html) e forse cambiate idea…La verità è che li si è riusciti ad unire volontà politica ad intelligenza media collettiva.
Se poi considerate l ‘aspetto economico c’è da rabbrividire: andate sempre sul sito dell’ACI a questo link (http://servizi.aci.it/CKInternet/SelezioneModello) e fate il calcolo del costo effettivo di un auto per km…per una macchina nuova a bassi consumi tipo una Fiat Panda che percorre 5000 km all’anno (circa 15 km al giorno) si parla di 0,85 euro al km!!! Valore che include tutte le spese tranne quello di acquisto del veicolo, che in tal caso vi fa lievitare il totale a quasi 1 euro al km…
Ma queste sono cose che chiunque si può andare a studiare, divertendosi un bel po a capire quanto stupida è la società in auto…tanto x dirvene un’altra, lo sapevate quanta dell’energia prodotta dalla combustione del carburante viene usata per far spostare il passeggero/conducente? Ve lo dico io: il 2%….esatto il due per cento, il rimanente 98% è bruciato sotto forma di calore e per far muovere i 1500kg di materiali di cui l’auto stessa è fatta!!! è come se cucinate un piatto di pasta e vi mangiate una cucchiaiata ed il resto lo buttate!!
PEr non parlare dei tempi di spostamento, l’inquinamento etc etc….
Infine, che vi ho già stancato, andate a dare una occhiata a questi biciplan fatti in altre città d’italia e del mondo e vi rendete conto che si può fare di tutto, anche a Palermo:
– http://www.comune.re.it/retecivica/urp/pes.nsf/web/Bccltt4?opendocument
– ttp://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16992
– http://www.labikeplan.org/
– http://www.toronto.ca/cycling/bikeplan/index.htm
Ciao a tutti
ps: sfociare nel qualunquismo credo sia estremamente deleterio. Tra i candidati a sindaco che abbiamo intervistato finora, alcuni si sono mostrati impreparati…ma altri hanno saputo rispondere in maniera esaustiva sul tema (uno di loro si è presentato all’intervista in bicicletta). Quindi anziché dire che si vota con l’istinto…provate a votare ascoltando i programmi, una possibilità che presto vi daremo. Per la cronaca, io sono un REALISTA estremo…e sono convinto che il realismo debba essere il punto di partenza per un rilancio concreto, non una scusa per lamentarsi e usare uno spazio come questo a fini di sfogo anziché costruttivi. Come diceva qualcuno poc’anzi, è inutile continuare a elencare le criticità…se si vuole cambiare da qualcosa si dovrà pur partire! E per inciso…non penso che i vigili debbano stare a controllare per un mese di fila…ma per un anno di fila! E’ già stato dimostrato a Palermo che laddove vi sono stati quei rarissimi casi di controlli a tempesta, i cittadini hanno mantenuto disciplina anche nel tempo. Laddove invece i controlli sono sporadici…l’effetto è praticamente nullo
@giosafat OTTIME PROPOSTE
@blackmorpheus io non sto contestando, nè tantomeno il mio è uno sfogo, io non ho bisogno di sfogarmi sul web. Mi sa che sei tu che non leggi bene quello che scrivo, e non hai inteso il senso del mio discorso. Comunque la chiudo qui, mi sembra di parlare con un politico, per quanto gradito al mio istinto. Quando ti porterai ti voterò.
@tuodeo
stendo un velo pietoso sulla tua affermazione alquanto offensiva, dato che non sono un politico né mi comporto come tale. Forse non leggo bene quello che scrivi, o forse lo leggo fin troppo bene…sta di fatto che ancora non hai spiegato nulla, e l’esperienza mi porta a dire che evidentemente non c’è molto da spiegare. Detto questo, la chiudo anch’io, anche perché ho abbondantemente ed esaustivamente replicato. Lo scopo del post è quello di creare un dibattito, non polemiche sterili. Saluti
Io sono un fan del modello europeo. In questo caso non sono completamente d’accordo perchè, sebbene il progetto sia perfettamente realizzabile (anche se con enormi cambiamenti di mentalità che dovrebbero verificarsi), io non vorrei il bando morale e quasi fisico del mezzo al motore, perchè è una mia personale passione (anche se le moto più delle auto),come lo è per molti Italiani; a differenza, credo, degli Olandesi.
Quando sono state costruite le prime piste ciclabili le ho subito provato, ma ne sono rimasto deluso, sia per l’esiguita, che per il mal concepimento, ed ho cantinato la bici. Quindi sono favorevole ad uno sviluppo delle piste ciclabili anche a discapito della carreggiata a motore. Sono inoltre favorevole alla chiusura delle vie del centro storico come quelle dove passa un carro giustoGiusto.
IL problema del traffico si sente molto perchè la rete stradale, sembra fatta da un toporagno. A mio parere, più del numero delle auto, il problema è la mancanza di parcheggi sotterranei (e che siano con ticket esigui), quasi tutti i principali incroci sono da ripensare sia nei semafori che nella morfologia, molti sensi da cambiare, e poi il problema più grande è la sosta vietata la cui abolizione snellirebbe, da sola, il traffico del 30%; se si sommano tutti questi interventi si arriva almeno al 50% di traffico in meno. Tutto perchè, a differenza delle altre città europee, siamo indietro anche dal punto di vista della viabilità intellegente (vedi la bolgia di Via Re Federico).
Quindi la soluzione, che è anche più attuabile dato il background palermitano, è quella di portare avanti parallelamente entrambi i progetti, quello di una città ciclabile, ed un ripensamento intelligente della viabilità attuale, senza limitare troppo una in favore dell’altra.
Il problema e che invece di dare consulenze a gente incapace, dovrebbero far venire persone illuminate, da altri paesi europei le quali (dopo le risate iniziali), ci insegnerebbero come si presenta una vera viabilità intelligente.
Bell’articolo, cose giuste e sacrosante…piccolo particolare che a Palermo è impossibile andare in bicicletta.
e per piccoli punti dettati dall’osservazione quotidiana che confronto con Amsterdam:
1 – Inadeguatezza delle strade, vista l’inesistenza praticamente totale di piste ciclabili.
2 – Quelle poche che ci sono, sono un ottimo posteggio per automobili e un’opportunità di lavoro per i posteggiatori.
3 – Dove non ci sono, sei costretto a zigzagare per stradea doppio senso, con corsie ristrette dai posteggi ambo i sensi e ambo i sensi i posteggi in doppia fila (esempio pratico la via Catania, altezza ex-Carrefour).
4 – Possibilità di non trovare la bici oltre il 75%
5 – Da Aprile a praticamente Novembre, provate a farvi 4 km per andare al lavoro ed essere profumati come le rose.
6 – Se piove, strade impraticabili per auto, figuriamoci per biciclette.
7 – Cultura civile ed educazione stradale inesistente.
Di contro Amsterdam, come Copenaghen, Oslo o Stoccolma
1 – Piste ciclabili più lunghe per chilometraggio delle strade urbane (infatti esistono anche nei parchi)
2 – Inesistenza di posteggio selvaggio(perchè sennò ti mettono i fermi alle ruote e se ti muovi spacchi tutto) e di conseguenza inesistenza della figura del posteggiatore
3 – Diretta conseguenza del ragionamento di sopra
4 – Questo succede anche lì, ma sicuramente in minor percentuale
5 – Questo è personale, io se puzzo me lo sento subito, al Nord Europa puzzano di default(e io di un popoco che non ha il bidet non mi fido)
6 – Le strade sono costruite per venire incontro alle frequenti intemperie
7 – Le piste ciclabili di Amsterdam hanno finanche i semafori e se non vuoi rischiare la vita evita di camminare sopra la pista.
Infine, non c’è bisogno di prendere come esempio una capitale europea…basta andare a Bologna, Padova o Pavia per esempio…
Io la bicicletta(specie col risveglio tragico con la benzina a 1.7) la voglio comprare, mi piace e vorrei usarla sempre, a costo di comprarmio impermiabili e quant’altro. Ma sinceramente per quanto detto sopra, per farlo dovrei avere un pò di coraggio che ad ora mi manca… Spero ne abbiate più di me 🙂
Aggiungo un ultima cosa sulla movimentazione delle coscienze e sul conseguente adeguamento delle amministrazioni.
è vero anche che l’organo comunale, dovrebbe essere più iluminato della media della popolazione in modo da dare strumenti utili anche a chi non avrebbe neanche pensato che gli potessero servire.
Se chi si trova imbottigliato nel traffico, vedesse i ciclisti sfrecciare lungo le piste ciclabili, sicuramnete un pensierino gli lo farebbe, non tanto per l’etica ambientale e per la giustizia socilale, ma per la conveninza personale, che è proprio quello che la nostra media sa applicare meglio.
Invece i nostri politici di mestiere sono addirittura sotto la media della popolazione.
Ecco perchè dobbiamo voltatare pagina. Personalmente voterò una persona giovane, che non abbia a che fare con i “vecchi” politici. Aspetto le video interviste.
@19alessio79
ma infatti fare un confronto adesso non ha senso. Il paragone tra le due città è puramente fatto dal punto di vista delle caratteristiche. Palermo è una città che si presta bene a questa trasformazione. E’ ovvio che bisogna quindi CREARE tutto questo, dato che al momento non lo possediamo. Il mio ragionamento è orientato a “come agire in futuro?” non a “come siamo combinati nel presente”.
Non c’è l’intento di incoraggiare a usare la bici in queste condizioni…l’articolo vuol fare il punto su come creare le basi affinché possano esistere queste condizioni. Il punto non è quello di convincere i cittadini a posare la macchina e usare la bici domani (sarebbe bellissimo)…il punto è come fare ad avviare un processo che possa pian piano radicarsi nel territorio e favorire l’uso delle biciclette. Ad Amsterdam c’è voluto tempo, a Palermo ce ne vorrà ancora di più…questo però è proprio il livello base, trovo inadatto fare per ora esempi su quanti chilometri di piste ciclabili dovranno esserci, o rastrelliere, o stazione delle biciclette sorvegliate. Prima di parlare di tutto questo bisogna partire dalla volontà politica, la partecipazione, la sensibilizzazione. Qui si ipotizza una profonda trasformazione di questa città, e le trasformazioni non avvengono dall’oggi al domani…sono processi molto lenti e graduali, che accadono solo quando una comunità coopera per il raggiungimento dell’obiettivo
@blackmorpheus
Io la bici la compro anche stasera e da lunedì ci vengo al lavoro(a costo di portarmi il cambio). E davvero spero che la città cambi, anche se ci vorrà un sacco di tempo, ma secondo me per CULTURA è impossibile…E’ molto più probabile che incrementi l’uso dei motorini (io comprerei anche un SI se lo trovassi di seconda mano)….
Comè già avevo detto, sto vivendo in olanda, la mia scuola dista 14 km da casa mia, ci vado in bici!
PS Amsterdam è una città meravigliosa, andateci, e a che ci siete (visto che il sistema ferroviario è eccellente), passate da Rotterdam, che a parer mio è più bella di Amsterdam!
@19alessio79
ma io mi faccio ogni giorno, anche d’estate 5 km andata e 5 ritorno in bici x andare a lavoro e non ho proprio bisogno di cambiarmi, ne puzzo come un cavallo!! le bici nuove e con le marce ti permettono di andare senza fatica…non è che devi farti le corse!! e poi ricordo che in emilia dove ho vissuto qualche tempo andavano anche in giacca e cravatta in bici, senza scomporsi tanto!
quando piove ti bagni esattamente come con la moto…e le strade sono meno pericolose che con la moto perche si va più piano, esperienza personale docet (ho usato lo scooter dai 14 ai 30 anni e ora è da due anni che sono passato alla bicicletta con grande soddisfazione)
in due anni la bici non me l’hanno mai rubata. Tutti quelli a cui l’hanno rubata l’avevano lasciata la notte x strada o con catene che si tagliano con un grissino…
io faccio nervi quando penso che devo prendere l’auto perche costretto da cause di forza maggiore…
@bm: condivido tutto quello che hai detto, tranne che per la tempistica. Non credo che sia necessario più tempo, credo anzi il contrario e che più tempo ci si mette peggio è! Il cambiamento deve avvenire rapidamente, e il cittadino non deve vivere il passare del tempo in maniera passiva ma attiva! Mi spiego.
Il punto fondamentale è che si deve rinnovare il concetto di tempo di rodaggio delle iniziative, e quindi recepimento della novità da parte del cittadino. Fino a ora, per i motivi più disparati (inefficacia dell’amministratore pubblico?), il rodaggio è sempre partito insieme alle novità al t=0. Da ora invece si deve partire prima del t=0 a preparare la città al cambiamento, così da avere risultati tangibili da subito!
Il punto di forza del mio esempio, qualche post più su, è proprio questo
– ricezione del buono da parte di tutte le famiglie ovvero:
– – incentivo capillare al cambiamento
– – diffusione capillare dell’informazione
– il cambiamento avviene 2 mesi dopo l’arrivo del buono (tempo che intercorre tra arrivo del buono e entrata in vigore del provvedimento = tempo di rodaggio)
All’atto pratico basta far girare la notizia sulla stampa e mettere ai 4 angoli della città dei manifesti pubblicitari con un conteggio alla rovescia al termine del quale, la città è già rodata e pronta a vedere da subito cambiamenti tangibili!
Creando e sottolineando una linea di demarcazione netta tra ieri e oggi si evidenziano meglio vantaggi effettivi, nuova condotta da seguire e comportamenti sbagliati!
E non è nuovo, lo ripeto: è lo stesso percorso che c’è stato quando è stato abolito il fumo. Conto alla rovescia, informazione capillare, linea di demarcazione netta, controlli serrati all’inizio (anche ora che non ci sono più gli stessi controlli non siamo retrocessi, è semplicemente diventato normale uscire fuori dalla (esempio) pizzeria per fumare!!!! anche per gli anti-civici come i siciliani!!). I presupposti ci sono, e anche i precedenti! Basta crederci!
ciao Andrea,
qui a Roma ormai ho abbandonato la macchina da un mese a favore della bici. Ho calcolato un risparmio di circa 200€ mensili, considerando che usavo la macchina per andare a lavoro, per uscire la sera (dunque almeno 20-30km al giorno) e che posseggo un auto abbastanza vecchia (2001) e che consuma parecchio. La bici mi ha risolto veramente un enorme numero di problemi, qui esistono piste ciclabili anche se non sufficienti rispetto al numero di persone che usa il mezzo.. L’unico problema è l’inquinamento. La frequenza del respiro è maggiore rispetto a chi va a piedi, pertanto si tende a inalare molta più aria inquinata dei pedoni o degli automibilisti. consiglio a tutti una maschera filtro, senza questa è impossibile andare in giro senza ammalarsi. Ci vediamo per le vacanze a Palermo! (ovviamente in bici 😀 )
@ andrea
riguardo l’inalazione ti sbagli
il seguente studio (The exposure of cyclists, car drivers and pedestrians to trafic-related air-pollutants, Van Wijnen/Verhoeff/Henk/ Van Bruggen, 1995 (Int., Arch., Occup., Environ., Health 67: 187-193).) dimostra che l’esposizione agli inquinanti è inferiore nei ciclisti che negli automobilisti, in uno stesso tragitto e nello stesso momento ad esempio:
Monossido di carbonio ciclisti 2.760?g/m3 automobilisti 6.730 ?g/m3
Biossido di azoto Cicl 156 Aut 277
Benzene Cicl 23 Aut 138
Toluene Cicl 72 Aut 373
Xilene Cicl 46 Aut 193
La convinzione opposta nasce dal concetto sbagliato che si respira di piu, che è vero, circa il 2,3 volte di piu, ma il tempo impiegato per percorrere un dato tragitto è inferiore e la concentrazione degli inquinanti sull’auto aumenta all’aumentare del percorso, nella bici no!
qua trovate il link allo studio:
http://www.springerlink.com/content/k325720708p685p7/
Ma dai come si puo paragonare Amsterdam a Palermo se li le piste ciclabili funzionano è solo perchè la gente lo vuole, a palermo sono in pochi a volere la bicicletta state facendo una campagna inutile sulle piste ciclabili
fatene invece una utile sui semafori che non funzionano
@Gianfranco: si paragona Palermo con Amsterdam per prenderne esempio, non certo per rimarcarne le distanze.
I semafori sono anche quello un problema, e sono indispensabili sia per la mobilità ciclabile che per quella veicolare. Puoi anche mobilitarti tu stesso e proporre a chi di dovere delle soluzioni per risolvere questo problema, e cercare di ottenere così due piccioni con una fava. Se lo fai sei un mito!
Non so se è fuori tema, ma riguarda comunque le biciclette: http://www.greenme.it/approfondire/interviste/6386-city4bike-caserta. La città è Caserta (dunque Sud Italia, anzi “Gomorra”) e come potete ben vedere è bastato l’impegno di qualche giovane per creare questo circuito. E mi si dice che il progetto qui presentato è inattuabile? Non sono affatto d’accordo. E poi, Gianfranco, che senso ha squalificare questo progetto e dire di presentarne uno sui semafori? Tutti e due non si possono presentare? Anzi, possono benissimo rientrare in unico progetto. Per incrementare il numero dei ciclisti sono necessari interventi mirati, non aspettare una conversione dei palermitani alla religione a due ruote…Palermo Ciclabile ha già fatto molto, ma ci sono persone che si spaventano a usare la bibicletta. Personalmente, la utilizzo spesso: mai avuto particolari problemi, ma certo non è come pedalare in Germania o in Olanda. Penso che bisogna mirare al miglior risultato possibile piuttosto che bloccarsi su ogni piccolo problema.
grillo79 grazie mille per l’articolo. servirebbero più spesso interventi così efficaci e brillanti, piuttosto che le risposte basate sull’aria fritta o sul “dice che..”. grazie ancora e complimenti 🙂
@blackmorpheus: se a Palermo seguissero l’esempio di Amsterdam, i palermitani camperebbero in media 10 anni in più, ed a 70 anni ne dimostrerebbero 50.
@Alessio1988
bella notizia! è una sorta di bike-sharing privato…cmq una buona idea e a costo zero per la pubblica amministrazione… c’è da pensare a qualcosa di simile anche qui
Dallo studio “Air Quality and Exercise-Related Health Benefits from Reduced Car Travel in the Midwestern United States”, condotto su 11 maxi-aree metropolitane e oltre 30 milioni di residenti di Illinois, Indiana, Michigan, Minnesota, Ohio and Wisconsin, dimostra innegabilmente che spostarsi in bici è la scelta migliore che si possa fare. Secondo i dati dei ricercatori, infatti, basterebbe sostituire la metà dei viaggi quotidiani verso l’ufficio con spostamenti in bici nei sei mesi più caldi dell’anno, per risparmiare circa 7 miliardi di dollari l’anno ed evitare 1.100 morti grazie a una miglior qualità dell’aria e all’aumento dell’attività fisica. Il che si traduce a sua volta in una riduzione delle cure mediche per obesità, diabete e cardiopatie
lo studio al link:
http://ehp03.niehs.nih.gov/article/fetchArticle.action?articleURI=info%3Adoi%2F10.1289%2Fehp.1103440
Ho partecipato all’incontro del 3 dicembre, che dire..MOLTO INTERESSANTE. Mi auguro soltanto che da questo momento questi incontri si organizzino frequentemente.
Ciò premesso posso parlare della mia esperienza con la bici.
Da settembre vado in giro in bici tempo permettendo, quando piove evito per non arrivare completamente zuppo. La mattina scendo da casa in macchina, (vivendo nella zona di mondello non ho ancora un fisico così allenato da affrontare la favorita senza problemi) e giunto nella zona di viale lazio parcheggio l’auto e prendo la bici che utilizzo per andare in centro ( tribunale) ed eventualmente svolgere tutto quello che devo. Da quando la uso (e ripeto solo da settembre) RISPARMIO in TEMPO e SOLDI in benzina. Devo dire che è un grande cambiamento ovviamente in positivo. E poi volete mettere una bella passeggiata per il centro di palermo in bici? Puoi goderti la città al meglio.
Per rispondere a 19 Alessio 79 vorrei dire che girare a Palermo in bicicletta non è impossibile, magari più difficile di altre città ma non impossibile, basta volerlo.
Io giro in strada in mezzo alle macchine, (e se lo faccio io che non sono certo superman, possono farlo tante altre persone), e non dico non sia complicato, e certamente bisogna stare attenti, ma per favore non diciamo che è impossibile. Per quanto riguarda il fattore sudore, capisco il problema ma è non è così insormontabile, ed io andando in tribunale sono in giacca e cravatta. D’altra parte lo fanno in olanda e in danimarca con il freddo perchè non dovremmo noi con un clima nettamente migliore; certo il problema maggiore dovrò affrontarlo in primavera.. e a quel punto mi porrò il problema.
Per il resto concordo pienamente con giosafat, bisogna agire subito senza aspettare ancora, con un conto alla rovescia come si è fatto con il fumo (sono fumatore anch’io). E’ necessario potenziare i mezzi pubblici e chiudere il centro storico alle auto.
Inoltre sono convinto che con questi rincari alla benzina, molti palermitani, costretti inizialmente a prendere la bici, si renderanno conto molto presto degli immensi vantaggi di spostarsi per la città con la bici.
Infine essendo relativamente nuovo (vi seguo da circa un annetto), volevo ringraziare Mobilita Palermo per il lavoro svolto.
E’ necessario sempre più diffondere progetti e attività del genere, anzi colgo l’occasione per mettermi a disposizione qualora possa servire a qualcosa.
Saluti.
Sapete se vi è la possibilità di un incentivo comunale per l’acquisto di una bici elettrica? A Catania è possibile averlo, mi pare 250 euro…
[…] ciclabile l’ho sempre sostenuto, per tutta una serie di motivazioni che esposi in questo articolo nel dicembre 2011. Eppure, sembra che i ciclisti in questa città non possano avere tregua. Il […]
[…] pensare che pure Palermo potrebbe essere così (link) Scritto da blackmorpheus [email protected] – Web Pubblicato in Piste ciclabili | […]