Durante questa estate, in alcune parti della città, ho potuto notare la sostituzione di vecchi cassonetti dell’immondizia con quelli nuovi.
Modelli identici a quelli precedenti, soltanto più lucidi e ancora non devastati dal tempo e dai piromani.
Nella foto siamo dietro piazza Borsa. Come si può notare, sono stati riproposti i cassonetti a pedale.
Peccato che gli addetti allo smaltimento siano i primi a lasciare il coperchio alzato, snaturando di fatto l’uso del pedale.
Che senso ha il coperchio (che dovrebbe contenere i cattivi odori) quando viene “imposto” il suo non utilizzo?
Se c’è qualcuno tra di voi che è netturbino o bazzica nei meandri, vi prego, ce lo spieghi.
certo è alquanto strano, ma la cosa ancora più strana è che si mettano in molte zone della città solo i cassonetti dell’indifferenziata. (in tutte le città siciliane e non solo a Palermo)
A verona ad esempio si è costretti a fare la differenziata perchè oltre ai vari plastica, carta etc… ci sono solo 2 cassonetti: “umido” e “secco non riciclabile”.
in questo modo il cittàdino è obbligato a farla perchè non saprebbe dove buttare un sacchetto con dentro di tutto. (e ripeto i cassonetti ci sono sempre tutti e 5, dalla carta al secco non riciclabile)
e se capita che ci si ripeta che in una zona si trovino rifiuti indifferenziati, fanno dei controlli e relative multe.
Un mio conoscente che lavora per l’amia,una sera in vena di confidenze,mi ha detto che spesso sono proprio loro a manomettere il meccanismo a pedale,a mettere le assi di legno come sostegno o a rompere tutto il coperchio.Fanno questo,mi ha detto,per evitare che metà della spazzatura venga riposta fuori dal cassonetto anziché dentro dai molti panormosauri incivili.disse che molti se vedono il coperchio chiuso e magari il pedale rotto,non ci pensano neanche ad aprirlo a mano,e che quindi la mettono ai piedi del cassonetto con tutte le conseguenze che ne derivano…….
Non so se avercela con i miei incivili concittadini o con gli operatori amia che concepiscono questo stratagemma..ai posteri l’ardua sentenza.
Ho sempre pensato che l’uso dei cassonetti sia fonte di ulteriore sporcizia.
I cassonetti puzzano, sono antiestetici, spesso ricettacolo di carcasse di animali, sia morti che vivi ahime’. E spessissimo sono anche ingombranti, ostacolando dunque viabilita’.
Vivo in Germania: i cassonetti non possono stare per strada. All’interno di ogni palazzo deve essere presente una zona per la raccolta del condominio. Le aziende PRIVATE vengono, raccolgono, e rimettono a posto il cassonetto.
Se sporchi, se butti l’immondizia fuori dal cassonetto, se non lo chiudi, se non ricicli opportunamente, fai un danno al condominio, ossia a casa tua, e paghi amaramente le conseguenze.
E’ tanto facile, e funziona benissimo!
Perche’ non farlo pure da noi? Voglio vedere chi giochera’ al lancio del sacchetto o buttera’ la munnizza fuori dal cassonetto. E voglio vedere poi se gli operatori AMIA lasceranno i sacchetti per terra. I condomini potrebbero rivolgersi ad altre aziende di smaltimento, qualora questi servizi fossero una buona volta erogati privatamente e non dal comune…
per il palermitano il condominio è già fuori da casa sua e non gliene frega più niente…
@xemet
Concordo, ma in tal caso sporca solo all’interno del suo palazzo, e sono convinto che non tutti saranno d’accordo con lui.
nel mio condominio in Viale Strasburgo funzionava esattamente cosi` i contenitori del riciclaggio dentro e l`umido fuori l`umido..molto efficiente ed efficace..poi la gente continuava a buttare di tutto nel riciclaggio e l`amia non li raccoglieva piu` finche` non hanno portato via i cassonetti..adesso mia mamma deve fare almeno 500 metri fino ai cassonetti piu` vicini dove invece del riciclaggio si verifica costantemente il casino piu` totale con gente che butta di tutto..
siamo al punto di partenza mancano i controlli, e l`educazione delle persone..
senza le due cose non si va da nessuna parte..ma chi ci pensa ad educare questa gente??
Infatti io per Palermo propongo da tempo l’ArrowBio, un sistema di riciclaggio che usano in Israele che non necessità di raccolta differenziata (separa i materiali da se) e ricicla circa l’85% dei rifiuti…..ed ha costi nettamente inferiori rispetto una discarica o un inceneritore.
Penso sia perfetto per realtà difficili come quella di Palermo a livello di “educazione”.
@Tonio
Forse e’ proprio vero che da noi, anche le soluzioni migliori possono non funzionare a causa dell’incivilta’ delle persone. E forse e’ per questo che siamo irrecuperabili, e invochiamo sempre un controllo capillare del territorio.
Tuttavia, cio’ non e’ realizzabile. Occorre che noi siamo arbitri, ispettori, sentinelle per certe cose. Le forze dell’ordine o chi di competenza ha il dovere di intervenire in caso di violazioni, ma non possiamo pretendere il controllo di ogni palazzo.
Sta al nostro senso civico e alla nostra voglia di vivere in condizioni igieniche decenti denunciare certi comportamenti.
Nel nostro quartiere che è attivo il servizio porta a porta a volte troviamo sui marciapiedi i cassonetti di organico, carta o indifferenziata vuoti in mezzo ai marciapiedi. La gente non si cura di posizionarli fuori dal suolo pubblico come prevede tralaltro una legge comunale (raramente rispettata), ma sono anche gli stessi addetti al conferimento rifiuti a riposizionarli dove producono intralcio ai pedoni o alle piste ciclabili o in certi casi alle stesse strade urbane, specie con le campane del vetro. Fanno davvero pena !
Il motivo è quello che ha sottolineato rujari81: i dipendenti amia sanno quanto sono vastasi i palermaiali e sanno che se questi trovano il coperchio mezzo chiuso, anche se il pedale funziona perfettamente, non lo azionano per lagnusia e riempono solo mezzo cassonetto. Il risultato è che ben presto i sacchetti cominciano a traboccare e a cadere intorno mentre il cassonetto è in realtà ancora mezzo vuoto. A questo punto non posso biasimare gli operatori amia che lasciano il pezzo di legno per tenere il cassonetto sempre aperto…gli toccherebbe raccogliere da terra i singolo sacchetti ogni volta.
in un certo contesto il coperchio ha una funzione…dove abito io, circa 300 metri più avanti c’è un negoziante di pesce, di fronte un ambulante con la frutta…certo il coperchio del cassonetto a volte i residenti stessi lo chiudevano…sin quando l’hanno asportato drasticamente…alla sera è pieno di frutta andata a male, lische di pesce, ghiaccio che si scioglierà e l’odore alle 3 di notte, dormendo con le imposte aperte, è insopportabile!!!
secondo me: siamo sempre là…è la cultura che non esiste…se obbligassero il cittadino ad esempio mettendo solo quelli per la differenziata e qual’ora l’AMIA funzionasse a dovere (magari svuotando ogni tanto le campane, non solo farsi vedere nel fine mese…) qualcosa potrebbe cambiare…bisognerebbe iniziare a farla differenziata già a casa adottando contenitori separati…una volta fatto il sacchetto unico il palernimale qualsiasi la lascierebbe per terra!!!
C’E QUALCOSA DI ANOMALO IN QUESTI DISCORSI..
I poveri operatori dipendenti AMIA non dovrebbero prendersi la briga di ottimizzare le abitudini dei clienti, per il bene comune.
Questo è una decisione che al limite spetta alla dirigenza dell’azienda, se ritiene che ci sia una inefficienza nell’utilizzo dei contenitori.
Forse il tipo di contenitore non piace ai clienti dell’azienda… forse la colpa è di chi ha investito sul modello di cassonetto non adatto alla propria clientela.
Personalmente trovo molto scomodo tale pedale, che necessita di una pressione che non tutti sono in grado di esercitare. Tuttavia se funziona lo uso. Ma non ho alcuna intenzione di aprirlo a mani nude, ergo…
La mia impressione altri modelli siano più facili da usare.
Per quanto riguarda la differenziata, penso che senza imporre nessun obbligo si potrebbe gia raggiungere su base volontaria una discreta raccolta, se solo ci fossero contenitori disponibili vicino casa.
@The.Byfolk
Scusa, che altro sistema c’è, oltre al pedale, che permette di aprire il coperchio senza l’uso delle mani (che fa schifo a tutti) in un cassonetto di questa stazza?
Ci vuole un po’ di pressione, ma immagino che non si vada oltre i 10 kg (ci vorrebbe un dinamometro!), facilmente esercitabili col piede e un minimo di spostamento del baricentro, anche un ottantenne ci riesce! Io preferisco così, piuttosto che vedere i “legni” messi apposta per tenerlo aperto, con tutto il fetore che ne deriva…
Sicuramente il legno non è la soluzione da seguire…
Io ricordo, in passato, dei cassonetti metallici col coperchio a cupola a scorrimento, invece che piatto a ribalta, la cui apertura a pedale era veramente agevole e scorrevole.
Inoltre la cupola permetteva un relativo riempimento extra (a mo di montagnetta), oltre il limite, senza impedirne la chiusura
Ribadisco che l’apertura non è molto agevole, specie per le persone piu deboli, piu basse o piu leggere, specie se hai un sacco di spazzatura in mano!