Un pomeriggio nel quartiere San Filippo Neri

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San Filippo Neri? Esatto! Il quartiere da tutti conosciuto ZEN (Zona espansione nord).

Questo quartiere venne progettato alla fine degli anni ’60, con l’obbiettivo di dare la possibilità a chi aveva un basso reddito di abitare in questi alloggi con un costo minimo. Con l’aggiunta del terremoto del ’68 e con lo sfollamento del centro storico di Palermo, si decise di costruire molti complessi di “case popolari”, un po’ ovunque nella città.

Il quartiere zen si sviluppa in tre fasi, la prima porzione, chiamato “Borgo Pallavicino”, perché pensato come l’espansione della borgata di Pallavicino (riquadro sul violetto), poi successivamente fu costruito lo zen 1 (riquadro in verde) e lo zen 2 (riquadro rosso).

Passo passo analizziamo le tre aree di quartiere:

  • Borgo Pallavicino, situato nei pressi del velodromo e molto vicino a via Lanza di Scalea, è formato da case in linea di 3/4 piani, con piccole corti. Queste tipologie architettoniche le possiamo ritrovare nel quartiere di Villaggio Santa Rosalia, per fare un esempio.
  • Zen 1, formato da grandi complessi condominiali, disposti a formare un quadrato, dove al centro vi è situata la piazza, con un giardino ben curato. Servito da servizi primari, come alimentari, farmacia eccetera… . Si nota subito la qualità del quartiere che è decisamente migliore rispetto allo zen 2.
  • Zen 2, questa parte di quartiere è molto complessa e molto complicata dal punto di vista urbano e sociale. A differenza dello zen 1, non ha una piazza, non ha servizi primari. Lo spazio per la piazza esiste, ma non è mai stato sfruttato per crearla. Il quartiere è formato da 16 blocchi di complessi condominiali, della quale ogni blocco è costituito da 4 stecche di condomini. In pratica si voleva “ricreare” i vicoletti del centro storico. Infatti le stecche di palazzi, sono molto vicini tra loro. Uno di questi “padiglioni” (chiamati cosi dagli abitanti del quartiere), è stato riqualificato qualche anno fa, togliendo le due stecche condominiali quelle centrali, creando degli spazi verdi e una sorta di teatro, dove fare eventi. Mentre grazie alle associazioni li presenti, è stato creato circa 2 anni fa un campetto di calcio, con la collaborazione dei cittadini, e tutt’ora è mantenuto benissimo! In una delle varie aree abbandonate, utilizzate come scarico di rifiuti, è stata recuperata grazie all’associazione, con la collaborazione della Rap e della Reset, consentendo insieme agli abitanti, di creare un giardino ricreativo, che verrà ultimato a Novembre. Mentre c’e in progetto di recuperare un’altra area per dedicare ai bambini, che è adiacente al campetto.

In questo quartiere è presente una chiesa, con un’apertura verso lo zen 1, con un ingresso trionfale alberato, dando un’altro aspetto al quartiere. La chiesa contribuisce molto anche dal punto di vista sociale, che è diventato un punto di incontro per i giovani. Infatti ci sono delle aree dedicate ai giovani, come un campetto da calcio e giochi per bambini. La chiesa però, “da le spalle” allo zen 2, come se fosse sostanzialmente un confine. Da parte della chiesa come struttura in se, perché non creare “un’apertura” verso lo zen 2?

Inoltre allo Zen 2 con la riqualificazione di uno dei padiglioni, è stata inserita una caserma dei carabinieri, serve da deterrente per la criminalità in zona e ha aumentato la sicurezza.

Sul web, sono circolate alcune proposte, contenenti dei sondaggi, su cosa fare di questo quartiere. Demolizione Si o No?

Da ciò che ho visto, ho capito, anzi ho riconfermato, che non bisogna assolutamente demolire lo zen, ma agire culturalmente, facendo promozione sociale con bambini e genitori. Dando decoro urbano, lavorando con le persone del quartiere e dare dignità.

Penso che per migliorare la città, bisogna passare dalla promozione sociale e culturale, che cultura non significa soltanto viene il turista a mangiare l’arancina… .

 

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9 Thoughts to “Un pomeriggio nel quartiere San Filippo Neri”

  1. arenzana

    Ottimo articolo. Tornando al turista è squallida l’immagine che stanno dando di Palermo (arancine, pane ca meusa e crockette), la Sicilia è una terra di alto valore paesaggistico e culturale., ma torniamo allo Zen. Un quartiere che si può bonificare con l’ampliamento di via Trapani Pescia o via Partanna Castelforte, con la costruzione della tranvia che, mi auguro che si torni al più presto ad elezioni comunali per poter modificare i tracciati dei tram in vista di allacciare i comuni dell’area metropolitana (Villabate, Monreale) e le periferie estreme come Zen, Cruillas, Acquasanta, Bonagia

  2. peppe2994

    Mah, io sono per la demolizione totale.
    Questi palazzoni sono oggettivamente molto, molto brutti, e non c’è niente che si possa fare per cambiare ciò. Questo è un fatto che esula da tutte le lodevoli iniziative intraprese in ambito sociale.

    1. Salvatore Galati

      scusa ma dove li metti tutti questi abitanti? ma dopo che demolisci, socialmente cosa cambia? Se una persona spaccia e la trasferisci in una casa lussuosa, tranquillo che farà sempre questo “lavoro”. Se una persona che non ha lavoro e la trasferisci in una casa, molto bella accogliente, avrà un lavoro? Io credo di no, anzi bisogna agire socialmente e culturalmente, dando dignità a queste persone, dando un lavoro e dando decoro a queste zone. Magari si potrebbe pensare a un progetto artistico di cambiare colore a questi palazzi…

      1. peppe2994

        Sarebbero da ricostruire, con una visione razionale.

        Vada anche per la riqualificazione pesante, vedi il Corviale a Roma, ma anche lì se ne parla tipo da sempre e non si è mai mossa una foglia.

  3. Orazio

    Non conosco il quartiere se non per averlo visto dall’esterno. A mio avviso gli edifici, per quanto frutto di una visione architettonica, sono brutti e poco invitanti, dei cubicoli con pochi spazi esterni e in pratica senza nemmeno balconi. Capisco che i vicoli che in qualche modo si volevano richiamare alla mente non hanno poi tutti questi spazi aperti, ma insomma, credo che si tratti di una concezione architettonica risultata sbagliata. Qualcosa di simile, il reticolo dei vicoli, stato pensato per realizzare a Napoli le vele di Secondigliano, con identici risultati deteriori.

    Ciò detto credo che la rigenerazione urbanistica sia la strada da seguire però non so come, visto che mi dicono di un quartiere presidiato dalla delinquenza.

    P.S.: conosco due persone che vivono lì, du ebrave persone, che per essere alle 8 del mattino in centro, dove lavorano, non avendo la macchina, non so a che ora devono alzarsi in quanto il primo bus da prendere, il 615 passa, se passa, a cicli orari imprevedibili. Forse sarebbe ora che Palermo si accorga che pure quella è Palermo. e in questo senso la prevista tranvia aiuterebbe.

  4. paos87

    Premessa: Lo zen 1 e lo Zen 2 non esistono più e che per San Filippo Neri si intende appunto tutto l’intero quartiere. Detto questo, c’è da dire che i “padiglioni vecchi sono orrendi anche perché stanno cadendo a pezzi ad uno ad uno,anche perché da moltissimi anni non vengono controllati niente manutenzione, ad alcune barriere quelle bianchi che delimitano i padiglioni sono mancanti insomma abbandonati a se stessi. C’è da dire anche che molti di questi ci vive gente che non ha nemmeno uno stralcio di contratto, a parte i “padiglioni nuovi”. Smantellare la parte interna del quartiere e ricostruirla solo per una questione architettonica non porta a nulla a parte l’estetica. Il problema del quartiere San Filippo Neri e che c’è alta densità di criminalità ed inciviltà e la poca gente civile si deve scontrare con questo rave problema sociale. Dopo averlo smantellato e ricostruito quella parte maggiore di inciviltà . ci farebbe ritorno e tutto ritornerebbe a ciò che è attuale ancora oggi. Il comune ha fatto qualcosa per riqualificare il quartiere ma si scontra con l’inciviltà che regna sovrana ed è un peccato mortale visto che questo quartiere visto che si espande potrebbe dare offrire molto. Io come prima cosa, nei padiglioni vecchi la maggior parte del quartiere , comincerei i controlli e regolarizzare tutti quelli che ci vivono nei padiglioni vecchi, dopodiché gli incivili che non si vorrebbero regolarizzare li sbatterei a calci fuori dal quartiere, solo così questo quartiere potrebbe avere un futuro un giorno lontano. No demolizioni si ad espellere gli incivili che ci abitano e che non vogliono regolarizzarsi con il comune e non fanno altro che offrire degrado tutti i santi giorni in generazione in generazione. La riqualificazione si deve intere per espellere gli INCIVILI. Ma ciò già so che non avverrà, anche perché per il caro sindaco Orlando ” Lo Zen e Palermo e Palermo è lo Zen” e affinché ci sarà questa mentalità nulla cambierà. Ps: Il Tram su quella zona sarebbe la cavolata della storia per i motivi che tutti sappiamo.

    1. Salvatore Galati

      Il tram li assolutamente deve essere fatto, che li avvicina ancora di più…

  5. gerry69

    Sarebbe interessante riconvertire le palafitte (la parte inferiore dei palazzi) magari creando delle attività artigianali. Il tutto con l’aiuto della parrocchia che in quella zona è molto attiva.
    Poi sarebbe necessario un maggiore controllo delle forze dell’ordine per garantire la legalità in un quartiere divenuto ghetto e che (purtroppo) sembra sempre più una favelas.
    La mancanza di piazze è “giustificato ” (almeno architettonicamente) dalla conformazione stessa della struttura dei palazzi. Ogni insula (perchè si chiamano così) è un’unità a se stante. Gregotti non si è sprecato molto nella realizzazione di un quartiere che è il simbolo del quartiere dormitorio.
    Non si è preoccupato dei servizi è a ridotto il suo impegno intellettivo nel cercare di emarginare, oltre ogni misura, l’emarginato.
    La schematizzazione del complesso abitativo è un’offesa a chi cerca nella progettazione di lasciare un segno del proprio ingegno tecnico o artistico. Lui ha preferito farlo per altro….
    La cosa peggiore è che lui ha affermato (facendogli notare gli inqualificabili errori progettuali) che lo avrebbe ripensato allo stesso modo anche a distanza di 30 anni.
    La cosa terribile è che l’ufficio tecnico dell’IACP ha assunto il progetto come una Bibbia.
    Oggi sarebbe improponibile l’abbattimento e la ricostruzione, delle modifiche però sarebbero auspicabili.

  6. punteruolorosso

    sia l’abbattimento che la riconversione sono validi. quanti abitanti ha oggi lo zen? trentamila?
    con l’abbattimento avremmo trentamila abitanti da ricollocare. dove? nel centro storico, che sappiamo soffrire di un forte spopolamento. ci sono molte palazzine restaurate in vendita che non compra nessuno.
    penso che il numero di vani disponibile nel centro storico sia di gran lunga superiore a quello che potrebbe accogliere i trentamila dello zen.
    si creerebbe densità abitativa, e si avrebbe una concentrazione di attività economiche e sociali sul centro storico oggi svuotato dalle macerie e dai restauri delle lobby immobiliari.
    la maggior parte di questi restauri sono validi, ma seguono criteri di solo ripristino architettonico che esclude il fattore umano. non so da quali quartieri provengano gli abitanti storici dello zen, ma immagino si tratti di zone del centro storico colpite dai bombardamenti. altro esempio è borgo nuovo, su cui sono stati deportati gli abitanti del distrutto cortile cascino.
    si abbattano queste vergogne urbane e si facciano ritornare gli abitanti, anche dopo decenni, nei quartieri di provenienza.
    è un po’ una forzatura, lo so.
    se invece si decide di recuperare lo zen, lo si faccia con il tram e con una cintura verde. e chi si oppone al tram allo zen, sappia che solo le rotaie portano benessere. le rotaie sono il futuro dell’umanità.

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