L’anomalia di un “grazie” e la regola che diventa eccezione

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Quel grazie che ti rivolge il pedone quando gli fai attraversare la strada sulle strisce.
Quel grazie che ti rivolge l’automobilista ad un incrocio quando ti fermi allo stop.
Quel grazie detto al pubblico funzionario quando ti mostra disponibilità a telefono.
Quel grazie rivolto all’amico che ti fa saltare la fila.
Quel grazie rivolto al vigile che non ti fa la multa.
Quel grazie detto al posteggiatore che ti tiene d’occhio la macchina.
Quel grazie rivolto al politico che ti fa una promessa.
Quel grazie

Il diritto che si tramuta in favore. La legittimazione della distorsione, dell’anomalia che governa l’istituzione. La complicità e la collusione in una parola così innocua, ma comunque sintomatica di una grave assenza di valore civico e rispetto della legalità. Coscienza di quelli che sono i propri diritti, di ciò che è bello, di ciò che è giusto.

La strada che ti spetta di diritto attraversare, diventa un favore dell’automobilista che decide di fermarsi. La precedenza che viene rispettata, un favore di chi si ferma allo stop.

Tenete a mente questi grazie, perché gli insulti saranno riservati solo a chi cerca di capovolgere questo universo, nel quale l’anormalità è diventata normalità.

Mi sovviene il ricordo di quando anni fa, assieme al Comitato Spazio Pubblico, ottenemmo un’ordinanza dal Comune di Palermo per la pedonalizzazione di Piazza Bellini. Una sola giornata. Una volta arrivati con le transenne e tutto il necessario per organizzare i giochi di gruppo e il pic nic, nell’arco di pochi minuti fummo circondati dai negozianti e ristoratori della piazza, che ci minacciarono sia fisicamente che verbalmente: “oggi vi spasciamu tutti cosi, vi l’assicuro”. A loro supporto, due signore pseudo-borghesi in pelliccia che passavano di là e che rincararono la dose di insulti: “siete dei cretini! Vergognatevi! Questa gente deve lavorare e questi perditempo si permettono di chiudere una piazza per queste buffonate!”.

Lì dove avrebbe dovuto esserci un grazie, sono arrivate le minacce e gli insulti. Là dove dei giovani provavano a portare qualcosa di bello, di civile, là dove si sarebbe voluto restituire uno spazio alla gente, trovammo solo insensibilità, mancanza di umanità, di qualsiasi valore civico o amore per la propria città. Ecco l’umanità del Sud che raccontava Giorgio Bocca: “Insomma, la gente del Sud è orrenda (…). C’era questo contrasto incredibile fra alcune cose meravigliose e un’umanità spesso repellente”. Comprendo il senso di quelle parole ogni giorno di più che spendo in questa città.

Vivo in un luogo dove la regola diventa eccezione, dove il rispetto diviene sovversione, dove l’amore diviene stupidità, dove anche un semplice grazie arriva a nascondere infime colpe.

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17 Thoughts to “L’anomalia di un “grazie” e la regola che diventa eccezione”

  1. cirasadesigner

    Complimenti black un bellissimo articolo, che condivido al 100%

  2. Templare

    Sì, concordo. E’ il male inspiegabile di noi palermitani (mi limito alla nostra realtà, magari potrei dire siciliani): ringraziamo per ciò che è ci è dovuto e ci impadroniamo di ciò che non ci spetta, dallo stop alla rotonda fino alla villa abusiva a due metri dal mare.

    La tragedia ed i limiti della nostra società stanno tutti qui, nella totale inosservanza di regole basilari comuni (la chiamerei ignoranza civica) e nella sottomissione sistematica al prossimo. Un mix micidiale.

  3. Fabio G.

    Premetto che ho compreso bene il senso dell’articolo, mi vorrei soffermare su dei particolari per me esagerati. Credo che, anche se non dovuto, un grazie sia sempre una cosa gradita, da chi lo riceve e da chi lo dà. Quando mi si dà strada per attraversare, io non ringrazio perchè quello là ha fatto qualcosa di eccezionale o particolarmente gentile, lo faccio perchè, a suo modo, c’è stato una sorta di contatto umano, anche se leggerissimo: tanto è vero che se non si fermasse lo manderei allegramente affanculo. Allo stesso modo, ringrazio l’impiegato comunale per il lavoro svolto, ma lo prendo a male parole se lo vedo farsi i fatti suoi, perchè so bene quale è il mio diritto. Anche il cameriere al ristorante viene ringraziato, come pure la cassiera che ti dà lo scontrino e via dicendo, pur facendo essi semplicemente il proprio lavoro. Insomma, voglio dire che un “grazie” non è sempre sintomo di deviazione culturale, ma spesso è semplicemente un naturale rapportarsi con il prossimo.
    Saluti

  4. selladelmondo

    Fabio G. sì come quando in tv ringraziono i vari personaggi che hanno partecipato alla trasmissione (sono stati pagati ma è giusto ringraziarli).

    No piuttosto penso che si poteva fare a meno di scomodare quel razzista di Giorgio Bocca. Un personaggio molto pericoloso per tutto il sud. I fenomeni, anche quelli problematici, vanno studiati con attenzione e non con superficialità come faceva lui, ovvero non dicendo “l’umanità del sud è repellente”. A parte che questa è un’espressione tutt’altro che condivisibile nei suoi termini, ma bisogna anche capire PERCHE’ esistano determinati problemi/difetti, è facile dare giudizi e insultare. Tutto ha una spiegazione e per contrastare un problema io mi allontanerei dal metodo razzista di Bocca e andrei a indagare 1) su cosa lo ha generato; 2) su cosa lo tiene in piedi ancora oggi. Questo significa capire e curare. Ma questo presuppone un certo amore verso l’oggetto in questione, che non tutti hanno. Chi non ce l’ha critica e offende.

  5. lisemiso3

    Concordo in pieno con selladelmondo .

  6. thesearcher

    @blackmorpheus – concordo con tutto ciò che hai scritto.

    Quel “Grazie” è il simbolo di una società fallita. Io di insulti ne prendo ogni volta che sono in città. Anche chi ha torto marcio vuole ragione. Tutti hanno qualcosa da dire: si ma…, si però…
    C’è sempre l’eccezione discrezionale del momento che giustifica la loro maleducazione. Sempre. Non c’è uno che riconosca il proprio sbaglio e dica solamente scusa.

    E il problema è che anche la gente che dovrebbe avere una cultura medio-alta, ti risponde e si comporta nello stesso modo. Non esiste una borghesia illuminata. Il nulla…

    Il danno più grave è che questo comportamento è al di fuori della realtà delle società civili a cui pensiamo di appartenere. E’ qualcosa che attira solo derisione.
    E poi, i bambini, che imparano e replicano ogni singolo comportamento e atteggiamento dei genitori, e crescono come le bestie…perchè qui si parla di bestie, non cittadini…

  7. Arayashiki

    Templare, mai frase fu più vera…

  8. Cesc

    Concordo con Fabio G.
    Ringraziare ti rende signore, rendere omaggio a chi ha svolto quel lavoro o ha compiuto un bel gesto è da educato. Semmai ce la dobbiamo prendere con chi non ti compie quel gesto, con chi non svolge il lavoro per cui è pagato!

    ESEMPIO: Se un automobilista mi lascia passare, io lo ringrazio perchè nonostante gli spetti, si ferma e fa ciò che deve fare. Il “Grazie” è rendere omaggio ad una persona che fa ciò che deve fare.

    Non voglio vivere in una società cinica, in cui ognuno fa ciò che gli spetta senza rapportarsi con gli altri solo perchè ha ragione di farlo. Il bello di Palermo è anche questo, i sorrisi che si scambiano ogni giorno per strada per tutti questi gesti, ti fanno tornare a casa contento e viceversa, quando ciò manca torni a casa incavolato.

    Con tutto ciò non voglio dire che condivido il caos palermitano e il non rispetto delle regole, ma ripeto quel “grazie” io me lo terrei stretto, perchè è la bontà e l’onestà che ci contraddistingue dai delinquenti con cui conviviamo!

  9. Orazio

    Tendo sempre a ringraziare, il termine “grazie” mi appare viatico di migliore esistenza e ottimi rapporti umani.

    Ringrazio solo nei primi tre casi, diritto o non diritto, perché avrò pure il diritto ma la mia controparte è persona comunque degna, per il comportamento che sta tenendo.

    Gli altri casi sono abusi, non vi ricorro, e quanto al politico, il suo ruolo non è quello di far promesse, caro autore qui credo sei scivolato su una buccia di banana.

    Su piazza Bellini credo dovremmo cambiare città tutti noi, altro che grazie e prego…

  10. @Orazio non vedo come possa “scivolare su una buccia di banana” dato che ho espresso semplicemente una mia opinione, e non pretendo di avere la verità in tasca. Ovviamente non metto certo in discussione l’educazione nel dire “grazie”. Nell’articolo si parla infatti di tutt’altro…si critica il “grazie” dato senza alcuna cognizione di ciò che ti spetta di diritto. Dire grazie per qualcosa che è tuo e ti spetta di diritto è sintomatico di una società le cui regole sono stravolte, dove i cittadini non riconoscono ciò che gli è dovuto e lo scambiano per un favore. Se un pedone arriva a ringraziare, non è una questione di educazione, vuol dire solo che avverte inconsciamente la condizione di assoluta mancanza di rispetto dei suoi concittadini, a tal punto da sentirsi in dovere di ringraziare il primo che rispetta le regole. Questo genera una predisposizione mentale errata in partenza, che dietro l’apparente gentilezza di un gesto innocuo e “dovuto” nasconde l’abitudine e l’accettazione di un sistema che non ha nulla di normale. E’ un ragionamento più sottile, ma conosco le tue posizioni in merito alle mie opinioni, quindi mi limito a chiuderla qui

  11. drigo

    @ Orazio: è persona degna di essere ringraziata se parti dal presupposto che, di base, la regola è un accessorio e il suo rispetto deriva da una qualche nobiltà d’animo. Io invece, per tutti quei casi elencati, mi sono creato una mia regola: la regola del Vaffanculo!

  12. Citare le frasi antipatiche e verissime di G. Bocca provoca folate di orgoglio (mal riposto) da parte di chi spesso nemmeno si accorge del contesto in cui vive. 
    La verità e’ che indifferenza, abitudine allo schifo e ipocrisia sono ormai i sentimenti che predominano in questo territorio.
    Non ci si indigna più’ di tanto se costruisci una casa distruggendo un paesaggio. Anzi, la sogni pure tu e dici “che bella” quando ci passi davanti. Ammirate le colline sopra Sferracavallo e lungo l’autostrada.
    Non ci si indigna più di tanto di fronte ai cumuli orribili di immondizia accanto i bar e i loro pseudo-gazebo abusivi. Anzi, ti ci vai a fare l’aperitivo.
    Non ci indigna più di tanto quando si vedono soprusi come il posteggio sugli scivoli dei marciapiedi, che impediscono la libertà di movimento di invalidi e passeggini.
    Non ci si indigna più di tanto se nessuna opera pubblica viene completata o vede la mafia introdussi in essa. È normale. La tratta B del passante, la palazzina dell’aeroporto giusto per citare articoli recenti di questo blog.

    Infrangere le regole del vivere comune e’ diventato il modus vivendi. Palermo e’ invivibile, Palermo e’ “anarchia” gestita da amministrazioni complici, Palermo non si indigna di fronte allo schifo, ma pesta a sangue un anziano reo di aver regalato un ovetto ad un bambino conosciuto il giorno prima e in presenza della madre. Palermo si indigna se il Palermo va in B o se qualcuno dice che è’ una città di merda.

    Condivido tutto l’articolo.

  13. Orazio

    Scusa black, mi sono espresso male credo, volevo solo dire che non si devono chiedere favori ad un politico. La politica non consiste nel far favori. Per il resto non muovevo critica, solo dicevo la mia.

  14. Fabio G.

    BLACKMORPHEUS – Tu dici: “Se un pedone arriva a ringraziare, non è una questione di educazione, vuol dire solo che avverte inconsciamente la condizione di assoluta mancanza di rispetto dei suoi concittadini, a tal punto da sentirsi in dovere di ringraziare il primo che rispetta le regole.”.
    Questo ragionamento varrà per te, dato che lo esponi, ma da qui ad estenderlo a tutti i pedoni c’è un salto logico enorme, e, sostanzialmente, errato. Non parlo nemmeno di educazione, se leggi il mio commento precedente vedrai che non ho mai citato questa parola, parlo di rispetto umano.
    Il mondo è bello perchè è vario, dice uno, quindi quel che vale per te magari non vale per me; e sinceramente non mi piace essere accomunato a quel genere di persona cui ti riferisci, semplicemente perchè non lo sono.
    Salutamu

  15. lorenzo80

    Il senso dell’articolo è comprensibile e assolutamente condivisibile. Ci ho riflettuto tante volte su questo argomento, sembra come se si sia livellato verso il basso quello che viene considerato il “minimo” per ciò riguarda civiltà, rispetto delle regole e serietà nello svolgere le proprie mansioni. Quindi, quando capita di incontrare qualcuno che svolge bene il suo lavoro o che rispetta le regole, sembra così eccezionale rispetto al contesto in cui viviamo che viene spontaneo ringraziarlo, quando in realtà sta solo facendo quel “minimo” che in una società civile dovrebbe posizionarsi molto più in alto. Mi sono meravigliato io stesso quando una sera ho visto una ragazza pulire con paletta e sacchetto il bisogno che il suo cane aveva fatto per terra. Alla meraviglia è subito seguito lo sconcerto nel rendermi conto che il fatto stesso di essermi meravigliato è terribile. Ciò non toglie, come hanno già fatto notare altri, che è meglio un grazie fuori luogo che un odioso silenzio. Come si dice agli incroci “precedenza non esclude prudenza”, ok ma aggiungerei anche “precedenza non esclude cortesia”… Fare passare un auto anche se ho io la precedenza suscitando un grazie magari non dovuto, non penso sia un problema sociale…

  16. angrollo

    Articolo interessante ed il senso è chiaro. Mi sento di aggiungere solo una nota di riflessione. Direi che la “cartina tornasole” è: chi si ferma allo stop per lasciar passare il pedone, in fondo in fondo, si ASPETTA di dover essere ringraziato? Credo che sia questo il punto: un grazie non dovuto è un gesto, diciamo, “nobile”, il problema è se sia percepito come non-dovuto da tutte le parti in causa.

  17. Citare le frasi antipatiche e verissime di G. Bocca provoca folate di orgoglio (mal riposto) da parte di chi spesso nemmeno si accorge del contesto in cui vive.
    La verità e’ che indifferenza, abitudine allo schifo e ipocrisia sono ormai i sentimenti che predominano in questo territorio.
    Non ci si indigna più’ di tanto se costruisci una casa distruggendo un paesaggio. Anzi, la sogni pure tu e dici “che bella” quando ci passi davanti. Ammirate le colline sopra Sferracavallo e lungo l’autostrada.
    Non ci si indigna più di tanto di fronte ai cumuli orribili di immondizia accanto i bar e i loro pseudo-gazebo abusivi. Anzi, ti ci vai a fare l’aperitivo.
    Non ci indigna più di tanto quando si vedono soprusi come il posteggio sugli scivoli dei marciapiedi, che impediscono la libertà di movimento di invalidi e passeggini.
    Non ci si indigna più di tanto se nessuna opera pubblica viene completata o vede la mafia introdussi in essa. È normale. La tratta B del passante, la palazzina dell’aeroporto giusto per citare articoli recenti di questo blog.

    Infrangere le regole del vivere comune e’ diventato il modus vivendi. Palermo e’ invivibile, Palermo e’ “anarchia” gestita da amministrazioni complici, Palermo non si indigna di fronte allo schifo, ma pesta a sangue un anziano reo di aver regalato un ovetto ad un bambino conosciuto il giorno prima e in presenza della madre. Palermo si indigna se il Palermo va in B o se qualcuno dice che è’ una città di merda.

    Condivido ogni singolo rigo.

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