EMERGENZA VIABILITA’ IN SICILIA : PER IL MINISTRO TONINELLI LA SITUAZIONE VA BEN OLTRE L’EMERGENZA
Il ministro per le infrastrutture Danilo Toninelli ha fatto un ispezione, durata due giorni, ai vari cantieri aperti ( e mai completati) della Sicilia e ha visto con i propri occhi lo stato in cui si trovano le strade provinciali e statali e le linee ferroviarie..
Alla fine ha così commentato :” Era necessario vedere con occhi del governo uno stato di cose che va ben oltre l’emergenza”.
In altre parole , la situazione è talmente grave che non si può parlare di emergenza ma di disastro.
Strade disastrate, cantieri infiniti e una rete ferroviaria antiquata, un panorama sconfortante da terzo mondo. Un pesante atto d’accusa per la classe dirigente siciliana, passata e presente..
Il presidente della Regione , Nello Musumeci, ha cercato di difendersi affermando: “Ho rappresentato le difficoltà di far fronte alla situazione al ministro .Bisogna operare facendo ricorso a deroghe che consentano di evitare i tempi lunghi della burocrazia. Tra l’immaginare una grande opera e realizzarla, oggi, possono passare anche tre anni. E questo senza che ci siano ricorsi amministrativi. I tempi biblici impediscono da una parte il ripristino di una viabilità normale e dall’altra la ripresa di un settore come quello delle costruzioni che potrebbe essere trainante per la nostra economia”.
Cioè , per la Regione, è tutta colpa delle lungaggini burocratiche, però dimenticando che tale burocrazia è figlia della politica e dei politici siciliani.
Come intervenire per risolvere questa situazione incredibile?
Musumeci ha annunciato l’istituzione di un Ufficio speciale per la progettazione in seno alla Regione, che agirà anche insieme agli enti locali
In parole povere ha proposto la creazione dell’ ennesimo carrozzone burocratico..
“Non sono le risorse finanziarie che mancano – ha detto Musumeci – ma la Sicilia ha bisogno di un’ulteriore iniezione da Roma”
Concetto un po’ strano, infatti se i soldi ci sono perché richiederne altri ?
Ma anche il ministro non ha idee molto più originali: infatti propone un “commissario governativo“, la cui scelta e le cui funzioni vadano condivise con la Regione. “Con l’ordinarietà non di va da nessuna parte. Bisogna esportare il modello Genova: un regime speciale in piena legalità perché i siciliani tornino ad avere una mobilità normale”.
In parole povere , per le opere pubbliche, bisogna commissionare la Regione . E fino qua possiamo essere d’accordo, però le funzioni di tale commissario governativo devono essere condivise con la stessa Regione.
E visto che “ bisogna esportare il modello Genova” è molto probabile che tale “commissario governativo” sia lo stesso presidente della Regione.
La cosa ci lascia un po’ perplessi visto che il Presidente della Regione è anche commissario per l’emergenza rifiuti e idrica e, fino ad ora, i risultati sono stati molto deludenti.
Inoltre il ministro Toninelli, a proposito della situazione drammatica delle strade provinciali ha proposto “ la progressiva acquisizione delle strade provinciali da parte di Anas, che sicuramente rispetto alle Province ha una possibilità di spesa e manutenzione nettamente maggiore“.
Certamente è una buona idea anche se l’ANAS , almeno in Sicilia, fino ad ora non ha particolarmente brillato per efficienza nel costruire nuove opere e per la manutenzione delle strade e autostrade esistenti.
Ricordiamo che in Sicilia ci sono ben 12 mila Km di strade statali e 18 mila Km di strade provinciali, tutte o quasi tutte in pessime condizioni, per non parlare della rete ferroviaria quasi tutta a binario unico. Per esempio il treno che collega Palermo a Catania ( 200 Km ) impiega ….3 ore e 40 minuti. Considerando che prima della guerra la “littorina” impiegava meno di 3 ore, possiamo capire il “grande sviluppo” ferroviario che si è avuto in Sicilia in più di 70 anni
Per intervenire concretamente occorrono tanti soldi e grandi capacità progettuali. E quando si parla di soldi la corruzione e dietro l’angolo.
Se arriveranno tali finanziamenti , l’idea del ministro di modificare il codice degli appalti, e di liberalizzare i subappalti non ci sembra una buona idea . Anche i sindacati hanno espresso le loro perplessità “Allungare la catena degli appalti e liberalizzare i subappalti lo riteniamo negativo .Con i subappalti le aziende abbattono i costi e poi si rivalgono sulle condizioni dei lavoratori. Inoltre, con la liberalizzazione degli appalti aumenta il rischio di infiltrazioni mafiose”.
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Insomma, la situazione è disastrosa! … E si va avanti così da decenni … come si fa ad invertire la rotta?
Progettazione, stanziamento fondi, indizione di bandi, aggiudicazione.
Ah, dimenticavo la condicio sine qua non: la reale volontà di risolvere i problemi!
Grave errore nell’articolo. Catania si raggiunge in 2h 50 min.
Si potrebbe discutere a lungo e su tante cose, ma la priorità deve essere quella delle provinciali. Perché se le province non esistono più, affermazione ad oggi non vera, allora anche tutte le sue competenze devono essere trasferite. Questo non è stato fatto in tutta Italia.
Quindi speriamo che il sig. Toninelli, il paladino del lavoro, che non dorme la notte per lavorare stando alle sue dichiarazioni, al posto di chiacchierare come fa troppo spesso metta in atto quello che dice, perché se tutte le provinciali passassero all’ANAS non ci ritroveremmo con certe situazioni che si trascinano da sempre. L’ANAS ha operai e mezzi di proprietà in grado di effettuare ripristini ordinari e banali in tempi rapidi. Le province no.
Il dato è tratto da un documento redatto dal CIUFAR cioè dal comitato pendolari.
Secondo il monitoraggio realizzato da tale comitato pendolari su 76 treni osservati il 16 novembre 2018 , il ritardo accumulato è stato di 34 ore e 35 minuti. Più di un giorno, una media di 27 minuti a viaggio .
Le linee prese in considerazione dal report del Ciufar sono la Messina-Catania-Siracusa, la Catania-Palermo, la Messina-Palermo, l’Agrigento-Palermo e la Modica Caltanissetta. “La storia dei ritardi oramai si ripete in continuazione in questi ultimi mesi, da quando sono cambiati gli orari a settembre – dice Giosuè Malaponti del comitato dei pendolari -. Guasti ai locomotori, ritardi dovuti a problemi tecnici dell’infrastruttura, piogge e frane sono spesso le cause dei disservizi”.
Nel dettaglio, lungo la Messina-Catania-Siracusa sono stati monitorati 18 treni, 984 minuti pari a 16 ore e 24’. Sulla Catania-Palermo monitorati 15 treni per un ritardo di 666 minuti pari a 11 ore e 6’. Sulla Messina-Palermo monitorati 14 treni per un ritardo di 75 minuti pari a 1 ora e 15′. Sulla Agrigento-Palermo monitorati 24 treni. Ritardo: 277 minuti pari a 4 ore e 37’. Sulla Modica-Caltanissetta monitorati 5 treni Ritardo: 73 minuti pari a 1 ora e 13’.
Dai su, serietà.
Il montaggio di un giorno non fa testo. In tale data inoltre si trascinavano ancora i disagi per il maltempo con i treni a velocità ridotta in via precauzionale.
Hai scritto una fesseria bella grossa.Questo sottolinea come spesso si parte per la tangente a criticate senza conoscere neanche ciò della quale si parla.
IL FATTO QUOTIDIANO 23/04/2015
Sicilia, sos trasporti: 397 treni al giorno (2300 in Lombardia) tra guasti, ritardi e promesse mancate
l crollo del viadotto Himera sulla Palermo-Catania ha spezzato in due l’isola. Dove, per non viaggiare su gomma, bisogna affidarsi a un rete ferroviaria costretta all’improvviso (e nonostante il lavoro di Trenitalia) a recuperare un gap di un secolo con il resto del Paese. Tanto che per percorrere i 265 chilometri che separano il capoluogo da Ragusa ci vogliono quasi otto ore: più o meno come prendere un aereo e arrivare a New York
di Giuseppe Pipitone
Tempi biblici, percorsi disegnati tra la fine dell’Ottocento e il regime fascista, e solo un treno ogni tre che arriva in orario a destinazione. Descritto da sempre come una roba da terzo mondo, battuto fino agli anni Novanta dalle vecchie littorine diesel……
….sull’isola circolano ogni giorno 397 treni su 1.378 chilometri di linea ferrata in una regione che è considerata la più estesa d’Italia: solo per fare un paragone, in Lombardia ogni giorno si muovono 2.300 convogli. In più c’è la questione legata alle linee: i binari non sono mai stati ammodernati. Ed è per questo motivo che oggi qualsiasi piano di rilancio è destinato ad infrangersi su quelle rotaie nate negli anni ’30.
“Dal 2010 si parla del famoso progetto Frecciarossa: 30 milioni di euro per ammodernare la linea Palermo-Catania, e portare la percorrenza a 2 ore e 25 minuti. Ma niente di tutto questo è avvenuto”, dice Giosuè Malaponti del coordinamento pendolari siciliani.
Ed è proprio la linea Palermo-Catania quella su cui puntano Regione e Ferrovie dopo che il crollo del viadotto autostradale ha spezzato in due l’isola. Pochi giorni dopo l’interruzione dell’autostrada, Trenitalia annunciava trionfalmente l’arrivo di due nuovi treni per collegare le città. “Il provvedimento anticipa di qualche settimana un più consistente potenziamento dei collegamenti tra i due capoluoghi che, previsto per dicembre, sarà invece avviato entro la fine di aprile”, spiegavano da Trenitalia, aggiungendo poi che “dal capoluogo alla città etnea bastano 2 ore e 59 minuti e viceversa 3 ore e 9 minuti: al costo di 12 euro e 50 centesimi”. I due nuovi treni, in pratica, si candidano a battere tutti i record di percorrenza su quella tratta, dato che secondo il portale di Trenitalia, per raggiungere Catania da Palermo occorrono da un minimo di 3 ore e 18 minuti a un massimo di ben 5 ore e 58 minuti.
P.S. L’articolo è stato scritto 4 anni. Allora mediamente ” dal capoluogo alla città etnea bastano 2 ore e 59 minuti e viceversa 3 ore e 9 minuti” anche se nella realtà ” sempre secondo il portale di Trenitalia, per raggiungere Catania da Palermo occorrono da un minimo di 3 ore e 18 minuti a un massimo di ben 5 ore e 58 minuti. ”
Da allora, secondo i passeggeri pendolari , la situazione non è cambiata.
Ma che scherzi ? Sbagli a riportare il tempo di percorrenza dei treni e continui a postare articoli a caso ?
Magari te ne metto uno pertinente. Le statistiche di Trenitalia sulla puntualità dei treni in Sicilia in tutto il 2017:
http://www.fsnews.it/cms-file/allegati/fsnews2014/2018_01_15_Dati_2017_corse_regionali_Sicilia.pdf
Ministro Toninelli, ma quale “emergenza”?
Questa è una situazione che c’è da sempre, 40 anni, 50, 60, non è emersa ieri o l’altro ieri e conseguentemente non può essere definita, tecnicamente, “emergenza”.
E’ invece la “normalità” di quest’isola.
E’ curioso come molti uomini si fanno largo per arrivare al governo e a prendere poltrona, in questo caso al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti senza prima conoscere la situazione e lo stato dei trasporti delle varie regioni. Questa la dice lunga sul risultato futuro di Toninelli per la Sicilia: un buco nell’acqua.
Caro Musumeci e caro Toninelli, i siciliani si aspettano meno chiacchiere e più fatti concreti.
Vedremo ,fra un anno,cosa sarete riusciti a realizzare per le strade della nostra isola.
Sono perfettamente d’accordo con l’autore dell’articolo e con i dubbi che solleva.
La Sicilia non ha affatto bisogno di straordinarietà ma di banale e ovvia ordinarietà. I fondi si stanziano; gli appalti si bandiscono, i ricorsi al TAR sono ammessi in tempi molto brevi (30 giorni dall’aggiudicazione); i cantieri si aprono e si chiudono al termine dei lavori: soltanto qua rimangono a metà, aperti per sempre lasciando voragini o palazzine che non si sa che fine debbano fare…
Commissario straordinario? Per superare le leggi? No, grazie!
I soldi ci sono? Allora Roma non deve fare alcuna inieizione!
Tra l’altro vorrei ricordare che la Sicilia è regione a statuto speciale, sulla cui utilità neanche mi soffermo a discutere…
Precisiamo che il treno da Pa a Ct e viceversa impiega 2 ore e 50 minuti e non 3 ore e 40 minuti. Questo per le sei coppie di treni giornalieri.