Circa un anno fa vi documentavamo le prime immagini dei lavori di riqualificazione dell’Interfaccia porto-città.
Progetto ambizioso portato avanti dall’autorità di sistema portuale del mare di sicilia occidentale e che prevede nel primo lotto la realizzazione di:
- Sezione 2 (con il relativo periscopio 2, box 1, porzione di giardini, scalinate esterne di risalita e porzione di preaccumulo)
- Interfaccia 3 e 4 (con il relativo periscopio 3, box 2, porzione di giardini, scalinate esterne di risalita e porzione di preaccumulo)
- Sezione 5, 6 e 7 (con i relativi periscopi 4 e 5, box 3 e 4, porzione di giardini, scalinate esterne di risalita e porzione di preaccumulo)
- Passerella stazione marittima (con il relativo periscopio 7)
L’intero intervento si estende su una superficie di circa 30.500.mq ed è compreso tra varco Amari, in prossimità di Via Ammiraglio Gravina e l’uscita della futura fermata dell’anello ferroviario in prossimità di Via dello Speziale
Grazie alle foto di Angelo C. che ringraziamo, vi mostriamo le platee dei periscopi.
I periscopi
Gli edifici denominati periscopi hanno una dimensione in pianta di 8*8 m e si sviluppano su tre livelli.
I periscopi P5 e P7 ospitano i sistemi di risalita quali scale e ascensori.
I Periscopi P2, P3 e P4 distribuiti lungo i giardini ospitano invece funzioni commerciali quali quella del bar che, per le loro dimensioni ridotte, vogliono richiamare i tipici chioschi di Palermo.
Questa invece un rendering di come dovrebbe essere l’intervento una volta concluso
UNA SENTENZA DEL TAR E ALL’ ORIGINE DELLA RINASCITA
Tutti ormai plaudono il presidente Pasqualino Monti per aver recuperato parte della costa sud in soli 6 anni.
In una città ormai rassegnata all’ immobilismo e al declino è stato quasi un miracolo.
Ricordiamo che tutto ciò è stato possibile grazie a una sentenza del TAR di Palermo di 7 anni fa.
Riassumiamo la vicenda.
Giovedi 29 giugno 2017 il TAR di Palermo mise fine a un annoso, e sotto molti aspetti poco edificante, conflitto.
“I giudici della prima sezione del Tar di Palermo (presieduta da Calogero Ferlisi, consigliere Aurora Lento, estensore Roberto Valenti), hanno accolto il ricorso presentato dall’Autorità Portuale, assistita dall’Avvocatura dello Stato di Palermo, dando il via libera al piano regolatore del Porto di Palermo”.
Ma facciamo un passo indietro è torniamo al lontano 8 Luglio 2008 quando venne presentato il PRP, il nuovo Piano regolatore del porto.
Tale piano non venne elaborato dal Comune ma dall’ Autorità Portuale che, di fronte al consueto immobilismo dell’amministrazione di Palazzo delle Aquile, decise di intervenire nominando una commissione, guidata dal prof. Maurizio Carta, che elaborò il “Waterfrontpalermo: un manifesto-progetto per la nuova città creativa”.
Certamente si trattava di un lavoro molto ambizioso e di alta qualità, che non si limitava a “progettare” il Waterfront ( cioè le coste e la parte della città di fronte al mare) ma affrontava l’annoso problema del rapporto della città con il suo mare e il futuro dei suoi porticcioli.
Alla presentazione del PRG l’ allora presidente dell’Ente Porto, Ing. Bevilacqua dichiarò:
” I lavori, alcuni dei quali già in corso, termineranno in tempi brevi, massimo dieci anni. Il progetto è incentrato sull’identificazione di Palermo come scalo turistico, affiancato dal porto di Termini Imerese per buona parte del traffico merci. Il piano prevede anche la creazione di un Parco archeologico urbano nel Castello a Mare, la costruzione di un porticciolo turistico a Sant’Erasmo, il recupero della Cala, mentre una parte dell’approdo Acquasanta verrà dedicato alla cantieristica minore.
Infine, il problema del traffico verrà risolto grazie alla costruzione di una galleria sotterranea . L’integrazione della viabilità proposta dal nuovo PRP di Palermo con il sistema dell’accessibilità alla scala urbana prevede una nuova viabilità carrabile portuale legata al traffico commerciale, fortemente interconnessa con la viabilità esterna che, collegandosi direttamente tramite una galleria con la circonvallazione di Palermo, libererà la via Messina Marine e la via Francesco Crispi dai mezzi pesanti che oggi congestionano i principali accessi al porto”.
Per quanto riguarda i finanziamenti il Presidente Bevilacqua dichiarò” Cento milioni di euro sono già pronti per essere investiti.”.
Che l’ allora presidente dell’ Autorità Portuale fosse troppo ottimista lo dimostrò il fatto che dovranno passare ben 3 anni ( novembre 2011) prima che tale piano venisse approvato dal Consiglio Comunale .
Un ritardo che si rivelerà quasi fatale.
Infatti nel 2012 ritorna sindaco ( per la quarta volta) Leoluca Orlando Cascio.
Come primo atto fece revocare, dal nuovo consiglio comunale, il PRG approvato solo qualche mese prima dal vecchio consiglio.
Il sindaco Leoluca Orlando inoltre, con una forzatura discutibile , impugnò l’ intesa tra la vecchia Amministrazione comunale e l’ Autorità Portuale.
Ma nello stesso anno il TAR “revoca tale revoca” ,decisa in giugno dal nuovo Consiglio comunale, perchè mette a rischio “l’avanzato stato del procedimento di approvazione di uno strumento complesso qual è il prg del porto e la conseguente perdita dei fondi europei ,senza essere supportato da adeguate e specifiche motivazioni”.
Ma la sentenza del TAR andava oltre. Perché ribadiva che la competenza dei porticcioli di Sant’Erasmo, Arenella e dell’Acquasanta è dell’Autorità portuale perché il “decreto ministeriale del 22 novembre 2005, che individua la circoscrizione territoriale dell’Autorità portuale, comprendendo anche i porticcioli dell’Acquasanta, dell’Arenella e di Sant’Erasmo,è ormai “inoppugnabile”.
Nel 2013 il Consiglio superiore dei lavori pubblici approva il piano regolatore del porto di Palermo
Capito chiuso? Purtroppo no.
Il sindaco Leoluca Orlando non ci sta, punta il dito contro i vertici dell’Autorità Portuale minacciando denunce e scrive al premier Enrico Letta affinché appuri se ci sono stati comportamenti irregolari nel corso dell’iter burocratico partito nel 2000.
Ormai siamo a un braccio di ferro, senza esclusioni di colpi, tra il Comune di Palermo ( Orlando) e l’Autorità Portuale, una vera guerra.
Una contesa per stabilire a chi spetti la titolarità sui porticcioli turisti di Sant’Erasmo, dell’Arenella e dell’Acquasanta, oltre del Castello a mare e del giardino del Foro italico e non solo.
Ma forse l’obiettivo era anche la poltrona dell’ Autorità Portuale che Orlando voleva avocare a se.
Il sindaco convoca una conferenza stampa e dichiara :
“Contrariamente a quanto prevede la legge – spiega il primo cittadino – il Consiglio comunale non si è mai pronunciato sui limiti territoriali della competenza dell’Autorità portuale. E’ stato defraudato di una sua prerogativa. Ho informato la Procura della Repubblica di Palermo della richiesta fatta al presidente Enrico Letta”.
Ma il sindaco Orlando non si limita alla conferenza stampa, ma fa approvare, dal consiglio comunale, due delibere per….. far decadere il ricorso al Tar dell’Autorità Portuale sul Piano regolatore del porto e ridefinire i confini di competenza sui porticcioli, rimettendo così le mani sui porticcioli turistici e sul Castello a mare. “Il Consiglio – sosteneva Orlando – approvando queste due delibere si è riappropria di una prerogativa di cui era stato defraudato. Una cosa del genere non accadrà ma più”.
E perché il sindaco Orlando voleva revocare il PRP, che pure era un buon piano?
Secondo lui , l’approvazione del piano regolatore del porto era avvenuta senza il parere preventivo della Regione Siciliana.
Cioè il sindaco non entrava nel merito delle cose proposte nel PRP, anche perché ……non aveva un piano alternativo, ma evidenziava alcune presunte anomalie dell’iter burocratico , e cioè il …..“ mancava il parere preventivo della Regione”.
Ma perché questa polemica virulenta. Cosa intende fare il Comune con i porticcioli turistici, tanto da volerne la gestione esclusiva?
Mistero !!!!
In attesa di una sentenza definitiva i porticcioli tornarono nella disponibilità del Comune.
Al di là di qualche intervento “straordinario” di pulizia, e qualche promessa vaga non esisteva un progetto serio di riqualificazione di tali porticcioli, che ormai erano abbandonati al degrado e all’incuria.
Stranamente nel 2013 il famoso Progetto del Porticciolo turistico di Sant’Erasmo che il sindaco Orlando aveva duramente avversato tanto da infossarlo, nonostante era stato già finanziato , misteriosamente ricompare nel sito del Comune di Palermo nel rapporto finale su tutte le opere che dovevano essere realizzate.
Finalmente la sentenza del TAR di Palermo del 29 giugno del 2017 confermo che tale opposizione del Comune era priva di fondamenti giuridici perché “non risulta che la Regione Siciliana – sosteneva la sentenza – che non è parte del presente ricorso …… abbia mai sollevato innanzi la Corte Costituzionale questione di conflitto di attribuzioni nei confronti dell’Amministrazione statale avverso il decreto ministeriale 2005 che ha fissato i contorni della circoscrizione dell’Autorità Portuale di Palermo”.
P.S. Ci erano voluti anni per ribadire un concetto che era chiaro a tutti.
Per anni la città fu bloccata e privata di uno strumento fondamentale come il Piano Regolatore del Porto di Palermo ( PRP). Abbiamo perso finanziamenti pubblici e privati, posti di lavoro e possibilità di sviluppo. E tutto questo per …..nulla.
Meno male che poi è arrivato il Presidente Pasqualino Monti.
Viva Pasqualino lo abbiamo già detto mille e più volte.
Tanto che alla fine qualsiasi cosa faccia Pasqualino va bene a prescindere.
Con buona pace del dibattito cittadino e del confronto con le realtà imprenditoriale.
A me personalmente il rendering in foto non fa impazzire. Le nuove strutture sopraelevate lato porto da un lato e la già esistente cortina di palazzacci lato città fanno si che via Crispi diventi una lunga strada in trincea.
@audace, appunto. sembra una serie di capannoni industriali, nel migliore dei casi un aeroporto. tettoie squadrate a perdita d’occhio, tutte uguali. scale mobili, ascensori, davanzali in vetro pronti ad essere spaccati. il problema non sono gli elementi singoli, ma la loro somma, pedante e ripetitiva, leziosa nell’uso di materiali sottili, soggetti alla corrosione, al vandalismo e ai danni del tempo. immaginate come sarà fra qualche anno. degrado, ruggine, sporcizia. le cose semplici e lineari sono più facili da mantenere. col tempo guadagnano in bellezza, acquistando la patina tipica di certi intonaci, del marmo o del cemento vivo. superfici lisce, il traffico in tunnel, la vista del mare.
e invece quest’accozzaglia di lamiere che invecchierà male. sarà praticamente impossibile salvarla dal degrado.
la vista del mare non c’era neanche prima, ma qualunque speranza di ripristinarla è perduta.
non solo. rimane la grande difficoltà ad attraversare la via crispi, la seconda più trafficata della città. si annacano tutti con la passerella, come se fosse l’invenzione più grande dai tempi della polvere da sparo, ma servirà solo a quelli della via amari. cosa faranno al borgo, nel pezzo di lungomare prima del sottopassaggio?
quelli che chiamano giardini sono rettangoli di prato che richiederanno un grande dispendio d’acqua. la fissazione di fare il prato a mare ha già prodotto la steppa del foro italico. nessuno che abbia capito la lezione? ancora una volta si pretende che palermo sia una città della svizzera, con prati regolarmente innaffiati e tosati, passerelle in vetro, piscine a sfioro e strisce di led sotto agli scalini. queste cose da noi non funzionano. non funzionano in una strada percorsa da centinaia di camion, macchine e motori, il psso di questi elementi è sciacciante, devastante. e quindi serve qualcosa di semplice e lineare, in grado di assorbirlo, quel peso.
a proposito di acqua, le grandi navi si approvigioneranno all’acquedotto cittadino, magari lasciando i quartieri a secco. e l’inquinamento prodotto dai fumi delle navi che sostano in porto col motore acceso? un aiuto potrà venire dall’elettrificazione delle banchine, ma non tutte le navi si potranno attaccare alla corrente, ad alcune manca la presa.
A mio avviso continuate a sbagliare prospettiva. Prescindendo dal fatto che il progetto è già in dirittura d’arrivo e che da anni leggiamo i commenti dei soliti nickname che ripetono la cantilena di un disco rotto, occorrerebbe considerare almeno due, tre cose.
1) Da via Crispi il mare non si è mai visto e non è quello del porto il lungomare di Palermo che invece guarderà sempre più alla ritrovata costa sud.
2) Le palazzine in vetro e acciaio arretreranno di almeno 50 metri rispetto all’attuale cancellata del porto dando maggiore profondità alla prospettiva e rendendo molto più verde un viale densamente trafficato.
3) Come una sorta di grande e diffuso Mare Magnum, mi pare di capire che ci sarà tanto spazio per locali commerciali e di ristorazione, rendendo il porto molto più connesso con la città.
4) Il mare sarà molto più visibile dalle terrazze domani rispetto a quanto non accada oggi.
Sul gusto estetico è inutile aprire un dibattito perché ognuno ha le proprie visioni. L’auspicio condiviso è che una volta finito renda il porto più green ed energeticamente autonomo.
@Dahfu,
Spesso evito di postare proprio perché mi sembra di essere un disco rotto e non mi sembra di stimolare il dibattito più di tanto.
Oggi invece, finalmente, ricevo un feedback argomentato.
Io e altri, più che soffermarci alla questione estetica pura, cerchiamo di porre l’attenzione sul sistema che sta prendendo forma. Un sistema, a mio avviso, totalmente ed esclusivamente orientato all’offerta turistico/commerciale. In una zona così “di confine” non si può lasciare ad uno solo dei confinanti la facoltà di operare scelte decisamente impattanti sulla vivibilità della città. Non oso criticare l’operato di Monti. Ce ne fossero dirigenti così… Ma dall’altro lato del confine si è deciso di non occuparsi della questione. Almeno sotto il profilo urbanistico il comune avrebbe dovuto produrre uno straccio di alternativa da porre a confronto.
Possibilmente poi il risultato sarebbe stato un compromesso. Ma un compromesso è già una mezza vittoria. Se chiediamo a Palazzo delle Aquile quali ripercussioni avrà l’intero progetto sulla zona prossima, risponderanno sicuramente con il dossier che l’autorità dì sistema portuale ha già depositato. Capite dove sta la faccenda?
@Audace,
a me pare che la funzione turistico commerciale del porto di Palermo, in quello specifico tratto, sia proprio l’oggetto di questo progetto. Io avrei visto bene un acquario nel molo trapezoidale. La vocazione crocieristica di Palermo è innegabile e in crescita ed ha veicolato una crescita importante dei volumi di turismo sia nazionale che internazionale. Non mi pare che questa città, ahinoi, riesca al momento a produrre tanto, a parte i cantieri navali, in termini industriali. Teniamoci stretta l’idea di attrarre sempre più turisti. C’è il settore dei servizi turistici da migliorare e molto e quello dei trasporti in ballo nei prossimi anni. È dovere di tutti quelli che hanno a cuore Palermo di fare il possibile per migliorare la cura e la pulizia della città, aspetti ancora oggi imbarazzanti. Il progetto di cui discutiamo farà a mio avviso da traino a tanti altri aspetti connessi e porterà una crescita in termini di sistema. Fermo restando che il vero volano potrà essere il recupero in tutti i suoi utilizzi della costa sud. Buona giornata.
@Dahfu
Sostengo anch’io la vocazione turistica di Palermo. Ma dobbiamo spingere i turisti al di là delle nascenti strutture portuali. Ed anch’io ritengo che il waterfront da valorizzare va dalla Cala ad Acqua dei Corsari.
Ma l’attuale autostrada che stupra tutta la costa parte dall’ Ucciardone. Sarebbe stato un buon inizio conciliare ed armonizzare i lavori del porto con un concreto piano di riqualificazione dell’area che va da Santa Lucia fino al palazzo delle Dogane e oltre.
Ripeto: a guardare il rendering mi sembra che la linea di demarcazione sia ancora più netta rispetto quella della attuale cancellata.
@audace, anche a me sembra una demarcazione netta fra due mondi. quello dei luridi portici di via crispi e quello della disney del turismo. in mezzo, un mare di camion, macchine, motori.
per provincialismo si continua a ritenere che il turismo e le crociere siano tutto, ma non si riesce a capire che il turista di oggi non è interessato a centri commerciali come quello che ci si appresta a costruire, dove si troveranno gli stessi prodotti che si trovano in tutti il mondo, in una gabbia architettonica di mediocre livello e stilistico che non ha nulla a che fare con l’identità della nostra città. provincialismo commerciale, accattonaggio di cattivo gusto.
in altre città europee stanno cercando di rivedere questa politica, la spagna fa i conti con la mancanza d’acqua prodotta anche dalle masse di turisti che arrivano con la crociera.
@dahfu,
“la ritrovata costa sud”? dov’è che è stata ritrovata?
giusto recuperare anche quella, ma il pezzo di lungomare di maggior valore è quello su cui si affaccia il centro città. scendendo da piazza politeama sono poche centinaia di metri. creare un collegamento pedonale diretto e anche visivo fra quella piazza e il mare sarebbe normale. mondi al momento molto distanti fra loro a causa di traffico e barriere. eliminare sia l’uno che le altre consentirebbe di creare un percorso che unisca il tempio della musica sinfonica con il golfo e le sue bellezze.
si parla tanto del molo trapezoidale…
ma come ci si va? in macchina, ovviamente. via crispi non è attraversabile.
Caro Punteruolo se per te il porto è il lungomare di Palermo, mi pare che potremmo fermarci qui. Il Porto ha una funzione turistico commerciale e a quella deve essere deputato il suo utilizzo. Non riesco a capire bene a cosa sia rivolta la tua critica. Che non ti piaccia il progetto lo abbiamo capito ma la tua opinione, come la mia del resto, è più che opinabile. Cosa avresti voluto proporre per il porto di Palermo, a parte il tunnel che, ahinoi, non vedrà mai la luce? La costa sud ovviamente non è ritrovata per nulla ma mi pare che, dopo cinquant’anni, si siano trovate le forze e le energie per fare ciò che va fatto. I progetti ci sono e sono pure finanziati. Speriamo che tutto venga ben fatto. Buona domenica. PS. Personalmente al molo trapezoidale sono sempre andato in bici…
@dahfu hai proprio centrato il punto! la verità è che molti credono che il lungomare di Palermo sia il porto, come nelle piccole città sotto i 15.000 abitanti. Non è tutta colpa loro perché dal momento che un buon lungomare Palermo non lo ha mai avuto si attaccano a quello.
Un porto commerciale di una città metropolitana di 1,2 milioni di abitanti (con cantieri navali e container) non può essere il luogo di passeggiate, già questo progetto è un compromesso. Poi naturalmente un tunnel che elimina il traffico sarebbe fantastico, ma sono solo desideri al momento.
Dal foro Italico in poi potrebbe diventare il bellissimo lungomare della città, se fatto bene.
Forse già dal molo trapezoidale in poi.
@giulio, dahfu,
in generale non sono d’accordo con la divisione in settori della città. uno turistico, uno residenziale, uno balneare…
percorsi già stabiliti, niente eccezioni, tutti a schiacciare il pulsante dell’ascensore con cui si sale sulla passerella e di lì in fila sulle tappe obbligate dell’arabo normanno. poi l’arancina, il cannolo, la coppola ed è già ora di imbarcarsi.
mi sembra una visione consumistica della città. lungo i percorsi c’è ogni genere di paccottiglia campagnola che non ha niente a che vedere con la nostra città: coppole, friscaletti, tovaglie in stile ceramica di caltagirone…
abbiamo di noi stessi l’immagine che ci portano i turisti, quella che leggono sulle loro guide. non c’è peggio di questa creazione della tradizione, mentre prosegue l’oblio dei vecchi mercati, dei mestieri, delle processioni, del dialetto. e c’è perfino chi si lamenta dei panni stesi, visti come un’offesa al decoro.
discorsi un po’ troppo fumosi per questo sito, ma penso che dietro a ogni iniziativa architettonica o urbanistica ci sia sempre un’idea di città. e l’idea di città che c’è dietro a questo interfaccia è a mio avviso un’idea molto chiara. trasformare palermo in una disneyland per crocieristi.
ognuno ha l’idea che ha, la mia è un po’ diversa.
gli stessi turisti non vengono a palermo per fare shopping nell’interfaccia, ma per trovare un po’ di quella autenticità che in altre città italiane troppo votate al turismo è andata perduta.
no alla musealizzazione, alla turistizzazione, alla banalizzazione, e all’invenzione volgare della tradizione.
detto ciò, comprendo le vostre opinioni. del lungomare dal foro italico in giù non sappiamo niente, se ne parla dagli anni ’90 e niente è stato fatto.
molo trapezoidale: bello, ma un po’ troppo disneyano, e la piscina si riempie in continuazione di mucillagine. non vorrei che fra qualche anno si decidesse, visti i costi e la mancanza di acqua, di svuotarla del tutto.
anche lì si sarebbe potuto fare qualcosa di più semplice, non avevamo bisogno della fontana-altoparlante più grande d’italia, ma di un semplice affaccio sul mare e magari del recupero dell’area archeologica e del suo collegamento con l’area degli schiavoni a piazza tredici vittime, un’unica distesa archeologica da via cavour al mare, senza dover attraversare la bruttissima via crispi. ma lì ci vuole il tunnel, e voi dite che non si può fare.
Sposto un po’ l’oggetto della discussione, non l’interfaccia con i periscopi, ma le strutture interne: io non capisco cosa c’entri con il porto la previsione di teatri, ristoranti, sale convegni, concerti, cinema multisala. Se il porto è luogo di movimentazione merci/persone, se è un luogo di passaggio, perché pensare a strutture che catalizzano gente? Si dovrebbe passare dal porto per visitare la città, non per rimanere nel porto…
@ giulio
Condivido la finalità del porto commerciale ma ritengo che il bellissimo lungomare potrebbe partire già dal castello a mare, che è un edificio storico da visitare! La cala, con la destinazione per la navigazione da diporto, non può non essere altrettanto invitante per passeggiare, o fare un aperitivo: bere un calice di vino e spiluccare qualche cosa da mangiare in buona compagnia è molto più piacevole di un apericena sui navigli, solo che là almeno le auto le hanno tolte! Ecco, se venisse fatto il tunnel e in superficie passasse un tram, sarebbe veramente da 10 e lode! Sperare non costa nulla! 🤞
@Irexia non hai tutti i torti per quanto riguarda le attività turistiche che effettivamente fanno l’effetto “parco giochi per i crocieranti” dovrebbero essere dedicati soprattutto a sedi di Imprese di beni e servizi piuttosto, (qualcosa che risvegli l’economia di questa città).
Non solamente attività di vendita per turisti, qualcosa di più efficace che il solito paninaro o rivendita di souvenir, ma comunque quella è una cosa che si può aggiustare.
Ripete sempre di questa idea di interrare via Crispi ma sapete linkarmi almeno un idea di questo progetto (non dico proprio il progetto) per quella porzione di territorio? qualcosa che sia di più di una fantasia.
@giulio, esiste uno studio di fattibilità commissionato dallo stesso monti alla regione e al comune che però hanno dormito. si tratta di un tunnel che colleghi entrambe le autostrade al porto, con due uscite a villabate e in viale francia.
di questa cosa se ne parla dagli anni ’90. c’è anche uno studio della dottoressa teresa cannarozzo, architetto e urbanista all’universtià di palermo. lo studio, che risale a parecchi anni fa, consiteva nella realizzazione di una trincea lungo il foro italico e di un tunnel sotto la cala. la trincea sarebbe sttata coperta con dei piastroni. c’era anche l’idea di un grande canale navigabile lungo il foro italico che ripristinasse la vecchia linea di costa e trasformasse l’area dell’attuale prato in un’isola collegata da ponticelli.
questa cosa c’era anche nel piano particolareggiato del centro storico dei primi anni ’90.
Ci sono le idee, ci sono gli argomenti, ci sono i progetti. Di base c’è l’interesse cittadino.
Ci sarebbero anche i soldi. Proprio non capisco quale ingrediente manca per fare questa torta.
@Irexia
@punteruolorosso
@Giulio
Io vorrei una città con anche le crociere. Ritengo però che non siano davvero meritevoli del nostro dibattito. Quanto meno non nell’ottica di questo blog.
Le crociere sono pur sempre un modo alternativo di proporre Palermo. Non portano in città chissà quale beneficio economico ma comunque la presenza di navi da crociera denota un certo interesse nei confronti di Palermo. Ma facciamo attenzione, cerchiamo di capire di cosa si sta parlando:
Le navi in genere si fermano in un porto, su scelta dell’armatore, essenzialmente per due motivi.
Scopi commerciali o scalo tecnico.
Entrambi devono rispondere alla principale e più generale esigenza economica: La convenienza.
Mentre una nave mercantile, per ricavare, vende il suo carico laddove c’è richiesta, una nave da crociera deve vendere al proprio carico, i crocieristi, l’idea di uno scalo interessante.
Sottolineo e ribadisco quanto detto:
La nave da crociera verrà a Palermo finché l’armatore ritenga che ne valga la pena. Con i crocieristi i soldi li intasca l’armatore, non la città.
Da addetto ai lavori quale sono stato fino ai primi anni 2000 posso riportare che ogni scalo a Palermo era sempre seguito da decine di complaint dei passeggeri che lamentavano “ma dove diavolo ci avete portato?!”
È una semplicissima questione di domanda e offerta.
Venendo dunque alla nostra città e a ciò che offre, sappiamo che Pasqualino Monti fa bene il suo mestiere. Ma fa solo “il suo” mestiere. Si occupa essenzialmente della struttura che deve offrire al suo cliente.
Lo fa molto bene, questo lo abbiamo detto, ma sicuramente non nell’interesse della cittadinanza.
Al contrario, sarebbe forse lui a sperare in una più efficace azione da parte comunale per rendere ancora più appetibile la “sua” offerta.
Ciò detto, riportiamo il fattore navi da crociera e strutture portuali al ruolo di competenza. Sicuramente non così impattante ne sull’economia ne sulla vivibilità di Palermo.
Pretendiamo piuttosto che sia l’amministrazione locale a prendere in mano le redini di questa città traghettandola (restando in tema navigazione) nel futuro prossimo.
Credo che ciò che serva non sia poi tanto disquisire su crociere si o crociere no.
Servono quelle e molto altro ancora.
Serve l’idea di città aperta ed accogliente dove poter sì fare del buon turismo, slow o fast, ma anche dove poter vivere senza le continue, passivamente e con rassegnazione accettate, rinunce di civiltà che oggi Palermo impone. Sono proprio questi i compiti della nostra classe dirigente.
Lo Stato, la Regione e il Comune sono (o dovrebbero essere) i tre attori maggiormente coinvolti nel rilancio del territorio. Ma sembrano tutti animati da diverse idee e priorità per cui non riescono nemmeno a dialogare tra loro. Ciascuno ha la propria visione, nessuna delle quali si rifà al punto di vista del cittadino.
Esistono luoghi che per il loro clima favorevole, per i servizi resi alla cittadinanza, per la sicurezza garantita, e spesso anche per una fiscalità agevolata, oltre al turista di passaggio, attirano anche persone che li vanno a vivere spostando il centro dei propri cospicui interessi economici. Penso alla Costa Azzurra o alla Provenza in Francia o alla Costa do Sol o alle Baleari in Spagna dove ci sono intere cittadine nelle quali è più facile sentir parlare inglese che non nella lingua locale.
Ecco, vorrei che anche Palermo e la Sicilia in generale possano un giorno attirare questo tipo di immigrazione.
Bisogna sapersi vendere. È brutale da dirsi, ma rende il concetto.
Lo sa bene il commissario Monti.
Lui, il suo prodotto, lo sa vendere molto bene.