All’Università di Palermo è stato realizzato l’unico dimostrativo sperimentale al mondo all’interno di un campus universitario dedicato al riuso dell’acqua depurata, al recupero di risorse della depurazione (bioplastiche e fertilizzanti a base di fosforo e azoto) e alla minimizzazione dei fanghi biologici attraverso la applicazione di tecnologie avanzate (water smart solutions).
“Con la realizzazione di questo laboratorio unico al mondo in un campus universitario, UniPa ha concretamente dimostrato non solo di ricoprire un ruolo fondamentale nella transizione verso una società sostenibile, ma anche come l’Università con la ricerca possa cambiare il mondo, trasferendo conoscenze e competenze di eccellenza con l’obiettivo di migliorare le performance ambientali e di favorire l’economia circolare del territorio – dichiara il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, prof. Massimo Midiri –
Il nostro Ateneo ha assunto un impegno molto importante in questo senso, con attività didattiche, di ricerca, di terza missione e nella gestione interna per ridurre il proprio impatto ambientale e anche per rappresentare un virtuoso stimolo per il territorio all’attenzione su questi temi di rilevanza globale”.
Il dimostrativo, realizzato nell’ambito del progetto europeo Wider-Uptake: Achieving wideruptake of water smart solutions che ha ricevuto dalla Commissione Europea un finanziamento che supera gli 11 milioni di euro di cui oltre un milione e mezzo ad UniPa, è composto da quattro elementi principali:
- un impianto di sollevamento composto da una vasca di raccolta, un sistema intelligente di controllo delle pompe ed una condotta di convogliamento dell’acqua reflua prodotta dal campus UniPa di circa 600 metri sottotraccia;
- una stazione sperimentale con impianti pilota composti da tre linee: riuso e minimizzazione dei fanghi, bioplastiche e produzione fertilizzanti;
- un laboratorio in materiale ecosostenibile (legno lamellare) per le misure dei parametri della stazione pilota;
- una serra in plastica ed acciaio per lo studio degli effetti.
“Il dimostrativo sul riuso dell’acqua e recupero di materie prime dalla depurazione realizzato da UniPa può essere utilizzato come modello su scala più grande a livello regionale – spiega il prof. Giorgio Mannina, ordinario di Ingegneria Sanitaria-Ambientale e responsabile scientifico del progetto WiderUptake per l’Ateneo di Palermo, recentemente insignito del premio internazionale Biennal Meadal Award 2022 –
La Sicilia ad oggi, nonostante la carenza di acqua che portano ad un altissimo potenziale di riuso dell’acqua e avvio di economia circolare, non possiede sistemi ed infrastrutture di questo tipo.
Pertanto, tale modello offre delle grandi potenzialità a livello regionale e rappresenta un evidente segnale dell’Ateneo di Palermo verso la sostenibilità ambientale”.
Nel corso dei primi due anni di attività del progetto Wider-Uptake: Achieving wideruptake of water smart solutions sono stati realizzati altri due dimostrativi sperimentali.
Uno al depuratore di Corleone che ha come obiettivo il riuso dell’acqua e la minimizzazione dei fanghi di depurazione, e uno, finalizzato alla produzione di bioplastiche e fertilizzanti a lento rilascio, al depuratore di Marineo.
L’Università di Palermo fa parte di Wider-Uptake con un team di ricerca dalla forte connotazione multidisciplinare che coinvolge quattro dipartimenti: Ingegneria, Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, Giurisprudenza e Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche.
Ho visto il servizio ieri al tgr Leonardo! Finalmente di Palermo si parla anche per le cose buone, di cui andare orgogliosi! Sebbene chi ha spiegato tutto il procedimento, se non sbaglio il prof. Mannina di cui si vede una foto, abbia mandato una freccatina alla Regione dicendo che sembra non essere interessata all’argomento, il che sarebbe davvero un gran peccato, visto che di acqua abbiamo un gran bisogno e questo sarebbe un ennesimo spreco…