LA GROTTESCA VICENDA DELLO SCONTRO TRA COMUNE E AMAT
Errare è umano ma perseverare è diabolico .
La Commissione tributaria regionale ha, mesi fa, accolto l’ennesima richiesta dell’AMAT a non pagare la TOSAP sulle zone blu
L’Amat non deve pagare al Comune la Tosap sulle zone blu, in quanto:
“svolge unicamente il servizio di gestore dei servizi inerenti la sosta a pagamento delle auto, per nulla sottraendo le aree alla pubblica fruizione”
Non è la prima volta che il Comune cerca di far pagare alll’ AMAT la Tosap sui parcheggi a pagamento.
La tesi del Comune è alquanto stravagante , infatti per i legali del Comune, l’AMAT sarebbe una azienda …..“ privata”: peccato che l’azionista unico è lo stesso Comune.
In sostanza, l’Amat , per la commissione tributaria, è “un mero sostituto del Comune” nella gestione dei parcheggi a pagamento e da essi non ricava nulla.
Infatti, scrive la Commissione tributaria regionale, il “concessionario resta escluso dai proventi delle multe“, essendo soltanto la “longa manus” di Palazzo delle Aquile.
La Tosap sarebbe così “una inutile partita di giro” e il Comune non dovrebbe richiederla perché “interessato a non depauperare ‘sine titulo’ il capitale sociale della sua partecipata. “
Sulla decisione ha influito una recente sentenza della Cassazione (la numero 613 del 28 gennaio 2020) che si è pronunciata su una vicenda simile, ma avvenuta in Campania.
La Suprema Corte ha rilevato che:
“il presupposto impositivo della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche è costituito da qualsiasi occupazione che comporti l’effettiva sottrazione della superficie all’uso pubblico. Se la società concessionaria, come nel caso in esame, non ha occupato l’area sottraendola all’uso pubblico non può mai ritenersi integrato il presupposto della Tosap“.
Discorso chiuso ?
Purtroppo no.
Nonostante le due sentenze sfavorevoli abbiano detto chiaramente che la richiesta era illogica, il Comune non demorde e non solo: ha infatti presentato ricorso in Cassazione ma ha anche pignorato, tramite, Riscossione Sicilia Spa”, ben 33 auto all’Amat,
Tra queste pare che ci siano anche 8 vetture del servizio di car sharing.
E’ quanto emerso in sesta commissione consiliare durante l’audizione di un componente dell’ufficio dell’Avvocatura comunale.
Ma allora perché il Comune, pur sapendo che perderà tutte le cause , continua a richiedere la TOSAP all’ AMAT ?
Il motivo è semplice , ?
Il Comune ha inserito nel proprio bilancio gli 80 milioni della TOSAP dell’ AMAT .
Una cifra considerevole che potrebbe far sballare i già traballanti conti di Palazzo delle Aquile.
In parole povere senza questi soldi il Comune rischierebbe la banca rotta.
E se l’AMAT fosse condannata a pagare?
Allora a rischiare la banca rotta sarebbe l’AMAT.
Che l’AMAT è stanca di questa situazione lo dimostra il fatto che l’azienda non vorrebbe più gestire tale servizio, perennemente in perdita.
Il presidente dell’AMAT è stato chiaro :
“In sostanza – dice Michele Cimino – il sottile margine di guadagno dato dalla vendita delle schede parcheggio, che serve a mantenere in equilibrio il servizio di controllo sulle zone tariffate, viene oltremodo eroso delle imposte sul suolo pubblico e sui rifiuti.”
Nel mese di gennaio di quest’anno il Consiglio di Amministrazione di AMAT ha manifestato la volontà di avviare l’iter per restituire la gestione delle zone blu e dei servizi di Car e Bike Sharing al Comune, in segno di protesta per il taglio di 13 milioni a favore delle aziende municipalizzate contenuto ed approvato nel bilancio comunale.
Ma il Comune non è d’accordo e continua a sperperare i soldi dei cittadini continuando con queste cause perdenti.
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