Questa foto postata da un membro del gruppo facebook “Mobilita Palermo” ha scatenato un flusso di commenti non indifferente che vogliamo riprendere per provare a stilare una valutazione di merito sul provvedimento.
Ma partiamo da alcune vostre riflessioni, che senza dubbio denotano differenze di vedute e racchiudono gran parte delle valutazioni espresse:
“Perché il Marciapiede è per i pedoni. Mentre la strada e per i mezzi. Considerata la larghezza della via, è più logico così.”
“ Parlo da ciclista…Senza considerare che ci siamo asciugati un km di parcheggio?quel marciapiede è enorme per la densitá che c’è di pedoni.. Considerando che dall’altra parte è grande tanto quanto…è cosi complicato trovare quando possibile soluzioni soddisfacenti per tutti?”
“Da ciclista… Da ciclista dovrebbe solo apprezzare. Ma la realtà è che è automobilista e pensa solo ai parcheggi, 3 post su 3.”
“Purtroppo è monodirezionale”
“Il marciapiede non mi sembra abbastanza largo per pedoni e bici in sicurezza. Comunque dobbiamo essere contenti che finalmente per le bici stanno usando uno spartitraffico robusto e più difficile da ignorare.”
Dove sta la verità? Probabilmente nel mezzo, come al solito.
Sicuramente è vero che una corsia ciclabile è meglio di una sede promiscua in cui auto, moto e ciclisti si mischiano senza troppa disciplina. Sotto questo punta di vista, ci sentiamo di dire che la sicurezza aumenterà.
Guardando però il provvedimento un pò più da lontano, sorgono due riflessioni: la prima è relativa al contesto. Si è istituito un tratto di corsia totalmente sconnesso da un ipotetico tracciato più ampio (che in realtà non esiste). Come scriveva qualcuno, una corsia mono direzionale è utile solo a metà se non si innesta in altri percorsi e se non concepita come un percorso quasi obbligato per attraversare una parte di città tramite una “bicipolitana” di superficie. Siamo ancora ben distanti dal concetto di “rete ciclabile” che consenta spostamenti “completi” da un punto di partenza A ad un punto di destinazione B. Si continua a procedere per interventi puntuali e sporadici.
Non si vede la visione di insieme, l’obiettivo finale.
La seconda riflessione è più “politica“: questa stessa amministrazione, in continuità con il precedente quinquennio, continua a disattendere il piano della mobilità dolce da lei stessa diramato e che criticammo apertamente in questo articolo: in pompa magna si annunciarono interventi di vario genere per ampliare la “rete ciclabile” cittadina. Interventi manutentivi sulle “piste”(?) già esistenti (ci si riferisce ai mattoni rosa sui marciapiedi), nuove piste e corsie. Sulle preesistenti “piste”sul marciapiede destinate alle bici non registriamo UN SOLO intervento di razionalizzazione e ampliamento della sede ciclabile. Tutto è rimasto invariato, ovvero mattoni rosa posti su un marciapiede, per nulla protetti e/o segnalati opportunamente.
Stesso discorso per le “nuove piste”, se consideriamo una pista ciclabile quell’infrastruttura progettata e realizzata secondo dei canoni tecnici ed estetici ben precisi. Dunque rimane soltanto qualche nuova “corsia” e nulla più.
Speriamo che con queste ulteriori riflessioni, ognuno di voi possa farsi un’idea ancora più chiara sulla situazione generale per valutare il singolo provvedimento.
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Mi pare possa diventare il possibile collegamento tra quella esistente in viale Diana ed altre future verso piazza Giovanni Paolo II, viale De Gasperi, viale Croce Rossa e viale Strasburgo.
D’accordo con l’articolo. Pista ciclabile brutta e scollegata dalle altre. Per arrivare a Mondello non c’è una pista decente. Secondo me vanno allargati i marciapiedi e dotati di piste rosse. Le piste sono importanti quanto il tram o gli svincoli autostradali. Continuiamo a vivere in una città in cui chi non inquina è penalizzato. Capisco il problema dei parcheggi, ma la strada è abbastanza larga. Le piste devono essere belle e invitare all’uso. Queste sono brutte e insicure. Bisogna investire molti più soldi per trasformare la città.
Premetto che spesso uso la bici per spostarmi in citta’. E premetto pure che di citta’ in Europa ne ho viste e conosciute centinaia e centinaia e vi ho trovato sedi di marcia per bici di tutti i tipi, migliori ed anche molto peggiori di quelle palermitane.
Non conosco la pista di viale dl Fante pero’ mi pare utile se e’ continua fino a piazza Niscemi oppure allo stadio delle palme, per poi immettersi alla Favorita.
Infine la pista della Favorita. L’ho percorsa piu’ volte e di certo non mi sembra peggiore di tante piste viste in giro per il mondo.
Che fine ha fatto la sperimentazione della terza corsia in Viale Regione Siciliana?
Open Fiber sta cablando tutta la città. Queste piste ciclabili tengono conto dei progetti di OF, ovvero la necessità di pozzetti fibra frequenti bordo strada?
Ho il sospetto che il progetto OF e piste ciclabili camminino su binari separati, con tutte le conseguenze del caso.
Non capisco dove possa portare questa pista ciclabile, considerato che il tratto dopo Case Rocca si restringe al punto che non esistono marciapiedi e si hanno a malapena due corsie. Inoltre essendo quel tratto di strada l’unica zona bianca di parcheggio, come previsto dal regolamento laddove insistono le zone blu , avrebbero dovuto prevedere un’alternativa di posteggio prima ancora di realizzare la pista ciclabile. Ricordo che viale del Fante è parte di quell’anello in cui viene riversato tutto il traffico pesante e non (vedi targhe alterne, in cui vivono cittadini che non hanno lo stesso diritto alla salute rispetto a quelli che abitano nella ZTL, dato l’inquinamento creato) e in cui è prevista inoltre la realizzazione di una linea di tram. L’utilizzo dei marciapiedi, a mio modesto parere sarebbe stata la soluzione più sicura, meno dispendiosa e con minor impatto per il traffico. Ciò che mi fa veramente rabbia è la presunzione di certe menti pensanti e relativi progettisti che tengono conto solo delle proprie scelte progettuali e a volte di interessi.