Vorrei rassicurare gli “onorevoli” deputati dell’Assemblea regionale che non parlerò di loro ma di due stupendi arieti di bronzo che fino al 1848 si trovavano nella grande “sala gialla” di Palazzo dei Normanni.
Si trattava di due mirabili esemplari di arte greca , probabilmente della prima metà del II secolo A.C. Qualcuno sostiene che si trattava di opere realizzati dal grande scultore greco Lisippo, anche se francamente non ci sono prove.
Furono portati da Costantinopoli in Sicilia dall’ammiraglio bizantino Giorgio Maniace e posti come ornamento nel suo castello a Siracusa.
Ma delle opere così belle non potevano passare inosservate.
E così Alfonso il Magnanimo li regalò, a malincuore, a Giovanni Ventimiglia marchese di Geraci, per ringraziarlo per aver soffocato con il sangue ( e con l’inganno) una rivolta dei nobili siracusani.
Il Ventimiglia li sistemo nel suo castello di Castelbuono, dove pensava che sarebbero stati al sicuro, rispetto a Palermo. In seguito il figlio Antonio , sapendo quanto il padre tenesse alle due opere, li collocò ad ornare la sua tomba. Ma il nipote Arrigo si ribellò al potere reale e così i due bronzi furono confiscati e andarono ad abbellire il palazzo Vicereale dello Steri e poi il Castello a Mare, dove nel 1517, la corte si era trasferita.
Infine, nel 1553 con il trasferimento del Vicerè a Palazzo dei Normanni, i due arieti furono collocati nella nuova e prestigiosa sede. Il vicerè Duca di Maqueda li sistemo sopra delle mensole di marmo nella grande sala delle udienze.
Che si trattava di opere magnifiche lo dimostra il fatto che nel 1735, Carlo III di Borbone, che amava circondarsi di cose belle e preziose, cercò di trasferirli a Napoli, nella sua splendida Reggia, ma la reazione dei nobili nostrani gli fece cambiare idea. Probabilmente avrà pensato, meglio un regno che due “pecoroni”. Le due opere furono ammirate da due illustri viaggiatori, Jean Houel e Johann Wolfgang Goethe, che ne magnificarono la bellezza nei propri diari di viaggio. Purtroppo le due opere con il tempo avevano bisogno di qualche restauro.
Il viaggiatore G. Quattromani nel suo libro “lettere su Messina e Palermo”, nel 1836, scrive: “ In una Galleria vi sono due belli arieti di bronzo, opera greca. Non ridere se ti dico che li hanno….dipinti ad olio”. Purtroppo le due opere non dovettero subire solo il restauro “fantasioso”. Durante la rivolta del 1848, il 26 gennaio, il “popolo” penetrò nel Palazzo dei Normanni e cominciò a saccheggiarlo.
I due arieti di bronzo, che nei secoli i vari nobili e re si erano contesi , non si sa perché, non furono “graditi” dai “raffinati” rivoltosi che li distrussero. Uno fu ridotto in mille pezzi e poi fuso, l’altro fu gravemente danneggiato.
Meno male che fu restaurato ed in seguito venne esposto al Museo Nazionale di Palermo, dove ancor oggi lo possiamo ammirare.
P.S. Forse perché sono passati troppi secoli, oppure i gusti della gente sono cambiati, ma questo ariete di bronzo, forse opera del grande scultore greco Lisippo, che nel passato aveva attratto ammiragli, nobili, re e viaggiatori, oggi, ha perso la sua capacità attrattiva. In un’altra città o in altro contesto attirerebbe migliaia di visitatori al giorno. Invece il “pecorone” rimane dimenticato in una sala del nostro museo rimpiangendo i tempi quando dominava orgogliosamente, insieme al suo compagno, la grande sala delle udienze di Palazzo dei Normanni. L’amore per il bello non si trasmette geneticamente ma si coltiva con la conoscenza, lo studio, la sensibilità e la cultura, cose che nella nostra città stanno diventando cose rare .
“Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene”
Bell’articolo… tutto… dall’inizio alla fine…. e purtroppo quanto è vera la frase finale!!!
MI chiedo perchè nei secoli passati i nostri governanti e i nobili locali sembravano molto interessati all’Arte (da ogni punto di vista) ed oggi invece l’unica cosa che sembra interessare la maggior parte degli SCIACALLETTI che ci governano sono le loro poltroncine… dalle quali possono “sparare” banalità…. e finanziare spesso e volentieri “arte” contemporanea mediocre… almeno potrebbero restaurare bene l’arte antica, ma neanche quello sanno fare qui in Sicilia…. peccato…. peccato davvero…
Aspettiamo che prima o poi salga al potere a Palermo e in Sicilia qualche GRANDE UOMO!!! Prima o poi, per la legge dei grandi numeri deve pur capitare…. perchè ormai è da troppi secoli che non accade…. prima o poi la Fortuna deve pur girare anche in nostro favore….
Vorrei vedere una VERA rinascita SICILIANA….ma non una rinascita fatta da titoli finti (capitale italian della cultura, per intenderci)….. vorrei veder venir fuori GRANDI PITTORI… GRANDI SCULTORI.. GRANDI ARCHITETTI… GRANDI REGISTI (anche se almeno un paio li abbiamo!)…. GRANDI POLITICI (e purtroppo qui siamo messi proprio male!)…..
P.S …il sogno più grande che i nostri amministratori locali sembrano fare è il Tram… purtroppo oltre non vanno…