Ecco a voi in anteprima gli interni del Palchetto della Musica, struttura neoclassica voluta dalla famiglia Florio che donando alla città questo piccolo capolavoro intendeva preservare la piazza dalla edilificazione.
Lo sfarzo e la bellezza di questo nostro monumento non ha eguali.
Gli architetti, i tecnici e la squadra di operai Reset hanno da poco installato i dissuasori anti-piccione e nei prossimi giorni verrà applicato il protettivo antigraffiti.
A breve sarà il collettivo “Palchetto della Musica” composto da videomaker e grafici a prendere in carico il monumento ottocentesco.
Organizzeranno occasioni di incontro per la città e i suoi giovani, per i turisti e gli appassionati di musica dal vivo: gli eventi musicali infatti saranno sessioni in acustico con artisti e performer che si cimenteranno nella classica ma anche rock leggero e nel brit pop.
L’ultima volta che dei vandali hanno imbrattato le pareti in marmo bianco con la vernice spray era lo scorso marzo 2017: subito denunciati per “danneggiamento aggravato di un bene storico”.
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Protettivo antigraffiti? Cos’e’?
Un prodotto trasparente, costituito da un sistema acquoso a base di componenti di natura mista organica-inorganica di nuova generazione (sol-gel) che reagiscono con il supporto, creando un film incolore con caratteristiche di elevatissima oleofobicità ed idrofobicità.
Un mastino napoletano a digiuno da quindici giorni
Bene. Bellissime foto. Bisognerebbe però intervenire anche sull’altro Palchetto della Musica, quello del 1946 al Foro Italico, progettato da Domenico Lo Faso e Carlo Giachery. Nel 2013 il Rotary club “Palermo Teatro del Sole” si fece carico di finanziarne il restauro. Il Comune diede l’ok. Non so se poi sia stato effettivamente interessato da lavori di recupero. Tuttavia, a mio avviso, anche nel caso in cui questi fossero già avvenuti, sarebbe utile intervenire nuovamente, magari stavolta con maggiore incisività. Sarebbe bello, per esempio, vedere ripristinata la statua di Vincenzo Bellini che originariamente abbelliva il frontone del prospetto principale, ma di cui oggi rimangono soltanto le gambe penzolanti. In generale mi piacerebbe che a Palermo, al di là dei restauri di tipo conservativo, si diffondesse maggiormente la cultura del ripristino filologico di ciò che nel tempo è andato perduto. So che in parte già accade, ma non mi dispiacerebbe che avvenisse più frequentemente e in modo più sostanziale e sistematico.