E’ stato pubblicato sul sito istituzionale de Comune di Palermo il bando per la assegnazione dei lavori di manutenzione per la rifunzionalizzazione dei fondali del porto della Bandita di Palermo.
Il Porto della Bandita di Palermo, classificato con categoria II, classe III, (secondo il Decreto Presidenziale del 01.06.2004) è stato realizzato negli anni 70 come porto peschereccio.
Negli anni è stato oggetto di progressivo interrimento, dovuto all apporto di materiale delle ex discariche presenti lungo la costa, prevalentemente costituite da terra e roccia da scavo proveniente dai lavori edili eseguiti in ambito urbano a partire dal secondo dopoguerra.
Oggi l originario bacino è quasi interamente interrato e, pertanto, è necessario ed urgente procedere al ripristino dei fondali.
Considerato l elevato costo di smaltimento del materiale e le risorse finnazialre disponibili è stato possibile prevedere solo un ripristino parziale dell invaso.
L’intervento comprende anche l esecuzione di ulteriori indagini conosocitive, in fase preliminare e nel corso dello scavo, al fine di ottimizzare le modalità ed i costi dello smaltimento.
L’interamento ha ridotto lo specchio acqueo a meno di un quinto della sua originaria estensione. L’area interrita viene usata dai pescatori per il rimessaggio della barche, ma è drastimante diminuito il pontile che può essere utilizzato per l attracco delle imbarcazioni, con notevole disagio per i pescatori, parte dei quali hanno dovuto trasferire le proprie attrezzature ed attività in altre strutture portuali.
Si prevede di effettuare il ripristino di una porzione del fondale, la parte Nord Occidentale del bacino, attraverso un intervento di scavo/dragaggio dei materiali sedimentati.
L’area interessata dall intervento è di circa mq 1600, quella interessata da scavo, da effettuare fino alla quota – 1,00 dal Livello medio del mare, è di circa mq 890, quella interessata da dragaggio è di circa mq 710.
Si prevede di ricondurre il fondale alla quota -2,00 metri di profondità, interessando, in tal senso, solo una parte del materiale depositato. Il materiale è interamente in forma sabbiosa.
Con l attuazione dell intervento si produce un incremento di circa mq 350 dello specchio acqueo, un incremento di circa mq 320 di bacino portuale con profondità del fondale pari a ml 2,00 ed un incremento della banchina utilizzabile di circa ml 30.
Si prevede di rimuove complessivamente 990 mc di materiale, dei quali mc 808 con intervento di sbancamento e mc 182 con intervento di dragaggio.
Si prevede di procedere, così come suggerito dall ARPA, alla rimozione dei sedimi per tre strati orizzontali, corrispondenti a volumi di scavo equivalenti, pari, pertanto, a circa mc 330.
A seguito dello scavo del primo strato il materiale dovrà essere accantonano in un cumulo, da formare in apposito sito all interno del cantiere, per poi essere più volte rimescolato.
Dal materiale del cumulo è necessario estrarre un campione di materiale idoneo ad effettuare le analisi fisico, chimiche, microbatteriologiche, ecotossicologiche ed i test di cessione di cui sopra, da affidare ad Ente Pubblico o Laboratorio accreditato.
Si potrà procedere allo scavo dello strato successivo solo dopo avere acquisito e trasmesso alla Direzione Lavori tutti i risultati delle analisi eseguite.
L impresa esecutrice die lavori di scavo è tenuta ad effettuare nuove indagini di mercato finalizzato ad individuare il sito di conferimento che determina il minore costo di smaltimento.
L area interessata fa interamente parte del Demanio Marittimo Regionale e, pertanto, e sarà richiesta in concessione per tutta la durata dei lavori.
Parimenti, relativamente ai campioni da prelevare fuori del perimetro di cantiere, gli stessi potranno essere effettuati previa autorizzazione dell Ufficio del Demanio Marittimo Regionale.
E possibile accedere all area di cantiere da via Messina Marina su area parimenti demaniale, oggi aperta al libero transito.
Le offerte, in termini di ribasso percentuale sull’importo a base d’asta dovranno pervenire entro e non oltre il termine perentorio delle ore 12.00 dell’8 febbraio 2017.
Il costo complessivo dei lavori che prevedono, tra l’altro, di ricondurre il fondale alla quota due metri di profondità, è di 340.000 euro.
….per il porto della Bandita non mi sarei aspettato una semplice manutenzione parziale, avrei sperato in qualcosa di più….ad ogni modo è sempre meglio di niente….
Ma mi pongo una domanda:
Siamo sicuri che quello che è avvenuto ai fondali non sia un normale frutto dell’azione del mare? Perchè se così fosse, lentamente il fondale tornerebbe ad assumere di nuovo l’attuale conformazione…. e quindi quei 340.000 euro sarebbero soldi buttati…
Cosa ne sarà delle rocce provenienti dai fondali? Non si potrebbero usare le rocce provenienti dai fondali per allungare il pontile che viene usato per attraccare le barche?
P.S …ad ogni modo complimenti per l’articolo…. interessante….