Nel giugno 2015 si iniziarono i lavori per la demolizione di un vecchio rudere pericolante che divideva Via Bennici con Via Messina Marine.
Questi lavori servivano per aprire una strada che avrebbe permesso un collegamento tra le due arterie e per far passare la tubazione fognaria . Inoltre, visto che la vicina via Adorno, importante e trafficata arteria, che serve per collegare via Messina Marine con piazza Scaffa , Corso dei Mille e via Oreto, da tempo è in precarie condizioni ( c’è il rischio che il manto stradale possa sprofondare, come era accaduto qualche mese prima), l’apertura di tale strada avrebbe permesso una valida alternativa in caso di emergenza.
Dopo quasi un anno, la strada non è stata completata , i lavori sono stati da tempo sospesi e il cantiere è pieno di erbacce e immondizia..
Chi pensa che si tratti di un opera di “alta ingegneria” si sbaglia di grosso.
Si tratta di pochi metri che, in attesa della ripresa dei lavori per la condotta fognaria, potrebbero essere asfaltati, anche provvisoriamente, anche dagli operai comunali.
Basta un po’ di buona volontà e di capacità amministrative.
E proprio per questo siamo pessimisti.
Foto tratta da Meridionews
Hai usato la magiche parole… “buona volontà” e “capacità amministrative”… qualità entrambe assenti nei nostri amministratori….
Questa segnalazione mi fa pensare a tanti altri cantieri lasciati a marcire nell’indifferenza e nel degrado….. cantiere della Stazione Centrale, svincolo Brancaccio, ponte della Guadagna, oltre alle tante strade incomplete che finiscono nel nulla e che, come via Bennici, se terminate, potrebbero rappresentare valide alternative nell’ambito viario cittadino.
A Palermo si avviano poche opere, in relazione a queste poche opere non si riesce a completare quasi niente…. Ma perchè?
Tendenzialmente avete ragione. Qui però la situazione è diversa. Dimenticate la demolizione come funzionale alla creazione di una nuova strada. La demolizione del rudere è avvenuta esclusivamente per consentire la prosecuzione dei lavori del collettore fognario. A lavori terminati l’area sarebbe dovuta andare al comune che ne avrebbe fatto quello che voleva, ovviamente si sarebbe realizzata una strada.
Allo stato attuale quella strisciolina di terreno risulta area di cantiere del collettore in mano alla Sikelia. Solamente se e quando termineranno i lavori del collettore (tuttora in corso a singhiozzo sul modello scapestrato della Tecnis) si potrà parlare di una nuova strada.
Il comune in questo caso non c’entra nulla. Già ha un milione di colpe, ma questa no.
La strada è tutt’altro che dimenticata. E’ fondamentale per il collettore. Dobbiamo sperare che i lavori continuino in tal senso.
Beh allora vista l’importanza di una nuova strada che si faccia premura all’azienda per completare i lavori in quel tratto così da agevolare la consegna dell’area al comune e l’apertura della nuova viabilità
Il Comune c’entra.
Il Comune affida i lavori, li supervisiona, li monitora e li dirige tramite il Responsabile Unico del Procedimento ed il Direttore dei Lavori con i rispettivi uffici, pagati con i soldi pubblici e quindi con i soldi di noi tutti contribuenti.
L’Impresa appaltatrice non è libera di fare quello che vuole.
Il Direttore dei Lavori emette ordini di servizio e l’Impresa deve sottostare senza se e senza ma, salvo poi la facoltà di avanzare riserve in sede di contabilità.
Andrebbe letto il contratto, ma ho il forte sospetto che il comune possa decidere solamente in merito ai metri di sede stradale cantierabili di volta in volta.
Questo appalto é nato con Tecnis. Subappaltato in seguito.
Credo come per l’anello che sia stato firmato un contratto scapestrato a sfavore del comune.