Palermo è la quarta città più trafficata d’Italia. Le sue 400.000 auto (63 ogni 100 abitanti) sono utilizzate in oltre il 60% dei casi per spostamenti inferiori ai 5 km. Così i palermitani trascorrono in media ogni anno quasi 200 ore incolonnati nel traffico, producendo oltre 800 chili di anidride carbonica.
Nonostante questi dati allarmanti, il Comune di Palermo, anziché disincentivare l’uso dell’auto, ha emanato il 13 dicembre del 2023 un’ordinanza che vieta ai velocipedi di attraversare i principali assi viari del centro storico di Palermo (via Maqueda, corso Vittorio Emanuele, via Ruggero Settimo), senza nemmeno prevedere, come da tante parti era stato chiesto, la realizzazione di percorsi ciclabili alternativi, validi e sicuri.
In seguito alle numerose proteste che si sono levate contro l’ordinanza, il Comune ha ritenuto di escludere dal divieto i due tratti estremi di corso Vittorio Emanuele e la fascia oraria dalle 5:00 alle 9.30 del mattino.
Tale modifica non è ovviamente sufficiente: l’ordinanza, palesemente sproporzionata e discriminatoria, colpisce proprio quei cittadini che avevano responsabilmente scelto la mobilità sostenibile, adottando la bicicletta come mezzo di trasporto per andare a lavoro, fare la spesa, accompagnare i figli a scuola.
Chiediamo, pertanto, la revoca del divieto di transito a biciclette e monopattini in via Maqueda, corso Vittorio Emanuele e via Ruggero Settimo, edi lasciare in vigore solo la parte dell’ordinanza che regolamenta l’occupazione selvaggia dello spazio pubblico da parte dei dehors.
Chiediamo, contestualmente: a) la realizzazione in via Roma di un percorso ciclabile sicuro in entrambi i sensi di marcia; b) la realizzazione di un percorso ciclabile sicuro da via Dante a via Bonello attraverso via Papireto.
Questi due percorsi ciclabili garantirebbero ai ciclisti la possibilità di muoversi in sicurezza nel centro della città, farebbero da raccordo con i percorsi esistenti (Dante-Praga) e con quelli in fase di realizzazione (Oreto-Stazione-Policlinico) e alleggerirebbero significativamente la presenza di velocipedi nelle aree pedonali.
Le bici non sono il problema, sono una buona parte della soluzione. Ciclisti e pedoni possono convivere a Palermo come nel resto d’Europa, ferma restando la necessità di sanzionare chi fa un uso improprio di bici e monopattini, come già previsto dal Codice della Strada.
Chi ha scelto la mobilità sostenibile non va danneggiato, penalizzato e mortificato. Va premiato, incoraggiato e tutelato.
Basterà sottoscrivere la petizione qui. La petizione è promossa da varie associazioni locali inclusa la Consulta della Bicicletta Palermo
Evidentemente la direttiva “profondamente meditata” dell’Assessore Carta deve ancora essere meditata un pochino… 😉
Purtroppo, il vero problema non sono le biciclette e i monopattini in quanto tali, ma i tamarri (uso questo termine perchè non è un problema solo palermitano) che hanno trasformato i velocipedi (biciclette assistite) ed i monopattini in bolidi!
Basterebbe il buonsenso per capire che se c’è troppa gente la bicicletta o il monopattino vanno portati a mano! (problema, ribadisco, che ho trovato anche a Roma, Milano, Padova, Bologna).
Speriamo che l’azione “congiunta” delle limitazioni sull’uso e delle dotazioni di sicurezza dei monopattini, le multe alle biciclette trasformate in motorini senza assicurazione, una azione di “convincimento” da parte di vigili, polizia, carabinieri a scendere dal sellino, possano portare a una soluzione condivisa nell’uso di questi mezzi (sicuramente utili, almeno per lo scopo per cui sono nati) nel rispetto della convivenza.
p.s.: non firmerò la petizione, perchè non si può osteggiare una scelta senza rendersi conto che c’è un problema. E’ l’errore che si è fatto per anni.
Ok per la richiesta di percorsi ciclabili alternativi, ma rendiamoci anche conto che in via Maqueda tra bicicletta e pedoni vanno preferiti i pedoni. Si torni a ridurre i dehors e si ricrei il percorso ciclabile, come era agli inizia.
Sarò d’accordo al divieto totale delle biciclette in centro soltanto dopo che avranno realizzato la linea A in via Roma e la relativa riqualificazione, fino ad allora la scelta è priva di senso se contestualmente si chiude un occhio al passaggio delle auto in piena zona pedonale. La bici o il monopattino che sia vanno portate a mano se la strada è trafficata: semplice buon senso e rispetto delle regole di base.
Ha perfettamente ragione “Vicchio 65” quando sostiene che “ il vero problema non sono le biciclette e i monopattini in quanto tali, ma i …tamarri che hanno trasformato i velocipedi (biciclette assistite) ed i monopattini in bolidi!…… in via Maqueda tra bicicletta e pedoni vanno preferiti i pedoni.”
I tamarri, indigeni o d’ importazione, ormai si muovono solo, o preferibilmente, a….due ruote.
Ormai la maggior parte delle bici elettrici e dei monopattini sono modificati e sono diventati un mezzo pericoloso.
Recentemente le forze dell’ordine hanno effettuato dei controlli in corso Vittorio Emanuele, tra Porta Nuova e i Quattro Canti, e sono stati fermati i conducenti di 8 velocipedi che sono risultati modificati così da alterarne le prestazioni. Al riguardo sono state effettuate pesanti sanzioni e si è proceduto al sequestro dei mezzi.
Sono in aumento i casi di incidenti, spesso provocati deliberatamente, da (moto)ciclisti ai danni di pedoni .
Per non parlare dei furti : si dice che è tanta la richiesta che ormai nel famoso mercato …..”dell’ inclusione”, all’ Albergheria, le bici elettriche rubate si ….prenotano( sob!!!!).
Speriamo che l’ obbligo di assicurazione anche per i monopattini, bici elettriche e altri veicoli leggeri elettrici, diventi legge al più presto.
La direttiva 2021/2118 del Parlamento e del Consiglio europei è stata recepita dal Governo lo scorso 13 dicembre 2023, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo n.184 del 22/11/2023, che è entrato in vigore dal 28 dicembre 2023.
Serve ora un decreto attuativo (da emanare entro il 22 marzo 2024) che contenga le regole operative e le modalità di questa nuova assicurazione.
Al centro della questione c’è la polizza responsabilità civile che copra i danni causati agli altri, proprio come la tradizionale RC Auto.
Inoltre un’altra grande novità introdotta dal nuovo Codice della Strada è l’obbligo della targa.
Rimarrebbero fuori da questo obbligo le bici a pedalata assistita.
Avendo queste, quando non modificate, una velocità limitata a 25 km/h e una potenza limitata a 250 Watt, queste biciclette sono equiparate alle classiche bici e perciò non avranno bisogno di assicurazione o targa.
Altro importante obbligo è l’ uso tassativo del casco. Regola che vale per tutti (e non solo per gli under 18 come invece era previsto oggi): sanzioni da 100 a 400 euro.
Il nuovo Codice della Strada inoltre disposto il divieto assoluto di circolazione contromano mediante monopattini, prima consentito nelle strade con doppio senso ciclabile. Ancora, vietata la circolazione dei monopattini sui marciapiedi, ferma restando la possibilità di conduzione a mano.
Viene inoltre introdotto un divieto generalizzato di sosta dei monopattini sui marciapiedi.
Visto che l’ isola pedonale è ….un grande marciapiede, basterebbe applicare tale norme anche per le bici elettriche……
Tale normativa non risolverà i tanti problemi ma certamente potrebbe essere un disincentivo dell’ uso di tali mezzi per scopi illeciti o impropri.
@Belfagor, speriamo davvero che queste proposte diventino presto realtà. Ho sempre pensato che siano necessari casco, targa e assicurazione per i mezzi di trasporto in questione.
Mettiamo i vigili a fermare le persone che vanno ad alta velocità,non a chi va piano!!
Cerchiamo di cambiare paradigma. Il problema della viabilità cittadina non sono le biciclette, i monopattini, né che li guida. Che costruiscano strade, sopraelevate, tunnel, ponti, tangenziali, parcheggi sotterranei, linee tram, metropolitane. Altrimenti è il solito giochetto del divide et impera, mettere automobilisti contro biciclette, pedoni contro monopattini, e motociclisti contro carrozze a cavallo.
È chiaro che ci vogliano regole condivise e rispettate ed ordine, ma fino a quando la mobilità cittadina continuerà a essere appaltata alle capacità dei soli mezzi privati perché da oltre quarant’anni non si fa nulla per migliorare le possibilità di muoversi dei cittadini, è inutile pure iniziare a discutere.
Iniziamo a pretendere progetti seri di viabilità e non a costo zero. A costo zero neanche i parrini recitano messa.
IL DIVIETO DELLE BICI NELLE ISOLE PEDONALE : UN FALSO PROBLEMA
Ha ragione l’ amico “Byron” che sostiene il problema della viabilità cittadina non sono le biciclette o i monopattini ma l’ assenza di strade, di ponti , di tram e metropolitane.
In trent’ anni non è stata realizzata un opera viaria o infrastrutturale degna di questo nome.
Per esempio i vecchi ponti sull’ Oreto sono pochi e tutti in precarie condizioni.
L’ ultimo ponte realizzato è stato il famigerato …….ponte Bailey alla Guadagna , inaugurato, in pompa magna , nel lontano 1997: doveva essere sostituito poco dopo da un vero ponte in cemento ma……è ancora al suo posto . E’ talmente “provvisorio” che qualche genio vorrebbe affiancarlo da un altro, provvisorio naturalmente.
Nel progetto del tram, stranamente è “scomparso”, tra l’ indifferenza generale, il ponte che doveva essere realizzato nei pressi di via Notarbartolo mentre dell’ altro ponte , previsto nel progetto per la realizzazione della linea D del tram, che avrebbe dovuto collegare corso Tukory al quartiere Bonagia , si sono perse le tracce.
Eppure, secondo l’ aspirante sindaco Franco Miceli, poteva essere realizzato in poco tempo :“il ponte Polcevera (ex Morandi), lungo oltre un km e tecnologicamente avanzato è stato realizzato nel tempo record di otto mesi adottando misure straordinarie e grazie all’accelerazione di ogni autorizzazione per dare corso ai lavori. Tre cantieri coordinati tra loro sono stati operativi sette giorni su sette per 22 ore al giorno. Il nostro ponte, – sottolineava l’architetto Miceli, – sarebbe lungo circa 150 metri e possiamo aspettarci di vederlo realizzato in cinque o sei mesi seguendo una procedura analoga”.
Non capiamo perché un ponte “ lungo oltre un km e tecnologicamente avanzato” a Genova si è realizzato in 8 mesi mentre un ponte , non particolarmente complesso e di soli 150 metri , a Palermo può essere realizzato non prima di …5-6 mesi?
Comunque, perché non realizzarlo prima di iniziare i lavori sul ponte di via Oreto, che ormai è talmente mal messo che non può essere attraversato nemmeno dai pedoni ma però qualcuno gli ha “disegnato” sopra una …….”pista ciclabile” ( sob!!!!)? .
Effettivamente tale divieto “… è il solito giochetto del divide et impera, mettere automobilisti contro biciclette e pedoni contro monopattini”.
Il problema non è quello di “autorizzare” i ciclisti e i conducenti di monopattini elettrici ad “arruotare” i poveri pedoni nelle isole pedonali ma realizzare vere piste ciclabili in vere strade con veri marciapiedi.