Palermo – Il mio primo contatto con la Sicilia è stato “il Verga”: quinta elementare.
Da sempre coltivo una lista dei luoghi incontrati nei libri e nei quali prima o poi visiterò. Di questi – e, lo giuro, sono tanti e tanti davvero ne ho visitati – l’unico dal quale – una volta visitato – non ho mai potuto staccarmi e che, anzi, ha assorbito tanta parte della mia curiosità, del mio tempo, delle mie passioni e altro ancora, è la Sicilia. dovrei forse premettere che ogni volta che vado in luogo diverso da quello in cui vivo abitualmente, qualunque sia la ragione che lì mi porta, vado a mente sgombra e a braccia aperte, vado per capire e per capirmi, o forse per trovare un posto dove “fermarmi”. faccio un salto di 50 anni e dalla quinta elementare passo ai giorni nostri.
Ho deciso di avviare una nuova fase della mia vita, di chiudere con il lavoro e andare in pensione, di recuperare tutto quello che in questi anni avevo solo saltuariamente frequentato, di chiudere molti cerchi lasciati aperti e di concentrare tutte le mie risorse su quello che davvero secondo me è essenziale: i diritti civili di base, il senso civico, l’educazione dei bambini. Per mettere bene a fuoco tutto questo marasma di sentimenti e idee che mi riempiono la testa, mesi fa ho deciso di passare quello che sarà l’ultimo mio periodo di ferie prima della pensione, in un luogo “familiare”, quindi a Palermo. Ho cercato con cura un posto in cui potessi però stare a contatto con la gente, con il mare, dove potessi lavorare a distanza … e ho incontrato Sferracavallo. Sono qui da tre settimane, sola insieme alla gente che incontro per strada, al mare, nella casa in cui vivo. oggi, per la quinta volta a piedi ho rifatto la strada per Barcarello e sono tornata, per l’ennesima volta, con il cuore stretto, ma stavolta anche con una grande rabbia: ma perché a Sferracavallo il lungomare in legno deve rappresentare un pericolo per chi continui a sradicare la rete (sic!) di protezione in attesa dei lavori di rispristino, perché ogni aiuola è un buco pieno di rifiuti abbandonati da gente incivile, sì, ma anche da un servizio comunale che ha stabilito i confini della città ,molto prima di arrivare qui, perché i marciapiedi sono un cumulo di detriti in mezzo ai quali cresce di tutto, perché la spazzatura accanto ai cassonetti viene lasciata lì? Perché il Sindaco di Palermo non viene a farsi una passeggiata da queste parti?
Possiamo provare a cambiare? Io ci sto.
Paola
Gentile Signora Paola, anche noi di Sferracavallo ci stiamo a volere pulita e regolamentata la borgata ma Lei non sa, forse, che negli ultimi anni sono state fatte tante riunioni con le varie associazioni e addirittura una riunione di consiglio comunale in loco, presente tutta la giunta e il Sindaco, per organizzare e sistemare quanto di errato vi fosse a Sferracavallo. Tutte riunioni che non hanno portato a nulla, anzi siamo stati presi letteralmente in giro con promesse non mantenute a iniziare dallo smantellamento della passeggiata lignea alla raccolta differenziata, dalla regolamentazione del traffico alla presenza costante di pattuglie di polizia municipale che vigilano sul rispetto della segnaletica, dalla sistemazione della rete viaria di accesso alla sistemazione delle aree a parcheggio che pur nel PRG esistono e sono oggetto di abusivismo diffuso, ecc. ecc. L’abbandono della borgata da parte delle istituzioni appare evidente a tutti, abitanti e turisti, tranne che al Sindaco (quando dico Sindaco non voglio dare la colpa alla persona ma all’organizzazione della macchina comunale che Lui e la giunta hanno voluto). La verità purtroppo amara è che non si vuole osteggiare il potere economico che predomina nella borgata ed a poco vale l’illusione che ogni tanto le forze dell’ordine elevano qualche sanzione. La situazione è sicuramente peggiorata con la pandemia ma a Sferracavallo sembra che nulla sia successo ….. anzi! Noi comunque ci siamo e ci stiamo a che Sferracavallo non sia più la figlia di un Dio minore.