Palermo – Sta destando scandalo la decisione del Comune di Palermo di tagliare un certo numero di pini lungo via U. La Malfa. Decisione scaturita a seguito di una sentenza del Tribunale che vede condannare Palazzo delle Aquile a risarcire un’azienda di via La Malfa che ha lamentato danni derivanti dalle radici e continui allagamenti.
Premettendo intanto che la questione allagamenti lungo via La Malfa non ha niente a che vedere con gli alberi, bensì alla mancata realizzazione del collettore nord-orientale, il vero scandalo è aver piantato a suo tempo questa tipologia di alberi in luoghi altrettanto sbagliati. Quale genio ha potuto posizionare pini in tante strade della città?
Basta sfogliare un qualunque manuale di botanica per comprendere che le radici di tale arbusto spaccano i marciapiedi, inibendo il transito a pedoni e diversamente abili con carrozzella, costretti a procedere su strada azichè sul marciapiede. A questo si aggiunge la deformazione (causa radici) di alcuni tratti del manto stradale che si rende pericoloso soprattutto per i ciclisti e i motociclisti. Per non parlare degli aghi di pino che rendono scivolosa la superficie.
Il Comune, condannato dal Tribunale, ha già perso una causa e dovrà risarcire (soldi nostri). E non sembra essere l’unica causa persa perché ne scoprirete tante altre da imputare agli stessi motivi oggetto della disputa.
Questo lo scenario che si presenta in alcuni tratti di via La Malfa e in altre parti della città, dove addirittura si notano alberi affogare nel cemento e nel manto stradale in barba a qualsiasi regola. Qualcuno si è spinto a parlare di alberi secolari, ma si tratta di alberi piantati negli anni ’50-’60 durante l’espansione della città verso la zona Nord. Anche perché via La Malfa 100 anni fa neppure esisteva.
Ad una scelta sbagliata può seguire un atto di riconversione e normalizzazione dell’asse, attraverso il posizionamento di una diversa specie di arbusto, più adatto al contesto urbano, che tra qualche anno possa ridonare fascino e zone d’ombra senza compromettere l’incolumità delle persone. E’ una correzione, impopolare probabilmente, ma a nostro avviso giusta se sarà seguita da una nuova piantumazione.
Quanto vale la sicurezza stradale? Quanto valgono i diritti dei disabili nel merito della questione? Perché criticare senza mettersi nei panni di altri cittadini che hanno altrettanti diritti? Vale più la miopia di certi presunti ambientalisti o la sicurezza delle persone?
E qui l’esempio di via Monti Iblei. Marciapiedi spaccati e inibiti ai pedoni, costretti a camminare per strada. Anche qui i pini furono tagliati per questioni legate alla sicurezza circa tre anni fa.
I pini sono bellissimi alberi, ma in un contesto urbano soffrono e non c’entrano proprio nulla. L’auspicio di vedere mettere in sicurezza determinati tratti di via La Malfa e nuove essenze arboree consone all’ambiente piuttosto che tronchi affogati in mezzo al cemento e circondati da auto.
Da questo sito partì nel 2010 un appello per salvare le chorisie di via L. Da Vinci per via dei lavori della nuova tranvia. Vogliamo anche ricordare una manifestazione nel 2011 per salvaguardare il prato del Foro Italico contro la scelta di ospitare il palco per la messa del Papa.
Allora auspichiamo che determinati tratti di via La Malfa vengano messi in sicurezza, e piantate nuove essenze arboree.
Speriamo vengano degnamente sostituiti, da gente competente.
Sul pezzo giornalistico ho da fare alcuni rilievi:
A) il piano di gestione del verde attrezzato e non è stato approvato nel 2008, ben lungi dal periodo d’impianto dei pini marittimi;
B) che all’epoca dell’impianto molte aree di Viale Regione Siciliana limitrofe alla strada erano a uso agricolo, quindi assolvevano alle necessità dei pini;
C) che all’epoca in cui erano stati impiantati occorrevano piante a rapido sviluppo.
Nel corso del tempo la palla è passata agli ingegneri e agli uffici dedicati all’applicazione del PRG, causando problemi insormontabili, quali:
A) eliminazione totale del terreno disponibile al regolare sviluppo delle piante;
B) mancata sostituzione con essenze mediterranee ombrofile alla nascita e con radice fittonante, questo non significa eliminare il terreno attorno ad un albero, che ricordo non essere inferiore a mt. 3,00 dal centro dell’albero stesso, sia per la norma sia per la vita della pianta;
C) che lo spazio fra due piante limitrofe deve variare fra i 3,00 e i 5,00 metri, a seconda dell’essenza e per la costituzione di una continuità resistente all’azione del vento;
D) il mancato uso di piani programmatici di alberatura che si basi sulle statistiche climatiche e sulla profondità effettiva di radicazione, di identificazione dello strato fertile e altezza di falda, nonché un’analisi del terreno sullo strato minerale disponibile e sui microelementi.
Mi rendo conto di avervi assillato con procedure che per me sono la normalità, ma se dobbiamo realizzare qualcosa che ci dia un verde pubblico degno di questo nome si deve affrontare con pragmatismo.
d’accordo con l’abbattimento e con l sostituzione. pergo il signor moscerino di indicare gli alberi adatti
Vi premetto, che ogni essenza arborea a i suoi pro e i suoi contro, vi premetto anche che, le condizioni di abbattimento di ogni singolo pino, richiede uno spazio di 3/4 metri di operazione intorno all’albero (per la sola escavazione) più altri 2/3 metri di operatività dell’escavatore e altri spazi variabili, a seconda di come si agisce, di movimentazione terra; Su Viale Ugo La Malfa non esistono i presupposti, con questi metodi.
In America stanno studiando una fresatrice gigante che col solo uso della corsia di marcia si “fresa” l’albero fin’oltre la radice primaria.
Discorso alberatura sostitutiva, nel mio pezzo descrivevo che per arrivare all’essenza nostrana migliore, da applicare sul Viale Ugo La Malfa, a mio modesto parere andrebbero spostati tutti i cavidotti (suddividendoli per potenza e uso) in una serie di gallerie apposite, stessa cosa per le adduzioni idriche e fognarie, posizionando queste gallerie al centro della strada; Realizzazione di parcheggi in aree destinate ed eliminazione degli stessi dalla strada, con conseguenziale allargamento dell’area destinata alle piante.
Finito questo lavoro, ogni pianta, come dicevo all’inizio, a i suoi pro e i suoi contro, se cerchiamo piante a foglia caduca, si verificheranno, se non giustamente manutentate, strati di foglie sulla strada, che creano gravi problemi di circolazione e di intasamento delle cavitoie di deflusso delle acque piovane, se cerchiamo a piante sempreverdi, le foglie le perdono ogni 12-18 mesi, e il discorso non cambia di molto, ma si allunga nel tempo, per ciò che concerne l’apparato radicale, come si vede la fronda (al naturale), sono le radici.
Detto ciò le essenze che si addicono sono il leccio, se all’atto dell’impianto il fittone o radice principale non è stata tagliata, l’alloro, il pioppo tremulo e la roverella, tutto legato ad una disponibilità di un terreno profondo e ben arieggiato.
http://bit.ly/2Z9YbDz auspico un dialogo col comune di Palermo e l’ufficio preposto per intervenire solo laddove serve a potare o rimuovere radici invasive e salvaguardare tutti gli alberi della città.
Faber.L la tua proposta andrebbe bene per le aree forestate, ma, penso, che un viale è bello per la omogeneità delle piante, sia in età sia in specie, anche perché se si deve fare un intervento è meglio farlo una volta sola che non in tempi lunghi. La mia è solo un’opinione personale.
Il problema è evidente, tuttavia sarebbe il caso di sottolineare come l’abbattimento non è solo la soluzione, ma la soluzione più semplice. C’è una differenza sostanziale.
Inutile parlare di sostituzione, perché l’apparato radicale sarà enorme. Si deve quindi distruggere la strada, eliminare tutto e ripristinare, un lavoro enorme che non verrà mai eseguito.
Dunque sarebbe il caso di conciliare le nostre esigenze con l’esistenza degli alberi, realizzando pareti di contenimento e marciapiedi sopraelevati separato dal terreno con uno strato di aria.
Niente di particolare, ma purtroppo molto costoso.
La decisione del Comune di abbattere i pini lungo Via Ugo La Malfa, anche se dolorosa e impopolare, francamente non mi sembra che possa essere contestata.
Francamente le associazioni ambientaliste , oltre che criticare, non mi sembra che hanno prodotto nessuna proposta alternativa.
Il problema esiste e tale decisione lo risolverebbe definitivamente.
Quante volte il Comune è stato costretto a rifare il manto stradale a causa dei danni prodotti dalle radici?Quante volte abbiamo parlato dei tanti incidenti causati dal manto stradale deformato per non parlare degli aghi di pino che rendono scivolosa la superficie?
Tralasciamo le polemiche sulla mancata manutenzione di tali alberi , è un problema atavico come la scelta poco lungimirante di questo tipo di alberi.
Si è trattata di una scelta sbagliata ma è assurdo difendere tale scelta.
Errare è umano ma perseverare è diabolico.
Concordo pienamente su quanto scritto nell’articolo:
“Quanto vale la sicurezza stradale? Quanto valgono i diritti dei disabili e dei pedoni nel merito della questione? Perché criticare senza mettersi nei panni di altri cittadini che hanno altrettanti diritti? Vale più la miopia di certi presunti ambientalisti o la sicurezza delle persone?
Mi rendo conto che tali lavori saranno costosi e creeranno molti disagi. Ma francamente tra il non fare niente o discutere di improbabili progetti alternativi ( costosi e non risolutivi) meglio prendere una decisione chiara , anche se drastica.
Il problema è però un altro:
Il Comune di Palermo è in grado di portare avanti questa decisione?
……l’abbattimento in questi casi mi sembra inevitabile, però ci si aspetta che il comune faccia il lavoro per bene, non a metà… cioè si spera che leveranno anche le radici e sostituiranno gli alberi in maniera adeguata, con piante più adatte… o alberi più adatti… lo stesso dovrebbero fare in via Dell’Olimpo…
….a mio avviso il principio è elementare: levi una cosa e la sostituisci con un’altra… levi una pianta e ne metti un’altra… ma questo non vale solo per le piante, dovrebbe valere per ogni cosa… ma faccio un esempio… ho visto pochi giorni fa che al Foro Italico stavano tagliando dei “birilli” rotti… bene, lo capisco… ma ovviamente speriamo che verranno sostituiti con altri Birilli Sani… e faccio ancora un esempio… qualche anno fa, sempre nel parco del Foro Italico, c’erano due “colonne” dorate che facevano parte del progetto pensato dal’Architetto che aveva realizzato l’intera area… ma purtroppo col tempo queste “colonne” si danneggiarono, e il comune di Palermo, invece di farle aggiustare, le ha eliminate tagliandole alla base… a mio avviso fu una Stupidata… l’opera in questione andava sostituita, magari con materiali più resistenti… fu un “gesto”, da parte di Orlando e company, assurdo… non dico che sia equiparabile alla distruzione dei Buddha da parte dei talebani, ma fu un atto che trovai ugualmente ridicolo… comunque medioevale… rimango dell’idea che era un opera interessante e caratterizzava l’intero progetto dell’architetto milanese… sarebbe interessante sapere cosa ne pensa di quello che è accaduto lo stesso Italo Rota… dubito che ne sia contento…
…..siamo partiti parlando di Verde… e alla fine ho parlato anche di arte… 🙂
I pini sono sempre stati piantati perché fanno parte della macchia mediterranea.E’ vero,non sono adatti lungo gli assi stradali ed i marciapiedi,fanno notevoli danni,ma alcuni hanno davvero un’eta’ rilevante.Cosa facciamo?tagliamo tutti i pini della citta?quando mai, tagliati degli alberi in questa citta’,c’e’ stata una ripiantumazione?un albero per crescere ha bisogno di decenni,prima di tagliarli,bisogna valutare se davvero non ci siano altre alternative.
Non entro nel merito della decisione di abbattere i pini, a me importa (da ambientalista reale e non da macchietta) che vengano rimpiazzati da altri alberi meno “problematici” per lo stato delle carreggiate.
Ricordo solo agli odiatori da tastiera che 50 anni fà hanno piantato pini negli spartitraffico in tutta Italia, non solo a Palermo. E che 50 anni fà nè Orlando né Catania erano sindaco/assessore né a Palermo né in tutti quei posti. e forse, anzi, Catania non era nemmeno nato.
Però capisco che la colpa sia sua.
Il problema nel ripiantare gli alberi è che prima si devono estirpare le radici, profondamente ramificate e radicate nel sottosuolo, anche dentro proprietà private.
Ce lo vedi il comune a fare un lavoro del genere, peraltro molto costoso ? La dura realtà è che se i pini vanno via rischiamo non solo che non vengano sostituiti, ma anche il mancato ripristino dei marciapiedi.
volevo solo commentare che mi fa molto ridere la giustificazione che gli alberi impediscono il passaggio dei portatori di handicap . Ma avete mai fatto un giro nei giorni feriali in via la malfa???? le macchine la fanno da padrone posteggiate sopra i marciapidei tranquillamente senza che un o straccio di pattuglia dei vigili , che tra l’altro fanno sede proprio in via la malfa , si interessino al passaggio dei disabili. E nei giorni di pioggia? sempre a causa delle suddette auto i pedoni sono costretti a camminare lungo la carreggiata a rischio di essere investiti e a rischio doccia causa le pozzanghere.
La verita’ è una solo , in questa citta’ non funziona nulla siamo indietro almeno 200 anni rispetto alle comuni citta’ europee . Londra la prima metropolitana l’ha costruita a meta del 1800 noi col passante e l’anello siamo fermi ancora al 2019 !!!!!