Sembra non ci sia pace per il Parco Cassarà, oramai chiuso da troppo tempo e sempre avvolto da un velo di mistero. Ricorderete il sequestro e la conseguente chiusura dell’area per alcuni ritrovamenti di amianto e altre sostanze potenzialmente dannose.
E’ già passato più di un anno e non si hanno comunicazioni chiare e certe da parte delle istituzioni che, a onor del vero, non sembrano particolarmente impegnate nel dare risposte ai cittadini, tanti, che attendono con ansia.
Qual’è la situazione ad oggi?
La bonifica dell’area verde, per intenderci quella che dall’ingresso di Corso Pisani giunge nei pressi del teatro all’aperto, è avvenuta a cura di una ditta che si è aggiudicato l’appalto. L’area del prato e del campo bocce limitrofa a Villa Forni è completamente pulita, semmai fosse stata contaminata. Sottolineamo il “semmai” dato che esiste una nota dell’ASP (ci stiamo adoperando per reperirla), la quale afferma che, a seguito di un sopralluogo congiunto con i tecnici di NOPA, ARPA e Coime avvenuto nel Febbraio 2014, l’area può essere fruita dai visitatori, in quanto non sussistono valori di inquinamento che superano i limiti previsti dalla legge. Un parere tecnico che è stato comunque disatteso dal bando di gara per effettuare la bonifica. Se la nota dell’ASP ribadiva già un anno fa l’assenza di pericoli per le persone, e noi ci crediamo, qual è stato il motivo di effettuare comunque la bonifica ? Mistero.
Ricordiamo a beneficio dell’analisi che con il parco ancora aperto, esisteva una piccola recinzione che delimitava un piccolo ritrovamento di amianto, poi rimosso.
Sostanzialmente si è protratta la chiusura di quest’area per ripulirla quando evidentemente non ce n’era bisogno. Nessuno magistrato ha dato spiegazioni su questa anomalia.
Andiamo avanti. E’ di qualche giorno fa un articolo di Repubblica che riportava la notizia della completa riconsegna dei 28 ettari del parco al Comune di Palermo attraverso un’ordinanza della magistratura che, di fatto, concede un anno di tempo a Sala delle Lapidi per effettuare l’intera pulizia dell’area. Non sappiamo come sia stato calcolato questo tempo, ma sta di fatto che anche a parere del Dirigente del Settore Ambiente, Francesco Fiorino, i mesi a disposizione sono veramente pochi. Se il comune disattenderà questa scadenza non è chiaro cosa faranno i magistrati. Ancora mistero.
Inoltre, sempre lo stesso Fiorino lancia l’allarme fondi: soprattutto in riferimento all’area ROSSA, serviranno ingenti somme per ripulire il tutto. Cifre a sei zeri per intenderci, che al momento non sono disponibili nelle casse comunali.
Va detto che per la bonifica dell’area verde sono stati spesi tra 30 e 60 mila euro. Un goccia nel mare rispetto a quanto previsto per il resto del parco. Cosa succede adesso?
La logica vorrebbe che si chieda ad alta voce e subito la riapertura dell’area sana, già oggetto di una bonifica apparentemente inutile. Forse la si poteva aprire già alcuni mesi fa. Il Comune adesso deve alzare la testa e fare la voce grossa per restituire immediatamente un segmento del parco stuprato da tanta burocrazia.
Salvo risvolti ulteriori o smentite è arrivato il momento che la società civile scenda in campo e manifesti tutto il suo sdegno per questa vicenda che assume i contorni di un gioco di ruolo, dove procura e magistrati sequestrano e dissequestrano l’area mentre il Comune rimane a guardare inerme.
Cosa facciamo, continuiamo a guardare questo siparietto, Leoluca?
La Società civile dovrebbe scendere in campo per il parco Cassarà e per tante altre cose: mancato raddoppio del povero ponte Corleone, tuttora afflitto da un assurdo limite di velocità di 30 km/h degno delle più impervie mulattiere di montagna; mancato completamento dello svincolo di Brancaccio, mancato completamento del parco di Acqua dei Corsari, mancata messa in funzione del parcheggio Basile, sottopassi e sovrappassi di Viale Regione Siciliana lasciati allo stato brado, marciapiedi impraticabili per i pedoni perchè ricolmi di erbacce ed ogni sorta di rifiuto, l’elenco potrebbe continuare a lungo, ma qui mi fermo perchè sono stanco di scrivere sempre le stesse cose.
@fabio77 proprio in questo momento il ruolo del comune è un pò defilato, visto che il sequestro è per mano della procura. Credo che il Comune cerchi ora conforto dall’opinione pubblica nel richiedere l’apertura parziale del parco, che sembra l’unico obiettivo perseguibile. I costi dell’intera bonifica sono spaventosi, considerando le casse comunali.
Poi, guardando al passato, il Comune rischia di avere grandi responsabilità, tanto è vero che sono pronti diversi avvisi di garanzia per dirigenti comunali.
E’ evidente che anche a questa amministrazione comunale non frega nulla della città!!! Non si capisce perché basta allontanarsi da Palermo 20/30 chilometri e sembra di essere in un’altra regione! Evidentemente gli interessi sono forti e radicati…! servirebbe il ritorno dei Vespri Siciliani per poter cambiare qualcosa!!! Vergogna!
Vorrei sapere che fine hanno fatto i 10.000 alberi che la fondazione Rochas aveva garantito avrebbe piantato.
La vicenda del Parco Cassara fu un mistero fin dalla sua inagurazione. Come era possibile che durante i lavori nessuno si era accorto che in alcune zone del parco esistevano rifiuti d’amianto? Questo terreno quanto è contaminato ? Le indagini della magistratura a che punto sono? Il Comune di Palermo non ha affato un ruolo defilato ma è il principale responsabile. Poi giustamente ci divideremo sulle responsabilità, ma l’attuale amministrazione è, come al solito, totalmente immobile. Ci viene detto, da persone vicine a un assessore, che il Parco Cassarà non sia una priorità di questa giunta. ( ma quali sono le priorità ? )
Mi sono permesso di condividere l’ottimo articolo sulla pagina facebook della IV circoscrizione, quella in cui ricade il parco per intenderci, in modo da coinvolgere quante più persone possibili anche a livello istituzionale.
Il presidente della circoscrizione mi ha risposto che hanno già chiesto al Dott. Fiorino la riapertura dell’area verde, quella ripulita o “bonificata”, nei prossimi giorni è previsto un’ulteriore incontro con lo stesso, se non dovessero esserci sviluppi verrà organizzata un’altra manifestazione di protesta, come quella già organizzata il 29 Maggio.