Vi proponiamo un’interessante analisi del sistema ferroviario siciliano e un focus sul tema del Contratto di Servizio che solo negli ultimi tempi sembra, il condizionale è d’obbligo, aver registrato qualche piccolo passo avanti:
Mentre l’Italia da Torino a Salerno sfreccia sui binari dell’alta velocità, mettendo in questo modo a disposizione di queste grandi città (Torino, Milano, Firenze, Bologna, Roma, Napoli e Salerno) una sorta di metropolitana veloce lunga oltre mille chilometri, la Sicilia, anno dopo anno e treno dopo treno, è stata definitivamente tagliata fuori dal trasporto universale delle Ferrovie dello Stato, creando non pochi disagi ed ulteriori aggravi dei costi all’utenza ferroviaria. Utenza costretta a far scalo a Roma per poi proseguire per altre destinazioni, al di fuori di un Sicilia-Milano sulla dorsale tirrenica passando per Genova che impiega circa 20 ore.
L’unica speranza per sovvertire queste sciagurate decisioni, doveva essere una forte presa di posizione da tutte le forze politiche siciliane, di centrodestra e di centrosinistra, affinché si evitassero questi ulteriori e definitivi tagli al trasporto da e per il nord, che ci hanno definitivamente penalizzato.
E qui entra in scena la lunga storia dell’Accordo di Programma tra Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Regione Sicilia per l’attuazione e il trasferimento delle funzioni e dei compiti di programmazione e amministrazione relativamente ai servizi ferroviari di interesse regionale e locale. Ebbe inizio nel 2009 con la prima deliberazione della giunta regionale n.551 del 18 dicembre 2009; con la successiva deliberazione n.221 del 13 settembre 2011 per giungere alla delibera n.114 del 20 maggio 2014 che a tutt’oggi non ha prodotto nessun effetto. I contenuti dell’accordo sono stati sempre gli stessi salvi alcuni aggiornamenti nelle firme di tale Accordo dei tre assessori che si sono avvicendati (Pier Carmelo Russo, Nino Bartolotta e Nico Torrisi).
Quello che occorre sapere, qualora venisse siglato l’Accordo di Programma, è il successivo passaggio che riguarda il Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario. Trenitalia, con la sua Divisione Passeggeri Regionale, fornisce il servizio di trasporto ferroviario regionale su tutto il territorio italiano. Non è detto che la Regione Sicilia debba affidare il servizio di trasporto ferroviario a Trenitalia ma, se lo vorrà, potrà bandire una gara pubblica per l’affidamento del servizio ferroviario.
Con il Contratto di Servizio è la Regione a decidere quali e quanti servizi intende acquistare, stipulando con l’eventuale vettore un vero e proprio contratto della durata di sei anni ulteriormente rinnovabili per altri sei. Con il contratto si definisce la Carta dei Servizi e un sistema di valutazione/monitoraggio della qualità dei servizi.
In ogni caso sarà la Regione a stabilire i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti e fissare nel contratto di servizio i livelli minimi di qualità (puntualità, pulizia, informazioni, ecc.) che il gestore dovrà erogare. Se tali obiettivi non verranno raggiunti, la Regione applicherà delle penali, detraendo tale importo dal corrispettivo che deve pagare. Le penali sono state utilizzate in molte regioni come strumento a favore dei pendolari abbonati, trasformando le risorse decurtate in sconti sugli abbonamenti futuri.
Sollecitiamo con forza la definitiva sottoscrizione dell’Accordo di Programma che determinerà con il successivo ed immediato Contratto di Servizio una pianificazione ed un controllo più incisivo sulla qualità e quantità dei servizi da erogare ed offrire finalmente ai Siciliani il diritto a un trasporto pubblico più efficiente ed efficace.
L’urgenza e l’importanza di tale Accordo di Programma è necessaria per la sottoscrizione del “fatidico” Contratto di Servizio che in Sicilia si aspetta ormai da oltre cinque anni.
Allo stato attuale la rete ferroviaria siciliana costituisce la più estesa rete ferroviaria insulare del Mediterraneo e dell’Italia, ma di contro è tra le più arretrate poiché le opere di ammodernamento sono state molto limitate nell’ultimo secolo.
Nel panorama ferroviario nazionale, la regione Sicilia si colloca all’8°posto per la lunghezza complessiva dei binari (dopo Piemonte,Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania), al 5° posto per le linee ferroviarie in esercizio (dopo Piemonte,Lombardia, Toscana, Lazio) e al 16° posto con 169 km. (12%) di linea a doppio binario su 1378 km.(a seguire Sardegna, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta).
In questi anni la Regione ha perso quasi 2 milioni di km/treno e quasi del tutto i treni da e per il nord. Regione che non ha preso nessuna posizione su Rete Ferroviaria Italiana per le tratte ferroviarie chiuse da diversi anni (Caltagirone-Gela e Alcamo via Milo-Trapani); sul mancato ammodernamento e velocizzazione dell’attuale tracciato della Catania-Palermo, nonostante il Contratto di Programma di 30 milioni di euro a Rete Ferroviaria Italiana, finanziato dal febbraio 2010, che in un anno e mezzo di lavori avrebbe portato i tempi di percorrenza tra le due Città al di sotto delle due ore e trenta.
Regione che pensa al miglioramento dell’efficienza dei collegamenti tra porti, aeroporti e piattaforme intermodali per migliorare l’accessibilità. Regione che pensa ad una maggiore sostenibilità ambientale e ad una diminuzione delle barriere per le utenze deboli tra l’Italia e Malta investendo nel progetto europeo “Streets: strategia integrata per un trasporto sostenibile Italia-Malta”.
Ritengo che tutto ciò sia assurdo, oltre all’enfasi politica per la sottoscrizione del CIS (contratto istituzionale di sviluppo) del 28 febbraio 2013, la Regione Sicilia non ha, ad oggi, ancora fatto presente a chiare linee cosa vuole fare della mobilità e delle infrastrutture ferroviarie e sulle nuove linee guida del redigendo nuovo Piano regionale dei Trasporti e della Mobilità.
Questi sono i dati con i quali si può rappresentare la grave e duratura disattenzione dei governi regionali e nazionali nei confronti delle infrastrutture ferroviarie siciliane.
Occorre una azione mirata della politica non solo presso i vertici delle Ferrovie dello Stato, ma soprattutto sul proprietario unico del gruppo che è il Ministero dell’Economia e delle Finanze e sul Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e perché no, sul Governo.
E’ il momento in cui tutta la politica siciliana riconosca il proprio “mea culpa” e cerchi di recuperare le posizioni perdute in tutti questi anni, per garantire quella “continuità territoriale” e quel “servizio pubblico” ferroviario che ci “spetta di diritto” e che deve essere tutelato come previsto dagli agli artt. 3 e 16 della Costituzione.
Giosuè Malaponti – Presidente Comitato Pendolari Siciliani
A onor di cronaca però va ricordato che ci sono molti collegamenti aerei a costi bassi, sia da Palermo che da Catania. Tipo
PA NA da 24 €
PA RO da 17 €
PA VE da 20 €
PA TO da 25 €
PA MI da 18 €
Senza considerare quelli internazionali…. ricordo solo Palermo Zurigo da una 50ina di euro.
@caudino è vero ci sono collegamenti aerei con ottimi prezzi, ma non si può non considerare che la Sicilia fa parte dell’Italia e che ad essa deve essere collegata… Non si vuole fare il ponte, allora si pensi a collegamenti veloci che permettano di raggiungere le altre città con la stessa celerità… Credo che il ponte sia una necessità per garantire quella continuità territoriale che non escluda la Sicilia da questi programmi di ammodernamento delle linee ferroviarie. La AV arriva a Salerno, e prossimamente a Bari, ma il resto del Sud perché dovrebbe rimanerne escluso????
Giusto stamattina ad Agorà, rai3, si discuteva di turismo, di Sud e anche di Sicilia dicendo che i tanti tesori che abbiamo sparsi nel nostro territorio hanno (fra gli altri) un grande neo: sono difficili da raggiungere; non capisco, tuttavia, come il ponte di Messina potrebbe aiutare! Il Tav non potrebbe mica avere una stazione in ogni piccolo paesino! Ma nulla ci impedisce di avere linee ad alta velocità all’interno della nostra isola che colleghino i grandi centri e poi da lì tratte per le comunità dei dintorni. Il problema non é arrivare in Sicilia, ma muoversi DENTRO la Sicilia!
Il mese scorso sono stata in Olanda in cui mi sono mossa senza alcuna difficoltà con i treni; vi lascio immaginare il mio stupore quando ho visto che dall’aeroporto internazionale di Schiphol c’era il collegamento diretto con un paesino come Delft! I turisti, quando vengono da noi, si stupiscono dell’enorme numero di automobili che appestano le nostre città, immaginateli chiedersi ogni quanto parta il treno dal Falcone-Borsellino a Cefalù!
Durante la trasmissione si faceva vedere un grafico fornito dallo Svimez sui fondi statali per le opere pubbliche: dagli anni ’90 esiste un grosso gap tra quelli destinati al Nord del paese (sempre di più) e quelli al Sud (sempre di meno)…
La carenza di mezzi di trasporto efficienti su rotaie, inoltre, fa sì che, nonostante l’alta percentuale di petrolio raffinato in Sicilia (con che costi, in termini di salute, ambiente, economia agricola, pastorale ed ittica!) il prezzo della benzina sia molto alto… Non c’é reale concorrenza tra rotaie e asfalto e noi, cittadini, non abbiamo reali alternative…
Certo, se i nostri parlamentari regionali perdono tempo a raccogliere 800 firme per posteggiare la loro macchina a 200m dal portone d’ingresso dell’ARS, difficilmente possono pensare all’importanza del trasporto ferroviario!
Occorre instradare i due intercity Roma-Palermo via AV da Roma a Salerno e proseguire con i raddoppi Palermo-Carini e Fiumetorto-Castelbuono. Inoltre urge progettazione esecutiva della Catania-Enna e completare la Fiumetorto-Agrigento, dopo di che il trasporto ferroviario avrà dei benefici talmente notevoli che anche il mezzo privato risulterà non competitivo.
Alla Regione Siciliana, spetta la progettazione di un piano trasporti che escluda sovrapposizioni tra gomma e ferro. Esempio: se devo andare in centro a Carini,arrivo in pochi minuti alla stazione ferroviaria e da lì l’AST mi fa arrivare in centro. Idem nelle altre realtà dell’isola. E’ utopia pensare che il trasporto su gomma possa essere sempre competitivo per il costo eccessivo del petrolio. Le due ore e 40 tra pa e ct soo tali da 40 anni, il treno può scendere sotto questo limite con pochi interventi. Spero che l’ultimatum di Renzi sia stato recepito…
maledetti due, trenitalia e regione
palermo napoli a 24€ nei sogni forse, così come pa-to e pa-mi. e anche se fosse cosa significa? un collegamento ferroviario degno centro-centro è fondamentale
Devo complimentarmi per l’intervento di Irexia, resto dell’idea che il ponte di debba fare, anche perché visto il progetto esecutivo e le penali che comunque si dovrebbero pagare, sarebbe meglio farlo… Anche se l’idea di una rete come quella auspicata nel tuo intervento mi sembra pertinente.
Se si raddoppiassero le linee principali, si rettificassero i tratti attualmente lenti, si potrebbe davvero creare una rete più efficiente, ma purtroppo credo che i programmi siano completamente differenti, visto che negli ultimi decenni sono stati dimezzati i km prima in esercizio. Paragonare la Sicilia all’Olanda o al Belgio che detiene il record mondiale di strade ferrate, in rapporto all’estensione del territorio, è pura utopia, perché comunque si tratta di periferia della periferia, mentre queste nazioni sono il cuore nevralgico dell’Europa… E pur vero che si potrebbe fare, ma visto che non cominciano manco dall’ABC credo siamo messi davvero male e in futuro staremo anche peggio…
Occorre che la Regione siciliana regionalizzi le ferrovie: L’ Azienda siciliana trasporti- circumetnea deve gestire il trasporto ferroviario in Sicilia! La politica di Trenitalia avvantaggia il nord e l’alta velocità. Ristabilire gli ic Palermo Roma via av da Salerno? Facciamolo fare a italo.
Con il raddoppio del passante bisogna istituire corse Palermo c.le- trapani via milo con fermate a Notarbartolo, piraineto, Alcamo diramazione tempo di percorrenza 1h 40 min.
Sottoscrivo ogni singola parola di Irexia.
Mi trovo d’accordo anche sull’inutilità del ponte sullo Stretto. Il problema dell’efficienza dei trasporti non sta lì. Al di là di tutti i discorsi pragmatici che potrebbero essere fatti sulla follia di quell’ipotetica opera faraonica, ho anche un’idea alquanto romantica della Sicilia: preferisco resti un’isola a pieno titolo, una terra “un po’ separata” dal resto d’Italia.
io da buon siciliano pago le tasse ,qualcuno da buon italiano si fa le infrasturrure. i trafori sono utilissimi alla collettivita ,il ponte e forse inutile alla collettivita?eppure lo stato lo sta pagando con tutte le penali come se ci fosse un ponte reale,le tariffe aerei sono varibili le tariffe dei treni sono standard,gli aerei hanno pochi posti alle cifre di pochi euri specchietti delle allodole.da malpensa si va a berlino e comp con 5o euri .il treno e fondamentale per un paese che vuole crescere cosi sarebbe obbligatorio fare i collegamenti con un ponte reale e non virtuale.e le ferrovie devono restare a trenitalia, se non si vuole fare la fine di morire di debbiti ferroviari
ottimo servizio e ottimi gli spunti di Irexia. Annoto alcuni punti che potrebbero essere utili in aggiunta all’articolo:
– circa le linee chiuse o sospese: non dimentichiamo la Motta S. Anastasia-Paternò e, soprattutto, la sempre rimpianta Alcantara-Randazzo, su cui per altro manifestò interessamento anche FCE.
– circa il servizio, l’ideale sarebbe replicare situazioni simili ad altre realtà regionali nelle quali operano anche compagnie terze le quali gestiscono tracce orarie e/o intere reti sociali, facendo servizio sia su linee proprie, sia su binari RFI. Nel nostro caso, visto il know-how, la candidata ideale sarebbe FCE (o anche AST, volendo immaginare una rifondazione di tale compagnia): previo rilascio di apposita licenza ferroviaria per operare su rete RFI, si potrebbe affidare dunque a soggetti diversi da TI servizio, materiale rotabile (che ricordo ormai è acquistato tramite contributo regionale) e, volendo, anche linee dismesse da Rete Ferroviaria Italiana. Ovviamente vi sono innumerevoli passaggi da compiere, sia di tipo burocratico che logistico e non mi soffermerò sui dettagli; ma altrove – dicevo – è la normalità.
– sul riammodernamento delle linee: è chiaro sia necessario. Ma attenzione a quando si parla di varianti di tracciato. Spesso le varianti proposte, pur velocizzando le tratte, tendono a servire peggio i centri attraversati. Vi sono casi in cui i vecchi tracciati andrebbero ASSOLUTAMENTE mantenuti per servizi puntuali. Un esempio su tutti: il tratto costiero da cefalu verso castelbuono che, se opportunamente riattrezzato con fermate frequenti in corrispondenza dei lidi, potrebbe, con investimenti limitati e mantenendo le attuali infrastrutture, diventare una vera e propria navetta i superficie a servizio delle affollatissime e numerose località balneri presenti lungo quei km e che sono raggiungibili (malamente) solo tramite strada statale PA-ME. E’ chiaro che una riconversione del tracciato andrebbe innanzitutto proposta dai territori interessati. Invece vedo solo silenzio dai soggetti che dovrebbero (per tempo) interessarsi a tale progetto. E spiace dover constatare quante volte, a danno fatto (leggi: disarmo), tutti poi piangano sul latte versato.
– sui km di linee: Ricordo che la Sicilia, in 60 anni, ha perso META'(!!!) dei km di ferrovia di cui disponeva. Un arretramento infrastrutturale scellerato, dovuto in buona parte (ma non solo) alla chiusura della rete complementare a scartamento ridotto. Territori vastissimi, un tempo serviti puntualmente, oggi risultano raggiungibili “solo” con autolinee. E non si capisce perché in Sicilia (in generale, in italia, con alcune eccezioni), quando si parla di nuove linee ferroviarie, si discuta solo di AV mentre immaginare la costruzione o il ripristino di linee tradizionali sia argomento tabù. Eppure basta guardare il successo della Merano-Malles, in Alto Adige (linea chiusa dalle FS negli anni ’80 e successivamente presa in carico, ripristinata ed esercita dalla regione con apposita compagnia ferroviaria) per capire come replicare una tale esperienza che ha migliorato nettamente la qualità di vita di un territorio.
Scusate la lunghezza del post!
Ho un quesito da porre a tutti coloro che ne sanno ben più di me in materia: un mio amico ingegnere mi disse, un anno fa, che i binari attualmente in uso in Sicilia potrebbero ospitare i freccia argento, senza bisogno di alcuna modifica. Confermate? Se così fosse soltanto mettendo sopra i binari questi treni sarebbe immeddiato il salto di qualità a costi assolutamente accettabili (quelli delle sole vetture!)! E trovo anche sarebbe assolutamente ragionevole pretenderlo!
Aspetto vostre notizie!
Irexia è esatto, il bello è che c’è il disegnino pure sul sito di trenitalia.
I tratti raddoppiati Palermo-Fiumetorto e Patti-Messina sono stati costruiti per una velocità massima di 250 km/h, ovvero i freccia argento.
Ovviamente finchè mancherà il tratto Castelbuono-Patti nessun frecciargento potrà mai circolare.
Confermo. Alcune tratte credo siano state pure abilitate, a fine anni ’90, in previsione di una mai avvenuta discesa degli ETR 450, allo speciale rango “P” che consente appunto velocità maggiori ai treni dotati del sistema di pendonalmento.
a metà anni ’90 era previsto il pendolino palermo-roma in meno di 10 ore. Il materiale del frecciabianca è quello degli intercity. Il locomotore può esser identico da roma a villa san giovanni via av, come avviene già per una coppia. Da Messina bastano un paio di buoni locomotori che garantiscono buone performance. Anche la Palermo-Agrigento permetterà il rango P. Per la riapertura delle linee dismesse faccio il tifo per la castelvetrano-selinunte-sciacca a scartamento ordinario onde creare collegamenti veloci con palermo e con trapani. Si deve rilanciare il trasporto su rotaia!
Il problema, come quasi sempre accade, non è tecnico, ma politico. Quella che manca non è la possibilità materiale, ma la volontà di fare. Siamo davanti all’ennesima conferma di quanto la Sicilia conti davvero poco in ambito nazionale, di quanto, nei fatti, sia estrema periferia. E come potrebbe essere altrimenti, vista la qualità di quelli dai quali i siciliani scelgono di farsi rappresentare?
Il problema è tutto politico,vi chiedete perchè il nord è più avantaggiato? Semplice le regioni investono il doppio,triplo e quadruplo rispetto alla regione sicilia….110 milioni contro i 400 e passa della lombardia…maddai di cosa parliamo su…