Dopo l’esclusione dalla corsa a Capitale europea della Cultura 2019 , il Comune di Palermo piazza il suo grande colpo e si prende una bella rivincita.
La Commissione Europea che premia ogni anno le amministrazioni europee che meglio valorizzano il contributo della cittadinanza, ha deciso di issare il capoluogo siciliano a testa di serie per il 2014, strappando l’importante primato a mostri sacri del vecchio continente che, di fatto, non sono stati in grado di raggiungere i risultati di Palermo.
A darne comunicazione è lo stesso presidente della Commissione Europea, Frank Melter, che attraverso i canali istituzionali ha lodato i palermitani e soprattutto l’amministrazione locale per gli importanti risultati conseguiti.
Palermo supera Vienna, Bohn e Valencia, le altre città finaliste.
Vale la pena leggere quella che secondo la Commissione è stato il caso-studio determinante per la vittoria finale. Un caso unico in tutta Europa e per questo definito “incredibly original“.
Vi anticipiamo intanto che la macchina organizzativa si è già mossa per dare il via alla programmazione della manifestazione e sono in arrivo svariati bandi pubblici al quale poter partecipare. Vi invitiamo pertanto a seguire i “giustamente” trionfalistici comunicati stampa del Comune di Palermo.
Ma torniamo all‘originale caso di partecipazione.
Si legge che in occasione dell’evento organizzato proprio dal Comune a Febbraio 2013 per avviare la pubblicazione degli opendata (“dati aperti”, ovvero tanti dati disaggregati ma riutilizzabili per creare app informative e non solo), si sia spontaneamente formato tra i cittadini interessati un “gruppo volontario” , per aiutare gratuitamente l’amministrazione afflitta da enormi problemi in materia. Infatti dopo mesi e mesi da quell’evento, nessun dato fu più pubblicato inspiegabilmente e quelli giacenti sulla banca dati erano di cattiva fattura.
Questo “gruppo” , mosso da tanta buona volontà si spese in mesi e mesi di lavoro (volontario e gratuito) cercando una collaborazione “partecipata” con il Comune. Grazie ad alcune riunioni il “gruppo” conobbe la disastrosa struttura comunale, che ancora non dispone ad esempio di un server unico e accessibile dove concentrare i file prodotti dai singoli uffici e pubblica le delibere comunali in scansioni anzichè in pdf.
Nonostante lo scenario “desolante”, dagli uffici comunali non vi fu alcun entusiasmo nell’accogliere questi aiuti esterni. Il webmaster, giusto per citare un esempio, non rispose nemmeno ad una delle decine di email inviate dal referente del “gruppo” che provava a suggerire tools o offriva la sua manodopera per aggiornare i dati presenti sul sito istituzionale. Decine di problemi imperversavano.
Seguì anche una riunione (richiesta dal gruppo) con l’assessore al ramo che, oltre ad una presentazione dei membri del “gruppo”, non fruttò alcun impegno concreto nè un incentivo a fare veramente qualcosa insieme tra le parti.
Il “gruppo” perseverò nonostante i feedback e le iniziative istituzionali fossero pressochè nulle e propose la redazione di un documento per “Le Linee Guida del Comune di Palermo” . Oltre a proporlo, lo realizzò in pochi mesi, in maniera del tutto autonoma. Lo offrì al Comune per farlo adottare con un atto ufficiale. Grandi elogi arrivarono dal panorama italiano per l’encomiabile attività volontaria. Il comune dal canto suo prelevò il documento, fece opportuni tagli ad un testo che leggeva per la prima volta in quel momento, e lo mandò dritto in Giunta Comunale.
Sbalordito per la straordinaria cortesia e delicatezza con le quali il comune non lo interpellò ne lo mise a conoscenza delle modifiche sul documento, il gruppo portò comunque a compimento il suo obiettivo ma abbandonò la paradossale idea di “aiutare gratuitamente” l’amministrazione in difficoltà che, intanto approvava in giunta le Linee Guida a margine di altri eventi “partecipativi” come Electronic Town Meeting, Piano sociali, etc.
Seguì un comunicato stampa e una delibera di giunta, l’organizzazione di futuri eventi a tema, nessuna citazione dei nomi e cognomi che avevano animato quel “gruppo”.
Grazie a questo straordinario caso di collaborazione pubblico-privato, la Commissione Europea ha assegnato tutti i 120 punti relativi all’indicatore “Sensibilità verso gli input dal basso”, punti fondamentali che hanno consentito la nomina a Capitale Europea della Partecipazione 2015, superando in volata l’agguerrita Vienna.
Godiamoci infine la dichiarazione del presidente Frank Melter, il quale prospetta un anno pieno di eventi nella nostra città e afferma: “E’ inconcepibile che ancora nel 2013 ci siano città della comunità europea che coccolino i cittadini che decidono di offrire il proprio aiuto alle amministrazioni pubbliche. Il Comune di Palermo ha dimostrato che con un pizzico di ingratitudine e disorganizzazione si può garantire un rapporto di collaborazione longevo e produttivo“.
Quanto sopra scritto è frutto di un’invenzione dell’autore. Si precisa che non vi è alcuna nomina a capitale europea della partecipazione.
L’episodio opendata è invece tratto dalla realtà di questi giorni ed è frutto del punto di vista dell’autore che ha inteso rimarcare in maniera paradossale come, in tempi di vacche magrissime in cui ogni aiuto gratuito DOVREBBE essere venerato, coltivato e perpetuato, l’amministrazione locale si distingua per scarsa sensibilità e organizzazione verso cittadini e professionisti, nonostante si susseguano annunci, proclami ed eventi (forse inconcludenti) sull’importanza della “partecipazione”.
Partecipazione è soprattutto comunicazione: vi lasciamo con una chicca.
(il link contenuto nel tweet iniziale riporta a questo articolo)
Trovate voi una spiegazione, se c’è.
Se mai esisterà una competizione sulla partecipazione, i cittadini di Palermo meriterebbero davvero quella nomina, perchè visto lo scenario sopra raccontato, aver fatto approvare quel documento in quelle modalità, è un risultato degno di un riconoscimento. Ai cittadini.
Che tristezza!
Parte della gente che lavora nella Pubblica amministrazione andrebbe licenziata in tronco per inefficienza ed incapacità! e andrebbe sostituita con gente seria come ad esempio questi “volontari” di cui si parla nell’articolo.
Purtroppo spesso il lavoro ce l’ha chi non se lo merita..e finisce anche per diventare la causa stessa dell’assenza di lavoro.
Pif alla Leopolda del 2012 ha detto:
“Lo stato dovrebbe essere efficiente, competente e meritocratico…come la mafia. Perchè la mafia è efficiente, competente e meritocratica……….”
ed ecco invece cosa succede negli apparati dell’amministrazione
Tanto prima o poi il comune bandirà e stanzierà milioni di euro, ma non per realizzare qualcosa, no… semplicemente per commissionare uno studio a qualche agenzia di consulenza “amica”. E dopo chissà quanti anni si cercherà di fare qualcosa ma si crederà a ragione che c’è bisogno di un altro studio essendo ormai obsoleto il precedente…
E così via…
La partecipazione gratuita non genera, anzi annulla una opportunità di spesa dei nostri soldi che quindi non potranno essere sperperati a favore degli amici.
Buon solito anno di immobilismo a tutti.
sarebbe il caso di dire: si faccia una domanda, e ci dia una risposta!